L'imortanza scientifica della della spedizione al Caracorum

L'imortanza scientifica della della spedizione al Caracorum L'imortanza scientifica della della spedizione al Caracorum Un'intervista col Dtxca di Spoleto Roma, 4, mattino. Il Duca di Spojeto, poco prima di prendere imbarco suil'Aquileja, ha concesso ad un giornale napoletano una interessarute intervista 6ugli scopi da raggiungere e suìl' importanza scientifica della spedizione al Caracorum. E' stato cMesto a S. A. R. qualche particolare sulla esplorazione che egli si appresta a compiere, seguito dal comandante Cugia, che anche nell'estate dello scorso anno gli fu compagno in una prima ricognizione attraverso le regioni meno note dell'Asia. — La spedizione, di cui vado ad assumere il comando e l'organizzazione, — ha detto il Duca di Spoleto, — si compie sotto gli auspicai della Società Geografica Italiana, mercè l'aiuto morale e finanziario della città di Milano, ancora una volta benemerita della Nazione, anche in questo campo. Proprio stamane, ho ricevuto una rappresentanza della nobile città lombarda, che md ha consegnato un messaggio augurale del Podestà, senatore De Capitani, ed un ufficiate superiore dell'Istituto Geografico, che, a nome del suo presidente, generale VaccheMi, ha voluto recarmi il saluto ed il voto per un felice compimento dell'esplorazione che ci apprestiamo a compiere sul ghiacciaio del Baltoro. « Non è questa la prima volta die italiani superino le aspre vette, che conducono ai più grande ghiacciaio del mondo, poiché occorre ricordare la spedizione di S. A. R. il Duca degli Abruzzi, che riuscì quasi a raggiungere il terribile colosso indicato col nome di K. 2. La mia spedizione non si ripromette particolari raids alpinistici, ma intende raggiungere il ghiacciaio del Baltoro, che si erge ad una altezza di oltre cinquemila metri, per una estensione di 50 chilometri, circondato da una serie di alte cuspidi, che lo rinserrano, quasi vigili sentinelle, pronte ad ostacolare il passo a chiunque si appresti a violare i segreti della montagna. Il ghiacciaio del Baltoro « Del ghiacciaio del Baltoro non esistono precisi ragguagli, come del resto di buona parte della grande catena dell'Imalaia. sia dal versante del Tibet che da quello del Kachemir. E' mia intenzione portare a compimento, se gli eventi e gH elementi ce lo permetteranno, un preciso rilievo - topografico dell'impervia e deserta regione. Da Bombay proseguiremo col comandante Cugia direttamente per Srinagar, capitale del Kachemir, che è. come è noto, uno Stato Indipendente sotto il protettorato inglese. Il marajah del Kachemir è anzi persona che conosce assai bene l'Europa, e che ogni anno suole visitare l'Italia, la Francia e l'Inghilterra. Ecco perchè nel viaggio, giià da me compiuto la decorsa estate, mi vennero fatte le più cordiali ' accoglienze, anche quando col comandante Cugia attraversammo per una ventina di giorni la regione deserta e desolata che da SrSnagar conduce a Askoje, località dove abbiamo lasciato buona parte dei viveri e del materiale da campo, che sono in consegna dal « lambardar », una specie di podestà del luogo e capo della polizia, uomo che riassume in sè tutti 1 poteri civili e militari della regione. « Di materiale ne condurremo con noi a bordo àeWAqullela, e cioè casse contenenti i sacchi-pelo, che hanno richiesto particolari cure perchè, per l'intenso freddo che incontreremo in altitudini così notevoli come quelle del ghiacciaio del Baltoro, essi costituiscono, insieme ai viveri, la parte più essenziale per i componenti della spedizione. Essa sarà anche fornita di una stazione radio campale ricevente e trasmittente, stazione che ci è stata fornita dalla Hegia Marina, insieme a un valoroso sottufficiale della stazione di San Paolo. Gli altri componenti della spedizione, con a capo il tenente colonnello medico di Marina prof. Allegri, lascieranno l'Italia tra qualche mese e ci raggiungeranno a Srinagar, donde la spedizione muoverà per Askoje. Alla organizzazione della carovana, per il trasporto del materiale, provvederemo in questa prima sosta sia io che il comandante Cugia, raccogliendo i conducenti e i mulattieri a cui è affidato il compito di trasportare il materiale della spedizione fino ad Askoje, e di li, per sentieri ancora più impervii e per regioni completamente disabitate, fino ad un'altezza di 3000 metri. Ci sarà possibile cosi stabilire un primo attendamento con viveri di riserva e materiale scientifico. Una difficile scalata « Dopo una breve sosta una parte dei componenti della spedizione, da me guidata, inizierà la scalata per raggiungere il ghiacciaio del Baltoro, costituito di depressioni e buche irregolari tra creste e pareti inclinate per ogni verso, coperte di detriti taglienti instabilissimi, che minacciano di ferire ad ogni passo chi non sia più che cauto nella marcia. La temperatura sul pianoro rtiiaccn'iato del Baltoro si aggira dai 15 ai 20 gradi sotto zero. Essendo poco nota la re¬ gione che noi andiamo ad wptorare. Scn è possibile indicare fin dora jiu« le sarà il passaggio che P'fncfe„f'ieI!| mo per varcare la parete orientalei.aei crhiarciaio- ma. scalando il ghiaccia fo alle spalile del K- 2, tenteremo i ritorno dal Baltoro per U Y^c° A Mustag, alto circa 6000 metri Non è neppure possibile, per il momento, ai re con precisione quale itinerario potrà seguire la spedizione allorché a vrà superata la regione abitata, e ini zierà l'ascensione fino ai <^ran?™ dal Caracorum a un'altezza di metri I mila. Di qui inizieremo il cammino verso l'ultima parte della nostra spe dizione, se gli eventi ci saranno.-come speriamo, favorevoli. Ho f3?*!? samente curato l'equipaggio dei componenti la spedizione. »„«„««, La parte più difficile sarà la traversata del ghiacciaio del Baltoro di cui raccoglieremo tutti gli elementi topografici che ci sarà possibile, fremer anche uno studio completo della Tanna e della flora delle regioni Che attraverseremo da Askoje al K. saranno poi eseguite interessanti ricognizioni astronomiche, specie allorcne avremo raggiunto la maggiore altezza del grande ghiacciaio». Circa la durata presumibile detta spedizione nella regione del Caracoil Duca dì Spoleto così si e espresso: , « Io penso che la spedizione sarà ai ritorno in Italia tra sei mesi, perchè occorre tener presente che, date le con. dizioni della regione del Kachemir, ove non esisiono 6trade ma sentieri e vie mulattiere, già il trasporto del materiale da Strinagair a Askoje occuperà per lo meno un mese di buona marcia. Ciò dipende dalla qualità del portatori e delle bestie che ci sarà dato di reclutare sul posto, e dalle condizioni stradali, perchè in .inverno il terreno è completamente ghiacciato e la marcia si svolge tra non comuni difficoltà. Ad Askoje stabiliremo il primo attendamento; un secondo a 3000 metri di altezza, e un terzo nelle immediate vicinanze del ghiacciaio del Baltoro. Di qui i componenti della spedizione non avranno con sè che un sacco a pelo e il puro necessario per una trentina di giorni di marcia sui ghiacci. I viveri saranno perciò costituiti da gallette, carne in conserva, marmellata, cioccolatto, pastiglie di latte, da alimenti In altri termini che sviluppano una abbondante qualità di calorie e che possono ingerirsi senza alcuna particolare confezione. « Girando alle spalle del K. 2, come ho già detto, per il passo di Mustag. se ci sarà possibile, ritornernemo a plldcole tappe all'accampamento che avremo costruito stii contrafforti dell'Jmalaja. Da Askoje intraprenderemo infine il viaggio per le Indie e di qui in Europa ». L'accampamento e la radio Oltre alle dichiarazioni interessanti e particolareggiate del Duca di Spoleto, altri chiarimenti sull'itinerario della spedizione sono stati forniti dai comandante Cugia, pure a un giornale napoletano. Il comandante Cugia, come è stato già detto, accompagna il Principe Aimone di Savoia nella grandiosa impresa. Il comandante, dopo avere accennato al preparativi compiuti l'anno scorso in India, ha aggiunto che un gruppo di audaci compagni di S. A. si trova già alla base di organizzazione, a Kaimandu, intento a preparare tutto il materiale in consegna al lambardar. Il piroscafo « Aquileja » giungerà a Bombay il 18 prossimo, e per via di terra il Principe proseguirà fino a Kaimandu sui contrafforti del monte Everest. Quivi sarà il grosso della carovana, composto di guide, portatori e bestie da soma, e nel più breve termine di tempo possibile verrà ripresa la marcia. L'accampaménto raccoglierà il nucleo di base, diremo cosi, della spedizione, munito di apparecchio radio, che permetterà di tenersi in costante comunicazione con le stazioni dell'India. Un altro apparecchio radio, cioè una delle m-ravigliose a cassette Blagi », servirà agli esploratori per 11 collegamento con la base. Lo scopo principale della spedizione, ha affermato il capitano Cugia, è di svelare l'ignoto che finora esiste sulla configurazione del € tetto .tei mondo ». Saranno eseguiti rilievi orografici per quanto è possibile completi. Circa gli studi geologici e astronomici che costituiscono altri Importantissimi fini, gli esploratori saranno muniti di abbondante e perfetto materiale scientifico. Gli apparecchi più delicati sono a bordo dell' c Aqui. leja », in alcune delle 30 casse che il Principe ha spedito poco prima dalla partenza. Nelle altre casse sono sontenuli i medicinali, gli attrezzi per ie ascensioni in alta montagna, vestiti speciali e viveri. La spedizione si propone, anche di compiere studi antropologici, il risultato dei quali potrebbe chiarire qualche enigma sulla stona del genere umano. Tutte le nozioni acquisite, corredate dal materiale, che la spedizione raccoglierà, tarmeranno oggetto, ha concluso 11 comandante Cugia, di relazioni e pubblicazioni che il Duca di Spoleto farà in Italia, sulla fine del pross'mo autunno.

Persone citate: Cugia, De Capitani, Principe Aimone