La Venezia asiatica

La Venezia asiatica La Venezia asiatica , : ' , , ! ! ; ! l a a i d a L . l l e i a , o a i . i o i s e o à i l o a a o o . o e i a o a al i a n a Una delle citta asiatiche che hanno, Ultimamente subito piotunuu traslorina/..uni, e cenauiviUe L>aiigKOK, ia capitan; uei isiàm, particolarmente cara au un gruppo non uumurusu ma stiaorairiaiianiente attivo a geniale di nostri connazionali. Abbiamo prouuaio uel ritorno dai Siam di uno di essi per interrogarlo sui caratteri e le uo-, vuà delia lontana metropoli chiamala i '<ll gioiello dell'Asia» e « la Venezia asiatica». Questi appellativi si applicano ancora a qualcuna delle pocuiia- ! rila di cotesto caraneristico ambiente I estremo orientale che rimane tipico I specialmente per i suoi famosissimi tempii, infatti, come e noto, poche città al mondo, possono, sotto quiiaio punto di vista, concorrere con Bangkok. Un quinto dell'area della citta è coperto dai fastosi tempi buddisti di quel singolare stili- appuntilo diffuso in tutte le manifestazioni artistiche siamesi, dagli edifici ai cappelli dei ballerini. Un'altra peculiarità di Bangkok sono i canali che la intersecano in tulli i sensi, ma una simile topografia presentano puri- altre città dell'Asia meridionale corno Pulembang e Pontianak nell'isola di Sumatra. 11 nostro interlocutore ci ha dotto: — Per quanto Bangkok ni questo ultimo cinquantennio si sia molto europeizzata, che un'estesa rete stradale sia staia tracciata per sostituire i vecchi sistemi di comunicazione per via acquea, i « klongs », vale a dire i canali, rimangono quello che sono i canali per Venezia, vale a dire le arterie fondamentali della metropoli sulle quali decine di migliaia di siamesi passano resistenza sui loro « sampang » piccoli e grandi, galleggianti sul grande fiume Menang. Sulle sue rive si estolle ancora la parte più fastosa della città, e la vita di questa rimane intrinsecamente connessa con quella che si svolge lungo il fiume. — E' molto antica Bangkok? — No. Essa fu fondata verso la fine del secolo diciottesimo dopo la distruzione dell'antica capitale Ayndhya. Ma sono bastati questi pochi secoli per avvolsero Bangkok nella caratteristica atmosfera asiatica sicché essa non apparo meno venerabile di metropoli assai più vetuste. Un re esteta — Ma infine a chi è dovuta la trasformazione attuale di Bangkok? — Essenzialmente al defunto re Chulalongkorn, ia statua equestre del quale, opera d'uno scultore italiano, domina la piazza di fronte al palazzo reale, che è la più imponente costruzione europea eretta in Asia. 11 geniale sovrano, che visitò parecchie volte l'Italia, ha trasformato Bangkok in una vera residenza reale, coprendola di magnifici viali, gettando superbi ponti di cemento armato sul fiume e sui canali, tracciando la irete tramviaria e dotando la capitale di tutti 1 servizi pubblici moderni: luce elettrica, acqua potabile, fognature ecc. Oltre a questo il Be si preoccupò di dare alla sua capitale un aspetto europeo, chiamandovi architetti ingegneri ed artisti occidentali, che vi eressero una serie di palazzi sullo stile scelto dal sovrano, che voleva le cose fatte al suo modo. — E quali palazzi furono costruiti ultimamente ? — Tutti i cosiddetti edifici ufficiali, li primo fu il palazzo del Ministero della Guerra, cui seguirono le sedi degli altri Ministeri, in ultimo venne eretto il palazzo dell'Università, che sugna, in quanto al buon gusto, un indubbio progresso sulle costruzioni antecedenti. — Mi hanno detto che artisti specialmente italiani hanno lavorato neUa ricostruzione dei palazzi reali. — E' vero, e fra essi si deve ricordare il torinese Cesare Ferro, che fra l'altro liu decorato egregiamente la stazione ferroviaria. Altri artisti nostrani hanno lasciato buone traccie del loro ingegno in quella lontana metro poli orientale. — Sono cambiati giù usi, ì costimi: e il carattere dei siamesi nella capitale? — Non molto. Cotesti popoli sono troppo tradizionalisti per potersi acconciare agli usi occidentali in breve volger d'anni. La stessa corte ha conservato le antiche costumauze, che neppure il sovrano attuale regnante ha modificalo gran che. 11 re Vagiràwudda benché abbia studiato in Inghilterra, è forse più tradizionalista dei suoi avi, e nel sontuoso palazzo, che da lontano, con la muraglia bianca che lo circonda pare una fortezza; la vita e le cerimonie non differiscono dall'antico. 11 mutamento del Siam è insomma più superficiale che reale, per quanto l'afflusso costante di stranieri stia apportando tutti i giorni nuovi elementi di incivilimento. — Da che cosa è nato questo sforzo di occidentalizzare profondamente il Siam? — Da un certo bisogno di reazione. Chulalongkorn ebbe vari dissapori con le potenze europee che confinano con il Begno, Francia e Inghilterra. Egli pensò che cercando di europeizzare l'ambiente in cui il suo popolo viveva, avrebbe potuto ispirare un certo rispetto al due pericolosi vicini. Cosi venne in Europa, prevalentemente in Italia, trascurando quasi del tutto Francia ed Inghilterra. Da noi trovo calorosa ospitalità, e di più s'innamorò per gusto personale e per consiglio di qualche amico fidato, dell'arte italiana. In ogni modo è certo che cercò di avere il meno possibile di rapporti con le due nazioni confinanti preferendo invece quelli con l'Italia. Ferrovie e tempi — Non credei) che la sua opera e quella dei suoi successori sia stata effettivamente utile al popolo? — Non se ne possono ancora vedere gli effetti. Spesso bisogna accontentarsi di sovrapporre- una vernice di occidentalismo sulla vecchia tradizione orientale, e le due cose sono quasi sempre in contrasto. In origine si costruirono delle ferrovie le quali durante la stagione della Dioggie servivano poco perchè le linee restavano spesso suBcStrllcs o, a o i -, a i a - ! e I o I i à o n o e , . i i o e a e e i ti e a n e a va pi aul o, o ue e n a i e m 1 rie e o, ra al al ti i, o di e e nnlira a oel o i: ao ce ne e àna o, na; o è e, ani o il e. n n li e a, isi in to o aite he di ti e a re ncne mite o o sommerse. Ora però venne consolidata un eccellente linea che conduce da Bangkok a Penang con treni espressi comodissimi. Da Penang si raggiunge Singapore donde salpano piroscall per tutto il mondo. Ma malgrado le ferroviu, gli aeroplani e le automobili, la mentalità siamese resterà per molto lampo immutata. — Viaggiano mollo i siamesi con i loro pici-oli battelli? — Si limitano a trasportarsi da villaggio a villaggio, se sono commercianti per esitare le loro mercanzie, se marinai per trasportare i prodotti agricoli e specialmente il riso, se operai vanno di ornile in canale ad offrire la loro opera nei campi e nelle risaio. Ma i lavoratori sono pochi, mentre invece abbonda un'altra classe di nomadi d'acqua che fanno null'altro elio il mendicante. — E non vi sarebbe modo dì insegnali; ,i costoro a lavorare? — Mi pare molto diffìcile per varii motivi, i quali risiedono nel fatalismo e nel tradizionalismo orientalo. Ve ne do la prova convincènte: i templi pur cosi numerosi e caratteristici a Bangkok, continuano ad aumentare... — E_ per quale motivo'.'. — E' anche questa una strana caratteristica del paese. Fra. 1 390 templi di Bangkok molli conservano immutato il loro prestigio. Ma altri caduti in disgrazia presso i fedeli, vengono abbandonati. Non si demoliscono, ma si lasciano senza cure, sino a che il tempo e il pesante clima tropicale caldissimo ed umido, non s'incarica di distruggerli. E questo perché i fedeli non ottengono, pregandovi, quel numero di grazie che ogni fedele buddista crede di avere ragione di pretendere. Abbandonato un tempio, se ne costruisce immediatamente un altro, che dia o che si spera possa dare migliori risultati. — Allora il siamese è un popolo molto religioso? * — Moltissimo: ì malesi sono addirittura fanatici. Non vi è siamese giovane o vecchio che non abbia passato un certo periodo della sua vita in qualche monastero, meditando sui libri sacri e cercando di immedesimarsi nelle massime del Maestro. A Bangkok e in tutti i centri siamesi, grandi e piccoli, s'incontrano ad ogni piò sospinto i monaci buddisti, in gran parte giovani, facili da riconoscersi per le vesti gialle e l'aspetto esaltato. Il curioso però di questa situazione consiste nel fatto che i templi siamesi non sono considerati solamente come luoghi dedicati alla preghiera, ma come veri e proprii locali di ritrovo. La popolazione vi si dà convegno per discutere le sue faccende, ed è facile trovarvi gente che vi scherza e ride con la massima disinvoltura. — Come si trovano gli stranieri al Siam? — In generale, bene. Sono tutti occupati a fare denaro in fretta por andarsene e sottrarsi al clima enervante. Tentativi importanti per risanare terre non ne sono ancora stati fatti, e del resto non è forse possibile. L'automobilismo è sviluppato ma solo nelle città. Gli indigeni continuano a servirsi per i loro trasporti delle vie d'acqua. La rete stradale ordinaria è appena agli inizi. Del resto gli stranieri al Siam sono abbastanza ben visti. Nel passato accadeva ad europei, di essere molestati da turbe di mendicanti, in gran parte cinesi, o dalle offerte dei ciceroni da strapazzo. Ma il Governo ha represso con energia l'accattonaggio, vietando alla poveraglia di molestare non solo gli stranieri, ma anche chi non è della slessa condizione. — Il Siam è molto visitato dai turisti ? — Abbastanza, specialmente dagli amerieani. Essi attraversano il paese e fanno una rapida visita alle sue bellezze naturali ed architettoniche, tra cui insigne il famoso Wat Arun che svetta le sue numerose e decoratissime guglie, oltre i palazzi della capitale, sulie torbide acque del fiume. E' veramente uno spettacolo pieno di suggestione queiìo di vedere tutti cotesti pinnacoli adergersi sulla distesa di quella che è indubbiampnte la più moderna delle città asiatiche. Navigatori — E quali sono gli altri aspetti interessanti rìi Bangkok? — Navigare, per esempio, sul fiume solcato da migliaia di «sampang», di « praos » malesi, di giunche cinesi, di vapori e di agili torpediniere che formano la flotta del piccolo Begno, cui le Potenze europee confinanti interdicono di aumentare gli armamenti marittimi. La notte spec'almente, la scena lungo il fiume è affascinante. Bisogna immaginare le lunghe banchine illuminate da migliaia di globi elettrici che si riflettono nell'acqua mossa da un gran numero di eliche, e che affogano nel loro vibrante chiarore i fiochi riflessi delle lanterne di carta delle barche orientali. Tutto questo fra l'assordante fischiare delle sirene e il rombare dei motori dei canotti automobili che vi passano vicini rapidissimi, solcando l'acqua come treccie e facendola schiumeggiare all'infinito, mentre le onde sollevate imprimono' folli movimenti ai «praos», alle giunche, ai « sampang », dai quali giunge il suono di qualche triste e stridula nenia indigena. — E fuori dalla capitale? — Qualche punto del Siam ha uno speciale interesse per chi voglia osservare la vita siamese nel suo ambiente originale non ancora compromessa da influenze occidentali. V'è una località che traduce il sapore dell'antitesi come ben poche altre: Paknam. E' un villaggio alle foci del fiume. Su una delle rive sorge la stazione marittima militare, che ha un aspetto modernissimo con le antenne della telegrafia senza fili, i baraccamenti, gli alti comignoli di un paio di fabbriche governative e le villette degli impiegati e degli ufficiali. Sull'altra riva. Invece, si ritorna in pieno Siam di trent'annl or sono. Le catapecchie nelle quali vive la popolazione indigena, sono esaitamentp simili a quelle del loro padri, le vie sono pavimentate con pietre larghe e lisce, secondo l'uso del paese.Sirio.