Vecchia e nuova Jugoslavia

Vecchia e nuova Jugoslavia Vecchia e nuova Jugoslavia Gli nomini del caduto regime parlamentare non partecipano alle cerimonie per il compleanno della Regina , (Dal nostro inviato) Belgrado, 9 notte. Al Te Deum celebratosi stamane solennemente nella cattedrale per l'anniversario della Regina ed al quale parteciparono insieme coi Sovrani e colla Corte, i membri del nuovo Governo con a capo U Presidente generale Jivkovic, il corpo diplomatico, le massime autorità civili e militari dello Staio e nums= rose rappresentanze di enti vari, ti notava come specialmente significativa l'assenza di moltissimi, se non quasi tutti i principali uomini politici del passato. Diciamo del passato e potremmo fors'anche dire del vecchio regime, secondo una espressione ben comprensibile da noi; poiché qualunque giudizio si creda avanzare sugli avvenimenti del giorno dell'Epifania a Belgrado^ questo é certo e indiscutibile: che non trattasi semplicemente della risoluzione di una più o meno grave e complessa crisi ministeriale, che nemmeno non trattasi della risoluzione del profondo dissidio manifestatosi ira serbi e croati o di un compromesso tra le due parli così aspramente contendenti; ma trattasi di un vero e proprio rivolgimento statale, che tocca alle basi più profonde della Nazione jugoslava e le modifica o addirittura le capovolge. Il proclama del. He del giorno 6, insieme con le leggi che lo seguirono a distanza di poche ore, segna veramente — a quanto oggi appare — un punto fermo e un risvolto decisivo nella storia della Jugoslavia. Sicché è luogo legittimamente a parlare — riferendosi a tale termine ben evidente — di passato e di avvenire, di vecchio e di nuovo regime. Ma per tornare alla rilevata assenza di stamane dalla cerimonia alla Cattedrale della grande maggioranza degli uomini politici del vecchio regime, si può osservare che questa, come indice del loro malumore, appare pienamente spiegabile: sono essi infatti i più colpiti dall'improvviso mutamento; sono proprio essi che il Re, nel suo proclama al popolo additava come i responsabili della tremenda crisi che travaglia il paese; responsabili del decadimento, della corruzione dell'istituto parlamentare, che era diventato per essi una arma delle loro passioni, della loro esasperata faziosità e un mezzo di soddisfacimento dei propri interessi di parte, di gruppo e persino di quelli ristrettamente personali; e sono essi infine che il Re, dichiarando di non volere più di siffatti intermediari tra lui e il popolo, ha messo bellamente alla porta colla radicale abolizione del Parlamento. Il loro malumore è meglio che spiegato giustificato. (All'ora di andare in macchina non ci è giunta la fine di questo dispaccio). Il piano di Belgrado era preparato da tempo Giornali croati accaparrati dal floverno Vienna, 9, notte. Un personaggio bene informato — del quale non viene fatto il nome ma che probabilmente è un membro della Legazione jugoslava di Vienna — ha detto alla iV«w« Freie Presse che l'idea di porre fine alle continue crisi nello Stato S.H.S. mediante un passo deoisivo, esisteva già da parecchio tempo: anzi il piano relativo era stato elaborato in tutti i dettagli. Dopo le dimissioni del Gabinetto Korosec si fece un ultimo tentativo per uscire dal vicolo cieco nel quale la politica intera della Jugoslavia era andata a ficcarsi. Visto però che l'azione parlamentare ormai non giovava a nulla, Re Alessandro si è deciso a malincuore ad attuare l'indicato piano. Sulla composizione del Gabinetto, il personaggio ha fornito al giornale viennese spiegazioni non molto esatte. In primo luogo perchè è notorio che i croati, malgrado la presenza dei loro connazionali, non sono contenti, dato che del Gabinetto fanno parte individui da essi considerati responsabili dell'eccidio del 20 giù gno alla Scupcina. E secondaria, mente perchè sembra che il numero dei portafogli, lungi dall'essere accresciuto, debba essere diminuito. Secondo l'informatore del giornale viennese il compito principale del governo Jivkovic, consisterà anzitutto nel miglioramento della situazione economica e solo dopo che questo sia avvenuto si passerà a preparare la nuova costituzione, in merito alla quale oggi nulla è possibile dire. Una cosa è certa, e cioè che il ritorno al centralismo, nella sua antica forma, è da escludere. Superfluo dire che il Governo si sforzerà di ottenere all'estero un prestito, animato come è dalla speranza che l'attuale regime riveli autorità sufficiente per fare e mantenere ordine nel paese. Parìa un jugoslavo, rammentiamolo, e questo jugoslavo aggiunge che dafa la gravità dei problemi da risolvere, il nuovo regime avrà durata assai più lunga di quanto taluni sarebbero disposti a credere. La. Reichspost, commentando la nuova legge per la protezione dello Stalo, fa notare che l'articolo il quale proibisce e scioglie tutti i parliti politici con carattere religioso e nazionale, colpisce oltre al partite croato dei contadini, fondato dal defunto Stefano Radic, il partito del diritto croato (già frankiano) e l'or* ganizzazione dei musulmani boa» niaci. E aggiunge: » Rimane adesso a vedere sa le organizzazioni del tipo della NaroóVnei Odbrana, dell'Oriutia e della Mano Bianca, che nei loro titoli non rivelano carattere nazionale, ma che hanr ne- struttura nazionalista panserba, verranno anche disciolte, liguiaimen/te insaluto è il quesito se il divieto si estenda ai partiti delle minoranze nazionali tedesca e magiara ». Nell'accennare agli umori delta, stampa croata dopo la proclamazione della dittatura, facemmo ieri osservare come i primi commenti favorevoli fossero dovuti a giornali in rapporto col Governo belgradese. In ■ proposito la Reichspost pubblica og* gi di avere sentito da buona fonte che, alla vigilia del colpo di Stato, il Governo di Belgrado si era assicurato il gruppo dei giornali di Za» gabria editi dalla Società Typogiraphia. Belgrado, che possedeva nella capitale croata il Novosti, il Morgeti Blatt e lo Jugoslavenski Lloyd, dt« spone perciò adesso anche dell'Obior, del Jutarni TAst e del Veeer. I ribelli afgani si eleggono un Re1 Londra, 9, notte. Secondo notizie di fonte inglese, si afferma che il sirdar Ahmadauki Yan Wall, sino a poco tempo fa governatore di Kabul ed in queste ultime settimane rappresentante di Rei Amanullah a Yalalabad nelle trattative con i ribelli sbimvari, è stato proclamato Re deU'Afganistan orientale. In base a telegrammi da Pesha* war si sono riprese le ostilità nel dintorni di Kabul. I ribelli, stavolta, starebbero attaccando la capitale dal nord-ovest. Sulle prime avrebbero guadagnato alquanto terreno, ma la ultime notizie farebbero credere che le forze fedeli a Re Amanullah sta* rebbero riprendendo il sopravvento. La nuova battaglia sarebbe incornili, ciata lunedi scorso a 15 chilometri da Kabul. Gli insorti sarebbero sempre sotto il comando del noto capobanda Bachai Sakao, Un velivolo afgano, pilotato da un russo, è stato colpito dai ribelli ed è precipitato in fiamme. Il pilota è morto sul colpo. L'oesMvatóre,"" che recava seco un altro russo, fu raccolto gravemente ferito. Un terzo aviatore russo, rimasto ferito mentre stava bombardando i rivoltosi, è spirato all'ospedale. Se Amanullah esperimenta nuove difficoltà nella regione di Kabul, tutte le informazioni disponibili depongono nel senso che è riuscito a riassestare le cose nella regione di Yalalabad dove le tribù rivoltose sarebbero rinsavite in seguito ad elargizioni di denari ed alla promessa df mitigazioni nel programma modernistico del Re. Comunque, sta di fatto che le carovane hanno finalmente ripreso a fare la spola attraverso I valichi che separano l'Afganistan e l'India e che da lungo tempo la guerra civile aveva letteralmente cliiusi. Flottiglie di autocarri afgani partecipano a questa singolare ripresa di comunicazioni attraverso lei frontiera. La « Befana fascista » a Stoccarda od a SohewoningM ] T . w ' Stoocarda, 9 notte. I bambini italiani del Wurttembertf ed Honenzoliern hanno avuta la Be?a2a i^,018**- A Cannstatt. sobborgo industriale ed operaio di Stoccarda, in una vasta sala addobbata con i cì> Ir .?.a.zionaH 6 CM1 1 ritratti delle LL. MM. e del Duce, centoventi piccoli italiani, accompagnati dai rispettivi genitori e parenti, si sono adunati rispondendo con vivo entusiasmo all'invito del regio console generale di Stoccarda, comm. Renzo Ferrata, che con la cooperazione del Fascio ha organlx. zato la festa. La riunione è stata aperta con un discorso del regio console generale, che ha posto in rilievo il significato della distribuzione dei doni, I quali, oltre a rappresentare un notevole beneficio per le famiglie più bisognose, costituiscono la prova tangibile dell'interessamento del Duce alla opere assistenziali per la gioventù. La chiusa del discorso del console Ferrata, ha dato luogo ad ima vibrante manifestazione di entusiasmo per il Duce all'indirizzo del quale sono stati elevati fragorosi ■ alala I » ; quindi ogni bimbo convenuto ha ricevuto il suo pacco di doni consistente in oggetti di vestiario, calzature ed altra cose utili altre a giocattoli e dolciumi. Sono stati cantati poi da Balilla a Piccole Italiane inni fascisti e patriotliei tra vivo entusiasmo. La festa, cui ha pure presenziato il segretario del Fascio, Conti, rallegrata da brani scel. ti di musica italiana, si è chiusa a tarda ora, lasciando in tutti il migliore ricordo. Contemporaneamente una slmile riunione si è svolta a Schewenlngert, alla quale hanno partecipato le famiglie italiane residenti nel territorio di confine tra Wurtemberg e la Svizzera, predisposta dal regio console generale di Stoccarda, il quale si era fatto rappresentare dal stg. Mariotti. Anche questa festa, alla quale hanno preso parte circa una sessantina di connazionali che per la prima volta si riunivano, è riuscita una bella manifestazione di italianità. Polemiche fra Bolivia e Paraguay Washington, 9 notte. Un comunicato ufficiale pubblicato dalla Legazione di Bolivia dietro istruzioni del Governo di La Paz, deplora la riserva fatta dal Paraguay nel trattato di arbitrato firmato recentemente a Washington tra gli Stati aderenti all'Unione pan-americana. Con la riserva in parola U Paraguay intese escludere l'applicazione del trattato dalle questioni relative all'Integrità del territorio nazionale, n comunicato della Legazione bolivlana definisce la riserva t un ostacolo insormontabile alla soluzione per via di arbitrato ohe la Bo> II via cerca raggiungere con tutti I mezzi». .10. E.1

Persone citate: Blatt, Duce, Mano Bianca, Mariotti, Re Alessandro, Renzo Ferrata, Stefano Radic