Aspetti della breve vita carnevalesca

Aspetti della breve vita carnevalesca Aspetti della breve vita carnevalesca I giornalisti all'opera - Le promesse radio-folli d'una notte radiosa - Stregonerie d'un palazzo incantato - La Corte giandujesca e i suoi segreti. Si sente già di lontano lo stridio delle rauche trombette carnevalescheLa baraonda scapestrata batte alle porte dei tetri palazzi, dove si annida la musonerta cittadina. I goliardhanno inaugurato i caratteristici berretti e cantano i loro cori gioconditra l'invidia sorridente delle sartineche vorrebbero (ma non osano) marinare r« atelier», per abbandonarsi a pazze scorribande coi loro compagni di giovinezza. La breve parentesi d'allegrezza, alla quale la cittadinanza « bicerina » s'abbandona con lo stesso entusiasmo, col quale lavora e ■produce con serietà e coscienza per tutto il resto dell'anno, sarà questa volta vissuta con tanta maggiore intensità, quanto è minore la sua durata. A capo dell'allegria cittadina si sono posti quest'anno, accanto agli studenti che hanno per conto loro il monopolio della letizia, i giornalisti e la « Famija turineisa ». 1 giornalisti, con la trovata del veglione-caricatura della radio, il cui titolo Radiofonia è tutto un progrannma, sono stati all'altezza della situazione. E che siano a quest'altezza lo si può constatare, osservando Emilio Zanzi (stani ra 1,95) mentre nelle sale deL Circolo della Stampa in via Cario Alberto, n. 11, discute col segretario del Sindacalo Eugenio Bertuelli, sulla grazia e sul buon gusto delle sorprese che si stanno organizzando per la none dell'otto febbraio. le signorine della mascherata Strana e curiosa fucina di misteri ò in questi giorni il Circolo della Stampa. Crocchi di colleghi, sparsi qua e là l>er gli spaziosi locali della Casa giornalistica, si affaticano nel non facile lavoro di organizzazione. 11 cav. .Svezzano, attorniato da alcuni volonterosi, riordina il tosto e i disegni del « Numero Unico », al quale, oltre a Magano e compagni per la parte grafica, collaborano per il testo quasi tutti ; giornalisti della città: il che vai quanto dire che i lettori vi troveranno le firme piti note e più simpatiche al pubblico dei quotidiani. Il salone delle conferenze è slato trasformato in un'esposizione di rogali: primo fra questi un regalo vivente, che sarà offerto alla vista di tulli gli spoilatori maschi: le grazios° componenti della mascherata. Le signorine torinesi, improvvisandosi generose collaboratrici dei giornalisti, non si sono questa volta fatte troppo pregare: ed appena è comparso sui giornali l'annuncio die esse avranno biglietto d'ingresso, maschera, costume ed accessori, tutto gratis,'s\ sono affrettale a presentarsi in via Carlo .Alberto 11. 11, dove una Commissione composta di l'aride (Gianni Botta; e di due segregati (Fufy Chiesa e Perone; ne giudica la bellezza, lo siile, la linea e le iscrive nella mascherata. Raccomandiamo alle ritardaiar> di affrettarsi perchè i ranghi delle bellezze stanno per essere al completo. Altri colleglli ancora, con alla testa il cassiere Casal ini, esaminano i doni. Questi affluirono in modo da assicurare gli acquirenti e le acquirenti dei biglietti che quasi nessuno rimarrà senza un ricordo della serata, non fosse che una coppa di champagni: Cinzano, che quella sera, per la generosità della Ditta, scollerà a... rivoli, pur essendo a Torino. Un'occhiata, gettata a caso sulla catasta dei doni, ci ha permesso ieri di vedere due fini borsette per signora della Ditta Nobile, un dipinto di autore antico invialo dal oav. Gabriele Bosso, sei coppe d'argento della Ditta Genovese... Ci consta intanto che l'automobile offerta daliia carrozzeria Ferina nasconderà nel suo interno una gradita e fiorila sorpresa, rhe il gabinetto da bagno della Dina Sartorio esposto in via Garibaldi 5, minaccia di rendere necessario l'intervento della forza pubblica per disciplinare la folla che lo divora con gli occhi, che il sofà-letto della Ditta Arneodo, che ha pure regalalo la famosa poltrona, è visibile in via Consolata i. che la macchina da scrivete • Divietai'è così perfezionata che... scrive da se. Il veglione rappresenterà pure una grande innovazione nel campo della scenotecnica. Non più scenari, nè fondali, ne quinte, quella sera al Regio; ina spezzati, 0 scene in rilievo costruiti con materiale « Maftex » offerto dalla Società Ing. Gariazzo e C. Prendano nota infine le signore, che quest'anno, oltreché i premi per tutte, il Sindacato dei Giornalisti sarà cosi cavaliere da istituire biglietti a prezzo ridotto per le rappresenlunti del gentil sesso, in costume 0 no, rimanendo invece stabilito il biglietto gratuito per le componenti la mascherata. In piazza Carlo Alberto La città carnevalesca di piazza Carlo Alberto è nel pieno del suo febbrile sviluppo. Già i torinesi accorrono a vedere e ammirare, sostando a gruppi e a capannelli i, commentando con frasi di stupore c di orgoglio. La, piazza è tutta un immenso cantiere, una selva di piloni, di travi, di intelaiature; ciclopica selva scarna, brulla e disadorna come di paesaggio invernale, la quale va però man mano ricoprendosi rapidamente di colori freschi e vivaci, come per un'improvvisa primavera. l>e pareti si innalzano, le colonne prendono la loro turgida forma, le fascie si stendono, gli stucchi si incastonano nei loro motivi ornamentali. Campeggiano il bianco e il bleu, i colori fondamentali del grande Palazzo dell'Abbondanza, ma i colori della bandiera nazionale spiccano ovunque, soprattutto in una fascia trasversale sulla grande facciata e nell'imponente tngiesso d'onore. Tutto l'edificio va delineandosi, prendendo forma e flsanomia. La sua mole si allarga in superficie e sale in altezza con proporzioni imponenti. E' il Palazzo dell'Abbondanza fatto veramente con... abbondanza; ma anche con fantasia, con gusto artistico, con originalità, qualità che presiedono a tutti gli edifici della città carnevalgiandujesca. Ne fanno fede le due grandiose torri d'ingresso, che sono più avanti sulla costruzione, le quali constano di quattro ciclopiche colonne agl'i angoli, con le pareti decorate a pannello e che già ostentano in alto, mastodontici trofei di frutta e verdura. Esse si impongono per la loro ardita mole non meno che per la loro pomposa e originale bellezza. Ma di questa mirifica e fantasiosa città — e particolarmente della immensa galleria del Palazzo della Abbondanza, destinata ad accogliere il Tesoro di Gianduia — avremo campo di parlare altra volta. Ora vogliamo intrattenerci su una parte della costruzione che è totalmente sotti-atta agli sguardi ed alila curiosità del pubblico, appunto perchè il pubblico sommando a quello che può osservale quello che non gli è concesso di vedere, possa farsi un'idea complessiva ed esatta delle meraviglie che si vanno concre tendo. Vogliamo dire, cioè, della galleria destinata a comprendere il grandioso diorama cui abbiamo già ripetutamen¬ o . e a i , , i i r a a a a o a te accennato. Tale galleria si apre, dalla parte di via Cesare Battisti, la feralmente al Palazzo dell'Abbondali za, corre posteriormente a questo e sbocca di fianco ad esso, presso via Principe Amedeo. Essa sviluppa complessivamente ben 100 metri di lunghezza, ed è larga chea 6. E' stata battezzata la Galleria delle Meraviglie e se il lettore vuole accompagnarci in una breve passeggiata lungo il vasto corridoio vedrà che l'eccezionale denominazione ò veramente meritata. Il Palazzo dell'abbondanza .Alla nostra sinistra, appena entrati, ci accoglie una suggestiva visione di Milano. Attraverso le vetrate di una gotica finestra istoriata appare — per opera del pittore Silvestri — il ricamo marmoreo del Duomo, la cui massa è colta nel momento tipico di certi tramonti, quando la pane superiore è ancora tutta dorata dal sole, mentre in basso già si immerge nell'ombra quasi azzurra. Intorno, sullo sfondo, è la distesa pianeggiante della grande città. Il diorama che segue è quello di Venezia, ed e dovuio al pittore Gaudina. Da un caratteristico finestrone a colonnine lo spettatore ammira, laggiù, Venezia al chiaro di luna. E' una notte di carnevale, ed il Canal Grande e solcato da una miriade di gondole illuminate; piazza San Marco è un tripudio di folla, di luci e di colori; te acque della laguna tremano di romantica passione... E' un « notturno » di un effetto indimenticabile. Ed eccoci a Napoli. Ci affacciamo aui una veranda ricoperta da un pergolato. Da quest'ombra fresca e riposarne osserviamo, Jaggiù, la città che par nitia per vivere e respirare nel soie, con quell'unica nube del suo ,YS?.-!l° fuma"te. Dal golfo azzurro, neuaiha ridente, salatino le incsprlV""1'!.malte, dall'immensa distesa delia citta viene non sai quale incantesimo d oro... 11 magnifico quadro 6 dovuto al pntoie-scenografo Bosio. Poi il diorama ha una specie di palentesi. Siamo alle Grotte di Postumia; le quali non vediamo soliamo in ettigie, ma attraversiamo nella realtà, smiamiii che Ingombrami il passo stalattiti che scendono aguzze dall'al,v»ne ll?,'y v°8'liauo forarci... 1! cap*v,°' 01 àft" si stendono, da una £l?JÌ ^"'n' nllMiiftniió,-.. (merapsa illusione raggiunta mediante erfeltj di specchi p di luci insieme combinati), Luce diffusa, opalescente; un senso di smarrimento, di freddo... Le „ Pi u, °*tenuio in modo magistra ™i- è fhW'Uto allo scenotecnico Picdall'ing. Formica per la parte luminosa. Taormina a Torino Riprende il diorama, con la visione di laormina pure dovuta al Bosio. ì LIVifOTAosfera. f:a,da ni s<>le e d suggestività - l'atmosfera siciliana in 111 tramonto estivo - il teatro greco vLtYii""""!1 J11,r'alZli 'e sue imponenti vestigia, coi colonnati, i muri, le gradinate. Un brano di vetustà e grandinami, inquadrato in una leggiadra, ae- nL/,0.ì'!ilcu piante norUe- che 'là luogo ad un contrasto pieno di magia Allra parentesi. E parentesi tutta comica. Gioco di specchi e di luci Chi guarderà ad una parete si vedrà magro, lungo, allampanalo, patito, cereo, malandato. Ma se subito dopo si specchiera all'altra parete si ritroverà grasso, grosso, tondo, rubicondo, fJiot\bPa,°- Qui il giuoco degli specchi é aiutato da quello delie luci, e ne risulta uno scherzo ottico che pur non essendo nuovo come trovata nuovo riesce per gli effetti che vi sono ottenuti. Riprende il diorama. Eccoci davanti a Roma. L'Urbe ci si presenta attraverso un rudere di antica costruzione, un arco che cinge con la sua rustica forza la meravigliosa visione della città lontana. In piena luce, in primo piano, è l'Altare della Patria, il Foro è in fondo. L'amico e il moderno che si avvicinano e si allacciano, nella loro spirituale significazione di continuità. Il retaggio di Roma antica passalo intano alla Roma odierna. La vastità e venustà del quadro è tale veramente da condurre la mente ai grandi ricordi, alle grandi idee. L'opera é dovuta al pittore Arduino. L'ultimo diorama, quello che precede l'uscita della galleria, è dedicato a Genova, con la visione del suo porto formicolante vigilato dalla « Lanterna », del suo marmoreo cerchio di edifici, ed é dovuto, come quello di Milano, al pittore Silvestri. Ogni diorama è dell'ampiezza di circa 10 metri. In ognuno di essi è stata stupendamente risolta la questione della visione: con lo speciale inquadramento di ogni veduta, con una sapiente distribuzione e varietà di luci, si è ottenuto nel miglior modo possibile il senso dello spazio, cioè della vastità, della lontananza. Questa è veramente la galleria delle meraviglie, e non vi ha dubbio che ogni torinese accorrerà a vederla. Intanto, circa le attesissime ed elettrizzanti manifestazioni del carnevale, vengono comunicate notizie di alto interesse. 11 personaggio di Gianduia sarà sostenuto dal cav. Gianetto, segretario della « Famija Turineisa », e chi lo ricorda in tali vesti durante il carnevale di qualche anno fa, sa che il nostro eroe di Callianetto non potrebbe essere meglio rappresentato. Giacòmetta sarà la signorina Adelaide Bosco, e la sorella signorina Paola sarà la sua dama di compagnia; entrambe, con la loro giovinezza ed avvenenza, porteranno nelle feste una nota di squisita grazia. Si annunzia inoltre la formazione delle giurie che debbono aggiudicare i premi del Veglione al Carignano e del grandioso corso di gala, giurie che comprendono i seguenti artisti: Bistolfi sen. prof. Leonardo, scultore, presidente; Giani comm. prof. Giovanni, pittore: Ceragioli comm. Giorgio, pittore ; Falchctti comm. Alberto, pittore ; Arduino prof. Nicola, pittore; Bergagna prof. cav. Giuseppe, architetto; Boetto cav. Giulio, pittore; Gaido comm. Domenico, pittore; Gaudina prof. Carlo, pittore; Masuttl Carlo, pittore; Monti cav. Michelangelo, scultore: Musso ing. cav. Paolo, architetto; Musso cav. Emilio, scultore; Nicco cav. Carlo, pittore; Parachlni prof. Achille, pittore; Olivetti prof. cav. Ercole, pittore; Fumagalli cav. uff. Celestino, scultore. l d lidScPNscvLfsamndIlGbatnfmE•icpruLlogtogtmclnM1cstFcrtnCiopdntuIibsèiIlnnPsPlpcnmdGsvvfr