Gli occhi

Gli occhi Gli occhi Sta bene che si devo dir sempre la verità... Ma quando si niente senza sapere di mentire, dirò così in buona fede? Bisognerebbe essere capiti: e allora, anche, invece di rallegrarsi con noi qualcheduno ci compatirebbe; e invece di compatirci qualcuno si rallegrerebbe... Perchè le parole sono state date all'uomo, e più alla donna, dicono, per nascondere il proprio pensiero... Invece delle parole basterebbe allora guardare gli occhi. Ma gli occhi... E' un'altra illusione pensare che li si guardi. Li si vede; non li si guarda. Succede, tra due che si parlano, anche se essi hanno l'abitudine lodevolissima, e. sempre racomandata di guardare in faccia con chi parla.no, succede come agli automobili per via, di notte : che accendono i fari a intervalli quando son lontani l'uno dall'altro — batter di palpebre clic si alzano e si abbassano — e poi ii spengono quando si passano accanto e si sfiorano. Guardarsi negli occhi è cosa quasi riservata agli amanti quasi quasi un poco come baciarsi i:i bocca. Per tutti gli altri gli cechi rimangon lontani, incolori, spenti. Possono essere benissimo quel che si dice, gli specchi dell'anima: ma specchi in una casa buia, dietro i quali non si accendo lume... Così quella donna, la più sincera tìi tutte le donne, quell'amica, la più sincera di tutte le amiche, mi mentì due volte, nelle circostanze friù gravi della sua vita... E io non a compresi che all'ultimo... Singoiar destino degli esseri umani questa solitudine, questo non poter mai trovare veramente spiriti concordi nell'allegrezza o nella pena! Era un'amica nel senso sacro della parola: una donna che era per me come l'incarnazione del bollo e del buono, a cui guardavo con affetto e con devozione, come ad un esemplare di ogni rettitudine, come ad Un'ispiratrice di ogni alto e nobile sentire. Cotesto cose adesso forse non Usano più : e quasi si ha vergogna a dirle. Adesso c'è il capriccio o la passione, forse : l'ammirazione ideale e disinteressata no. Manca il tempo. Dunque, quella donna mi disse un giorno: «Oggi è la più gran gioia della mia vita». Ed io per quelle parole un poco, o molto, mi ritrassi da lei... Quando alcuno vi dice così e come «e sentiste che non ha bisogno di voi. 6i e sempre un poco estranei, in ogni gioia: come inutili. Tanto più quando questa gioia viene a quella persona dalla famiglia, per cose o da casi che voi non toccano, di cui siete forse, anche, ingiustamente, un poco gelosi. E ci si allontana allora, come io mi allontanai da Elena. Tanto ella non aveva bisogno di me. Ella era felice. Perchè quel giorno si concludevano le nozze della sua figliola. Me lo disse nel suo .bel salotto pieno di sole, e più, in quel giorno, pieno di fiori. TI fatto non era singolare o peregrino : ma per lei prendeva una significazione importante. Ella, la madre, si era sposata a veni/anni, era stala tradita, abbandonata, infelice : s'era vnistvgpsvvpmscttcEsssmmrtamslmsgqtpppGspplmseparata, era vissuta sola parecchio tempo; e rimasta vedova non s'era1più staccata un minuto da quell'unica figlia che era tutto il suo mondo. Non se n'era mai staccata un minuto, vegliando sulla sua educazione, sulla sua serenità, con tutto il suo intelletto, con tutti i suoi sensi, con tutta la sua anima: paurosa che un medesimo destino un giorno potesse raggiungerla, sperando che un destino diverso le fosse invece serbato. E il caso, o la Provvidenza, l'avevaiio aiutata... «Oh! amico mio! Sono felice ! Sono felice ! » mi ripeteva ella quel giorno con la voce trepida come percorsa da un'emozione insostenibile: «Gabriella è fclioe anche lei! Sposa un giovane che ha tutte le qualità, che l'ama, che l'adora, che mostra di comprenderla in tutto... iMi capite, amico mio? Quello che ho sognato si avvera... E voi sapete — aggiungeva con una punta di confusione giovanile che la faceva leggermente e leggiadramente arrossire — che per Gabriella non era così facile come per tante altre... La mia posirione... Oh ! il mondo è crudele talvolta per le donne che nel matrimonio non hanno trovato la regolarità e la norma... Quando si dice di una donna: E' separata dal marito, subito si cerca o si pensa di qualche ragione a sua colpa... No? Voi dite di no? Ma almeno mi concederete che si richiede molto di più alla donna separata: e che una indipendenza anche giusta le nuoce... La figlia, poi!... Quanti di voi che pur siete uomini onesti, non vi chiedete dinanzi ad una di esse: Sarà come la madre? pur senza sapere come la madre sia stata. Ed esitate; e temete... Ce h'è abbastanza, in questa esitaeione e in questo timore, per riempire di ribellione e di amarezza il cuore di- entrambe!». Una pausa: poi, sempre con la voce trepida, che a me pareva vibrante di gioia, Elena riprendeva: — E a me non è successo così: e a Gabriella neppure. Non c'è stata da parte di lui nessuna esitazione e nessun timore. Egli ha capito subito in che tesoro si era imbattuto ; e non se lo è lasciato sfuggire... Oh! se sapeste quanto questo riempie di compiacenza e di gratitudine il cuore di una madre ! E voi comprenderete quanto io avrei torto se non fossi, come sono, immensamente, completamente felice... • L'ombra aveva invaso la stanza, dove i fiori del fidanzamento adesso odoravano insostenibilmente. Per quell'ombra io non vidi bene i suoi occhi e credei di travedere... E me ne andai, molto lieto per lei, e un po' triste per me; pensando, ripeto, che ella non aveva bisogno di me e ch'io potevo tranquillamente trascu rari a. Jl caso s'incaricò di farmela tra- scurare ancora più compiutamente e più a lungo. Dovetti lasciare per qualche tempo la città dove ella viveva; e la mia assenza durò. Delle notizie sue mi giunsero, ma rade e a intervalli. I popoli felici non hanno storia... Su questa sicurezza, quando tornai, uno scoppio di fulmine invece... Quella felicità era stata fuggevole. Dopo due anni, poco pili o poco meno, il matrimonio iniziato sotto auspici così fausti anelava a rovescio: e le cronache mondane dicevano che i due giovani sposi già si separavano. Como per dar ragione alla madre di cui le parole amare mi suonavano ancora nelle orecchie, i commenti a quelle cronache orano intonati non a sottile perfidia ma a tranquilla incoscienza... « Successe così anche per la madre... Si sa... Era naturale... Era scritto ! ». Come se fosse scritto e naturale che il destino dovesse sempre ghermire le stesse vittime 1 Allora, pieno di rimorso per la mia lunga trascuraggine, e di rammarico per la crudeltà del destino, io ricercai subito la mia amica di un tempo. E rividi lo stosso salotto di al'jra, ancora fiorito e gaio, ma, per me che sapevo, empito come di un sottile alito di rancore. E, nel salotto, Elena; appeua leggermente mutata, di una giovenilità resistente sotto la bufera del momento e malgrado il logorìo sottile del tempo. La quale mi ricevette affettuosamente, tenendomi lo mani con un impeto per cui il mio rimorso si accrebbe... — Oh ! amico mio quanto mi fa piacere vedervi... Nessuna parola inutile, nessun preambolo. Ella mi parlò subito di Gabriella. Come sempre la sua vita si riassumeva, in lei. — Lo avete saputo, vero? Ho capito subito che sapevate... Ah ! Mio Dio! Una disgrazia, si... Povera Gabriella ! Anche lei non sarà stata felice... Io non volevo interrogare per discrezione; ma ella aveva bisogno di sfogarsi. E mi disse la lenta incomprensione di quei due esseri, di cui l'uno non aveva apportato nel matrimonio che una curiosità brutale, un desiderio avido — per questo, per questo non s'era curato di nulla non aveva dato importanza a nulla! — e l'altra, invece, che una ingenuità fidente, che una dedizione trepida... E poi il distacco progressivo, e l'indifferenza, e peggio; e finalmente l'irreparabile, una decisione fredda e cinica che tarpa le ali a qualsiasi speranza... — Così Gabriella ritorna con me... Oh ! si : la sua vita c spezzata amico mio ! Non ho più che una speranza che il mio affetto le ricomponga intorno non una felicità, ma un riflesso di serenità!... Ma voi comprendete... Per una madre. Oh ! Sono molto infelice, amico ^miol Devo dire la verità : come un grande impeto cavalleresco mi. gonfiò il cuore in quell'attimo. « Poi che ella è infelice io non dev> più la sciarla sola; io le devo maggior devozione »... Ella si alzò per preparare il the. E allora in uno specchio io vidi i suoi occhi. . f>ri?na Jf ^«stento. Poi li guar*1111 attentamente. Potevo farlo che ella li teneva alzati a sorvegliare o a spiar qualche cosa. E, da tristi e ve lati quali li avevo visti prima quando ella mi parlava, adesso, non so perchè, mi pai-vero di un tratto, in consciamente, ma profondamente cambiati. Come se per entro, lontano, in fondo, vi brillasse un lume... E man mano che il mio esame insisteva, ed ella non si sentiva guardata, quel lume cresceva, si diffondeva, irradiava: come so dall'anima sua vera niente, lei inconscia, una gioia zampillasse... No ! No pensai io, come maravi gliato, come reluttante... No! questo non può essere... Poi, non so perchè, nelle orecchie, le sue parole di dianzi mi riecheggiarono; ma anch'esse mutato, come se dicessero: — L'ho di nuovo con me, per sempre!... Mia figlia, tutta e sola per me ! Oh come sono felice ! Mi alzai con un pretesto. E ripensai ai suoi occhi che non avevo guardato allora, la prima volta: e compresi che questa volta, sì, ella non aveva bisogno di me. Anche un'altra cosa compresi : che, come ho detto più su, molte volte si mente senza saper di mentire... Cosimo Giorgieri-Contrì

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