Veridiche storie di tesori

Veridiche storie di tesori Veridiche storie di tesori NAPOLI, dicembre, utCe un gran discutere intorno al|intesoro conservato per diciannove se-lzo j;mlji Mrché ncssun giornalista hapo-pà jtul0 vedere gli oggetti, i quali nonim possono essere espost' se non dopojse .consenso del Ministero e relazione ilio del locale Soprintendente. Sarebbe | ra1iulzi utile che il Ministero della Edu-jm'7zionua Nazionale diramasse alla; lastampa la prima relaziono dea comm. Mnjuri, che e, appunto, una descrizione sommaria quale può desiderarla il pubblico frettoloso, resa più interessante daila competenza e dalla j autorevolezza del relatore. coli dalla cenere del Vesuvio e che jdisolo ora Pompei ha restituito alta hi- loee. Discussioni, diremo cosi, margl--diNella casa dì Menandro Il tesoro 6 slato rinvenuto nella regione dei nuovi scavi, che 6 precisamente la nona, sulla Via dell'Abbondanza, che costituisce il limite tra le regioni nona e pTima. La casa si trova nell'insula decima, al numero quattro, ed è provvisoriamente deno- .minata di Menandro. L'ampia porta fiancheggiata di colonne sormontate da capitelli corinzi, denota l'abitano- ne ^ ^ me;cam^ ^ 6 glà toUa v,uotata dell0 ceaeTe e <jel la. :pi!Uo gono gla notl' j sistemi di esca- alla I lachquriI leabsinl'rasiagdd' 1 -1pilotarlo, Ma la casa e , i a i o ò e, ne o o e on iri a mme ie— en iE ui ace nrdi, ulro na oonno- vazloni adottati dal professor Amedeo Majuri: essi consistono, soprattutto, nel restauro immediato e nel consolidamento dell'edificio, in modo che siano conservati non tanto le suppellettili e gli oggetti d'arte, ma i mosaici, gli affreschi, le decorazioni murali e l'intera struttura degli edifici. Cosi in questa casa di Monandro, mentre il trlclinivm e.d altre stanze interne attendono ancora di essere vuotate, l'atrium è già tutto ordinato e restaurato: l'intonaco, anche se In frammenti minutissimi, 6 riattaccato al muro in modo da ricomporlo in tutta la sua Integrità. Questa stanze è ornata da tre mediocri affreschi rappresepHanti scene omeriche; essi ci informano del gusto facile del proadorna di un beil peTistìllum che è stato svuotato in questi ultimissimi tempi: in esso c stato trovalo un piccolo Apollo di bronzo di mirabile fattura. Le colonne sono di color giallo e rosso, toni dominanti della decorazione pompeiana; ]e pareti son decorate con molivi floreali; in quella di fondo son tre absidi decorate con tripodi simbolici ni quali son legate de maschere tragiche e comiche; accanto ad essi è raffigurato, con altre figure, il commediografo gi-eco Menandro, dal qua le ila casa ha preso nome. Fatto no tevole in questo edificio è che si è potuto prendere, nella ■ cenere pietrificata che aveva invaso il tazarium, il calco di cinque divinità tutelari, le quali, come si soleva in Pompei, erano scolpite in legno. Si era intenti a liberare la casa dal la parte posteriore, quando precisamente a tergo del peristilio fu sco pena una finestrella, quasi al limite del pavimento: essa dava un tempo aria ad un sotterraneo di tre o quattro vani, nel quale 11 professor Maju ri Ita rinvenuto il tesoro racchiuso in una delle noie casseforti pompeiane fatto di degno e di ferro. Si tratta di un gruzzolo di monete d'oro d'argento dell'Impero e degli ultimi tempi delle Repubblica, di braccialetti, collane, anelli, orecchini e di un servizio d'argento da tavola di ben centoquindici pezzi. Gli archeologi della Soprintendenza che Io hanno visto, attenuano che esso è di eccellente fattura; 1 lettori che hanno visto nel Museo di Napoli o in quello di Parigi qualche coppa romana e sanno con quale finezza esse sono scolpile, poliunno immaginare di quale altissima importanza sia il tesoro rinvenuto. l'u sol rinvenimento tanto cospicuo fu fatto in precedenza, e fu queJlo di Boscoreale' del quale parleremo perchè esso ci preparerà ad una migliore contemplazione di quello dello Casa di Menandro. Intaiilo faremo rilevare che molto inopportunamente si è parlato in questi giorni di ricchezze favolose, in senso finanziarlo, e di artigianato, l'ali tesori tiascendono veramente qualunque cifra, soprattutto perchè — se il nuovo, come si afferma, è importante quanto quello di Boscoreale — essi possono oscurare persino la gloria del Cellinl. ddlamdnrrudzgSdlsmnlrvvadrNtpacmnli, va Le scoperte di Boscoreale Qualche giornalista ha accennato alle circostanze in cui avvennero Mo-| travamenti di Boscoreale come a cosa co-lsu c„j fosse meglio sorvolare. Non na , drl medcslmo nvvlS0i Queire, ^\^0 delia fine del secolo .-corso è cslibn( utile a stabilire un confronto tra lai oinsipienza rielle antiche Soprintendali-1 pzo e In esauriente cura che quelle pà alla cecità del responsabili e metà a circostanze di luogo, è utile segnalare quali pericoli in ogni lenilio corrano 1 tesori archeologici anco ra sepoltil nella provvida -terra, in modo che l'aneddoto sproni ogni cit ladino a farsi custode delle ricchezze diern.fi prestano al patrimonio arcìieologico nazionale. Inoltre, poiché la perdito di quel tesoro fu dovuta per me- ladino n 'arsi che il nostro suolo ancora conserva. Si era, dunque, intorno al 189n, quando fla Nazione trascorreva un periodo politico molto difficile, tale che I dettagli dell'amministrazione statale non potevano ricevere la cura che abbisognavano per la loro complessità e per la rr-cente unità della pania. Gli scavi di Pompei, diretti dall'archeologo Michele de nusrgiero. erano condotti con criteri scientifici, si, ma limitati agli oggetti artistici c alla suppellettile; poco si curavano gli escavatori della integrità degli edilioi. nnretdvcptdtmpmsscdnmGià nel 1876 poco fuori dell'abitalo di Bosootrecase, che fu poi distrutto n e a i n n i o o e o i ou i roo ii e reo rdi re mnrvmt. tdalla eruzione del 1006, In una località vdenomlnata Pisanella .seitetórmini dcl-ila frazione di Boscoreale, (a tre chilometri da Pompei), stabilendosi le fondazioni di un muro di' cinta si rinvennero degli importanti ruderi. Si iniziarono degli scavi che si dovettero Inter- rompere per l'intervento giudiziario di Iun canonico De Prisco, proprietario del luogo. Fu solo nel 189-1 cho per ini-, ziativa degli eredi di questo canonico gli scavi furono alacremente ripresi. Si trattava di una villa rustica di grande importanza. Gli archeologi, che dò- lo la scoperta del tesoro la potettero ; studiare, ricos mirrino nel suoi m ni- mi particolari la vita dogli ultimi giorni. D'ordinario queste ville fuori dell'abitato appartenevano a gente molto ricca, destinate non solo agli ozi della villeggiatura, ma anche alle cure di vasti possedimenti. Il timor panico che aveva indotto tanta gente di Pompei e di Ercolano a porsi in salvo con le lo- ro robei non.era giuntoi tanto distante. I Nella viLa al momento deI disastro lui-1 to ora al suo posto: cioè la terr bile pioggia di cenere aveva consigliato gli abitanti di rimanere in casa piuttosto che cercare morte. nella via una certissima o a n e, è Ricostruzione di una tragedia Ma diamo degli nitri particolari: La villa era divisa in due metà secondo tutte le regole architettoniche stabilite da Vitruvio: la parte signorile era dotata di tutti i comodi; v'era il locale dcira{r{«R«fc, (portiere), i cubiculi (camere da letto), il iricllnium (camera da pranzo), la culina (cucina), l'apofheca (dispensa), Vequile (scuderia). Inoltre v'ora un magnifico impianto di riscaldamento (praefurnlum) dotato di apotlyterlum, di tepi(tarlarti e di calidariinn come le più ricche case patrizie. L'altra parte della casa dotata di vasti cortili e di ampi locali era destinata ad azienda agricola: vi furono trovati gli scheletri dei maiali, del cani, dei cavalli, dei buoi; vi furono riconosciuti i totaitarli (torchi da vino), il trapeturi, (frantolo da ulive), il loevs (serbatoio per l'olio), i .gcmeìlarcs (purificatori lell'olio). Tutta la suppellettile della casa era al suo posto; in uno dei cortili rustici furono riconosciuti dei materiali dn costruzione dai quali sl pensa che la :usa, danneggiata dal terremoto del e», tosse in rifazione; In un altro piccolo ,ortile furono trovali un letto, dei orziori, dei tavoli, tutta la suppellettie di una camera da letto. Disteso su li una panchina di pietra fu trovato10 schèletro ili un uomo; su di lui bocconi lo scheletro ili una matrona; in terra, poco lontano, il cadavere di un altro uomo che nello spasimo dell'agonia s'era tirato il mantello sulla bocca. La tragedia, plausibilmente, dovette essere andata cosi: crescendo il caldo e l'atmosfera mefitica, sl • era provveduto a trasferirò la cornerà da letto della padrona, moglie di Lucio Erennio Floro, nel cortiletto rustico ben riparato e aerato, llivenuta l'aria Irrespirabile, la matrona era stata sorpresa dall'asfissia insieme ai suoi intendenti, due liherti di cui fu trovato11 sigillo, T. Claudiiis Amplilo, L. Brit tus Eros. Però poche ore prima della morte la. matrona aveva dato disposizioni art uno schiavo perchi? fossero nipssl in salvo i suoi tesori. 11 rortile era destinato alla pigiatura dell'uvaaccanto aveva un eellaio-. In esso si rifugiò lo schiavo col forziere. Il 13 aprile del 1895 il proprietario deluogo, Vincenzo De Prisco, soprauiteiideva ai lavori di scavo, quando un operaio, certo Michele, risali da pozzi) simulando segni ili soffocazione; un nessuno, naturalmente volle ritornare nella buca. A sera, perù, Michele narro al De Prisco di aver visto dell'oro e dell'argento. Scesi, insieme, di notte empo, portarono alla luce una gran dissima quantità di monete d'oro e di vasellame d'argento. Il giorno doDo Michele andò a spendere nelle bettole il prezzo della complici tù e non seppo tacere: giunta la notizia agli orecchi della Soprintendenza, si indagò frettolosamente senza riuscire a metter le mani sul tesoro che eia già in salvo. 11 De Prisco era nientemeno che deputato al Parlamento Dopo un mese e mezzo il tesoro compariva a Parigi presentalo dagli antiquari Ercole e Ce sare Canessa. celienti italiani avevano sorpreso la dabbenaggine dall'ufficio di esportazio ne celando il vasellami: in un rivesti mento di creta. Le prime offerte furo stdesucalotaasprprntrome seu, bvec-i inrfamento di creta. Le prime offerte furo-: "no fatte contemporaneamente all'impe-ì1 rotore di Germania e al Museo delLou- tfcvre: si richiedeva pel vasellame un qmilione di Urei Guglielmo ne offrì ot- *»tocentomila. in un primo tempo, riti- srandosi poi, sdegnato ohe si fosse fot-\* ta offerta anche alla Francia, il Lou-l-^ vre rifiutò per mancanza di fondi. Al-j,cflne, dopo molte trattative, la collezio.!Jalcune coppe figurate coi trionfo di Augusto, la donò al Louvre. Il mobilio di Erennio Floro fu acquistato dal Museo di Berlino e gli affreschi, di una plasticità che ricorda i quattro entisti italiani, dai Musei americani ne fu' acquistata da Edmondo Roths.'Wchild per un milione, il quale, detratto : «i ntMonete, gioielli e cesellature Le monete d'oro erano circa mille, in serie completa dagli ultimi conso¬ iati della Repubblica a quelle di Otto ne GaU)a, vilellia j gloielu sl limjta vano a quattro braccialetti, un paio di orecchini, un anello e una catena d'oro. Il servizio da tavola comprendeva 95 pezzi, tra i quali tre phial-an (specie di bacino cesellato), due grandi anfore per vino, undici lagonac (coppe grandi), sei scapiti !<-oppe mediane), tre (coppe piccole), otto cauthari L riiòdioìl [coppo nlo]l() grandJ)> due speccni a 1 m d c t,Ms fcoppette) e poi sa. llere ^ scodelle, imlcrac, cuc cllla| „ ,avt,rCl di ce=eUo ch ^ questi oggetti è di una bellezza eccezionale: sono scene mitologiche, scene di caccia, animali, frutta, motivi floreali, scene militari, tutto eseguito con un naturalismo che denunzia una maturità, artistica che risorgerà solo nel Rinascimento. Aver defraudato l'Italia di un simile tesoro per la sudicia mercede di un milione, aver meritato nelle prefazioni e nei testi degli archeologi stranieri la loro riconoscenza, depone della totale immoralità civile del Canessa e del De Prisco. .Ma la sorte ci ha voluto risarcire: un tesoro di maggiore mole e di eguale importanza artistica va ad arricchire il Museo di Napoli, che è il maggiore del mondo in fatto d'arte classica. Ormai esso non temerà più il confronto nemmeno per questo verso L'ottimo professor Majuri si propone di esporre il tesoro tra pochissimo tempo: allora faremo pei riostri lettori un minuto raffronto con quello di Boscoreale. ALBERTO CONSIGLIO. (