Vigilia d'armi alla Camera francese

Vigilia d'armi alla Camera francese Vigilia d'armi alla Camera francese Grande attesa per l'odierno discorso di Poincaré - Una dichiarazione de! Presidente: « II Governo esiste ed ha intenzione di durare! » - La maggioranza assicurata dall'intervento dei repubblicani di sinistra Radicali e socialisti reclamano di partecipare al potere. Parigi, 10 rotta, (vice). — Il grave dibattito sulla politica del Governo si è iniziato oggi alla Camera in circostanze speciali determinate dagli avvenimenti delle ultime 24 ore. Siccome le voci più pessimiste erano state diffuse eri dagli avversali del Governo, i quali in base a calcoli abilmente truccati volevano dimostrare che Poincaré non avrebbe avuto la maggioranza sufficiente per continuare a governare, il Presidente del Consiglio ha fatto dichiarare che il Governo rimarrà al potere quale che eia la maggioranza che avrà, e parando con alcuni dei suoi collaboratori il Capo del Governo ha e6presso in modo reciso le sue intenzioni : e Ammrttn perfettamente di essere rovesciato venerdì alla Camera, ma se ottengo una maggioranza quale essa sia, fosse anche di tre soli voti, oonsidererò come un dovere di rimanere al mio posto e ciò senza rimaneggiare il mio Gabinetto i«i alcun modo •. Le probabilità di crisi ministeriale tei allontanavano e subito gli esitanti della vigilia non mancarono di raggrupparsi stamane intorno al Governo.. C'appoggio della sinistra radicale La grande riunione tenuta stamane dal gruppo della sinistra radicale, la cui decisione era attesa con impazienza, tanto più che questo gruppo costituisce il pernio dell'assemblea, ha deluso coloro che continuavano a contare su una crisi ministeriale. Il gruppo, infattj, dopo avere esaminato la situazione politica, lia elaborato e adottato alla unanimità il testo di un ordine del giorno di fiducia nel Governo. L'ordine del giorno è così concepito : ' « La Camera^,decisa a praticare col fconcorso di tutti i repubblicani una politica nettamente sociale, nel rispetto dalle leggi e delle istituzioni repubblicane, nello sviluppo economico e nella sicurezza del Paese, approvando le dichiarazioni djel Governo, fiduciosa che esso assicurerà ne! miglior modo, salvaguardando gli interessi del Paese, la paoe e la definizione delle gravi questioni internazionali, respingendo qualsiasi aggiunta, passa all' ordine del giorno ». L'ottimismo che si constatava stamane nei circqji parlamentari era dei resto condiviso in quelli governativi, e dopo il Consiglio di Gabinetto riunitosi al Ministero delle Finanze, alcuni membri del Ministero, tra cui Barlhou e Laurent Eynac, confermando che non era affatto intenzione del Presidente del Consiglio e dei suoi collaboratori di dimettersi dalle loro funzioni, qualora la maggioranza della Camera per modesta' che fosse conservasse la sua fiducia nel Gabinetto attuale — specie nel momento in cui stanno per aprirsi i negoziati relativi al regolamento delle riparazioni — si mostravano sicuri che alla Camera tutto si sarebbe svolto nel migliore dei modi possibile. L'imponenza dell'aula E' in questa atmosfera di fiducia che il dibattito si è iniziato. L'aula di palazzo Borbone presentava oggi l'aspetto delle grandi occasioni. Le tribune erano gremite molto prima dell'apertura della se duta, mentre un pubblico ancora più numeroso aspettava nei corridoi in terni o nelle sale riservate che qualche posto si facesse libero. Raramente si è vista tanta affluenza per una seduta inaugurale. Tutti i ban chi si riempirono come per un incan io quando il presidente della Carne ra, Ferdinando Buisson, accompagnato dai quattro vice-presidenti, seguito da tre uscieri e insieme con gli otto segretari, passando tra una doppia fila di guardie repubblicane che presentavano le armi, fa il suo ingresso nell' aula, accolto da ap plausi. Il presidente della Camera, in mezzo alla più viva attenzione, pronuncia il tradizionale discorso, consa erato in gran parte, come egli dice « alla difesa ed alla illustrazione del regime parlamentare », pa role che gli valsero i primi applausi che scoppiarono ancor più calorosi quando ricordò con quale spontanea disciplina e con quale celerità si fos6e effettuata la votazione dei bilanci. La Camera applaude pure calorosamente il passo del discorso relativo al regolamento delle riparazioni. tdspnsm(pirbpcimèplmcdcmndssngltasgmprpmCLa difesa dell'istituto parlamentare Il presidente Buisson conclude applauditissimo, con una allusione all'offensiva sferrata contro il regime parlamentare, offensiva denunciata l'altro giorno dal decano del la Camera, on. Sibille. Egli dice : « Noi non saremmo dei francesi se non ci compiacessimo della satira e soprattutto di quella fatta alle nostre spalle. Noi potremmo infatti sorride ■re di tanti vani sforzi ironici, se sol tanto le nostre persone fossero in causa. Ma bisogna pensare a tutti coloro che ci hanno liberamente scelti per rappresentarli. Non bisogna che una campagna, talvolta insidiosa, talvolta violenta, possa mostrarci ai Paese come indegni della sua fiducia. -Sforzo costante di certuni è di snaturare i no stri dibattiti, di rendere irrieonoscibil atti e parole di ciascuno d! noi ; di mettere in circolazione delle leggende create di sana pianta che vengono accolte con imdignazione da qualcuno ma con credulità daiila maggior parte del pùbblico. Attaccando i (rappresentanti del suffragio universale si vuole, ir verità, scuotere la fiducia della Na zione in queste istituzioni repubblica ne che .hanno servito bene la Francie da circa 60 anni e l'hanno salvata al momento del pericolo. Bisogna persuadersene: la difesa del parlamento vuol dire difesa della Repubblica t. Le ultime parole del presidente •ono accolte da un tiragano di applausi, a cui partecipano tutti I settori della Camera, ad eccezione di quello occupato dai comunisti. Il presidente dà poi lettura delle interpellanze ricevute. La maniera forte del « Premier » Poincaré chiede che le interpellanze relative alla politica generale del Governo vengano discusse immediatamente. • Si tratta — egli dice — di sapere se 11 Governo esiste e se esisterà domani. Per il momento esso esiste ed ha intenzione di continuare > lapplauti su numerosi banchi). L'on. Poincaré annunzia poi che r ' mmmmmmm lfasmfGrortCnpLvlGmIgigcMlmdvpfeutdrcrs tre serie di interpellanze si succederanno probabilmente durante tre settimane : quelle che riguardano la politica generale, la politica alsaziana e la politica lìnanziaria. '« la seguito — prosegue il Presidente del Consiglio — giungeremo al momento in cui potremo e dovremo (Poincaré poggia con forza su queste parole) metterci al lavoro: noi siamo in .presenza di un programma di lavori estremamente importante ».- L'oratore dei socialisti Subito dopo Frossard sale alla tribuna per svolgere 1' interpellanza presentata a nome del gruppo socialista. L'oratt>re ritiene che, dopo il voto sul bilancio, visto che ogni minaccia di catastrofe finanziaria è scomparsa, la politica deve riprendere tutti i suoi diritti. Secondo lui vi è attualmente una crisi di maggioranza. L'Unione Nazionale è condannata perchè il Congresso radico-socialista di Angers ne ha decretata la fine. Quando venne il momento della costituzione del Gabinetto dell'll novembre, il Presidente del Consiglio credette di potere sostituire i radicali con repubblicanisocialisti. Ma l'oratore constata che nella maggioranza formatasi poi, il gruppo dell'intesa ha figurato per la più parte. Le incertezze ed i contrasti clie si sono poi manifestati alla Camera sono stati originati — secondo l'oratore — dalla campagna sferrata contro il regime parlamentare in favore di una dittatura personale, campagna che l'on. Cheron (l'oratore ricorda tra i vivi applnusi della sinistra) è stato il primo a denunciare alla tribuna della Camera. i e e à d e m Un accenno allo scandalo Hanau Facendo poi allusione allo scandalo finanziario della «Gazzetta del franco», Frossard chiede, tra gli applausi unanimi della Camera, che se vi sono dei parlamentari compromessi vengano immediatamente deferiti alla Giustizia. « Ma occorre — egli dice — che il Governo affermi la sua volontà di agire. Questo è il voto non soltanto della opposizione, ma anche della maggioranza che appoggia il Governo ». L'on. Frossard dichiara infine di temere che i famosi articoli sulle Congregazioni aprano una breccia nella legislazione laica, secondo lui più che mai necessaria alla Francia. L'oratore, conclude ricordando che giunta l'ora di liquidare definitivamente la guerra e di organizzare la pace. Perciò è necessario che L Governo si appoggi su una mnggioanza democratica che per il momento non ha. Ed aggiunge : « Sia di destra o ai sinistra, poco Importa; ma che questa .maggioranza governi coi proprii uomini, poiché, coinè ha detto il Presidente del Consiglio, Ja decadenza* politica è un principio di .rovina nazionale 1». A Frossard succede l'on. Leone Meyer, portavoce dei radicali-socialisti. Egli esprime anzitutto il timore che non vi sia sempre l'accordo completo tra i membri del Governo sui problemi politici che si presentano nel momento attuale. Riferendosi poi al Congresso di Angers egli nota che è la prima volta, da una quarantina d'anni a questa parte, che il Partito radicale è assente dal Governo, ed attribuisce questo risultato alla intransigenza di Poincaré. Il maggior rimprovero che l'oratore rivolge a Poincaré a nome dei suoi amici è di avere lasciali i Pariti del nazionalismo e della reuzioie combattere senza tregua da tre mesi il regime parlamentare. • Voi avete un mezzo per sconfessa re questa manovra — aggiunge l'oraore — ed è di denunciarla dalla tribuna doi Parlamento! •. Poincaré esalta la sua fede repubblicana A questo punto Poincaré si alza e dal suo banco dice : » Forse che non ho già promesso ii questa stessa aula di essere sempre in prima fila Ira i difensori del regime repubblicano? La premura con la quale aggi vi rispondo non è forse una prova dei miei sentimenti? sono stato da -molto tempo prima di voi repubblicano. Sono entrato alla Camera nel momento in cui le istituzioni repubhucane erano vivacemente attaccate aagi.i amici del generale Boulanger Forse che nel momento in cui si è tentato di profittare di un errore giuSIzlaùrio II>er attaccare il regime, io e Barlhou non abbiamo rilevato l'esistenza del bordereau'! Mi 6 accaduto tal volta di essere applaudito da avversari ed incriminato da amici. Comunque io non mi sono mai ispirato che alla mia coscienza per compiere il mio dovere di vecchio repubblicano I » L'on. Meyer, continuando, dichia ra che lui e i suoi amici non hanno mai dubitato dei sentimenti laici e repubblicani del Presidente del Con sigi io, ma che, in presenza di certi attacchi, le dichiarazioni non basta no. In quanto al programma non è sufficiente elaborarne gli articoli esso non varrà che per lo spirito de gli uomini che saranno chiamati ad applicarlo. L'oratore vorrebbe sape re se tutti i membri del Gabinetto sono d'accordo sulla necessità d. mantenere e di difendere la scuola laica, e chiede al Presidente del Consiglio con quali uomini egli vuole governare. L'oratore, per parte sua si tiene fedele alla formula : « He pubblicani, ma niente altro che i re pubblicani ». « Se voi persistete a governare sen za di essi — conclude fra gli applausi dei suoi amici — noi, non soltanto vf rifiuteremo la nostra fiducia, ma v combatteremo con estrema energia 1 mlnnlflstnFsrPri lipoctPadappcnsnslrbziUdspcranieiDolmubddbutnqiGmprCezDmnUn tumulto provocato da Cachin Il « leaOvr » comunista Marcello Cachin, che succede a Meyer alla tribuna, esordisce dicendo che le controversie politiche che mettono alle prese i Partiti di destra e i Partiti di sinistra sono agli occhi suoi cose del tutto secondarie e superfi ciali. Egli afferma che i fatti essen ziali sono la crisi interna del Paese e i problemi internazionali. Circa la situazione internazionale, essa non soddisfa l'oratore, il quale di chiara che non è oggi più rassicu rante di quello che fosse nel 1914. Ma avendo Cachin affermato che sentimenti dei Sovieti sono pacifici da varii banchi lo si interrompe gridando : E la Georgia ? pL'oratore solleva di nuovo yivissi- ipare al potere. me interruzioni da parte dei socialisti, quando dichiara che questi sono favorevoli alla collaborazione ministeriale, e che hanno abbandonato la tradizione del loro Partito. L'on. Cachin provoca un tumulto facendo allusione all'insuccesso della politica del «Cartello» ed alloscandalo finanziario, nel quale soltanto il Partito comunista, egli dice, non e compromesso. Prende poi la parola il radicale Federico Brunet. Egli prospetta i suoi timori circa i pericoli che corrono le leggi laiche e la pace del Paese. rnraVwo&no ?e",? Cam.era - aggiunge i oratore - d»gii uomini di buona volontà. Essi sono dispersi: spetta a i oincare raggrupparli, poiché egli non può governare con una maggioranza oa cui sono esclusi i radicali ed i socialisti, ì quali rappresentano la vera tradizione repubblicana! ». Previsioni sulla replica del Governo Nella seduta odierna non abbiamo avuto che il preludio della espsizione delle lagnanze e delle critiche che gli avversari del Gabinetto accumulano da parecchi mesi. Domani la lotta sarà pili severa e raggiungerà il suo punto culminante a proposilo della priorità negli ordini de! giorno, dopo il discorso clie Poincaré deve pronunciare in nsposia agli interpellanti. Questo discorso, di cui Poincaré ha comunicato le linee principali ai suoi collaboratori riuniti stamattina in Consiglio di Gabinetto, sarà piuttosto breve ma sostanzioso e avrà, a quanto si assicura, una insolita intonazione di buon umore. Un punto importantissimo di questo discorso sarà là dove Poincaré fis: sera un limite all'opera che si è imposta : egli dirà la sua volontà di conservare il potere ancora per parecchi mesi, cioè il tempo necessario affinchè la questione delle riparazioni venga definitivamente regolata. Si udranno poi gli nitri' oratori iscritti : i radicali-socialisti Bcrthod e Dalndier, capo del Partito ; c forse il repubblicano di sinistra Petsche. Dopo di che. la Camera passerà agli ordini del giorno, e subito dopo avrà luogo la. votazione. Si fa notare come sintomatico che questa volta è un membro del gruppo dei repubblicani di sinistra firmatario dell'ordine del giorno di fiducia accettato dal Governo : l'on. Manaut, membro della sinistra radicale, cioè di un gruppo di cui si temeva che l'atteggiamento nei riguardi del Gabinetto non fosse dei più cordiali. Da quanto è permesso giudicare dalle impressioni della seduta di oggi, il Governo sembra certo di avere'unn maggioranza. In cui imponenza dipenderà evidentemente dalle dichiarazioni che farà il Presidente del Consiglio, e dagli incidenti che poca nno accadere. II Senato ha poi proceduto nlla elezione del suo l'ITicio di Presidenti presidente uscente, l^nolo za Dottmer. è sialo rieletto con 213 voti u 226 votanti. —►** 9

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