Il nuovo Presidente della Corte dei Conti

Il nuovo Presidente della Corte dei Conti Il nuovo Presidente della Corte dei Conti insediato dal Ministro Mosconi Le direttive del Governo: severa parsimonia, scrupolosa osservanza della legge, rigido controllo nella gestione del pubblico denaro a e n i e a n a Roma, 2, notte. Stamane, alle 12, ha avuto luogo l'insediamento del nuovo presidente della Corte dei Conti, Gino Gasperini. La cerimonia, cui era stato conferito il carattere di una solenne, e austera tornata delle sezioni unite della Corte, si è svolta nell'aula destinata, alla presenza del ministro delle Finanze, Mosconi. Erano pure presenti i sottosegretari di Stato, Rosboch e Casa/lini, e molte altre personalità. U discorso del Ministro Il gr. uff. Gasperini è entrato insieme al ministro Mosconi, il quale, cessati gli applausi dei presenti, ha pronunziato il seguente discorso: « Eccellenze, Signori! Ho creduto intervenire per invito del Capo del Governo alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente della Corte dei Conti non solo per atto doveroso di omaggio a questo alto consesso, ma, altresì, perchè la presenza di un membro del Governo vuol significare ancora una volta tutta l'importanza che il Regime fascista attribuisce agli organi supremi, chiamati dalla legge ad affiancare di consiglio e di controllo la vasta e complessa azione dello Stato. Questa azione si estrinseca necessariamente in una spesa a fronteggiare la quale il cittadino ha il dovere dì versare adeguato contributo all'Erario. La gestione pertanto del pubblico danaro, proveniente dal sacrificio di tutti i cittadini, costituisce per il Governo un compito assai delicato nel quale si impone che all'esame ponderato dell'opportunità e della convenienza della spesa si associno un severo senso di parsimonia, una scrupolosa osservanza delle forme di legge, un rigido controllo delle erogazioni. « A siffatti criteri' intende ognora informare l'opera il Governo fascista, il quale, restituendo al potere esecutivo intera la sua funzione e liberandolo da ogni dannosa interferenza, non ha innanzi a sè altra mira, altra finalità che quella del pubblico interesse. E' perciò che esso non può non considerare come collaboratori e integratori necessari della sua azione gli istituti che hanno il compito di circondare questa di garanzie e di controlli rilevandone anche eventuali manchevolezze; e tra essi importantissima questa Corte dei Conti, che, nella sua anItica tradizione storica, è in particolare chiamata a vigilare nei suoi diversi stadi sulla gestione del pubblico danaro, funzione assai elevata che la Corte non potrebbe esplicare appieno se non sorretta dalla volontà del Governo che questa ognora liberamente si svolga in tutta la sua interezza. E' tale l'intendimento preciso del Governo fascista. » A questo scopo mira pur anche il proposito, per il quale il Capo del Governo ha testé costituito un autorevole Comitato, di rendere sempre più perfetti i sistemi di controllo, i quali, doli'esser resi più agili e pronti, acquisteranno una maggiore efficacia, una più sicura garanzia. » Il nuovo presidente della Corte, l'avv. Gino Gasperini, che, alla fresca enejgia del combattente devoto al Regime accoppia largamente la preparazione e l'esperienza del magistrato e del funzionario, saprà per certo rispondere alla fiducia in lui riposta e raggiungerà con voi, consiglieri e funzionari, queste elevate finalità, continuando così la nobile tradizione dei suoi predecessori che degnamente coprirono questo altissimo seggio. « Eccellenze, signori, nel nome augusto di S. M. Vittorio Emanuele III e del nostro grande Duce Benito Mussolini, ho l'onore di dichiarare l'avv.. .Gino Gasperini insediato nel- lds - l'ufficio di presidente della Corte dei Conti ». La risposta di Qasperini Il nuovo presidente della Corte dei Conti, avv. Gasperini, ha così risposto: •«Volgo il mio pensiero grato e riverente all'augusta Maestà del Re, ricordo con illimitata devozione ilj Capo del Governo, auspice e.guida infallibile di ogni attività indirizzata al bene della Nazione; prego le VV. EE. di voler gradire l'espressione del mio animo riconoscente per aver voluto rendere più solenne questa cerimonia con la loro presenza e per le parole tanto lusingliiere teste rivoltemi. Porgo a voi, eccellenze e colleghi della Corte, ai funzionari tutti il mio saluto cordiale bene augurando per il grave e comune lavoro. « Assicuro che darò tutta la mia passione di italiano e di fascista per mantenere alti il prestigio e la dignità di questo glorioso istituto, seguendo il nobilissimo esempio dei miei illustri predecessori ai quali la mia memoria si rivolge con profonda sincera deferenza. « Non a voi debbono essere rammentate la vastità e l'importanza delle funzioni di questa Corte, che la mente eletta di un insigne patriota volle e costituì. Parlando a coloro che, come voi oggi, furono chiamati ad esercitare così elevata missione, Quintino Sella ebbe a dire: « Altissime sono le funzioni che la legge vi confida. La fortuna pubblica è commessa alle vostre cure. Della ricchezza dello Stato, questo nerbo capitale della forza della potenza del Paese, voi siete creati tutori ». « Tali memorande parole sono nell'animo di noi tutti: il mandato affidato a questo Consesso ha le sue stesse origini nel mandato di cui ancor oggi siamo i depositari. Mentre il genio del Duce e l'azione del Regime che egli ha dato all'Italia attraverso profonde mirabili riforme nel campo politico e amministrativo, imprimono nuovo e sempre maggiore incremento vitale nlle nostre istituzioni, noi, eccellenza, promettiamo fermamente che nulla trascureremo perchè anche questa Corte possa essere degna della novella èra che prendo nome e vita dal Fascismo. «Noi tutti, io ne sono sicuro, uniti in' un solo intenio. daremo opera assidua e instancabile con quello stesso fervore di cui furono animati i nostri primi antecessori, per serbare alla Corte dei Conti l'autorità, il decoro la reale efficienza voluti dagli ideatori di essa. « D'altra parte ci auguriamo che dell'accresciuto lavoro ner le più ampie funzioni dello Stato e per i nuovi incarichi di continuo deferiti alla Corte, il Governo voglia, preoccuparsi procurando a questa i mezzi adeguati, affinchè ad ogni compito sia per corrispondere una concreta possibilità di esecuzione e affinchè tutti i controlli possano essere effettivi e non formali. (c Nella nostra attività sarò, saremo costantemente ispirati al rigido sentimento del dovere, ti ferrea disciplina, all' esempio fulgido del Capo che per la fortunn d'Italia ne regge le sorti. « Dalla saldissima fede in lui, trarremo la capacità di svolgere il nostro compito con quella obiettività scrupolosa ed equilibrata, con quella indipendenza di giudizio che egli stesso vuole costituiscano l'intima, sostanziale essenza di una perfetta funzione di controllo. La volontà dì bene adempiere il dovere nostro verso la Patria, ci darà-l'energia spirituale per cui ogni opera, la più modesta, diviene sublime passione, ma senza il cui alito ogni istituzione, anche la più nobile e la più pre ziosa, inaridisce e. muore »..

Luoghi citati: Italia, Roma