Il valore dell'oro

Il valore dell'oro Il valore dell'oro Per molta secoli e per molti popoli l'oro è stato il classico rappresentante della ricchezza: nel mondo economico moderno essa 6 diventato qualcosa d'altro: è assurto ad una diversa e più complessa funzione: costituisce la misura del valore di fritte'le merci e di tutti i servizi. Le vicende monetarie della guerra 'e più ancora quelle dell'immediata dopo guerra parvero aver eliminala questa funzione dell'oro: scomparso dalla circolazione, abolita la convertibilità In oro delle singole monete nazionali, un sistema artificioso ed> artificiale fatto specialmente di controllo interstatale, sul corsa ( delle singole divise, parve render .superflua la funzione dell'oro. La fine della guerra e con essa «"«He economie chiuse, la ^comparsa c .gli accordi internazionaJi, le paurose vicende monetarie- d'egli Stati vinti, resero evidente corne una moneta che non avesse -un ^valore intrinseco- e stabile poggiato suHforo desse luogo alle più gravi conseguenze economiche e finanziarie: Qià nella conferenza di Genova il problema era stato posto in tutta la sua interezza per merito soprattutto di un italiano: Luigi Luzzatti; mia la situazione non era accora diventata sufficientemente apta, peremè l'attenzione del mondo i fosse richiamata su uno di quei problemi che parve allora avere un aspetto, più teorico e dottrinale, che reale <e pratico. Molte volte è necessaria'.l'esasperazione del male perchè vi tsi ponga rimedio. ; Così fu soltanto quando l'esempio del caos finanziario prodottosi in Austria ed in Ungheria per il crollo delle rispettive ratmelte diede il primo allarme, che apparve a tuffi la necessità primordiale di ritornare ad; ima misura stabile nel valore delle merci e dei servizi. E questa misura stabile si ricercò nuovamente nell'oro, e si volle che lo scellino dell'Austria come il pengo dell'Ungheria avessero un valore invariabile garantite dalla loro convertibilità Sin una determinata quantità d'oro. Seguì la Germania e vennero appresso tutte le altre Nazioni: le quali tutte — ad eccezione del Portogallo, della Romania, della Spagna e del Messico, vollero dare — sia aure con irietodi diversi —un valore fisso,alla loro moneta, vollero cioè giungere alla, sua stabilizzazione. La stabilizaazipne fu appunto ricercata nella garanzia di un rapporto costante fra l'unita monetaria di un paese e un!aj| determinata quantità d'oro. Cosi oggi dopo la stabilizzazione la lira italiana vale circa 27 centesimi oro, ìlv franco francese vale meno: all'in-1 circa 20 centesimi oro: il che sign*> fica che con una lira si possono acquietare merci o prodotti quanti /se ne possono avere con 27 centesimi gioirò, e che la capacità di acquisto qel franco è uguale a quella di 20 centesimi oro. Jpra quindi che tutte le monete hanno scelto come base del loro vallone la base-oro o quella cambio-oro (il-£he agli effetti pratici è equivalenti) il -giallo metallo ha ripreso la sua funzione di indice internazionale per la misura del valore di tutte le merci e di tutti i servizi, n prezzo di questi nelle varie Nazioni e nei vari rapimenti sii confronta riducendoli ad' un comune denominatore'; il prezzo-oro. La capacità d'acquisto dell'oro è ridiventata così la base di tutti i valori, in quanto tutti gli Stati hanno accettato di far parte di una . grande collettività monetaria, cui l'orò serve da legame comune. Evidentemente se questo è aweftuto si è perchè attraverso tutte le proposte messe innanzi, è parso che l'oro rappresentasse ancora la merce;'il cui valore fosse più stabile, in modo che la sua capacità d'acquisto fosse costante e che ad una determinata quantità di esso corrispondesse sempre una determinata quantità coterepni!cmdlderqprolmlurv(IrbnsfcpdglMlctmritstrp'aPdmndspmezvczsd°vcnmrcadMptcnnilmltPST„Z £ »™«rV\ì i* rfv.~ l'2*%*££lZ$%lra, in modo che le oscillazioni del prezzi oro si contenevano entro co/.i ftnl molto limitati, così non è avvenuto più dopo la guerra. Se *per esempio si raffronta a distanza' di due anni l'indice dei prezzi all'ingrosso ih due naesi che come l'Inghilterra e gli Stati Uniti hanno per base una moneta aurea sì hanno le cifre seguenti: Stati Uniti Inghilterra Maggio 1925 154 158,6 'Agosto 1928 142 139 Il che vuol dire che la capacità di acquisto dell'oro è oggi superiore del 10% in confronto di quello che era nel 1925, cioè che i prezzi delle merci sono ribassati di altrettanto in con: franto al prezzo dell'oro, che in sostanza potendosi oggi comperare colla stessa quantità di metallo una quantità di merci suporiore a qiiplhi del 1925 il valore dell'oro è aumentato. Questa fluttuazione nel valore deb l'oro, gli toriie la stabilità che ne Ora il preorio principale: sia p,ure jn limiti molto modesti e con" effetti molto più limitati ciò cariqha quegli stessi inconvenienti nella vita economica e fin anzi pria, hello sviluppo economico, nella vita sociale, nella ripartizione delle ricchezze, che la svalutazione o la rivalutazione delle monete ha cagionato negli anni passati. Senza entrare nell'esame di tutti questi fenomeni si sa che ad esempio la tendenza continua all'abbassamento dei prezzi in .dipendenza del differènte valore dell'oro s.bocca in un periodo di crisi mentre il movimento contrario verso il rialzo corrisponde a periodi di intensa attività, economica, concorrendo così la prima come il secondo alla formazione di uno di quei cicli economici the turbano il regolare sviluppo della produzione, del commercio e della finanza. Di qui I* domanda: vi è la possifcólità di stabilizzare il valore dell'oro, cioè della sua capacità d'acquisto e conseguentemente dei prezzi Usile merci? che si riduco a chiedere da che d; l a a a aj| lv -1 > e i o 0 e o a e i l o i i , e e n o à cosa deriva questo aumento nel potere d'acquisto dell'oro. Senza andare y ricercare spiegazioni molto complesse — e lasciando a parte interfenvrize e particolari — riteniamo che i!i fenomeno possa ricondursi ad alcune lince molto semplici. Nell'immediato dopo-guerra quando i prodotti difettavano, mentre nel mondo la quantità d'oro era rimasta la medesima m1 in alcuni Stati esso non era più usato come mezzo monetario, l'offerta di oro era superiore a quella di altre merci o servigi, ed il prezzo di questi aumentava consitìerevoljmente. Questo stato di cose è oggi radicalmente cambiato: stimolata dagli alti prezzi la produzione mondiale si è sviluppata, ha dato luogo ad un maggior volume d'affari e quindi ha. richiesto un maggior voMime di moneta e di credito. • Ma (In un regime monetario ormai generalizzato sulla base oro, non è possibile aumentare il volume della moneta e la quantità di credito se non si aumenta la riserva d'oro che è il fondamento necessario della prima e conseguentemente del secondo. Se si potesse aumentare ogni annoia produzione dell'oro in relazione ai bisogni del progresso economico, l'equilibrio sarebbe mantenuto senz'altro. Ma questo non è possibile. E allóra la soluzione non può esser trovata che in un altro mezzo : in una politica monetaria che conduca ad un minor uso dell'oro. Non si tratta di rinunciare alla valuta aurea, ma si tratta d'i esaminare specialmente se non si possa con accorgimenti di circolazione (assegni ecc.) ridurre il bisogno dell'oro e se la ripartizione nel mondo delle riserve 'auree sia la più conveniente e se i' Paesi che ne posseggono ad abbondanza, tanto da esser costretti a manteneri'e anche oltre alle proprie necessità inoperose nei sotterranei delle Banche e a sottrarle cosi ai bisogni mondiali non farebbero cosa più utile, anche per sè stessi, ad esaminare la possibilità di una migliore e maggiore collaborazione finanziaria., ' A' consigliare e a seguire questa via non sono stati inutili alcuni recenti iawenimenti nella vita finanziaria, europea: si è visto come la stessa Banca d'Inghilterre- abbia dovuto preoccuparsi di acquisti di °ro che sul mercato inglese si facevano e dovevano farsi dagli istituti centrali di altri Paesi, compreso il nostro, per il risanamento della loro moneta. Hanno avuto luogo allora conferenze dei rappresentanti delle Banche d'emissione, cui è intervenuto anche il. Governatore della Banca d'Itfclia ed un accordo fu trovato. Ma se questo costituisce un ottimo precedente, se costituisce soprattutto un metodp pratico e risolutivo in casi ed in momenti particolari, esso non rappresenta che l'inizio di un njictodo, che dovrà certamente esser intensificato. Per .parie sua l'Italia, se ha necessità di una situazione stabile nell'economia internazionale per il più rapido e sicuro sviluppo della economia propria, ha per fortuna sua una {situazione tale nelle riserve della .Banca d'Italia da poter serenamente attendere lo sviluppo di una migliore volontà di coopcrazione finanziaria da parte degli altri Stati. Ed è bene che cosi sia perchè anche l'Italia ha le sue particolari necessità: quella di passare dal sistema, idei cambio-oro a quella della base-oro,, di sostituire sempre più le divise, equiparate all'oro (sterline, dollari, ecc.) che oggi costituiscono una .tórte della copertura della no stra cwcolazione, con vero é proprio metallo. Per il che non è improbabile; che essa debba acquistare ancora dell'oro e quindi vedere le cose d4 un punto di vista non' completalyhente conforme a quello di altri tPacsì, per cui ogni esportazione di sCzpale■nggnmmzctgpfdtucpgcpccplnpbsppègimtsdsvsdapdmC~ l'oro fatta sul loro mercato attraver %l«>.# acquisti.internazionali nor el i er di nnr e di el a ci n: ola hi nb e n ti ea ie, he ne ni ti msel in virvila aci ella sieluizi he on può esser impedita ma costituisce causa di turbamento economico e finanziario, Questo dovrebbe tanto maggiormente indurre ad affrontare 'il problema generale : non è improbabile che anche il Comitato finanziario dèlia Società delle Nazioni lo» esamini più a fondo che sino ad ora, e se la sua opera non sarà facile, potrà esser fruttuosa anche per i Paesi in continua e rapida evoluzione, come l'Italia. Gino Olivetti Gli uffici di collocamento della mano d'opera Roma, 2, notte. L'importante circolare che il Ministero delle Corporazioni ha diramato pi prefetti, e che ieri vi abbiamo trasmesso, preLude alla imminente emanazione del regolamento che disciplinerà la costituzione degli Uffici di collocamento della mano d'opera. A onesto scopo sii uffici dei Ministero, delle Corporazioni stanno, in questi giorni, dando trii uMirri ritocchi al regolamento stesso Interno, per cui sono slati anche chiesti i pareri dei presidenti delle Confederazioni del -lavoratori. 11 Lavoro Fascista si compiace della giusta soluzione data dallo slessQ Ministero delle Corporazioni alla dibattuta questione relativa all'inquadramento degli impiegati' tecnici ed amministrativi delle aziende Indnstrali. rilevando l'importanza del provvedimento, che dimostra -ancora una volta la serena Mnparzialità delle supreme gerarchie sindacali del Regime. Il giornale osserva fra l'altro: • La decisione ministeriale è stata provvidenziale non solo perchè ha posto fine aa una noiosa controversia, ma «ipeci alni ente pertihè viene a riportare la serenità in una categorìa di lavoratori che ha una eccezionale importanza nel campo della produzione. Non mantenendo ad ogni costo subordinati in- tutta la loro attività, anche sindacale, i proprii collaboratori, ò possibile ottenere un maggior rendimento; ma è solo sviluppando neli' Individuo un maggior senso di respoL^abilità, ed elevando la sua dignità ìulsonale e edu condolo con l'esempio ad una maggie re comprensione della propria funzione b ai nuovo spirito collaborazionista del F0v 'smo, che ciò gì ottiene »t ILdldrcetdsptp

Persone citate: Gino Olivetti, Luigi Luzzatti