Una settimana nei teatri berlinesi

Una settimana nei teatri berlinesi Una settimana nei teatri berlinesi BERLINO, gennaio. 11 teatro di prosa di Berlino è attualmente il migliore dei paesi di lingua tedesca e uno del migliori del mondo. Può vantare un notevole numero di a*, tori valentissimi e taluni nel loro genere incomparabili, uno stato maggiore di « régisseurs * preparatissimi e pronti a tutte le audacie, degli orga nismi perfettamente affiatati, del mezzi abbondanti, un pubblico frequente e interessato. Qualsiasi rappresenta zione non può mancare di offrire qualche piacere. Si va a teatro volentieri a Berlino. Restando qui una settimana, si finisce per andare a teatro ognisera. Poniamo che una sera tenti di più la musica (una delle tre opere, uno dei molti concerti, o la Massary, miracolo di grazia e di finezza nella « Vedova Allegra •) ; rimangono sei spettacoli di prosa. Volete seguirmi in quelli ch'io ho avuto occasione di ve aere? — Devo confessare d'aver avuto un po' di sfortuna. Dei grandi « régisseurs », Piscator è costretto all'inoperosità, colpa le sue grandine che l'han no sbilanciato; dei grandi attori, la Bergner sta rimettendosi d'una alquan to infelice « Giulietta », Pallenberg si riposa sugli allori del «bravo soldato Schwejk », Moissi è assente. Nondimeno c'è da restare ancora imbarazzati nelle scelte. Edipo Re Allo « Schauspielhaus • Jessner, che non si perita di alternare i drammi classici alle commedie ultramoderne, ha messo in scena l'Edipo sofocleo. Entrambi gli Edipi, il Re e l'a Colono in una sera sola: protagonista Fr. Kortner. E' rappresentazione che rivela una cura, uno studio, un amore mirabili. Il coro si divide le parti o scandisce all'unisono le parole sempre col la medesima efficacia e chiarezza. L'eroe è un gigante che dal primo sospetto all'ultimo oltraggio piega im percettibilmente ma continuamente sotto la maledizione fatale. Tutto intorno a lui vive del suo respiro angosciato. Anni sono non avrei potute immaginare una interpretazione migliore. Oggi, pur ammirando, resto con un'aspettazione delusa. Questo Edipo è troppo terreno, questa tragedia e troppo un dramma lacrimoso Ci' sono le torture e le prove e la ricompensa di un infelice; non c'è lo stupore religioso, il vuoto enorme del mistero divino. Devo ripensare alle due Dee arcaiche del Museo Antico di qui. Non hanno nulla di terribile; siede l'una, per avanzare l'altra in un tempio tra i fedeli, e sorridono; ma sorridono da una lontananza cosi re moia, da un'onniscienza cosi profon da, da un'onnipotenza cosi alfa, che dinanzi ad esse il sorriso degli umani deve gelare, e ogni creatura deve sentire che non avvertirebbe nemme no dolore, se un loro soffio la riducesse in polvere. Una commedia di cattivo gusto Ai « Kammerspiele » si mostra ur: Dio più bonario, un Dio che per la sua bonarietà anzi ha sollevato scandalo qua e là in Germania. La tempeste naturalmente andava contro il suo au tore. Quello scavezzacollo di Walter Hasenclever, che ha scoperto il sue vero talento da quando ha dimenìi cato le ubbie espréssibnisie de' suoi Inizi, non si è vergognato di mettere in scena, oltre al buon vecchio Iddio, anche S. Pietro e Santa Maddalena con un'impertinenza davvero un po' troppo frivola. Il buon Dio — pensa te — è stufo di stare al suo posto, e vorrebbe dar le dimissioni. E' un vecchietto affabile, sbarbato, vestito alla moderna con un paio di calzoni sport e con una testa — Werner Kraus ha avuto un'idea applauditissima ri facendogli per la circostanza la testa di G. Hauptmann. S. Pietro sembra ui segretario di Cecco Beppe buon'anima; Maddalena invece ha ottenuto di ri suscitare in cielo le « allures » della grande mondana. E' lei. nel cui Palazzo g\i augusti ospiti prendono il caffé pomeridiano, la più accanite av versarla del progetto divino. Come? Nemmeno gli uomini vogliono più sa perne della vita e ne fanno getto? Non c'è da scoraggiarsi; bisogna ri mandarli sulla terra mettendoli in al tre condizioni. Ecco, per esempio, son venuti a bussare alle porte celesti tre suicidi: un giovane sparatosi per di sperazione di non aver mai incontra te una donna da poter amare; un uomo naturo soppressosi per aver per duta la moglie troppo amata; una donna per non essersi saputa decide dere tra due amanti. Bisogna riman darli in terra questi impazienti e met terli in' rapporto l'un coll'altro. Nè il buon Dio nè l'ingenuo Pietro saprebbero come combinare l'imbroglio, ma ci pensa Maddalena. Si dice bene che i « Matrimoni vengono stretti in eie lo ». (E' questo il titolo della commedia), li paradiso di Hasenclever fun ziona come un ministero; gli ordini opportuni sono dati telefonicamente, e la vicenda terrena incomincia. Non occorre ricordarla qui; basterà dir* che finisce male. E finisce- mala aneli»1 1=) seconda vicenda, alla quale 1 celesti ii decidono vallando convenientemente le dosi. La cattiva riuscita dell'esperiménto li lascia assai confusi; e scendono di pansoma in taira, a vorrebbero portare a. ragione quegli smarriti. Ma quelli fanno appello ad un ordine superiore cui debbono ubbidire. Che cos'è quest'ordine? Gli onnipotenti devono confessare di non conoscerlo. Questa conclusione è stato il colmo blasfemo per i protestatori. Contentiamoci di prendere tutto» per uno scherzo, anche se di poco buon gusto. Ma. ahimè, lo scherzo è troppo esile per la macchina che vuol muovere, e finisce per rivelarsi solo una inutile irriverenza. Al termine dello spettacolo anche questo addomesticato pubblico, cosi volenteroso a ridere in principio, si trova a mal partito. L'autore gli ha messa in mano una nocciola filosofica: Dio è il postulato della debolezza umana. Seccante nocciolai Pochi hanno la spavalderia d'aprirla. I più la lasciano cadere per terra con un vago senso d'imbarazzo. L'ultima figlia di una dinastia di saltimbanchi Al t Lessing-Theater » l'idillico Zuckmayer ammanisce più doloi ambagi. Fedele al suo genere popolare, s'è cercato stavolta un'eroina tra le dominatrici della corda. Katharina Knie è l'ultima di una gloriosa dinastia di saltimbanchi. Non sente .ella però il sacro fuoco dell'arte. Sazia della vita nomade, un^giorno osa chiedere al padre di lasciarla nel paese renano in cui si trovano, a servizio prèsso la famiglia di un agricoltore. E' l'anno più terribile dell'inflazione; il vecchio Knie si eente calar le forze e l'animo; teme per l'avvenire dell'unica, figliuola. La proposta gli spezza 11 cuore; ma ha compreso che sotto ci dev'essere una storia d'amore, ura possibilità di buo na 6istèmazione per la ragazza, e dun que accetta. Un anno dopo è di ritorno nello 6tesso paese, stanchissimo. L'orgoglioso sangue d'artista non gli ha dato pace. Possibile che la figliuola abbia lasciato per sempre il mestiere dei suol padri 7 E la figliuola ritorna. Ritorna per chiedere il consenso alle nozze, che faranno di lei per sem pre una contadina. Ma il padre è eieco di gioia e non la lascia spiegare. Raccoglie ancora una volte dal suo pubblico fedele l'applauso consueto, e a notte, quando tutto tace, si ritira col ritrovato tesoro in un angolo all'aperto ed esco In inno di gioia e di riconoscenza esaltando 11 libero mestiere che ha dato a lui e ai 6uoi maggiori tanta gloria. Quando la ragazza può final mente incominciare a parlare, il vec chio non l'ode più, è morto. E allora avviene il colpo di scena, n sangue parla anche nelle vene della rinnegata, che abbandona il promesso sposo, per metterei a capo de' suoi baracconi raminghi. Commedia che goccia d'ogni, parte di sentimentalismo. E i quadri di genere che la coloriscono sono una 6erie di non nuovi « clich'es ». Ma A. Bassermann fa del vecchio Knie una figura cosi accorata, cpsi simpatica, che ci s'induce a non far gli schizzinosi e siarriva a rammentar la gioia e l'amm razione colle quaii nei giorni di fiera accorrevamo, ragazzi, a un sedile di assi o a un buco di telone, sgranando gli occhi ai prodigi dei « ciarlatan .. L'opera dei tre soldi Tre altri lavori possono formare un gruppo compatto : la Dreigroschenoper, che vien data al Theater am Schifr baicerdamm, 1 delinquenti al Deutsclies Theater e la Rivolta nella casa di correzione al Komòdienhaus. Tratto comune la tendenza critica, social-politica. La Rivòlta è appena un episodio: come dei corrigendi organizzino il loro malcontento Intorno all'energia di un compagno ultimo venuto, ed espio dano in ribellione. I Delinquenti pre sentano invece un complesso di quattro azioni parallele, che finiscono in tribunale colla condanna di innocenti. L'Opera dei tre soldi è la riduzione di una vecchia commedia inglese (The. Be-ggars Opera), che narra l'allegra storia di un bandito londinese, il quale terminerebbe sulla forca, se non intervenisse a salvarlo l'assurda generosità lecita solo all'operetta. Il primo lavoro (di P. M. Lampel) è tutto frutto della combinazione di dati voluti: i superiori della casa di correzione sono degli imbecilli o dei bruti; i corrigendi sono vittime inumanamente torturate; la loro insurrezione è una protesta contro la società costituita. Non mi è riuscito di trovarvi altra forza che quella dell'odio, altra virtù artistica che quella d'un realismo fotografico. Questo è un «pamphlet», estremo e assurdo come tutti i «pamphlets» fuori tempo. Ti chiedi: era proprio necessario? in questa Germania democratizzata, tutta rugiadosa di nardo umanitario. 11 secondo lavoro ha maggior ricchezza di motivi e di situazioni, maggior profndità di respiro, e non di rado raggiunge vera efficacia artistica. La forma drammatica non è una veste estenore come nella Rivolta, e c'è non poco talento nella sceneggiatura. Il contemporaneo delle quattro azioni vi*ne realizzato fenicamente dalla divisione della ribalta in due e talora in tre piani, suddivisi alla lor volta in numerosi ambienti. Senza ripott l'una azione continua l'altra, e ©grana po li d bnoo ara. r irio o, o, a : aa ana i ki. rallaa an a no o o; a. a a o n o ra bei a. o m ee. o e ol to ohe a l c a e ao, odi tenzia l'effetto drammatico. F. Bruckner mostra d'essere un giovane d'ingegno: si può essere curiosi delle sue prove future. Per ora la tendenza gli presta troppo «pathos» convenzionale, troppi appoggi dubbi, e lo fa sfociare in una predica. Come ai tempi del defunto espressionismo. Già perchè risuscitano, queste cose nuovissime, cose ben morte, il verismo del 1890 e l'espressionismo del 1918. Come allora il gran motore è la -pietà», una pietà che a forza di allargare le braccia non riesce più a vedere che cosa stringa. Bert Brecht ha rielaborato la vecchia, commedia inglese col suo gusto avventuroso E finché rimane nella parodia, nella satira, nel bozzetto bizzarro, nel grottesco romantico sa essere piacevolissimo. Le sue ballate irte di frizzi e di scherni hanno il loro fascino. Un po' troppo di colori feroci, un po' troppo F. Villon. — è il 6uo genere. In compenso è un «régisseur» fertile di trovate e agilissimo. Questa Opera dei tre soldi ha uria delle messe in scena più originali ch'io abbia mai veduto. La pratica del teatro ha sviluppato Brecht dai 6uoi inizi affatto letterari. Ma anche lui ha il 6uo lato rettorico, in cui deve poi invariabilmente cadere: Le sue «fumisteries» non sanno stare senza un « fabula doeet », che dovrebbe dare loro consistenza e invece le affloscia. Si è che anch'egli, al pari degli altri due signori, si sente un rappresentante dell'arte avveniristica, la quale dev'essere nei loro concetti anarcoide. Esaltazione dell'istinto vitale guerra all'ordine costituito che a quel giovine istinto oppone il peso del pas 6ato: ecco il programma comune a guest! declamatori. Perchè si riducono poi tutti a declamare costoro, con enfasi più o meno velate, più o meno stucchevole. L'accademia dei capitalisti bolscevizzanti E il pubblico? Il pubblico è uno spet tacolo a 6è. Lasciando stare i giovincelli e le signore intinte di letteratura, che farebbero ogni sacrificio pur di non perdere il passo nel «movimento» in voga, il pubblico è costituito nella sua enorme maggioranza di persone intere6satissime all'ordine esistente, le quali pagano dei prezzi salati per venire a prendersi un buon numero di ceffate sonore, ringraziando con sorrisi ed applausi. L'arte va promossa, e bi sogna mostrare di non avere pregiudizi, nè paure. Filisteo per timore d'esser giudicato tele, il buon pubblico borghese forma .coi suoi autori libertari una ben graziosa accademia, l'accadeima dei capitalisti bolscevizzanti per amore dell'arte. Leonello Vincenti.

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