Il colpo di Stato

Il colpo di Stato Il colpo di Stato Belgrado, 7 nette. Re Alessandro di Jugoslavia è stato costretto a dare il benservito a! parlamentarismo, a definirlo, per lo meno, nella sua forma attuale, fattore di disorganizzazione spirituale e di scissione nazionale. La Scupcina è sciolta. La costituzione di Vidovdan è soppressa. Alla testa del Governo è chiamato un generale, che nella vecchia e nella nuova Serbia ha sempre svolto attività politica notevolissima. A Zagabria rimane alla testa della locale amministrazione un colonnello. E' dunque finalmente venuta la dittatura militare da anni preconizzata per il Retilo S.H.S., una dittatura della quale si era parlato nd ogni nuova crisi politica, e che il Gabinetto Uzunovic aveva incominciato ad introdurre con la chiamata al potere di due frenerai]. Quanto sono diverse le parole con le quali Re Alessandro si rivolge onta ai serbi, al croati e agli sloveni, dalle espressioni di fiducia nella compagino interna rlello Stnto di cui riboccava l'intervista strappata da lulcs Sauerwein giusto alla vigilia 'lilla tragedia del 20 giugno, alla -"euncina! The con le sue rivoltellate t'unisria Racle abbia in quel giorno ucciso non soltanto Stefano e Paolo Radic e Basaticele, bensì anche la • sliluzione centralista e magari ma «ari la stessa idea jugoslava, è stato dello e ripetuto più volte. Sessantanni di storia Perchè, nei sei mesi trascorsi dalla sanguinosa tragedia ad oggi, non si era riusciti a convincersi che il Sovrano davvero volesse ottenere di far prevalere le considerazioni di ordine dinastico e statale sulle querele fra i suoi popoli e i suoi pattiti. Giacche, se l'azione croata era violenta, violentissima era la resistenza dei vecchi serbi ad impedire qualunque gesto atto a segnare 11 principio della fine della loro egemonia. Alcuni episodi della recente storia serba contribuivano a rafforzare l'impressione che'il giovane Re Alessandro, avanti di decidersi per un colpo di Stato, avrebbe a lungo riflettuto. I] Parlamento serbo è stato per la prima volta disciolto ai 2 di luglio 1S69. all'indomani dcrl'assassinio del principe Michele Obrenovic. Re Milano, che sali al potere, sospendeva ai ?5 dell'ottobre 1RR8 la costituzione trovala venendo sul trono e ne faceva votart- un'altra, la quale non bastò, anni dopo, a salvarlo dalla misera caduta. Re Alessandro Obrenovic, ai 13 aprili 1S93 fece arrestare i mpmbri della Reg! .• "nzn p del Gabinetto Avhknmovic iiu'iri.ic sì s>. ,MI prmn.o a' '"ile, e, pij .ii,.. .. : maggiorenne, concentrò nelle sue mani tutto il potere. L'anno appresso, crescendo le difficoltà, abolì la Costituzione del 1888 per ritornare a. quella del 1869: ma nell'aprile del 1901 gli apparve necessario elaborare per la Serbia un nuovo Statuto che, a un biennio di distanza, non era più ili suo gusto. Cosi si fu da cape allo Statuto del 1SS8 e, se la tragedia del Conak di Relgrado dell'll giugno 1903 non avesse orribilmente fatti sparire Re Alessandro e Draga, forse l'ultimo Obrenovic si sarebbe visto costretto a ricorrere, per mantenersi al potere, ad un nuovo colpo di Stato. II proclama al popolo La dinastia d»i Karagenrgevic ha compiuto ieri per la prima volta un colpo del genere, da Re Alessandro spiegato al popolo col manifesto che segue: « Al mio caro popolo, a tutti i setta, croati e sloveni. « 1 più grandi interessi del popolo e dello Stalo, nonché il loro avvenire, mi impongono di rivolgermi, come Sovrano e come figlio di questo paese, direttamente al popolo e di dirgli apertamente e sinceramente ciò che mi indicano, nel momento attuale, la mia coscienza ed il mio amore per la Patria. E' giunta l'ora in cui fra il popolo ed il Re non può e non deve esservi un intermediario. Durante tanti sforzi e tanta pazienza, di cui ho dato prova nell'esecuzione delle mie alte funzioni, la mia anima è stata dilaniata dal lamento delle nostre masse popolari, laboriose e patriottiche, le quali, inspirate da un ragionamento naturale e sano, hanno giù da gran tempo sentito che non si poteva più seguire la via finora adottata. La mia aspettazione, nonché quella del popolo che l'evoluzione della nostra vita politica interna avrebbe portato l'ordine ed il consolidamento nella situazione del paese, non si sono realizzate. « L'ordinamento parlamentare e « tutte le idee politiche mostrano « sempre più una impronta negativa, « di cai il popolo e lo Stato subiscono « attualmente soltanto i danni. Tutti te le istituzioni utili dello Stato, « il lori- progresso ed il. loro sviliip« po e tutta la nostra vita nazionale « sono perciò messe in pericolo. Tati le situazione politica malsana del 'i par<>r é non soltanto dannósa alla ■• l'io in li'rna ed al progrèssi; ytuj ■■I: 4t> d alt. t«««t ì « nuove vie. Sono convinto che ti num dei rauvortl ««(eri del nostro .«nostro prestigio e del nostro «rc-!&« dito all'estero. Il parlamentarismo s» che fu un mesto politico e la tradì- \« storie del mio tanto compianto (ie-[n«nitore, è e rimane il mio ideale. Id« Le passioni politiche, cieche, coti minciarono ad abusante in una « tate misura, che esso è divenuto « un ostacolo a qualsiasi lavoro utile « allo Stato. Deplorevoli dissìdi e. ali « avvenimenti della. Scuprina scosti sero nel popolo la fiducia' iiell'u'■■ tililù di questa istituzione. L'accorti do e perfino i rapporti -più ordino ri « fra i partiti, e fra. gli individui sono ti divanili. assolutameli le impossibili. « Tìen limai dallo sviluppai e e dal « rafforzare lo spirito dell'unione nati zionala e dello Stato, il. parlamenti tarlsnw, tale qual'é, comincia a « provocare una disorganizzazione « spirituali; ed una disgregazione nati zi anale. f II mio sacro dovere è di tutelare con o'jni mezzo l'unione nazionale e lo Sloto. Sono deciso a. campiere questo dovere senza esitazione,, fino alla pur. Mantenere l'unione del popolo e salvaguardare l'unità dello Sialo, è il più allo ideale del mio regno. Ciò deve essere egualmente la legge più imperiosa per me. e per tutti. Ciò tal è imposto dalia responsabilità davanti al popolo e davanti alla storia, dall'amore per la patria e dalia pia riconoscenza verso 1 nvmerevoli e. preziose vìttima, caddero per questo ideale.. « Cercare un rimedio ti questo //dici le col cambiamento parlamentare « dei Governi, conte fu fatto finora, « o con nuova elezioni legislative, « sarebbe perdere un tempo prezioso ti in vani tentativi, che ci hanno già « assorbito parecchi, anni. Dobbiau mo cercare nuovi metodi ed. aprire uteli* j l« questo grava m'intento tutti i. ser.« bi, croati e sloveni r.omprcnderauu no questa .sincera parola del loro « Re ti saranno i cooperatoti più feti deli dei miei sforzi futuri, che « tendono unicamente a. giungere nel ii più breve termine alla rcalizzazio« ne di umazioni nell'amministrati zkme. e nell'organizzazione dello ti Staio, che rispondano nel modo « migliore ai bisogni generali del « popolo ed agli interessi dello Slulo «'Per conseguenza, ho risoluto i « deciso che la costituzione del Reti gno serbo, croato e sloveno del' 2S « giugno 1921 no« sia più in vigore. « Tutte le leggi del Paese rimango» ?w valide ft.no a tanto che non sa« ranno soppresse da un mio decreti lo, se sarà necessario. Le nuove « leggi saranno promulgate in avve« nire nella stessa maniera. La n Scupcina eletta l'il settembre 1927 « è disciolta. Comunicando la mia « decisione al mio popolo, ordino a « tutte le autorità dello Slato di conti formarvisi, ed a tutti ed a ciascu« no di rispettarla c di obbedire ad •i essa. « Gennaio 1929. Firmalo: Alessandron. II Patto di Corfù e la costituzione di Vidovdan La Costituzione del Vidovdan era stata votata al 28 giugno 1921, dopo un laborioso periodo di discussioni parlamentar: ed extra-parlamentari, e si può in proposito aggiungere che so Radic, deliberando l'astensionismo dai lavori parlamentari, non avesse commesso un grave errore, la Costituzione aspramente combattuta da Trumbic forse non avrebbe Unito col passare. Quali le critiche maggiori che le si fecero? Anzitutto, il non rispondere in modo completo ai Patio di Corfù del 20 luglio 1917. col quale il serbo Pasic"ed il croato Trumbic, nella vesie di rappresentanti autorizzati dei serbi, dei croati e degli sloveni, dichiararono che i loro tre popoli si sarebbero riuniti in uno Stato nazionale indipendente, dal nome di Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni; bandiere e Corona sarebbero state unificate con riserva di adoperare ciascuno le propri^ bandiere ed emblemi; si garantiva il libero esercizio delle religioni cattolica, ortodossa e mussulmana, e si decideva, per ultimo, che la Costituzione stessa avrebbe dovuto essere approvata a guerra finita, sulla base di una maggioranza qualificata dall'Assemblea Costituente. La sibillina definizione della « maggioranza qualificata » necessaria per l'approvazione dello Statuto, è stata causa dell'intera crisi successiva. Trumbic era partito dal concetto che la maggioranza dovesse essere di due terzi; Pasic sosteneva essere sufficiente la maggio-rauza semplice. A chi gli chic-se, a guerra terminata, perchè non vo-fesse più rispettare la dichiarazione ili Corfù, il vecchio ostinato rispose lle la dichiarazione del 1917 era stata lanciata al solo scopo di irn-pres tonare l'opinione pubblica inp.ii. \ Cu-in. giiii.... -. era u.iiic.-invnt'' iiurlati. il; eostlluire iii .federazione Serbia e Jugoslavia, co- !&lava crjsl diventata, col tempo, statai'e „ riducentesi al desiderio del \€ vecchie Provincie di imporre alle [nuove Provincie il criterio politico Ideila amministra/ione o o r i a e o à e capitanati da Benos e da Masa-|* amministrazione centralista, l'abbiamo riscontrata, tale e quale, in Romania, do,vc i nazionalisti liberali si sono por dicci anni rifiutati di applicare, nei confronti dei transilvani, capitanati da Manin, le decisioni dell'Assemblea di Alba Julia del novembre 10]*: n !a troviamo tutt'ora in Cecoslovacchia, elove i cechi tik, negarli) agli slovacchi l'autonomia amministrativa, garantita loro ciol patto di Pittsburg, firmato da Mosarik durante In guerra. In qua! modo Ri Alessandro intenda adesso porre rimedio allo deficienze della Costiluzione d-1 Vidovdan è quesito di non facile risposta Per condiscendente che voglia essere verso i Croati (o ir. tale politica l'avranno senza dubbio incoraggiato molto Francia, e Inghilterra) ;! Sovrano mai più potrà disinteressarsi rlellc lendftuz-3 serbe e. permettere che fi Belgrado si crei il convincimento di una capitolazioni:' davanti a Zagabria. \ priori si potrebbe anzi dir» che il gesto di ieii. dà una. parte ha posto la condininne dei Sovrano in ima corta migliore luce nei con fronti dei croati, che hanno sempre ripetuto di aspettare la salvezza da lui, dall'altra deve aver deluso quanti pasiciani e quanti "vecchi serbi prò feri rebbero un'ampufazione d'-'la Croazia a promiscuità :ii Governi cuti individui che riconoscono di menta ! i ' à ili venta, dulia loro. ! nuovi Ministri v Ibi soluzione della crisi statale, o^gi dichiarata uìlicialniente aperta, dopo la serie interminabile della crisi parlamentari, che hanno fatto consumare alla .Tucos'aria, in dieci anni, ben I23 ministri, il Sovrano e il suo fiduciario Pera Jivkovic dovranno probabilmente- procedere dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Ed è ipotesi benigna. . .Uno..sguardo aHiA.cjcmpoÀUione.dei Gabinetto autorizza a qualche s'.ipposiijone, cini le direttive generali che nella nuova fase» saranno seguite, J.a Usta ilei Mirisiri e la seguente • Presidenza del Consiglio ed Interni: generale Pfeiro Jivcóvic, comandante iklla Guardia ìleale. Affari Esteri: MarinUovic, già ministro degli Esteri nel Gabinetto dimissionario. Ministro senza portafogli: Uzuno vie, ex-presidente del Consiglio. Comunicazioni : Korosec, ear-pre*idenle dri Consiglio. lineerà e Marina: generale Haaic. Finanze: Svrljuga, rice-presidenle dell'Unione delle Panche Jugoslave. Politica sociale: Drincovic. Istruzione Pubblica: Masimovic, ex-ministro. Culti: Alupovic, vice-presidente del Consiglia dì Stato. Giustizia: Srside. Sanità Pubblica: KrulJ, ex-ministro. Foreste, Miniere r. Ttifarma agraria ad interim : Radivocevic. Peste Telegrafi e Lavori Pubblici ad interim: Savc-ovic. Agricoltura ed Acque: prof. Fran gek dell'Università di Zagabria. La « corrente jugoslava » Il Presidente del Consiglio ger* rale l'eia Jivcóvic (che oggi cornati da la guardia reale, conio nei quale aveva il grado di tenento la notte dell'assassinio ili Alessandro e Draga nel 1903), c un deoiso sostenitore, assieme a ite Alessandro, della cor reme jugoslava alla quale in fondo appartiene anche Svetozar Pribice vie. La corrente jugoslava, mirante alla fusione delle tre razze dello Slato S.II-*. e ad una politica estera spiccatamente adriatica, ha i suoi avversari principali nella famosa Narodna Odbrana » e In una frazione della ci Mano Bianca » facente capo al generale Kostic. Durante tutto il dalla crisi di gennaio del Gabinetto Vukicevic in poi, la corrente jugoslava è andata rafforzandosi, mentre nel partito radicale pasiciano si verificavano fenomeni sempre più gravi di sgretolamento. Alcuni uomini del centro dello stesso partito osarono anzi schierarsi contro la Scupcina e assumere il punto di vista della coalizione di.-rnomrale anche prima dell'assassinio di Radio e compagni. Il più attivo di questi radicali fu :I_ dott. Srchkic, un bosniaco in ottimi rapporti con Radic e Pribicevic, come pure con l'ex presidente del Consiglio Uzunovic e l'ex-ministro degli Interni, Maximovie. Orbene, il Gabinetto che l'altra notte ha prestato giuramento nelle jmani del Sovrano, comprende tanto Srchkic — Ministro della Giustizia — quando Maximovie, Ministro della xdro e l o o l S . e a 7 a a d a o i , e n , e e n l o a i , i i i l i a a a si l so-jPubblica Istruzione, e l'zunovic, a Ministro senza portafogli. Se s: ago-|giunge che Pera Jivcóvic e un i e e mo di Màximovic e che Srchkic, già un auno addietro, si è dichiarato faa vorevole ad un esperimento con un n-'sonerale Capo del Governo, si può trunquillnmetite conr-'iudere ruppieu.l^enfare il Goverun odierno un scrìu ii'iiiiilativu di salvuttiggfo ilrirldeu ju- zinne della sicurezza pubblica e sull'ordinamento dello Stato; ii.o) una legge che modifica, completandola, la leggi; sulla stampa; 4.o) una ìeg|Se cno r(!Cii modificazioni a quella sui municipi! e sulle autonomie regionali. La nuova Ugge sui potere reale e — xoslava mediante la collaborazioni» jpdegli uomini, che a questa idea fu- jerono i più devoti. dla riforma alatala 'slti r.- . I, ..ui- CII Giornale Ufficiale ha pubblica-Icto: l.o) il testo della nuova legge su! potere reale e siu.a amministra-!2zione suprema dello Stato 1 comprende i?l articoli !f>;?5.Ll'9,tolonfensco-' no al Re il potere legislativo ed ^^cutivo; 2,o) una legge sulla P^hsnsslc-pssuil'ammlnistràzioiiD suprema dello! stato, pubblicata nel Giortialc I7f/i-|nsernie di ieri mattina, stabilisce all'art l.o che li Regno S.H.S. è una Monarchia ereditaria. Secondo l'art. 2.0, 11 Re detiene ogni autorità del Paes". emana e promulga n(pei-isof lijì«Itgradi dell'Esercito, comanda le forze armati. L'art. 8.0 conferisce al Re il diritto di ami listi a e di grazia. Secondo l'art, -l.o, li Re rappresenta lo ^laro in tutte le relazioni con gii altri Stati. CU artico': 5, G, 7, 8, 9, 10. II. 1?. I?, e li sono consacrati allo, si aiuto della Casa Retile, all'organizzazioni! e ali -esercizio della Reggenza durante i'ajsenza, la inalati:» o la minore età del Re. Ai termini dell'art. 15 il Re non; mina il presidente del Consiglio ed i ministri, i quali agiscono conformemente alle sue istruzioni. I ministri ilcdcpc!t'r'Rbpc«•ostano giuramento di fedeltà all^Re. L'art, fi; titubi lisce che i mini- p:irl sona responsabili davanti ni Re,; i quale può melici-h «listato ai_ ae-j;cusa. L'art. IV prevede la procedura per il processo contro : ministri. Secondo l'art. 1S il Re emana, e promulga le leggi con decreio controfirmato dai presidente del Consiglio dei ministri, dal ministro interessato e dal ministro della Giustizia. Al termini dell'art. 19 il potere am minisi tpnpLliinistrafivo è esercitato dai mini- «SSHìo il paese a nome del Re. L'art. 21ne fri paese .stabilisce-che la presente Legge cn-i tra in vigore alla data della pubbli- dire da ini: stesso, Oltre all'abrogazione della costituzione e allo scioglimento della Scupcina, il Re ha pure disciolto tutti : Consigli delle contee e ile: distretti che saranno sostituiti da commissari regi. Le cinque provincia Iccazione nel Giornale ufficiate, vaie a|dmCoocpt•os• mA! dicastero delia Giustizia.] Srchkic avrà da olaboraie .a materia, legislativa della riforma interna. I Nelle grandi linee il suo program- trn-i a rioto Vnnena ai -'O di noveni- !Bhi ,,n 'rj fi lo ha ri- ''bre, un mese t mezzo ta io na ri ,nprodotto la. belgradese Pnhlika. Ade i,■ attuai: circoscrizioni ammtni- rative, Srchkic intende sostituire cinque grandi province, la cui autonomia trarrebbe origino dalle tradizioni storiche. Ciascuna delle cinqne province avrebbe una propria Dieta, alia, cui competenza sarebbe ottratta la sola legislazione gene mie. T poteri legislativi verrebberoItdeferiti al Parlamento Centralo, n«Mcll|i,cd'rcomposto del Senato e della Camera !ldei Deoutati O^ei in Juooslavia liti riun uepm.au. w ui. m jugwmvm, ira pSonato non osisi*. Tu vecchia Serbia dne ebbe uno soltanto con la Costi- ltu zinne ile! 9 aprile 1001, che però, ] Ccome dicevamo in principio, rimase pin vigore non oltre il 7 aprile 1903. T . . cLe nuove cinque province, progettate da Srchkic, avrebbero le seguenti delimitazioni: Provincia di Lubiana, con la Slovenia e i territori sulle due sponde della Mur. Provincia dì Zagabria, con là Croazia, la Slavonia, la Bosnia nordoccidentale e la Dalmazia fino al fiume Narenta; Provincia di Serafevo, con la rimanente Bosnia, l'Erzegovina, 'a Dalmazia meridionale e il Montenegro; Provincia di Relgrado, col Ba.nato, la Bacska, il Sirniio, la Serbia settentrionale fino alla città di Aleksinaz, l'antico Sangiaccato e la regione di Tzla in Bosnia; Provincia di Nisc. con la Serbia meridionale e la rimanente Serbia nord-occidentale da Aleksinaz in poi. I croati non sono soddisfatti llantqssncnbpglstctmNaturalmeiite. un tale progetto, sner ora, non può essere considerato ndefinitivo, giacche rimane da sentire hsei Croati sono d'accordo o no. A KPcdnprima vista, verrebbe fatto di rispon dorè negativa mente, a motivo della divisione dalla Croazia di parte della Bosnia, dell'Erzegovina e della Dalmazia, meridionale, reo-ioni che i Croati hanno sempre asserito dover formalo un tutto inscindibile. Ora, il Bau sto e il Sinnio, i Croati vorrebbero comprenderli nel gruppo statale che forma il loro ideale nazio zyzcpnaie. Ma, così ragionando, entriamo uin un altro campo, e cioè quello del-:Pla possibilità o meno, per Zagabria ?di realizzare, in questa circostanza lil progrartwna dimena ISSS& ìfda Belgrado, riducendo 1 rapporti scon la Serbia al semplice dualismo. |sSe il Sovrano ha fatto ai Croati con- |scessioni dolila portata delle odierne !•s.» il Sovrano si ;. deciso a rllchi.i! « ■ • . , ,. " ' . a.,- .... il.,' u. v;,,.,.- li, ,<,,■;.>:> •"""'■ '<•'' -I " i»«lrre le elezioni . jper ia Costituente, incaricando di jeseguirla uomini ritenuti desiderosi di salvare, in extremis, l'idea jugo- 'slava, è da escludere che anche ai Croati vengano richieste delle con- Icessioni* Telegrammi da Zagabria annun!2,;.ano ciie „ dott Macekt al auo ri. ,torno da Belgrado, si ' e espresso, ^tS^t^^J!!^ hi^affiw L, Co- s'it'.iziono del Vidovdan, che per 7 anni ha oppresso i Croati, è abolita. Io sono sicuro c'm questo porti al benessere della Statù, all'unita, alla maturila e alla, potenza del popolo croato, e che, grazie ala saggezza de! Monarca, -i riuscirà a realizzare l'ideale del popolo croato di essere padrone in casa propria, nella, libera Croazia ». ! Macefc, insomma, considererebbe li|nora realizzato il motto suo e dei suoi amici : « Re e popolo ». Il successore di Stefano Radic fa notare che il Sovrano ha accolto le (proposte da lui avanzate fedelmen- sslszjìf- r[tf'£?d<? la volontà delle vit-j Itime del 30_ giugno, e aggiunge che n; il Re, avendo fatto piazza pulita, ha creato la possibilità di riorganizzare di san:, pianta la Jugoslavia secondo j desideri e i bisogni do! popolo. Potremmo qui far seguire due commenti di giornali di Zagabria : !c yorasti e il M'orgpubialt, che sono tutto un inno al taglio cesareo ope'rato., conio scrive il Morgenblatl, da 'Re Alessandro. Ma, siccome si ;rath di due giornali che il Governo belgradese si e notoriamente accaparrati in questi ultimi tempi, per cerare una migliore l^io? riguardi"^!» 'C at"1(^fera nei perfluà ; Dc- Vesto, già stasera j;n (;(«itnist< citazione suaprendo, con le informazioni del ser.-i Ma ci k pronunziato ìu di conoscerò I membri del Ga- ìio Pera Jivkovic, che appare troppo dittatoriale e composto di | persone ostili alle aspirazioni croate, » All'ottimismo iniziale — si dice —'ni. if tino prima di Linei tia l'atto s-iguUo, Uogli aldini croati, la certezza che il regime assolutista! è assai lontano dal realizzare una par» te, sia pai minima di aspirazioni croate, Don appena si è appreso lo scioglimento di mite le assemblee comunali a di tutti i paniti, leghe e organizzazioni di carattere nazionaliste, croato » L'inasprimento della legge sulla stampa fa il resto.. A Belgrado, il ministro della Giu« stizia Srskic, interrogato dai giornalisti circa i limiti entro i quali possono esseri contenute le informazioni allo scopo di non urtare contro' le disposizioni della censura preventiva, ha esortato a pazientare alcuni giorni. Il Presidente del Consiglio Perai Jivkovic, ha detto invece ai giornalisti con laconicità militare: « Noi non vogliamo parlare, ma} lavorare e lavorare: voi potrete giudicare ». Il Governo all'opera j II nuovo ministro degli" Interni hs preso la consegna da Korosec nella: preso la consegna da Korosec nella notte da sabato a domenica, dopo che il prete cattolico e il prete ortodosso ebbero lasciata la Reggia,nella quale avevano ricevuto il giuramento dei nuovi membri del Governo. Nel corso della nottata furono poi diramate istruzioni alle autorità di provincia. Ieri mattina alle 10, vaniva chiusa! la Scupcina, nella quale adesso notì è più lecito di entrare, nemmeno al Presidente Mikailovic. I gruppi parlamentari, che non hanno tempesti* vamente ritirato i loro archivi, provvederanno nei prossimi giorni. A Belgrado, domenica notte, mentre per le strade si affiggeva 11 manifeslo reale, parecchi cittadini, leg- gendolo, inneggiarono al Re, che ie ri mattina, scorto dietro una fine stra della Reggia, venne fatto segnai ad ovazioni, | Sul primo Consisrlio dei Ministri, che ha avuto luogo ieri, non sond 'stati diramati comunicati.