Il ribasso dei prezzi

Il ribasso dei prezzi Il ribasso dei prezzi I risaltati ottenuti non bastano — La diminuzione del 12 per cento sugli stipendi dei dipendenti delle aziende municipalizzate e a Roma, 9 notte. Il movimenlo del ribasso dei prezzi avanza continuamente con un ritmo regolare ma energico, ed in soli venti giorni ha già raggiunto pratici risultati. Un sintetico sguardo alle prime confortanti constatazioni lascia sperare in una ulteriore rapida spinta verso quel-] l'adeguamento a quota 90 che se non fosse raggiunto in tutti i campi, anziché un beneficio nazionale porterebbe uno squilibrio economico di cui si avvantaggerebbero solo alcune categorie. Ala l'esperienza insegna che il Governo fascista non e uso a troncare a metà un programma, come avveniva sotto i regimi democratici. Il problema della massaie Esaminando dunque alcuni aspetti della campagna del ribasso, si rileva subito cho specialmente per quanto riguarda 1 generi alimentari vi è stata una sostanziale deflessione. I prezzi di questi generi sono diminuiti, alcuni anche sensibilmente; ma non ancora in misura tale da compensare proporzionalmente il diminuito reddito dei consumatori. Le massaie spendono di meno per mandare avanti la casa, ma ancora non riescono a compensare il diminuito bilancio familiare se non a detrimento di altri consumi che pure sono necessari. E' evidente che una situazione cosi anacronistica non può durare. Non si può pretendere che una famiglia spen da tutto o quasi tutto il denaro che en tra in casa alla line della settimana o del mese soltanto por il vitto e per l'alloggio. Occorre un congruo margine per le spese di vestiario, di trasporto, di illuminazione ed anche di svago. La proporzione di 1 a 4 va raggiunta in tutti i campi della produzione, senza indecisioni. Le riduzioni apportate da molti Comuni e Provincie alle tasse locali, quelle dello tariffe dei trasporti, dei gas e della luce, unitamente alle effettive riduzioni avvenute nei prezzi degli affitti, servizi e prestazioni, costituiscono una spinta irresistibile per il e\crollo dei costi" di produzione che doi vranno ripercuotersi presto in senso .benefico sui prezzi al minuto. Ma per- .eli.': i benefici diventino reali e sollei|,.itl hisogna che le oaleg0rie che stano no tni n produttore ed il consumatore n assecondino nel migliore dei modi. -i senza egoismi, cioè sottoponendosi a.nn ¬ ch'esse a del sacrifici momentanei, di assestamento economico. E' assolutamente opportuno accelerare il ritorno al buon mercato e stimolare la concorrenza che da troppi anni non è che Un ricordo per 1 consumatori. Bisogna insomma agire con energia, ma avendo anche pazienza. Infatti l'azione condotta simultaneamente su tutto il fronte non può avere risultati finali pure simultanei. I numeri indici dei prezzi all'ingrosso , , a a e o -, e' intanto interessante riportare dalo l'ultimo indice settimanale dei prezzi «'all'ingrosso alcuni dati sulla flessione e\tiei prezzd tll,rante w me-=e di novem 'bre. L'indice delle derrate alimentari o ve,etall> cne era dl 3S1,.i3 a flnc w. .!tobre, è disceso a 364,21 a fine novema'bre. Percentuale di diminuzione: 4,5%. i ; L'indice delle derrate tómentari anio imal1 È sceso «nel medesimo periodo a materiali da costruzione è sceso da -.-Wó a 477; percentuale di ribasso 4,3%. - Anche gli indici delle materie tes sili, dei prodotti chimici, dei mine- 1 ''ali 6 mela;'H- dei Prt*'otti vegetali va¬ soto le l'adeCaralizdeziLodaChdafaqulafeMdcacirehdstontrluczopbimdmctlascrczzpPinibPbtltgntlcusstpls« o rli e dei prodotti industriali varil se gnano diminuzioni, anche se meno notevoli. L'indice generale delle derrate alimentari discende da 419 a 398, con una percentuale di diminuzione del J,o io. E l'Indice generale delle materie | industriali, nel suo complesso, discene,de da 367 a 364. L'Indice generale complessivo discende da 382,51 a 374,21. Come si vede, l'indice generale delie donate agricolo, animali e vege n i 1. ro Uali è pressoché adeguato a quota 90, o | quello delle materie industriali è già to perfettamente adeguato te Nel periodo preso in esame, 11 va oi rhe ti za!alla pari con 1 prezzi di anteguerra; eU m,&> in Inghilterra; di 119,5 in re Germania; dl 121,9 negli Stati Uniti. e. La Francia era, alla terza settimana ti IU1 novembre a 104,2. L'Italia 6 così, un'per cjò cile sj riferisce ai prezzi alma l'ingrosso, allo testa del buon morhe;c,al0 n ffrande moto rinnovatore di Ujqueste ultime due settimane condurrà le cèrtamente all'effetto che lo divenga Io ; anclie per i prezzi .al minuto. mimieara ned do cipo orc- ^ na rte bto eter ea ta na ln aa, oo, nto di tempo ria 476,26 a 443,01; percentua-1nle di diminuzione 5,8%. L'indice del eglore di acquisto della moneta 6 salito da 26,14 a 26,72. Dal medesimo documento si può rilevare come 1 prezzi all'ingrosso in oro siano a fine novembre di 101,5 in Italia, e cioè quasi Altri dati non meno importanti sono quelli relativi al commercio dell'Italia con l'estero nei primi 9 mesi di quest'anno. Importazione (esclusi l'oro e le monete) : nel 1929, .ire 16.417.101.32S; nel 1930, L. 13.071.980.702; differenza lire 3.345.120.626. Esportazione (esclusi l'oro e le monete): nel 1929, lire 11.105.08-4,435; nel 1930, lire 9.041.152.505; differenza, L. 2.063.931.930. Tenendo conto del movimento commerciale dei primi 9 mesi del 1929 e, del 1930 risulta che- li Le importazioni del 1930 sono diminuite di L. 3.345.120.626 in con-1fronto n quelle del 1929, nella misura !cioè del 20,4% 2) Le esportazioni del 1930 sono diminuite di lire 2.063.931.1130, in confronto a quelle del 19?9, nella misura cioè del 1S,6%. 3) Nel 1929 le esportazioni stavano alle importazioni nel rapporto di 67,6 a 100, mentre nel 1930 stanno nel rapporto di 69,2 a 100. ì) Il commercio estero totale è diminuito nel 1930 di lire 5.409.052.556; nella misura cioè del 20%. 5) 11 deficit della bilancia commerciale, che nel 1929 era dl lire 5.312.016.893, nel 1930 è stato di lire •S.03O.828.197. Lo sbilancio resta quindi dimtnuito di L. 1.281.188.696. Questa mattina si sono riuniti pres- a e i - e . i o e a e l i o i e i . . o a . e- a¬ so il Minisiero delle Corporazioni, sotto la presidenza dei direttore generale conun. Anseilmi, il prof. Balella e l'a.vv. Cattaneo, della Confederazione dell'Industria; l'on. Do Martino, l'avv. Caritto e l'ing. Canonici per la Federazione aziende industriali municipalizzate; l'ing. Bira.ghi, per la Confederazione trasponi terrestri e navigazione interna; il gr. uff. KMnger e l'on. Lojacono, per la Confederazione Sindacati industriali ; l'on. Ciardi e l'avv. Chiurazzo, per la Confederazione sindacale trasporti terrestri ; il prof. Benfatti, per la Federazione Sindacati acqua, gas e luce; il signor Morelli, per la Federazione Sindacati nazionale ferrotranvieri; il comm. Manno, per il Ministero dell'Interno, e il dott. Cristodoro, per il Ministero delle Comunicazioni. I rappresentanti delle suddette Associazioni sindacali, preso atto delle direttive politiche ed economiche che hanno ispirato i recenti provvedimenti del Governo, relativi alla riduzione dl stipendi e dei salari, hanno convenuto per il personale delle Aziende municipalizzate quanto segue: gli stipendi, salari, paghe e le retribuzioni di ogni genere, tutti gli emolumenti siano o no di carattere fisso o continuativo dei dipendenti dalle Aziende municipalizzate, impiegati od operai, sono ridotti in ragione del 12 per cento a datare dal l.o dicembre 1930; fermo restando 11 principio della immediata ed integrale apiplicazione della riduzione suddetta, le ulteriori modalità saranno determinate con accordi fra le Associazioni sindacali interessate. La Confederazione del Sindacati dell'industria ha chiesto che si prendesse atto della riserva da essa fatta nel senso che per quelle aziende le quali nel corso dell'anno 1930 hanno già fatto riduzioni salariali si proceda, con accordi locali, alle eventuali compensazioni nelle successive riduzioni. Domani al Ministero delle Corporazioni si terrà, con l'intervento dei rappresentanti del Ministero del Lavori Pubblici, una riunione per deliberare in merito alle riduzioni da apportare ni salari degli operai dipendenti dalle imprese appaltatole! di opere pubbliche. Stamane si è riunito il Consiglio di Presidenza del Senato. E' stata deliberata, in conformità di quanto ha fatto la Camera, la riduzione del 13 % s.:il'assegno presidenziale e sulle indennità dei senatori, con decorrenza dal !'.,gennaio. E' stata pure decisa la diminuzione del 12 % degli stipendi di tutto il personale del Senato. Quello ohe incede all'Estera Continuano intanto a giungere dall'estero notizie dl situazioni economiche tu to'olirò che favorevoli. Secondo una corrispondenza da Belgrado al Giornale d'Italia, infatti, colà si vivo sotto la pressione di un altissimo costo della vita. La stampa, preoccupata per il vertiginoso aumento del prezzi dei generi di prima necessità, lia iniziato polemiche che si sono risolte in una sequela dolorosa dii la- o in l e ne a e e 0, à a a; n i. a ì, lrdi à a -1notazioni e di .disperate avocazioni, l e s è, """Ignoti perchè m un paese agricolo come è quello, si debbono pagare a carissimo prezzo i prodotti della terra. Ma il problema che più preoccupa è quelCo dei fitti. In questo campo la speculazione arriva davvero a forme incredibili. Le pigioni sono arrivate, secondo un calcolo fatto recentemente, od essere in medio 66 volte più core che prima della guerra.. Difatti, per un appartamentino dl tro stanze ed accessori l'affitto costava prima della guerra 30-40 dinari al mese: oia lo stesso appartamentino si viene a pagare 3000-iOOO dinari, vale a dire qualcosa come 1000-1350 lire al mese. Si è invocato da più parti l'energico intervento del Governo, ma non si è ottenuto nulla. Sono stati citati ad esempio Paesi come l'Italia, dove i provvedimenti del Governo fascista hanno posto un salutare freno alla speculazione, e dove ora si lavora per diminuire il più possibile l'alto prezzo della vita; ma tutto questo non ha servito di stimolo e. fare altrettanto. Ma non si tratta delle pigioni solamente. Tutto è uniformato alla norma di elevare il più possibile i prezzi. Prendiamo ad esempio il pane. Prima della guerra il pone ini egraie costava 20 centesimi di dinaro al chilogrammo, mentre quello bianco costava 40. Ora il primo costa 3-4 dinari, e l'altro 5. Eppure i prezzi del grano colono ogni giorno di più. Essi oggi oscillano fra 1 125-140 dinari al quintale. Ha affermato un competente che i belgradesi annualmente pagano per il pane ben 50 milioni di dinari di più di quello che sarebbe giusto pagassero se si tenesse conto del prezzo del cereale. Per il pane poi lo questione è anche più complessa. Non solo esso ù caro; ma, salvo eccezioni, i) di pessima qualità. Le stesse considerazioni valgono per la vendita del latte. Se ne potrebbe ' avere dl ottimo e a buon prezzo, eppure e sovente disgustoso e tutt'altro che a tmon mercato. Se si pensa alla scarsissima potenza di acquisto della o uzi osi olsi si re 2; oel re 0. m e, popolazione, le cut paghe, salari, sti¬ o Pfndl sono in genere assai modesti, n-1 avrà una -'lea esaUa del »rave squia !Ilbno economico del Paese e delle dif- inra no ,6 pdi56; erre re flcoltà talvolta seriissime nelle quali si debbo-ao trovare — e sono 1 più — coloro che non possono con quel poco che guadagnano provvedere ai bisogni essenziali dell'esistenza. Anche dall'America del Nord (riungono gravi notizie sulla crisi economica. Il Presidente della Federazione americana del lavoro, William Green, ha dichiarato in una adunata del 3 dicembre scorso, cho stcondo le più precise informazioni raccolte dalla Federazione, i disoccupati aumentano in misura impressionante di giorno in giorno cosicché è da calcolare eoa di i-ertezza che nel mese di f.-bbraio. purt It0 acuto delia crisi del lavoro, i dli es- soccupaii saranno almeno 7 njllioul.

Persone citate: Canonici, Cattaneo, Ciardi, Lojacono, Manno, Morelli, William Green