Da Orbetello a Cartagena

Da Orbetello a Cartagena Da Orbetello a Cartagena Roma, 1? notte. L'Agenzia « Stefani » comunica: a Alle ore 7,45 il primo apparecchio dei partecipanti alla Crociera Atlantica, pilotato dal gen. Balbo, ha decollato, seguito dagli apparecchi della squadriglia nera. Poi, alla distanza di 20 secondi l'uno dall'altro, hanno decollato gli altri apparecchi in formazione di squadriglia; per prima la squadriglia bianca e successivamente quella rossa e quella verde a I due apparecchi-officina. Il tempo è buono. e Ora 9,20. — GII apparecchi hanno sorvolato l'Asinara. « Ore 10,47. — OH apparecchi han no segnalato che, attraversata una Izona di piovaschi, trovano ora temìpo migliore e proseguono in perfetta formazione. r Ore 11,55. — Per radio da bordo dell'apparecchio del generale Balbo: Tutto procede regolare, con tempo piovoso. « Ore 19. — Dopo 5 ore di volo gli apparecchi della Crociera Transatlantica sono stati investiti presso le Baleari da una violenta tempesta. Otto apparecchi sono giunti regolarmente a Los Atcazares (Cartagena); gli altri quattro, invece, unitamente ai due apparecchi-officina, hanno ammarato e sono ormeggiati alla Baia Rio dell'isola di Maiorca, donde raggiungeranno domattina a Los Atcazares ». Levata di aquile Orbetello, 17 notte. La grande' crociera atlantica è incominciata. Ala contro ala, in formazione superba, le dodici aquile sono balzate su con uno slancio meraviglioso, e si sono avventate con impeto sulla rotta azzurra, iniziando sotto i miglio¬ ri auspici la fantastica galoppata per le vie de! cielo, il viaggio che unirà tre continenti, violerà coi fragore, non mal prima udito, di dodici cuori di acciaio pulsanti all'unisono le infinite solitudini dell'oceano, porterà ai nostri fratelli disseminati per il continente nuovo il saluto rombante della patria lontana. Chi ha avuto la ventura di assistere a questa partenza, chi ha visto dileguare lontano, all'orizzonte ancora fosco dì ombre e di. caligini, la iblèa sottile, sempre pia sonile dei velivoli fuggenti, non dimenticherà certamente l'emozione irresistibile che prese tutto il piccolo gruppo di salutanti ■ufficiali, autorità, giornalisti, umile gente di Orbetello, assiepati presso il pontile di imbarco — raccolti qua e là in piccoli gruppi per u tango 'ago addossati alle pareti delle case dai contorni ancora indistinti e dall'aspetto quasi sonnolento; non dimenticherà l'accento appassionato, il colorito nuono. la forza prepotente e inconsueta con cui le logore usuali sillabe di Viva l'ItaliaI proruppero da poche centinaia di pelli ancora intirizzili dai vapori della gelida notte trascorsa all'aperto. Pareva che quello scarno drappello di spettatori volesse concentrare in quel semplice grido tutta una folla inesprimibile e tumultuosa di sentimenti, i sentimenti varii e possenti che si erano agitali in tutti, i cuori durante i preparativi della intensa, vigilia, pareva che quella piccola turba avesse vergogna e confusione di essere cosi scarna e limitala, i cercasse di nascondere la esiguità del numero con lo slancio centuplicato della passiono, tentando di far sentire ai partenti, in quel grido che nessuno dei partenti certamente intese, ma che tutti forse ndovìnàrono, come la eco di un saluto e di un augurio phì solenni, pia grandi, maggiormente propiziatori: il saluto e l'augurio della Nazione intera, che non poteva darsi, materialmente convegno quaggiù al margini della torpida, laguna di Orbetello, ma era presente in ispirilo, e segue e seguirà le vicende di questo volo, in cui si cimentano per la sua grandezza ed il suo onore i suoi, figli migliori, con cuore gonfio di orgoglio e di riconoscenza. Fino alle 4 l'idroscalo, che si protende sul -o con le sue vaste piatta¬ forme dì. cemento sulìp quali si ergo\no gli scheletri possenti delle grandi gru.c, e rimasto immerso nel piti profondo silenzio. L'ultimo tocco alla preparazione Il lavoro preparatorio si era svolto nei giorni della febbrile vigilia, durante i quali per tutta la vastissima conca, non era stato che un affannoso andirivieni di motoscafi, di vaporlni, di battelli, dì chiatte, di cisterne di benzina, di barconi carichi di materiali, un dirrugìnìo di metalli e un anfanare di notori, un vociare confuso e un affaccendarsi di uomini. Stamane invece tutto è già in perfettissimo ordine: solo elemento vivo nella immobilità della laguna è il passo cadenzato delle sentinelle: l'ansare sommerso di un motoscafo carico di avieri i di carabinieri in servizio di vigilanza, fasci di luci che con movimento ritmico corrono metodicamente e pazientemente do sinistra a destra e isolano a volta a volta tutti gli apparecchi ormeggiati in linea nel vasto bacino, facendone emergere dalla tenebra densa, le masse argentee e scintillanti. Un po' di animazione i portata dal sopravvenire dei primi equlpugui che si recano a bordo. Gli specializzati, t mo toristi ed i radiotelegrafisti sono l primi etementi del quadro che si stenderà fra poco al nostri occhi. Quattro motoscafi, uno per squadriglia, attendono attraccati al pontile, dal quale si prolunga una breve gettala. I partenti vi si dirigono accompagnali da un piccolo nugolo di amici e famigliari che li salutano con slancio affettuoso. Siamo ai primi commiati, e i motoscafi si allontanano, percorrono gli allineamenti degli apparecchi e ad ognuno lasciano parte del loro carico utaano. Sulla grande apertura alare, in piedi, gli uomini sono giti al lavoro prodigando le loro cure preziose ai motori ancora incappucciati: passando e ripassando con mano esperta sui congegni più riposti e più delicati, scrutando con occhio sicuro le più Intime fibre dei formidabili e delicati organismi. Vigila il lavoro il sottotenente Damontc, capo motorista della crociera, recandosi in motoscafo da un apparecchio all'altro là dove la sua opera direttiva, il suo consiglio di clinico esperto si rendono necessarli. Gli apparecchi — fra i quali i motoscafi continuano a tessere la loro spola in¬ faticabile — »( distendono in lunga fila per circa un chilometro, dal limite orientale del bucino fin quasi ai primi lumi dell' Argentario con la prua verso l'abitato di Orbetello, e la poppa verso il tombolo di Fcnigl'a che separa la laguna dal mart Bellissimo è questo schieramento d'apparecchi dall'elegante linea caratteristica simile a. grandi uccelli acquatici. Le squadriglie in lìnea Le quattro squadriglie sono perfettamente riconoscibili dui diverso colore delle grandi fascle che tagliano trasversalmente le loro ali: fascie nere per alcuni apparecchi, bianche, rosse e verdi rispettivamente per gli altri. Nella formazione di volo la squadriglia nera prenderà il comando e passera in testa. Le altre seguiranno nell'ordine, stampando sulla volta celeste i colori della bandiera d'Italia, La squadriglia nera è quella del gen. Halbo ed occupa la posizione centrale; la squadriglia bianca e la rossa si distendono stilla nostra destra, la squadriglia verde più vicina è ormeggiata a sinistra verso la costa maremmana. Ciascuna squadriglia è di tre apparecchi, ma la prima e l'ultima sono rinforzate da un apparecchio di riserva. Saranno quindi 14 i piloti che Balbo condurrà al grande cimento e la superba cavalvata per la immensità degli spazi celesti sarà aperta e chiusa da una formazione di 4 idrovolanti. Ogni squadriglia ha un molto. La rossa ha. fatte sue le parole con cui Ulisse racconta a Dante il suo meravigliosa viaggio: «Ila misimi per l'alto mare aperto o. La bianca e la verde hanno scelto motti latini: • interior sit iter » dice quella della prima, e quella dell'olir', « Di gnu disrnis vincentibus coronae •. La squadriglia del comando ha assunto tutti e tre ì motto delle altre. Poco dopo le 5 cominciano a giunger'' i piloti. La scena si popola. L'oscurità più densa grava sulla laguna e sulle montagne circostanti. Ma non * certo la luce che manca intorno a noi. Una corona di lampadine rossastre corre sulla architrave dei capannoni, e sottolinea la. semplice architettura delle palazzine imbandierate. Una batteria di sei fotoelettriche proietta su tutta la spianata fasci abbaglianti Valle terrazze degli edifici t grandi occhi giranti dei riflettori sciabolano il cielo. Un bianco chiarore intenso circonda il grande pennone della piattaforma, presso il quale una compagnia di avieri sosta sull'attenti, e un ufficiale con il tricolore in mano si appressa ad eseguire la caratteristica cerimonia dell'alzo bandiera. E' un rito, questo, che In lutti i. campi di aviazione militare si compie ogni mattino all'alba, ma stamane verrà anticipalo perchè gli equipaggi possano partire dopo aver dato al vessillo della patria un saluto propiziatore. Liete canzoni I piloti sono tutti pronti per il volo-, chi indossa la » combinanor.e » ermeticamente chiuso fino ai collo, chi una semplice casacca eli pesame pelle nera e marrone. Hanno ancora in capo il berretto che solo a bordo lasceranno per il casco, che alcuni recano in mano; altri hanno già riposto nt;'l apparecchi. Tutti portano i gambali marrone che sono il segno distintivo dei partecipanti alla crociera e che permettono di riconoscere subito e assai facilmente chi è venuto per volare e chi si trova, più semplicemente ed anche meno eroicamente, per assistere alla partenza. La irruzione dei piloti porta una ventata di giocondità, giovanissimi, giovani e anziani, in questo caso, anziani sarebbero quelli che cavalcano già la trenta cinquinaIn un mondo di tutti giovani l'anzianità non può essere che relativa. Mn una specie di goliardica letizia sembra affratellare tutti quanti; una gioia prò tonda splende in tutti gli occhi e lo scintillio degli sguardi, la spigliata esuberanza delle parole, spirano un'a ria di festa altamente comunicativa che rallegra e rinfranca. Se nei giorni scorsi, durante l'imper versare della bufera mediterranea, un'ombra di ansia e di disappunto si poteva leggere nei volti del crocieristi, oggi nulla più frena la libera espansione della loro felicità. Le condizio ni atmosferiche sono ovunque buone I bollettini meteorologici provenienti dalle varie stazioni della zona della prima tappa, sono rassicuranti. La partenza sarà data questa volta! In tale atmosfera cameratesca fioriscono le canzoni! E' il tenente pilota Leone che dà il segnale; i compagni gli si raccolgono intorno e intonano vecchi canti alpini: «Là, sui monti — ove noi saremo — coglieremo una stella alpina II canto si diffonde, sale tonto e gra ve nell'aria; poi è la volta di noie più gioconde. Si intona una lieta romanza di molivi assai facili a strofe e arili strofe, che ha per oggetto le prodezze ■imatorie degli aviatori: «O bella mo ra — se vuoi venire — questa è l'ondi far l'amor*. 1! cosi di seguito. La • bella mora » sembra che accetti ma poi avverte che i bisogna lasciarmi stare — che sono Affila da maritare» Al che gli aviatori rispondono in coro: .Se sei da maritare dovevi dirlo prima — ora sestata con l'aviatore ». Il comandante Con questi canti si inganna il tempo dell'attesa ed anche il freddo che ?■ veramente pungente: « Fortuna — us serva qualcuno — che noi andiamo verso la stagione calda*. Ma ecco che uno squillo di • attenti » annunzia l'arrivo di S. E, Balbo, li Quadrumviro giunge accompagnato dal sottosegretario on. lliccardi che indossa la divisa di ufficiale della Mitizia, dot capo di Sluto Magulore generale Valle, e dal comandante Maddalena, il quale ha già latto alcune brevi apparizioni sul piazzale sopra una bicicletta (« Che abbia le ali anch'essa.' » aveva domandato qualcuno). Dietro di loro è un follo gruppo di autorità e di spettatori. Vediamo tra gli altri ioa. Gianferrari, il console della Milizia Candelori, che l'altro giorno offri a S. E. Balbo uno speciale distintivo del Coni per incarico del vicesegretario dei Partito on. Bocci; il console generale Maslromatteì, ti colonnello Lodesctunl capo di gabinetto del Ministro, Arturo Ferrann, Il comm. Di Marzio segretario generale della Confederazione del sindacati dei professionisti e degli artisti, il gr. uff. Umberto minger presidente delia Confederazione nazionale dei sindacati fascisti dell'industria, il seor etano federale di Ferrara, comm. Chierici e molti ufficiali dell'Aeronautica. Questa non è che una piccola rapprcsentanza del foltissimo stuolo di autorità accorso a salutare i partenti, par tutta la giornata di ieri e l'altro ieri durante la forzata sosta degli apparecchi; vero pellegrinaggio che ha portalo ai volatori l'espressione più autorevole della solidarietà nazionale ed anche internazionale. Fra gli altri, nella mattinata di ieri, vennero i Quadrumviri De Vecchi e De Bono, il cui saluto per Balbo fu particolarmente caldo ed affettuoso; l'addetto militare ed aeronautico di Spagna, in rappresentanza del Paese che accoglierà per primo i trans.vlalorl, e l'ambasciatore del Brasile in rappresentanza del Paese che i la mèla della crociera. Quest'ultimo rimise a Balbo una lettera messaggio per il Presidente della Repubblica. Getulio Vargas; ed un dono personale per lui-, una carta del Brasile del 1700 di alto valore storico. infine è corso pure all'aeroporto il Sottosegretario on. Pierazzi, latore di un dono graditissimo, un ricco guidone di combattimento offerto dai fascisti maremmani. Verdoni, pettirossi, colombi S. E. Halbo ravvolto nella giacca impermeabile, con in mano il casco ed un leggero frustino, parlicipa alla letizia generale. Egli è anzi fra i più vivaci. Si trattiene affabilmente con gli ufficiali, scherza coi giornalisti, diffonde ovunque l'ondala irresistibile del suo buon umore ed un senso di raddoppiata fiducia nelle sortì dell'impresa. A Ferrarin dice: — Passeremo in quattordici la via che fu già percorsa dal vostro solitario apparecchio. Poi gli spiega come gli equipaggi abbiano battezzalo « verdoni ■ gli apparecchi della squadriglia verde; pettirossi quelli delia rossa; colombi quelli della bianca e merli quelli della nera. — Merli, bene inteso — soggiunge scherzosamente Balbo — sono gli apparecchi, non i piloti. Anche Balbo non nasconde la sua soddisfazione per il ristabilimento delle condizioni atmosferiche. Egli comunica anche di aver ricevuto un nobilissimo telegramma dal padre del capitano Ambrosino, morto durante i voli di allenamento per la crociera. Infatti il padre dello sventurato pilota ha dato anche altri figli all'aviazione. Egli aveva telegrafato in questi termini-, . Eccellenza Balbo ■ Orbetello — Domani mattimi mentre grande crociera partirà, noi saremo a messa a pregare per tutto e per tutti. Vi ringrazio del pensiero gentile e vi mando anche l'abbraccio di Mandalo - F.to Ambrosino ». L'on. Balbo ai èva risposto: « T. Ambrosino . Livorno — I suol figli sono con noi ». Ora si svolge la cerimonia dell'alza bandiera. La scena si fa ad un tratto silenziosa. 1 piloti si dispongono a gruppi, di fianco-al pennone. Balbo, Valle, Maddalena, al centro, il gruppo degli spettatori più lontano dall'altra parte. Suona t'attenti; tutti alzano il braccio nel saluto romano e rigidi nella persona volgono il capo verso il tricolore che sale sulla cima del pennone, investito dalla luce dei fari. E' un attimo di Intensa commozione. « Tutti a bordo ! » Il tempo stringe. Terminata la breve cerimonia, è la voce maschia di Bulbo che risuona imperiosa: — Tutti a bordo! Ogni comandante raggiunge H suo posto. Il gruppo dei piloti si scompone. Ciascuno è attorniato da un gruppo di amici, che lo salutano, lo stringono da ogni parte, se ne contendono le strette di mano, lo baciano e lo abbracciano. I ciao, gli arrivederci, i « buon viaggio », gli • in lincea al lupo » si Incrociano da ogni parte, in dieci accenti diversi. Tra questi commiati si arriva sul pontile senza accorgersene. Qut attendono i motoscafi ed i sacchi della corrispondenza, con grande quantità di posta da rimettere atte R. Ambasciate e ai Consolali, e di cartoline e di francobolli commemorativi della crociera. Presso ogni motoscafo c'è un uomo, che grida a raccolta: — Squadriglia rossa! Squadriglia verde! I piloti si ovviano nelle varie direzioni. Si sente chiedere: — Dov'è il motoscafo della nera? — Dov'è l! sacco di posta della bianca? In un attimo le imbarcazioni sono cariche ài gente s si allontananti ve-