Ladri e truffatori moderni in automobile e in motocicletta

Ladri e truffatori moderni in automobile e in motocicletta Ladri e truffatori moderni in automobile e in motocicletta Una macchina che corre troppo ldAl signor Carlo Aires, proprietario di duna fabbrica di motociclette in via Ca-,1luso 3. si presentava la mattina del 20 mnovembre scorso un giovanotto, il qua-1Sle desiderava acquistare una macchi na. Egli si diceva figlio del lavandaio che da anni serviva l'Aires e diceva che il padTC sarebbe passato nel pomeriggio a pagare la motocicletta da lui scelta. L'Aires mostrava al giovanotto una serie di macchine, magnificandogli i pregi e il funzionasiento di ognuna. La scelta del cliente era caduta su di una motocicletta del valore di ottomila lire. Si trattava di provar la. Il padrone si era messo al manubrio, l'acquirente aveva preso posto sulla sella posteriore, e così i due erano partiti alla volta della Madonna di Campagna. Vi giungevano che scoccava il mezzogiorno. Il figlio del lavandaio accusava un appetito formida- bile" aiceva~'che lion"giTsarebbe"s'taro Possibile attendere ancora, e invitava 1 Aires a desinare con lui in una viCina trattoria. Il giovane non aveva mentito dicendo che aveva fame. A tavola egli aveva fatto onore alle diverse Portate e bevuto con altrettanta buona voglia il vino che l'oste magnificava. Alle frutta il discorso dei due era tor nato sulla motocicletta. — Vorrei provare a guidarla io — aveva detto il cliente. L'Aires trovò giusta la richiesta del giovanotto e uscito sulla strada gli indicò il semplice maneggio delle di verse leve. Due minuti dopo il figlio del lavandaio si lanciava a buona velòcitn sullo stradone. Per tre volte egli tornava a riferire all'Aires le sue impressioni sul funzionamento della motociclctia, ma allontanatosi la quarta volta egli non faceva più ritorno. Il proprietario aveva atteso un'ora, due. poi il sospetto di essere stato gabbato da quel giovanotto gli si era inliltrato nella mente. Subito si era accinto a lasciare la trattoria, ma l'oste gli aveva fatto osservare che bisognava pagare il conto del pranzo. Anche quello gli aveva lasciato sul gobbo quel malvivente I Poco dopo, su di un tram, il padrone della motocicletta ritornava a l'orino e subito si recava in Questura a de e auuiiu al usuava ili uucsiu a a uc- nunciare 11 fatt0- 11 comandante Ulte rimile della Squadra Mobile, dott.. Barn P"10 servendosi dei connotati del la- dro a lui forniti dal derubato, rlUSClVO Michele Rodolfo Costantini di Giovr.n '>'./» anni 19. da Ci riè. Costui era già aptdcqazieTneifiz' stato vicecapo stazione a Ciriè e licenziato perchè condannalo per appropriazione indebita e truffa. Uscito dal carcere, egli era venuto a stabilirsi nella nostra città e aveva preso alloggio presso un suo amico: Paolo Anastasi di Gaetano, d: anni 42, abitante in corso Novara 33. La Squadra Mobile inviava subito una pattuglia di agenti ad appostarsi nei pressi dell'abitazione dell'Anastasi. A notte un camion sul quale si trovavano tre persone si fermava, davanti la casa n 33. Ne scendeva uno sconosciuto che entrava nell'abitazione e ne usciva poco dopo assieme ad altri due individui che portavano una motocicletta e si adopravano per caricarla sull'autocarro. Prima che l'operazione fosse portata a termine giungevano gli agenti, i quali riuscivano a fermare i cinque malviventi e a sequestrare camion e motocicletta. Gli arrestati sono il falso figlio del lavandaio. Costantini, l'Anastasi. Vincenzo Costa fu Giovanni, di 32 anni, Giovanni Bressani fu Francesco, di anni 41. e Domenico Audino, di 39 anni. Il Costantini, interrogato dal dott. Rampino, non ha potuto negare il rea-to commesso ed è stato inviato alle carceri, imputato di furto; lo hanno accompagnato gli altri, imputati di complicità e di ricettazione. Si ritiene che anche il camion sequestrato sia stato rubato, L't di hff

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