Leggenda di un Re senza corona

Leggenda di un Re senza corona Leggenda di un Re senza corona o e o a . a a o o a a a n o ; ! Luigi-Carlo di Borbone, duca di Sor-Iniandia, tiglio (li Luigi XVI e di Ma- ria Antonietta, Delfino di Francia, clic alla decapitazione del padre divenne, per t cultori della legittimità, formai* Luigi XVII, fu tenuto nella prigione del Tempio in una condizione penosissima, data la sua età infamile e la sua costituzione non robusta. Secondo la tradizione storica confermata dagli atti, ed accettata in tutte le manifestazioni più serie ridila storiografia * ufficiale », il fanciullo reale, obbligato ad una vita rinchiusa, ad un nutrimento inadatto, all'Isolamento dai suoi parentìi, avvilito dalie umiliazioni e dal terrore, deperi rapidamente: il huo sviluppo fu segnato palesemente dal rachitismo, disturbi di varia specie lo afflissero sempre pili gravemente. Benché negli ultimi lempi le sue condizioni di trattamento sembrassero miglio rate, tuttavia la salute continuò a declinare: ai prima di maggio dei 1705 un medico che lo visitò non nascose la sua impressione sulle condizioni di sperate di Luigi XVII, il )lls Capet; al 0 giugno-21 pratile dello stesso anno la sua mori* fu annunciata alla Convenzione, e risultò, de] resto, dalle carte dello slato civile. Un retroscena politico Naturalmente, come accade sovente in questi casi, non si voile prestar fede alla veridicità degli alti ufficiai) di un Governo rivoluzionario. Ad un cerio momento del secolo XIX circa treutaci-nqiie persone pretesero di essere identificate con Luigi XYll, il Delfino del 'l'empio, giurando «sulla falsità dell'atto di morte e sulla soppr.ivyivenza dell'ere* di Luigi XVI. Ma Ira tutti, uno dei pretendenti a tale ident.iflcazioiHi sostenne con particolare vigore, ,. con gualche successo, la sua causa, tanto che, ancora oggi, qualcuno vorrebbe riconoscere nei suoi discendenti i pretendenti legittimi, gli lutici legittimi anzi, alla corona, di Luigi. Si trattava di un Carlo-Guglielmo Naundorff. borghese di Spandau, orologiaio, persona di cui, agli atti, non sembrerebbe risultare nulla ai preciso sino al 1812, anno in cui fu regolarmente iscritto alla borghesia di quella città, su di un certificato del presidente della polizia di Berlino. I fautori d'una siffatta identificazione, partono da loro ipotesi sull'importanza dolla persona dell'erede legalo al trono nel gioco politico delle persone e dei partiti nel momento pili critico e più diffidile della Rivoluzio rie. In quel periodo, dicono, a ino.ti poteva essere utile di tenere in pugno n1- fanciullo .sul cui capo avrebbe dovuto posare la corona: cosicché per mezzo di prove assai dubbie e discutibili, essi giungono a ritenere che se qualcuno mori nella prigione del Tempio, là ove era detenuto il Delfino, non fu Luigi XVII ma un bambino che gli era stato nascostamente «sostituito, mentre il Principe, trattenuto a Parigi, fuori della, prigione, per qualche tempo, fu poi mandato iti salvo to {svizzera. Una teoria di questo genere e largamente svolta tu un libro che si fregia solennemente dei titolo iti " sil£Più di critica storica » e che fu pubblicato uì (juesie settimane; 11 Foulon de V'aulx, f.uiii.i XVII (Payot, Parisi. L'amore appartiene ad uno di quei gruppi o gruppetti ili monarchici francesi i quali, non essendo d'accordo con l'.Action Francaise» in alcun* loudameiitali premesse, .svolgono la loro azione in altri periodici: in questo caso ci si riferisce alla rivista « La Legituniie » fautrice degli interessi degli eredi di C. Naundorff, dai loro limici e dallo stato civile olandese lieo nosciuii per principi di Borbone. Se concio questo scrittore, Luigi XVII fu liberato dal carcere dai Convenzionali per creare la paradossale situazione di un a Ile morto che vive » da opporre alle ambizioni del conte di Provenza ed ai suoi inlrighi, per avere in mano, segretamente, un formidabile ostagg-Io ciie avrebbe dovuto servire in chi -sa quali evenienze, per poter abilmente sfocare gii emigrali, la Van dea, 1 Austria e la Spagna. L'inverosimile imbroglio I seguaci della teoria della simulazione di decesso del Delfino ai Tempio ■trovano quindi, in un tenebroso tal tnugo ipotetico, 'la spiegazione del mo strnoso fatto da. loro supposto, cioè J evasione del principe e la sua sostiliiziow con un fanciullo morente a a i i e ,t- - « „lum,|C, •voii spiegano però il fatto che il si- mutato decosso sia stano regolarmente, registrato, secondo tutte le norme del. epoca, tanto che l'atto di morte ni tutu: i processi che avvennero nel secolo successi'vo, non fu mai potuto impugnare. Bedano il documento utflcuii.e. datane comunicazione alla Convenzione ed ai rappresentanti della Francia ali estero, si sarebbe in cerio modo decretala la morte civile anche «se ìa morte fisica non fosse mai avvenuta dell'infelice Delfino: e se qualche prova con4raria sicura, che testimoniasse in modo ceno il falso eomiupisso, fosse esistita, è «singolare come non abbia mai petulci vedere la luce ed abbia potulo anelare smarrita. Ad ogni modo, secondo il Foulou de Vaulx, Luigi XVII, fallo uscire segretamente dal Tempio, fu sosliluilo da un faiiciuIlo a. lui somigliante, ma mulo, e poi, forse, da un altro moribondo. In tutte, queste sowiiuziioni. fatte senza lasciar, alcuna traccia importante, si ebbe la compiacente complicità di medici e di guardiani, i quali si prestarono al gioco di alcuni 'uomini di Governo in que.l momento influeiitilissinii, ma che poi in seguito non voMero o non .seppero mai servirsi o lasciare che altri si servisse del forte pegno di cui s'erano impossessati. Quando il fanciullo che sarebbe «slato sostituito al Delfino venne a morte, si pretende che sia stala falla l'autopsia de.! cadavere lauto da renderlo irriconoscibile, e che si sia atteso a fare il riconoscimento dolla salma solo dopo che fu ricomposta, in seguito all'opera sezionatrice dei medici; in sostanza si vorrebbero veder circostanze misteriose ed equivochi-, che dovrebbero avvalorare i sospetti ed i dubbi elicili luterebbero a favore della causa del signor Naundorf. Mentre a Parigi si sarebbero svolte queste scene macabre e turpi, -li DeMino veniva fatto espa-tri-are, portato in Lsvizzera, ospitalo uascor-iaineine, presso a Neucha161, da una famiglia svizzero-tedesca, protestante. Intanto Maria Teresa di Francia, sorella maggiore del Delfino, veniva messa in liberto e lasciala andare in Austria, scambiata dal Governo rivoluzionario con alcuni prigionie. Re senza corona -I ri francesi di atta importanza Da mrol- to tempo la principessa Maria Terec sa era separata dail fratello ili quale , com'è noto era stato lasciato in isoia- e a a d o l o l o 5 e l o e e r ) n a a e a , i i i i a u i l o i i o r e n i , e to e e i u , i i * oo a u i i e a n oo l o è e (mento: tuttavia ila « critica » storica dw « legittimisti puri > è convintissima che essa sapesse perfettamente quale fosse Ja sorte del fraitel-lo, e che, appunto perciò, .gli zìi, conte di Provenza e conte di Arrtois, per legarsela a loro ed assmewarsene il « silenzio » l'avrebbero costretta poclii giorni dopo la sua liberazione, a fidanzarsi, quasi di sorpresa, col conte di Angaulème, figlio primogenito del conte di Arlols, che —dal giorno in cui annunciata la morte di Luigi XVTI, Sii conte di Provenza era divenuto Luigi XVIII — era erede presuntivo (iti secondo grado dei dbrilliti al trono francese. il signor Naundorf, orologiaio Como a.bbia Miissuto, in realtà, Luigi XVII, r.ifugiiaito in fsvizzera, non è oliriiaraimente -dato sapere, almeno per uno- .spazio di tre lustri. I fautori delle pretese delia fainigtia Naundorff ritengono che, completamente trascurato meilla educazione, dalla famìglia protestante che lo aveva avuto in consegna, abbia pabulo subire un cosi profondo cambiamento da dimenticare la «tessa lingua francese, la religione caiMoMca. >ì principi.! di educazione ricevuti póma, della, prigionia e dell'i.s^'iamento. .Pi -piccolo Duca di -Vormandila, avrebbe dovuto avere compiti i dieci anni quando fu registrato il suo decesso alte prigioni del Tempio. A Sfontanato dalla Francia a quell'età, riuscì a dimenticare compietamonte Ila lingua che avi va .parlato sino allora.: almeno cosi sosteneva il Naundorff, il quale (non sapeva il francese, e -cosi sa ne gitisi S-flcava. Ad ogni modo, questa misteriosa famiglia svizzera, la quale aveva .-i prezioso ospite, e riusciva al miracelo eli sosii.tiiii.re in lui la personalità, il linguaggio, la religione, malgrado i dieci anni e più che già. aveva il ragazzo, sembra sia riuscita ad i.risseigna.rgji, oltre che il tedesco e la religione secando la dottrina, di .Lutero, anche .il mesitare di orologiaio. Ma, ad un cei~o punto, il pupillo degli orologiai protestanti di Neuchatel, imparata da loro lingua, religione e metaniere, sarebbe fuggito. Per dove? Non si sa bene. Vagabondaggio, vita oscura e non sempre, pare, onestissima. Peregrinazioni varie, fra la iSv.izze.ra e la Germania, fino alla. Prussia, fino a iBenteio, ove, pare, sita riU'solrio a restar* qualche tempo, e forse ad unirsi' — mon si sa se regolarmente — con amia, donna del popolo, da cui ebbe dei figli. A Berlino riuscì ad ottenere dal consigliere di Stato Le Coq (un francese protestante, la cui famiglila era diveduta suddetta ledetaca dopo la revoca del l'editto di Nantes; la dichiarazione di identità personale in Carlo Gugilleilmo Naundorff, orologiaio che gli permise l'iscrizione ai ruoli della borghesia di Spandali, ove prese residiHiiza con -la famiglila, esercitando, pare Sii suo mestiere. iNaturelIroeurte, peri), agli occhi della « orlttca » a -lui favorevole, giurato a Berlino fu. in sostanza, ghermito dalie arti politiche di Federico Guglielmo Hi, Be di Prussia, e dal cancelliere iHardenberg. i quali, sapendo — non si capisce in qual modo •— die l'orologiaio vagabondo e dissestato, di lingua ledesca e di religione luterano, era lil pretendente legni™ u al irono francese, e credendo al suo racconto, non si sa Immaginare da quali prove suffragalo, acconsentirono a dairgiii uno stato civile ed una posizione pur di poterlo avere, naécostame-nie, in mano, per farsene un'amia contro Napoleone o contro i suoi eventuali futuri successori. L'odissea di Luigi XVII Alcuni ritraiti dell'orologiaio Naundorff, miniature o dipinti a olio, fatti quando egli già aveva dichiarate le sue pretese individualità ed identità, mostrano una somiglianza studiosamente curata con certi noti ritratti infantili dell'infelice Delfino. Certi confronti potrebbero fare una qualche impressione, a chi non pensasse come i ritratti raccolti dalla polemica partigiana erano stati fatti ad arte e .con uno scopo ben determinato; e, quindi, possono essere un artificio ben grossolano. In realtà, caduto l'Impero e instauratasi la monarchia di Luigi XVIII, approfittando della oscurila leggendaria ìli cui già si avvolgeva la storia della rivoluzione francese, speculando sulle molte antipatie C, .che, in taluni ambienti aristocratici. i- s'erano accumulate contro il conte di pd-pne el o a rnai e emoa . e ea une à i i in o e . o e, uo a oo oe ecel si aeiaa, i o, nre. Provenza, sia per l'equivoco atteggia mento lenuto nei riguardi di Luigi XVI e soprattutto di Maria Antonietta, sia per la politica da lui fatta come He di Francia, smise la grande speculazione, sovente .grottesca o ripugnante, dei falsi Delfìni. Fra questi, il più abile, il più attivo, o il più ben consiglialo, fu certo il Naundorff. Benché ignaro della lingua francese, valendosi di una certa rassomiglianza e di vari mezzi finanziari e consigli, il Naundorff potè recarsi anche a Parigi, scrivere memoriali: tentò a varie riprese, anche con l'aiuto di gentiluomini francesi, convinti della sua causa, di essere ricevuto dalla Duchessa di Angoulènie, dalla quale avrebbe dovuto essere riconosciuto ; tentò anche un processo, che non ebbe poi luogo, e lutto questo malgrado che su lui pesassero gravi accuse, come quella di avere responsabilità relative all'incendio di un teatro o (niella, per cui fu condannalo, di fabbricazione e spaccio di monete false, in Germania. I suoi fautori sostenevano e sosiengono, però, che quelle accuse sono false, e sono soltanto dovute al fallo che la Prussia, che lo aveva ospitato, ora voleva distruggerne la personalità morale ed impedirgli ogni riabilitazione. Fallili questi tentativi in Francia, riparò iti Inghilterra, ove si diede a studi di tecnica dell'artiglieria, riuscendo anche a qualche geniale Invenzione; iu Inghilterra riuscì aneli»? ad ottenere da un incaricato d'affari olandese, un passaporto intestato al nome di Carlo-Luigi di Borbone, nato iu Francia, e residente . a Londra; stabilitosi in Olanda, con questo documento i-bbe, per pò e per la sua famiglili, il riconoscimento di questo nome ed,anche la possibilità di sfruttare e vendere le sue invenzioni. Entrati nell'esercito olandese i suoi figli, vi rimasero col nome di principi (li Borbone. E cosi si slabili iu Olanda un « ramo » della famiglia reale di Francia: il ramo primogenito, secondo i suoi fauloi i. Mario Attilio Levi.