La morte di Marco Praga

La morte di Marco Praga La morte di Marco Praga iìl notte, sparsa sta- Milano t'na doloro.-;] notizia si è mane nelle primi' ore a Milano. Marco Praga, dopo una n'olite molto agitata, e ninno improvvisamente alle 7,35 del mattino nella clinica «La Quiete» a Ynrese dove si trovava da una settimana per una lincili izza/ione del male che da tempo lo travagliava. I.o scorso anno era. srato, infatti, colpito da una bronco-polmonite complicata da pleurite che lo tenne in pericolo per alcuni giorni. La malattia, felicemente superala, aveva pero lasci! lo qualclre postumo. ix> sofferenze ricominciarono due mesi la, originate da dolori allo sterno che si diffondevano al torace. Le linone speranze che i pochi amici u parte del suo male nutrivano in un rapido ritorno alla calma, sono state spezzate stamane dalla improvvisa cani.strofe. Marco Praga era giunto a Varese i! 1-1 corrente ed aveva occupato la stanza n. I (Mia clinica. Da quid giorno è sempre rimasto obbligato a letto, per nlisema polmonare e si è sempre dimostrato tranquillo. Alle una di quelu notte lia chiamato l'infermiera Pioina Alioli per chiederle un calmante ho subito gli <• staio dato, e quindi in riposato lin verso le ti. A questo, ora sceso dal leito e l'infermiera lo ha. visto [rugare nella valigia, l'ili tardi, illr 7,3(), Marco Praga spirava. Si sono recati nel pomeriggio a Varese, il conun. Eugenio lìalzan e Giol'ncehino [•'orzano, i quali hanno provveduto a dare unte le disposi/oni per il trasporto della salma a Milano, i salma è slata amorevolmente composta in inni camera ardenti', nllesfit.i nella stessa clinica delia « Quiete ■> con profusione di piante verdi e di fiori. Intorno alla salma erano la signorina Dansonnii e la signora Alda Uorelli, oltre a tutti gli a ri isti della compallia di Alda Donili i e di Eglsto Olivieri che attualmente agisco al teatro Sociale » di Varese. Da Milano si sono recati, nelle prime ore del pomeriggio, a visitare la salma le personalità del mondo al'tilico e teatrale: Sabatino Lopez. Dario Niccodemi, Luigi Chiarelli. Gino Rocnelia qualità di segretario regionale del Sindacato giornalisti e anche In rappresentanza del gr. uff. Arnaldo Mussolini, Carlo Veneziani, Gherardo Gherardi, Pietro Atiolini per la Società degli pintori, il eomru. Scarnili, l'avv. dott. Filippo Foà, Enrico Cavàcchloli, Gara anche per il gr. uff. Treves assente. Salvini del « Popolo d'Italia », l'avv. Ferrerò, ecc. Da Varese e dalle zone vicine, si sono pure recale alla clinica numerose personalità elio hanno reso devolo omaggio alla salma dell'illustre eslinto. La salina, alle 17,55, devotamente racchiusa nella cassa, con un furgone o parlila alla volta di Milano. Un telegramma di cordoglio è slato spedito alta famiglia anche da Paolo lumi a nome della Provincia, e del gr. uff. Sileno fabbri, assente da Milano. Il conte Giuseppe Visconti di Modrone, come presidente e direttore del Teatro d'Arte di Milano, ha disposto che in segno di lutto per la morte di Marco Praga il teatro «Eden» rimanga chiuso questa sera. Nella prossima settimana, con ima commedia del compianto autore, la compagnia del Teatro d'Arte di Milano no farà la oommemoraziono. Anche il teatro o Manzoni » rimano chiuso questa sera in segno di lutto per la morte dell'artista rUvitudszcssnndad, pdagscsMaestro di vita Milano, 31 notte. Presentiva di morire, ma no parlava con una tranquillità sconcertarne. lina settimana fa, sebbene malato e fiaccato, volle partecipare alla riunione del Circolo degli Autori a deporre anCh'egii il voto per la nomina delle cariche. Gli si leggeva nel .volto la sofferenza: lo rughe ancora più fonde e i balli anche più ispidi e appuntiti sul labbro scolorilo. Solitamente era un loquace e interrompeva c contraddiva e si agitava. Ma quel giorno restò silenzioso e immobile. Sabatino Lopez, eletto il Consigliò, disse il desiderio di tutti che la presidenza del cìrcolo fos-e decretata per acclamazione a Marco Praga. Soltanto allora. Praga si riscosse e parlò; ritrovò la sua voce fonda calda, baritonale, frantumata da colpi di tosse: Grazie, ma. io sono malato, molto malato e morrò presto ». l'no scoppio di applausi, un'acclamazione alta, vibrata gli impedirono di continuare. Egli alzò la mano come per liberarsi del frastuono, scrollò il cajio dapprima ancora crucciato, poi. dacché ; battimani e 1° protesti- insistevano, sbozzò un sorriso. Soltanto allora gli si permise ili proseguire: Grazio, ho capito, Me mi volete bene, ma lo dico per voi, pereti!' non Irascinlalo un pese morto... ». Ma ancora fu obbligato al silenzio o obbligato, infine. all'acCottaxione. Parvo rianimalo o restò al rumoroso simposio della sera e non s'allontanò che a mezzanotte, se non allegro, sorridente. Il maestro » da quel giorno non fu più veduto. La snn poltrona restò vuota. La sua figura allampanata, con quella faccia squadrata e bizzosa, non comparve nifi noi teatT'. a dimenarsi, borbogliare e tossire. Si dloova che Marco Praga «ruggiva». Ma quer.tn inos, bolli-ore dot Re — corno fu ehianrnlo — cosi alloro e scontroso, ora straricco di honti o di tenerezza. CortoOnesto scrittore 'ho s'ora presa unasciabolata in fai sia per un Impulsodi cruda schiettezza, questo camme-dlografo che odiava la ruffianeria derichiari di luna e i volti infarinati deipiorrols. fu nonio di una squisitezzaaveva i suoi odi! o 1 suoi amori o non ora agevolo moilvlìrarglipU. Ma lo sanno i suoi onmnacrii dol « Irosotto » quant'egll, nella famigliarità, fosso gonoroso e fanciullèsco. I rapporti con la Duse o a l , o n o romantica, Pensava al Conile a si enUista.sma.va sui versi di Foscolo. Aveva l'aspetto litigioso di un dragone e i! cuore di un bimbo. Vero è 'he maltrattava magari gli atuii i a per essi e a essi dedicava poi un volume. •■ Anime a nudo ». lettere di donne di fanciulle fu infatti un lìtuo raccolto e stampato perette i suoi compagni dèi «ihesétfo ». da Bnlzan a Dev'acqua, non scordassero il compagini di giuoco. Vero ;• che conio si inaspriva, con altrettanta prontezza si raddolciva. 1 suoi rapporti con la Duse, cara e grande sua amica, s'erano una, volta allentati. Per mi anno non si videro uè parlarono. La Duse dissi, un giorno: « Praga ini addolora... ». Egli lo sieppe o il giorno stesso alla Duse scriveva': «Perdonatemi e dimentichiamo ». , L'affare di « Madame San Gène » Altri parlerà delle sue Oliere, noi, per scorci brevissimi e rapidi, diremo dell'uomo. .UiRpivzzavn. il denaro e non assoggettò mai la sua fatica al guadagno. Poi, aveva, una concezione cosi austera e integra della \it;i che spesso non curò e non tutelò Interessi legiuirni. Alla Si uletà degli Autori i consiglieri gii proposero un giorno un anniento. L'istituzione fioriva e Moriva porti colarti lei ita pel suo amore o pisi suo attaccamento ; parve doveroso agli amici accrescere LI suo stipendio che superava di poco le 500 Bére, T'Kiil lire l'anno, spese di rappresentanza comprese. La proposta gli fu comunicata in forma inficiale: « F.' necessario — gii fu dello — i-iie il ino compenso di presidente sia arrotondalo ». La risposa di Manu Praga fu aspra e qua-si irriverente : — Non accetto! — Ma. è giusto, c doveroso — si insistette — la Società può farlo, I bilanci lo permettono. — No, i bilanci no! lo sono il presidente e li conosco 1 Tuttavia non mancarono anche contro di lui accuse stolte e assurde. Si era ai tempi delle polemiche « re riccardiaiiie » che trovavano schierati da una parie i fautori della rappresentazione dei repertori stranieri, dall'altra i sostenitori del repertorio esclusivamente italiano. Marco Praga militava tra i secondi con quel suo argomentare freddo e sottile, irruente e sciabolante. L'n giornaletto di Firenze « La Domenica Fiorentina » lo prese di petto, gLi scaravento addosso molte ingiurie e insinuo che anche Marco Praga alta Un line trafficava con l'estero ri traendone qualche protitto. CI spieghi un po' — chiedeva presso a poco l'ebdomadario fiorentino — l'affare di «Madame Sans Gène!». E Marco Praga spiegò subito la cosa e. invitò il direttore della « settimana » a prendere il treno a sue spese, a venire a Milano a prendere visione dei documenti che riflettevano « l'affare ». Che cosa risultava da quei documenti'.' Risultava che Vittoriano Sordou essendosi personalmente rivolto a Marco Praga per la versione italiana n« Madame Sans Gène », lieto e soddisfatto della stessa, aveva proposto atraduttore di essere con lui partecipa degli incassi italiani, con la metà giusta per ogni recita. Se.noochè Pragaringraziando dell'offerta, l'aveva ricusata dichiarando che il suo unico diritto era quello spettantogli dalla traduzione per la quale domandava lire ottocento. La somma gli fu tosto InviataF. « Madame Sans Gène », soltanto neprimi dodici mesi di recate, s'accaparrò in Italia centomila lire di diritti dautore ! Ma c'è di più. Il successo della « Moglie Ideale » aveva donalo a Praga una rinomanza vastissima. Fra l'autore più rappresentato e più letto, più ricercato e ambito. Eleonora Duse che della « Moglie Idealo » era stata min Interpreto altrettanto ideale, gli disse un «•orno: « Adesso basta con le donnperfide n cattive. Adesso aspetto una donna buona, sana e mirabile. T,a esigo! ". F. Eleonora Duse la ottennepochi mesi dono. Praga le consegnava la « Innamorata » in cui la figura duna moglie è avvolta da una luce dtenerezza i» di sacrificio. a a a e i l n a , r o o: ai a or sono dal'a <■■ Carloni-Ta.Hi » una relAltere e suggeritore Marco Praga e morto a Varese sola e unica olita che lo abbia vedute applaudito anche come attore. Sicuro. M. Praga recitò una soia volta no" la sua v'ta o recitò a Varese — cinqupaiolo di numero — o si Toco appìau dire. Era stata combinata molti annsi avrei iti Ziope fspi co Praga, l.a parti ò oa iò ro, r e iaono, u ò n n i, e n aa oìsto ari«tocrnt.ioir:r.tmo lm voluto chcita di honofleonza e allo scopo erstato prescelta un atto di Camillo Antona Traversi « Per la vanità »; uatto a ibi", nel quale lo stesso Trav^r recitato" con la cellabora,'ava il manifesto) di «Maralloro e suggeritore». Ina dol Praga ora pHuttnstbrovina: doveva comparire, all'liiiizln quale cameriere e dare l'annunzio deprimo attere cho entrava, un mute chnoi primeggiava nel lavoro. F, ti Praga svolge il nido con zelo o sussiego senonchò, invece di faro l'annunzidel protagonista, annunziò ospliicita mente « il conte Giannino Antona Traversi » tra la ma^sioro Maritò do spettatori e degli atteri. Quindi. Imperterrito, s1 sprofondava iioVt bnca ilesuggeritore, come il manifesto dcova. Il patrimonio in opere di beneficenzaTutto cgl'i ha lasciato ai poveri. Qiiogni suo tiene resti locato ali'Ospeda le Maggiore di Milano, imponendo ohnessuna iscrizione o nessuna corninmorazlrno debbano tramandare M sugesto. E ha pino voluto olio l suoi finovali siano modestissimi p che ucarro di quarta classo lo trasporti! aa!cimitero, un carro senza lustro, senzso nnrrtn. senza pennacchi. Il suo test* e- mento rifletto il mio an ino disdognoeriso e fioro: nessuna cerimonia si doveilsvo-lgern in suo one-ro. nessuna conza memorazione e niente epigrafi o bronn o » o l o a a o e zi o comunque effigi che possano ricordarlo. Scrupoloso come fu !n vita, volle essere anche in morte stabilendo pulsimi rammentare delle mance da distribuire agli infermieri della casa di cura. 11 conini. Balzati, suo fraterno amico e suo esecutore testainentario, si è trovato di fronte alle ultime volontà di questo letterato fantasioso, di questo scrittore nobt'lissrnn, di questo commediografo tormentato e profondo, come di fronte al «mastro» costellato (Il minuscole cifre di un ra pioniere. G. B. L'artista Marco Praga appartiene a quel uerio do dell'arte verista, naturalistica, intenta alla precisa riproduzione della realtà, elle è assai factoe dire superata e un po' gretta e senz'ala, ma che ha dato alcuni capolavori, clic presuli pone un'onestà di lavoro, lente preparazioni, esattezza di osservazione, donili di penetiuziorae psicologica e sociale, possibilità descrittive u pittoresche fermale in curiosi ma in n arbitrarli particolari, dio sono assai più facli da spregiate che da imitare. Lo scrittore ombardo, die ha dato al teatro tanta t cosi sincera pass une, era dunque uno di quelli che credono al «mestiere », che sanno cioè come non ci si iossa Stuprovvi sarò coiiimediograSi, o romanzieri, o poeii, era uno di quelli! càie raggiungono lo beilo opere atttravetso un esercizio d'arte costante e difficile. Il • mestiere » diventa cosi la condizione vera, insostituiOtóe del capolavoro: vuol diro saper fare, e sopiaitntlo trarre da un autentico e conrollalo temperamento artistico tutte e sfumature e le inderogabili leggi e l fantino e la potenza del proprio stille. Le prime commedie A venti-s-eite anni due commedie audaci: Le Vernini e f.a moglie ideale gii danno la celebrità. Ma prima erano stati guaii: al trionfo egli era giunto attraverso triboli e scoraggiamenti, e lòtte austere. Il suo primo dramma Lr dna case, scrìtto in collaborazione con Virgilio Hi lombo,, era caduto tra ì clamori dol pubblico a metà del terzo atto (ed era in quattro atti)): poi! con L'Amico, rappresentata m-1 1SS6 si era preso una rivincita; questo atto rapido e intenso, na3 quale una donna iccorre nel Ita casa dell'amante morto, por ricercare le lettere che gli aveva scritto, e trova ai capezzale "di lui il marito, dal che nasce una scena violenta, brutale, inniui'issima, ottenne un ivo successo. Si narra che upcondo (li teatro assiemo a parecchi compagni, Praga esclamasse: «Ora non diranno più che io sono un imbecille p. Seguivano Giuliana (1S8?) e Metter nolo. rosa tratta dal romanzo di [levetta Quest'ultima andò bone: ma se no attribuì il merho aJ celebre romanzo, s! disse che jl commediografo mancava invenzione, e insomma la cosa passò senza che Praga ne traesse una di quelle afférmazioni che consacrano uno scrittore. L'affermazione decisiva venne dunque con te Verf/ini (1880). Fu una bella, coraggiosa battaglia. Marco Praga scrisse due voile la commodiiiu. l.a prima redazione parve troppo antita: Paolina, una delle tre famose sorelle, una delle tre « Vergini » o rtamivicr/«s, come disse Prevost, sposava il fidanzalo Dario; ma il giorno dopo le nozze avveniva fra i due unti scona iute e scabrosa; Dario scoperto l'Inganno, e pur follemente Innamorato di Paolina, si scagliava conrro la spoa mentre questa rivendicava la sua Innocenza, meglio la sua verginità morale. Gli amici sconsigliarono dunque l'autore, che resisteva, dal mettere tri scena simile « situazione » chn parve irriseli lata. Infine Intervenne Giuseppe Giacnsa, i! qua!-', narra Domenico Oliva che fu del Praga compagno d'ari-? amico, gli disse: «U difetto della ninni odia non consiste in questi! sce na, dir; prosa a so è felicissima e de gna d'uno scrittore di razza. Il difetto è. un altro. Voi, Praga (s.i davano ancora del Voi) vi stelo incapriccialo del dramma di Paolina e, per disegnarlo largamente, avete del tutto, o quasi del tutto, dimenticato il vero argomen to delia commedia. Le Vernini dopo apparizione troppo breve, scompaiono; ie avete abbozzate e poi ve no slot dimenticato. Badate, che il pubblico ve ne chiederà conto... ,,. Marco Pr senz'alilo, strisse un'altra commedia. <:La moglie idoale» fu questa, che, rappresentata al Manzoni di Milano, ottenne in una festosa serale un magnifleo successo, i riscos.-e poi ila lutti [ palcoscenici d'I lalia le più grandi iodi, senza clic questo dessero alla lesta a! giovine scritture. Divenne egli comnièiriografo dia moda, ma non per questo si per dette nelle facili gioie delia vanità, né credette in diritto di abbandonare lo studio Severo e meticoloso dell'arti sua. L'opera è del resto ben degna del favore iincontrato: in essa Praga trai tò un soggetto sul quale da assai tempo meditava, e In trattò da par suo at tenendosi al vero, frugando la realtà nelle sue più unirne pieghe. Modelli delle giovinette pervertite cui egli d ile cosi clamorosa fiuua non luain sgv vano cello; esse anzi trionfavano ne! a Uohèmc di linei tempi, conducendo una vita equivoca sui margini soni' del buon costume e della buona si.cai tà. Col tempo la commedia, ebbe a scrivere l'Oliva: « ha guadagnalo qualche cosa, s'è come irrobustita, non t più un'opera audace e di battaglia, i una espressione di vita vera, sincera è sempre più perfetta di forma e me ravigliosanionte equilibrata. Mista di gaiezza e di passione, pieni di note cornicile e di note di giusto sentimento, diverte, e poche coso divertono aiire.tiauto, o dosta un interessamento che inai s'attenua dalla prima scona all'ultima... ». L'armo dopo veniva il trionfo de La moglie ideala al Teatro Gerbino di To- mo,- con Eleonora Duse e Flavio An-tcdò. Questa commedia rappresenta alla pperfezione le caratteristiche, le quali- mo stile teatrale del Praga. La prò- uagmiista, Gùittia CaiupianV che e isia-l sca avvicinata alla l'arii/ina di Becque,| nieniie i rapporti tra le due flgur no più che altro apparenti, r wsee a conciliare, con la più impudica selenita i suoi doveri di sposa ti di madre con i suoi capricci di amante appassionata. Essa si divido ira il murilo e l'amante, dando all'uno l'anima, l'equilibrio famigliare, le cure, le attenzioni, e ai'1'aj.tro la follia dei sensi, 'l'arno bene ella fa la sua pari" che ognuno hi definisce la ntoglie ideale; ed è taniu 'il suo attaccamento alla tranquillità dulie abitudini, ad un a? sostato e st'Uliiiieiilaliu-uie crude! senso della vita, che (piando si natta d.i scegliere, rinuncia all'amore pe godere della pace domestica. Tutto rientra cosi, ci luteamente, nella normalità. Aiiehe qui l'audacia dèlio scrittore e grande; egli penetra nell'intima vita borghese, ne tra- aspetti ne'la freddezza dell'analisi impressionatiti: immoralità e cinismo satireggiati in tratti ,c passaggi di alta bellezza. E sempre quello scrupolo delia verità deiMe ceso vive: di ciò che è intorno a lini preciso e ben defilfcibiitC, sonipn l'alta coscienza di obi nuli conosce faC'iii evasioni, Iiui.'i(tilu-ii.snii, od altri modi di evitare la dura difficoltà di monete in piedi personaggi, e sentimenti, e azioni conerete. egnono t'innamorala (180J1, Alleluia L'erede <• il bell'Apollo (1893) e nel decennio successivo La mamma. Il dubbio, l.n murale ilr'ìa favola. M;t la voua sua sunn-echia : e tutte queste opere non aggiungono nulla olla stia fauci. Dopo un periodo di raccoglimento, di meditativo riposo, le sin: virtù di artista probo, vigoroso, inteUlg&ntis !a sua genialità e il suo istinto teatrale riprendono il sopravvento. (Siamo nel jorci: viene L'Ondina. IM rappresentazione ai Costami, da umile della Compagina Tallii-Gramaticii-l.alabresi, è accolta con granile diffidenza: pubt>iico bellissimo, elegantissimo, ma ostile, ti successo è ottenuto faticosamente. Commedia di ambiente, di un determinato ambi-, lite, molti particolari, molte finezze, dovevano sfuggire agli spettatori. K poi alcune lentezze, un eotal compiacersi di aneddoti pittoreschi e teatralmente inutili, offuscano alquanto le grandi bellezze dell'opera, che è. senza dubbio, opera -eceelUnte. •> L'ambiente del corpo di balio della Scala, lutto milanese — scrive il Huherli — ridencianite di un fresco o sano coloro locale, ci richiama i primi atti de Le Veri/ini: vi facciamo la conoscenza di Maria, danzatrice delle prime otto, prediletila ed ammirata nonostante la sua onestà leggendaria. I.'n tal Cario Beuetiti, per farla sua, non esita a darle il suo nome: e nensa, il balordo, che ol segregarla in- una villa di lirianza, i fianco del genitori di lei, l'avrà sottraila per sempre ai perniciosi inllusi dol passato. Ma i: passato e sempre ! più forte. Carlo, ammalalo, vive di ospetti tra un litigio e l'altro, con la moglie e coi suoceri: un nonnulla otfre il destro di crederla colpevole, di estuate contro di lei la sua brutalità fino alla percossa. L'Ondina fugge: il marito la trattò sempre come ballerina, ed ella ballerina ritornerà. Torna, al domicilio coniugale, ricondotta da Luciano Varesl che l'amava platonicamente, per assistervi albi morte del marito; ma la morto !e serba in compenso l'amore fono e puro di Luciano, per la sita più vera riabilitazione ». Nonostante le scene allegro, la spigliatezza degli episodi, iti couunedia ò dolorosa, velata da una trisatezza dolcissima pur nella schietta u realistica rappresentazione. Couunedia nella qua le si svolgono scene dal taglio sapiente possente, tutta intrisa di unti commozione e animata da un interesse che scorrano dal molo -tesso delle cose, dall'evidenza, densa di umanità li il'azii'iti.'. Anche qui Praga è tutele li suoi priiieipii artistici.* alla sua seinit ice estetica, colma di precìse re-punsabllità: riprodurre hi vitti qual'è, senza, infingimenti, abbellimenti, senza preziosità letterarie e raffinatezze di una fantastici sensibilità. Ed ecco La cri.il scritta da Praga in pochi giorni, sono un'ispirazione giovanile, cai da, felicissima, e rappresentata a Torino il K ottobre 1904, dalla Compagnia di Virginia Reiter. L'arto sua, pur semplice, sincera, schietta, si è ora irrobusiiiia. fatta più solida o severa: la profondità dell'osserva zione, l'efficacia dell:', forma, l'abilissima sceneggiatura si fondono per almeno due atti in un'armonia ricca ed emozk-naiito. Gli effetti sono distribuiti con un tocco a volte magistrate, le scene si .succedono con una ferrea logicità, e su tutto trionfa una « sensazione di vita reale e vissuta chi cui i -rr;ti«-i e gli altri spettatori riconoscono il segno dell'occellenza in quegli inganni che si chiamano drammi o commedie ». « La crisi » e « La porta chiusa » La crini e opera temerariamente audace. L'Oliva, che volentieri citiamo perchè fu del Praga mi acuto interprete, cosi ne defluisce l'argomento: i. l'in dove inni giungere la cecità dell'amore .' l'ino a questo punto: die un amante tradito soffoca la sua gelosia, fa tacere i suoi sospetti e delibera non fare alcuna indagine Intorno alla fedeltà dilla donna amata per paura di doversi trovare di fronte a un'Irrimediabile, inconfutabile verità, la quale rovinerebbe quella gioia passionale, sia pure illusoria, a cui è avvinto iì che considera come ia stessa sua vita. Fate l'amante, sia anche un marito, fate debba superare non solainenite gli acuti tormenti della gelosia, ma il senso del decoro famigliare oltraggiato, ti pericola e il danno della vergogna e cleU'umlliazione, e l'intimo dramma diventerà senza dubbio più straziante e penoso » Dopo l.a cri^i, abbiamo ancora La porta chiusa e il Divorzio, opere no-lir quali l'elfetto scenico e la prece- upastone per certi problemi monili allontanano alquanto l'autore dal liero e paciito equilibrio artistico dello suo l.ortpccrAabrc«AilsSvcnpadscdgMlscrgddsnsgsqldcqtTddp cose più belle. Equilibrio, solidità, precisione die sono ia più onesta e meditata cornice all'alta espressione umana di questo singolare e vigoroso scrittore, Attività esemplare In Ini si univano doti di piai di pi ìrguzla, a quellt priann nte Ol'tilsti trassi) oli no' siig esatto e vlvificaiiB. D-ile sue doli li bin ii senso, .tic diremo più ohe, dallo quali i gli reslioui al suo Stile e di autore (entrai pratichi.-, animine da nobili s-.n' incuci o pensieri, egli diedi: prova quando, chiamato dmi colleglli a riordinare rammlnislrazìoiitì della Società degli Autori, liei IstHi, vi dedicò qitl'iid et anni di operosità fattiva e Instancabile. Mirando alla unità di tutela del repertorio, egli riuscì, nel lw.i. a far concludere quell'accordo che fu delio « Patto d'alleanza fra Società degli Autori e. Unione dei Capocomici • e in forza del quale t capocomici dell'Unione non avrebbero piò rappresentate che commedie tutelate dalia Siìoieià. dogli Autori, e questa non avr-libo concesso il repertorio mietalo che alle Compagnie iscritte all'Unione. Oltre a questa attività di direttore ti presidente della Società degli Amori e a .quella di Ideatore e coordinatore dei diritto erariale, Marco Praga svolse anche un suo programma di capocomico. Con Tinti di Lorenzo e Armando falconi fondò nel 'E la Compagnia stanile del Teatro Manzoni di Miiatto », cito iniziò le site recite con l marni dol Torelli, ottenendo vivo successo e unanimi approvazioni, e che, ispirata a canoni teatrali di chiarezza, evidenza, IHuinìinato e signorile gusto dei a realtà, por un triennio diede ottima prova. Dopo la guerra dedicò tutta la sua attività .alla critica, sullo colonne de!la lllnslrazìane italiana, raccogliendo poi in volume i suoi scrini arguti, di\ genti, nutriti di sperienza teatrale. Nobilissimo scrittore e arista, ehm quo. Marco Praga lascia a miti, oltrt fecoelìento opera sua. un Insegnar mento: e cioè clic non busta amare l'ano, ma che è necessario servirla devotamente, cori pazienti ricerche, con fervore e disciplina. Egli, nato da quel tormentato, inquieto, dolente poeta che fu Emilio Praga, l'autore di Tavolozza » di Penombra, seppe pur dal suo temperamento amaro, scettico, disincantato, trarre note e voci della più aita umanità. E ciò egli seppe fare porche ciò elio è umano, profondamente umano, ognora risponde : » ; i " ; i *-— lista, probo, che oltre ogni artificio o trappoleria delia sensibilità o pervertimento della fantasia e dol gusto, i"'ila l'oscuro dramma della V'Ita. Umanità che e poi il fondamento indistruttibile d'ogni vera opera d'arte, e Che, conquistata con ima costante serietà di metodi e con la vigoria dell'ingegno, è il segno preciso della vocazione. Marco Praga ebbe senza dubbio cosi eccelsa vocaztone. e da e««a seppe trarre : drammi e !o commedie ohe in consacrano autenticò scrittoi'", ognora vivo, arguto, patetico e commovente. rifili i. spesso puri-jun'Incomparabili. La salma a Milano I funerali Milano, .11 notte. I.ìi stiline di .Marco Praga, poco dopo lo 18, fu chiusa in una cassa e gli artisti della compagnia di Aida Borelii die si trovano a Varese per un breve corso di rappresentazioni, vollero portarla a braccia sull'autocarro mossi» a disposizione dai Comune di Milano. Dopo il personale addetto sull'autocarro piese posto ruotaceli ino Forzano, che accompagnò la salma alla casa di via Monforto :t(j. I triste convoglio giunse a Milano verso le 20 e la salimi fu trasportata nella camera da letto trasformata in cappella ardente dovo rimarrà espo.-ta fino ti sabato. I funerali avranno luogo -ubato alle or-: 15 e la salma sarà tumulata nella tomba di famiglia al Cimitero Monumentale. LaiSocistà degli Autori vuole che !e onoranze funebri siano, fatto a cura e spese sue. Per fatta la serata, in casa Praga fu un continuo pellegrinaggio di personalità e i registri posti nella portineria si andarono 'ricoprendo di firmo di cittadini di ogni ceto. Il cordoglio in città è profondo, specie negli ambienti artistici. ™-.v^itr— —