Il Concilio di Sciangai

Il Concilio di Sciangai Il Concilio di Sciangai (DAL NOSTRO INVIATO- a n ¬ o a c e » o u PECHINO, novembre. Quando In Italia ni. parla di cristiaesimo in Cina si e tratti a pensare clic i cattolici vi rappresentino la parte principale, infatti le missioni cattoliche hanno in auesto paese una tradizione più volte secolare, mentre quelle protestanti, sono istituzioni affatto moderne. Tuttavìa il proselitismo cristiano che non dipenda da lìoma, disponendo dl mezzi imponenti, afferma di essere riuscito a convertire alle varie sètte americane, britanniche, sve desi, olandesi, danesi, qualche cosa come tre inilioni di cinesi. Ho già detto il numero dei cattolici cinesi (due milioni). Ne risulterebbe che la propaganda protestante hi avuto un successo maggiore dl quella'cattolica. La verità è ben diversa, poiché da qualche anno un buon terzo dei missionari protestanti (otto o diecimila nell'intera Cina), e soprattutto gli americani che rappresentano il 515 o il CO ?icr cento di quella cifra, hanno abbandonalo stabilimenti, chiese, scuole dell'interno, fissandosi a Shanghai o Pechino o rientrando nei paesi donde provenivano, i cattolici, viceversa, non si sono mossi da nessun luogo dove erano stubilili. Nessuna Missione cattolica, per quanto perduta nel punti meno accessibili e pia funesti della Repubblica, per auanto minacciata rlaltm guerra civile o da. quelle dei « comunisti > ed orbata dei suoi componenti fatti prigionieri o uccisi, ha abbandonato il suo posto. E se, come nelle Provincie dell'Hunan e del Kianasl, i cattolici dovettero momentaneamente lasciare i loro stabilimenti, lo fecero sotto la vnnacaia immediata del massacro e la necessità dello scampo, salvo a ritornare fra le macerie fumanti delle loro chiesette e dei loro ospedali, appena dileguati i distruttori, Protestanti e cattolici a T ¬ i e i e l - a i o ^ * - e n a : a a l e o u i e i a e o a e a e - n l e i ; n , i - Ouai i) la ragione del diverso contegno dei missionari protestanti e dei cattolici della Cina rivoluzionarla? Non cercherò di sostenere che i primi sono meno coraggiosi del secondi o che la tede cattolica inclina maggiormente gli spiriti alla sofferenza ed al martirio. Lo sbandamento dei protestanti deriva piuttosto da un tatto psicologico. Essi sono abbastanza detestali dai cinesi perchè si ostinano a voler associare il protestantesimo agli sviluppi del risveglio nazionalista, proclamandolo in massima parte dovuto alla loro prò paganda, inquantochè i campioni del nazionalismo cinese, appartenenti lutti o quasi alla ricca borghesia, hanno abbracciato il protestantesimo, a cominciare da Sun ì'at Scn per finire a Chang Kai Shek, passando per l'excapo della coalizione nordista, oggi a mal partito, Feng Yu Sc'uing. Tutte queste cose ho creduto neces sarto dire prima dl riprodurre le parole con le quali Monsignor Costantini, assolvendo la sua promessa, mi ha tracciato l'odierna situazione del cattolicesimo in Cina. Quale contrasto fra il pensiero ed i comportameli li del Rappresentante papale e quelli dei protestanti! E' la coscienza delle verità eterne messa d'accanto al capriccio passeggiero di una moda. — Se non mi sbaglio — ho detto a Monsignore — si potrebbero riassumere gli sviluppi del cattolicesimo in Cina dal 1924 ad oggi nei tre grandi even ti: creazione dei Vescovi cinesi. Con cilio di Sbancai e fondazione del l'Università cattolica di Pechino.. — Per l'appunto — risponde il De legato Papaie. — Della consacrazione del primi si è parlato abbastanza. Le aggiungerò soltanto che il mio lungo viaggio nell'alto Yang Tse del gcn naio scorso, quando raggiunsi Chung King, la <jrande capitale della provincia del Sechuan che si estende sino ai confini del Tibet, aveva come sco po principale la consacrazione di altri due Vescovi cinesi che celebrai precisamente a Chung King, otto giorni di navigazione a monte di Hankow ricevendo da quei nostri cinesi catto liei accoglienze indimenticabili. — Ma non era in disordine quella provincia? La nuova civiltà — Meno dell'Hunan e del K lanosi. Ma anche su questa Questione del disordine interno cinese bisogna intendersi. In Europa, a furia di sentir parlare di anarchia politica cronica cinese, di guerre civili, di banditi, di pirati, di massacri, dl disastri, della carestia si deve avere di questo paese una idea poco meno che infernale. A me sembra invece che sarebbe molto più opportuno e giusto far risaltare l'impressione dl profondo rinnovamento che questo grandissimo paese offre tanto nell'ordine morale come in quello materiale. Chi ha posto mente, per esempio, al prodigioso diffondersi del o pai tua i clou della lingua volgare cavie lingua scritta? F. a questo fenomeno che si. deve il fiorire in Cina di una stampa indigena di proporzioni formidabili accessibile a tutti e quindi di effetto Incalcolàbile sulle idee e sui sentimenti collettivi. La a Cina immobile > * finita, a cagione sopratutto di questa straordinaria novità, che og¬ gucIda«mucrgzmntcpsagb'tlsvndp gi in Cina sl scrive carne si. parla. E' un avvenimento che ha molti punti dl contatto con quello che succedeva in Italia all'epoca dl lucopone da Todi e di Dante. Il « pai fuù • è il volgare, la antica letteratura e il latino, cì,oè il « wen tua » o lingua classica, che rimarrà il patrimonio degli, studiosi. E' una rivoluzione che avrà per la. razza cinese un'importanza ben pia considerevole della caduta di. una dinastia. Tuttavia vedo che i proclami del governo di Nanchino, della. « rivoluzione > insomma, non cessano di esprimersi in stile confuciano, con le eterne allusioni spasso incomprensibili attinte dai classici. — Forse è per smentir la leggeiula che i loro compilatori appartengono per lo più alla categorìa dei « returned students » accusati non so se a torto o a ragione di non conoscere che l'inglese degli Stati Uniti. Ma i innegabile che il movimento a favore del ' pai fuà • si estende rapidissimamente. Bisogna seguire questa nascente letteratura popolare cinese che e lo specchio dove si riflettono le forze vive sorgenti dal rinnovamento dell'innumerevole popolo delia Terra Fiorila. Ma c'è dell'altro. F cioè che vi sono delle Provincie cinesi carne il Cekiang (sul mare dt sud di Shanghai) che potrebbero esser pottale come modello di pace e di progresso, reti", da autorità giovani e moderne, veramente abilissime nel maneggio delta cosa pubblica, che formano Vammirazione di tutti gli stranieri. Là ali effetti delle competizioni fra nord e sud non si sono mai sentiti e le sclv-uguic distruzioni dei « comunisti » sano totalmente ignorate. Hangchow, la capitale del Cekiang, è una città idilliaca. La sua fitta popolazione ni ve tranquilla fra il lago e le ridenti colline disseminate di pagode buddiste e tatoiste dove risuonano i canti deh bonzi. Dappertutto invece di soldati si vedono «eoo Hes» che costruiscono strade attraverso le montagne, rispettando le roccia cariche di antiche iscrizioni. Lo sviluppo delle nuove strade in Cina è del resto notevolissimo dovunque non infierisce la guerra ed ammirevole pure è la fioritura delle scuole. Sento dire che in molle città sì inaugurano monumenti di gusto occidentale agli eroi della rivoluzione. Così Pechino avrà il suo monumento a Sun Yal Sen (commissionato in Francia, credo), mentre ftnngchow ha già inaugurato una statua equestre in bronzo al famoso generale Chen Chi Mei. Le automobili sono oramai numerose anche nelle città secondarie cinesi, non parliamo degli omnibus a trazione meccanica accolli dal popolo con il massimo favore. E lo sviluppo degli sports occidentali in Cina? Ma è su perirne ad ogni, immaginazione, non solo nella giovane popolazione maschile, ma anche fra le ragazze! Ma chiudiamo questa parentesi. dpddpqavZvUna grande manifestazione — Si parlava del Concilio di Sciangai... — Fu tenuto l'anno scorso in Giugno ed è stato il primo del genere avvenuto in Cina dalla predicazione originaria. La sua importanza ed il suo significato nell'oriente estremo vanno messi d'accanto a quelle del Concila di Nicea o di Efeso. Vi parteciparono 47 vescovi, 4 prefetti e un amministratore apostolici, 27 consultori, dì cui la metà cinesi, venuti d'ogni parte dell'immensa Repubblica, dalla Mancinrla, dal Tonchino dalla Mongolia, dal Tibet. Bisogna Concilio che ha affermato in formai tener presente che cos'è Shangai per la Cina per afferrare la portata del Concìlio che ha affermato in forma ampia e risoluta la posizione della Chiesa da questa parte del mondo, cioè non di « conquistatrice della Cina », Tiort di rappresentante di umani interessi, ma di madre amorosa e ge Iosa di quanti sono nel suo grembo e di quanti ad essa debbono essere atratti. Il risultato tangibile del Con cVio fu il Codice religioso delle missioni in Cina, composto di 861 c<i noni, «ci fliiaU è sancita l'eguagliali za dei due cleri indigeno ed estero ed il riconoscimento del diritto e do vere di ogni cine.se dì amare la sua Patria. Insomma il voto e l'intento del Padri del Concilio tu di vaticinare l'avvento di una Cina cristianamente grande e libera. E il Codtcpotrà servir di norma per le Potenze nella ineluttabile modificazione delle loro relazioni con questo gran popolo. Non bisogna trascurare di dire che il Concilio non ha fatto clic uniformarsi allo spirilo e alla lettera dell'immortale Messaggio Papale dell'agosto 1D-2.S. nei quale Sua Santità « Si augura che siano pienamente riconosciute le legittime aspirazioni ed i diritti di un popolo <:he è il pia numeroso delta terra: popolo di antica coltura, che ebbe periodi di grandezza e di splendore, ed al quale, ove si mantenga nelle rie della giustizio e dell'ordine, un grande avvenire non può mancare. ». o i o l o e n e l i n a — Ho visitato ed. ammirato la or«h.jdiosa Università llenedelHna che sta ; per essere ultimata a Pechino. Ma lai sarei grato dl una parola su questa mirabile istituzione. Il suo scopo è la conservazione) della coltura classica cinese, vale a■ dire che t Benedettini nord-americani, polche si tratta di essi, sono venuti qui per compiere una funzione simile ia quella tradizionale al loro grande or- dine.cosi benemerito detta coltura uni- , .„ „ „. „..-,„._. j„ : versale in genere, eh essi assolsero da<. JLi .rn*„ut 'ZìT •> ri Ì-TJ^Tr l% l6J^n tnm.) ■ ™!na moderna trascura oramai il swo.grande passato che si compendia inUmassima parte nella sua Mtemtura classica è però certo che lo studio di,cotesto letteratura non trova più dalla epoca della caduta dell impero un am-;biente adatto al suo culto. I Benedetti-',!vu quindi hanno incominciato con l'ac-|quislare uno dei palazzi principeschi ìmeglio conservati di Pechino e in quel-\lo vanno adunando i migliori letterali |cinesi e gli studenti che ne seguono gli] ardui corsi. Ma siccome il palazzo era insufficiente agli scopi, ne stanno erigendo un altro accanto che lei ha veduto quasi ultimato e che sarà la vera Università. Ho avuto il grande onore di collocare la pietra angolare della facciata dl cotesto edificio di purissi-... , . J. . j . - 7»o stile mandarino, disegnato dal ri- „.„„. „.„.,,•,„.,„ i,„..„j«..„« u.ii,„„ nomato architetto bewdct ino Adclbcr-lo Gresnigh noto anche in Italia per aver lavorato al restauri dell Abbaziadi Montecassino in occasione del XIV centenario della sua fondazione. — Olire all'Università Benedettina e all'ordine del « Discepoli del Signore ». di cui gà Ella mi ha parlato", quali sono le altre nuove grandi iniziative cattoliche in dna? Le 97 Mistioni Anzitutto l'aumento delle Missioni. Quando arrivai in Cina esse erano 52, oggi sono 97. Inoltre l'aumento dei vescovi indigeni saliti a 13. Lei ricorderà il povero monsignor Filippo Chau che conobbe nel 1922 nella prima sede detta Delegazione apostolica a Pechino. Allora egli assolveva le cure del segretariato. In seguito fu tra i primi sei vescovi cinesi, consacrati da Sua Santità in San Pietro a Roma... Lo ricordo benissimol Era un esile sacerdote pieno di dottrina e dl soavi- là. Sì discorse in latino... — Ebbene monsignor Chau mori lan-no dopo della sua consacrazione a t)e-e e l o l n i a i r l a a i o e e o a o e e scovo, reggendo il vicariato di Snanhuiafu, in una luce di purissima carità. Si spogliò dl lutto per soccorrere 3000 rifugiati spinti nei dintorni della sua diocesi dalla guerra dl Cian Zo Lin, giunse sino a privarsi del mantello che lo copriva, con un freddo di 30 gradi sotto zero... Si dice che le missioni protestanti diminuiscano, le nostre 97 rimangono al loro posto dislocate In ogni provincia della Repubblica ed ì loro • quadri » 7tu7nericamcn{e sono soddisfacenti: 2000 preti missionari, 1370 cinesi, 3500 suore, 3000 seminaristi, lutti fedeli esecutori della • 7>icns pontificali », lui.ll fedeli alia divisa-. « In spem contro spem •, vale a dire resistere con spirito di tortezza e di generosità, soffrire, sperare. La- passione dell'apostolato cresce con le difficoltà ed i pericoli. Tutte le Missioni soffrono, quelle situate nel Sud della Cina. nell'Hupeh. nell'Yunnam, nel Kiangsl, phì di quelle nel Nord, ma ciascuno dei nostri missionari o delle nostre suore che risiedono nelle città più tranquille domandano insistentemente di essere diretti dove maggiori sono i disagi ed i rischi. Gli episodi di coraggio, di sacrificio, dl pietà da parte del missionari sono inesauribili. Gli stessi giornali cinesi commentando il contegno delle Missioni cattoliche dinanzi a talune situazioni interne come quella-dl Stantii nella provincia dello Shensl (Monsignor Tessiatore) angustiata dalla ■squallida carestia o dell'altra del Kuantung, dove lu assassinato Monsignor Versilia, o delle altre ancora che non si raggiungono che a condizione dl affrontare i briganti e di lasciarsi depredare, osservano che la forza morale clic sostiene l'apostolato romano non può essere clic di ispirazione divina : m Che cosa li fa agire cosi? » si domandano. E si veggono cinesi non cattolici contribuire alle nostre opere di carità, come pure si constata che dovunque esiste un governo, un'autorità costituita, i missionari sono protetti c più ancora accolli con gioia, com'è accaduto nel vicariato dl TaìU/.ieri Lu, nel Tibet, dove un niissio nnrio italiano è andato a fondare uni leprosario. Una grande personalità.': cinese, non cattolica, ha detto un\ giorno clic le nostre Missioni insegnano e praticano la pietà in un Paete\che l>a sempre ignorato il significato della carità per d prossimo. Questahosservazione contiene la più ambitaìi approvazione ulla quale l'opera apostolica della Chiesa in Cina poteva a«iiirarc. ARNALDO CIPOLLA.