I propalatori di false notizie condannati

I propalatori di false notizie condannati I KOCE » ^ I I propalatori di false notizie condannati I ppRoma, 23.. notte, chEsaurito neU* udienza precedente ìi tulungo esame t:stimoniale al processo Ndei vociferatori arrestati l'il corrente dalia Borsa di noma, all'udienza di og- 1 gì, iniziata alle ore 13, prende subitoi«la parola il P M., avv. Trama. « Una direttissima — egli dice — non consente molli (preamboli. Premessa e stato l'accertamento diligente o coscienzioso dei fatti eseguito ad opera della Questura di Roma e del giudice istruttore, pren:essa è stato lo sdegno di tutta Italia contro le oblique manovre dei disfattisti. Ma premessa ancora migliore sono i 21 milioni di avanzo annunziati nel recente Consiglio dei ministri, e le dichiarazioni del ministro Martelli che attestano, contro tutti i disfattismi, la solidità della finanza del nostro Paese e ia 6icura ripresa della sua economia. Detto ciò, entro senz'altro nel merito delia causa. Se già imperasse il nuovo Codice penale io non dovrei fare la fatica di parlare, perchè l'art. 449 del nuovo Codice è quanto mai preciso nei riguardi di chiunque diffonda voci tendiMiziose atte a deprimere i pubblici mercati finanziari. Per il nuovo Codice basta che la notizia eia atta a ingenerare 11 panico, perchè i propalatori di essa siano puniti con la reclusione da 1 a 5 anni. Il vecchio Codice richiede invece che la notizia sia faisa e che essa abbia generalo un ribasso sul mercato finanziario. Ora non vè dubbio, nel caso in esame, che vi fu propalazione di notizie false ed allarmanti, tanto che fu necessario un comunicato ufficioso contenente una categorica smentita. La frase pronunziata dall'imputato avv. Tito Agnelli nei riguardi dei titoli di Stato : « E' inutile, è inutile devono ribassare •, deve essere necessariamente messa in relazione con le voci tendenziose fatte correre nei giorni precedenti: la frase incriminata voleva essere nell'intenzione dell'avv. Tito Agnelli la conferma delle voci stesse. Che l'avv. Tito Agnelli fosse noto come ribassista lo dice la deposi une del colonnello Monaco, depostzi iie che le reticenze posteriori non valgono davvero ad infirmare. Lo stesso deve dirsi nei riguardi del secondo imputato, il De Massimi, il cui certificato penale è già una sufficiente presentazione. Deficiente controllo in Borea « Devo deplorare al riguardo — aggiunge con forza il Pubblico Ministero — l'assoluta mancanza di vigilanza da parte dei dirigenti preposti al buon andamento della Boisa. Che cosa ha fatto il presidente del Sindacalo fascista degli agenti di cambio nei riguardi delle voci disfattista messe in giro a danno del credito nazionale? Nulla. Ha esso riferito, come era suo dovere, ai superiori gerarchi fascisti T No. E sono ridicole le giustificazioni addotte in proposito. Meno che mai egli ha sentito 11 dovere di informare il Ministero delle Finanze, o quanto meno la Questura. 10 domando che cosa ci stanno a fare questi pseudo fascisti preposti ad un servizio cosi delicato, del quale essi evidentemente non sentono la necessaria responsabilità ». Tornando all'esame della responsabllità dell'imputato De Massimi, il Pubblico Ministero fa rilevare la perfidia, per quanto banale, delle voci da lui raccolte e propalate. Le prove contro di lui sono molteplici e non certo inecruivocabili. Egli, più che ribassista, è un disfattista, sorpreso in flagrante nella sua azione delittuosa. Del pari non può essere discussa la responsabilità materiale degli altri due imputati, U Pilotti ed il Sartori, confermata da precise testimonianze. « Me ne dispiace particolarmente per l'ultimo — continua il Pubblico Mini' stero — che ha perduto in guerra un figlio, che fu valoroso soldato e integro magistrato. Questo non elimina la gravità dell'atto da lui compiuto, tanto più deplorevole in quanto nessuno più del Sartori avrebbe dovuto avere quel senso di patriottismo lasciatogli in retaggio dal figlio morto per la Patria ». Il Pubblico Ministero si domanda fliiindi se a concretare il reato c'è stato, o pur no, un ribasso dèi titoli presi di mira dai disfattisti. « I listini di Borsa — egli dice — denunziano nei primi giorni del gennaio una evidente depressione del mercato finanziario, causata dalle voci tendenziose messe in circolazione. Solo quando un comunicato ufficioso taglia corto a tali criminose dicerie e la polizia rastrella i disfattisti colti in flagrante, 11 mercato migliora sensibilmente. I minimi raggiunti nei giorni precedenti scompaiono il giorno 11 corrente, data del comunicato ufficioso; soltanto quando però la Questura interviene. I dati del giorno 11 denotano infatti gintomi di depressione della copertura e solo verso mezzogiorno, quando si ha notizia dei fermi, avvenne lo sbalzo che i testimoni hanno detto del tutto inaspettato ». Completa colpevolezza L'oratore esamina quindi il nesso ili causalità tra il ribasso constatato e le ivoci raccolte e messe in circolazione 'dagli imputati. Tale rapporto è, per il Pubblico Ministero, più che evidente; quantunque nessuno pretenda di sostenere che la causa di qualsiasi fenomeno di ribasso sia una sole. Basta ripetere una ad una le frasi incriminate ed ostili lanciate in quell'ambiente arroventato di interessi e di passione quale è la Borsa, per persuadersi che il loro effetto non potè essere che deleterio sul mercato dei titoli. Se ag giungete che si tratta di ribassisti di professione come sono stati definiti gli imputatf dai testimoni, il reato balza concreto ed evidente con tutti gli estremi che la legge richiede. Fra questi estremi c'è il dolo che qui ricorre in modo non dubbio. I quattro propala tori sapevano benissimo che le voci da essi diffuse erano false e più ancora che esse erano atte a deprimere il mercato finanziario. Non si tratta di cittadini avventuratisi per la prima volta nel labirinto della Borsa, ma di operatori abituali, pienamente consapevoli quindi di quanto essi facevano. Chiedo pertanto che 11 Tribunale voglia condannare !1 Sartori, in considerazione 'della sua avanzata età, a 15 mesi di reclusione e 1000 lire di multa; l'avv. Tito Agnelli e 11 Piloti! a 2 anni d! reclusione ciascuno e 20(10 lire di multa; 11 De Massimi a 2 anni e 6 mesi di reclusione con l'aumento di 1/8 della segregazione cellulare continua. 3000 lire di multa ed 1 anno di vigilanza speciale ». Le arringhe di difesa Prende quindi la parola 11 primo difensore, avv. Pittaluga, nell'interesse del Sartori. Egli sostiene che per concretare il reato addebitato all'imputato occorre che l'opera del reo sia cau'a efficiente del tracollo del mercato finanziario. Questo non si può affermare per l'azione svolta dal Sartori poiché, pur ammettendo come vere le frasi che gli sono contestate, sarebbe esagerato sostenere che esse fossero capaci di scuotere, non la nostra saldissima situazione finanziaria, ma alcuni corsi dei titoli di Stato. Conclude, chiedendo l'assolutoria del Sartori dalla grave imputazione che dichiara assolutamente incompatibile col passato patriottico del suo difeso, Nell'interesse dell'Agnelli parla l'avvocato Trozzi. Dice che in una causa come questa non si può condannare per semplici voci e mormorazioni, ma occorrono fatti certi e determi nati che siano capaci di produrre l«t sfava dissodando il terreno per il !i «t ii.vvtchia ni vecchio invitan- i ■ li niip- l.-ivnrr» Penati cSndastaoMmveMccslaqsscnrnsocfracSzocpvg1 g1 ddstatscdlr"eaPolsabcsnvumbaapbsLmtlsmslcmasqcrdalisdnlttqvppfpbtpsgcsscccSs che il Bouriot rispose in malo modo turbamento nel mercato finanziario, Nessun fatto del genere, secondo il difensore, può essere contestato al1 Agnelli, li quale uè lia pronunziato « frasi incriminate ne e un ribassistacome lo dipingono i verbali -della P S., dio anzi è un rialzista come hanno affermato autorevoli testimoni, onde l'avv i'rozzi conclude per la sua assoluzione. Per il Pilotti parla l'avv. Preccola, sostenendo die il suo difeso è assolutamente estraneo ai fatti che formano oggetto dell'attuale prucesso. L'avv. Mancini, difensore del De Massimi, dopo avere criticato le testimonianze a carico, sostiene che la versione data daj suo difeso è logica e veritiera ed allora, avendo il De Massimi espresso il suo giudizio unicamente ad un maresciallo di P. S., che riteneva suo amico, manca l'estremo della diffusione della notizia laisa che a lui si contesta; onde per questa e per altre considerazioni egli secondo il difensore, deve essere assolto. Per 11 Sartori, parla l'avv. Coditrri, che nega qualsiasi elemento intenzionale delittuoso nella condotta del suo raccomandato, il quale, tra l'altro, non poteva avere alcun interesse personale al ribasso. L'oratore sostiene che, pur ammettendo come vere le frasi contestale al Sartori, queste non avrebbero avuto alcuna seria ripercussione nell'andamento dei titoli di Stato, perchè questi tendevano al rialzo già nei giorni precedenti ai fermi operati in Borsa. L'avv. Codurri conclude per l'assoluzione del Sartori per inesistenza di reato. Parla quindi l'ultimo difensore, avvocato Ottorino Petroni, che aggiunge nuove considerazioni per chiedere 1 assoluzione dell'avv. Agnelli, nei riguardi del quale nega l'esistenza del1 intenzione dolosa e del mezzo fraudo ento che sono gli estremi voluti dalla legge. Le condanne Alle 20,15 11 Tribunale pronunzia la sentenza che ritiene i quattro imputati responsabili del reato di aggiotaggio loro ascritto e condanna: Massimo De Massimi ad un anno di reclusione coll'aggravante, perchè recidivo, di un sesto di segregazione cellulare e mille lire di multa; l'avv. rito Agnelli a dieci mesi e mille lire "i I?„'iltas; Attilio Piloni ad otto mesi ed 800 lire di multa; Alfredo Sartori a quattro mesi e 500 lire di multa. Per quest'ultimo soltanto la sentenza ordina la sospensione della pena per la durata di cinque anni. Un pubblico assai numeroso, che è stato .necessario tenere a bada dagli agenti, assisteva al dibattimento. Commentando le sentenza del Tribunale di Roma, 11 Giornale d'Italia crede che la giusta condanna dei disfattisti di borsa, dei propalatori di notizie a volte del tutto false ed a volte allarmistiche, corrisponde ad un esigenza già segnalata unanimemente dalla stampa del Regime. Dobbiamo ritenere che essa servirà di ammaestramento per tutti coloro che amano pescare nel torbido e che soprattutto varrà ad epurare gli ambienti di borsa e a diffondere un senso di più vigile responsabilità.

Luoghi citati: Italia, Roma