La lira, l'oro e i prezzi

La lira, l'oro e i prezzi La lira, l'oro e i prezzi Continua il movimento per l'adeguamento dei prezzi al coefficiente quattro, e come tutti i movimenti che segnano il passaggio da una ad un'altira situazione, dà luogo a spostamenti di interessi, a modificaaloni nelle situazioni patrimoniali, a mutamenti nei rapporti dei valori. Ciò è una conseguenza della stessa causa del movimento: la rivalutazione della moneta oro, e quindi della lira oro. Si noti che questo fenomeno non procede dalle medesime cause che determinarono la rivalutazione della lira dopo il celebre discor so di Pesaro. Allora si trattava di una situazione nazionale : si trattava di stabilire un nuovo equilibrio di rapporti fra la nostra moneta carta e la moneta oro, di impedire non rsolo che tale rapporto peggiorasse ai danni delia prima ma di inver tire addirittura la tendenza in moido che con una uguale quantità di carta moneta si potesse acquistare una maggiore quantità d'oro. Il che avvenne appunto quando il dollaro — moneta aurea — da una quotazione di 28 o 30 lire passò ad una di 18-19, quando cioè la nostra moneta si rivalutò rispetto all'oro. Fu quello un movimento essenzialmente italiano, le cui conseguenze ei fecero sentire soltanto nella nostra economia e cui provvedemmo con le sole nostre forze. Il risultato si fu che i valori dei beni, iespressi in termini di lina carta, in altre parole i prezzi carta delle cose diminuirono in ragione appunto della maggiore capacità d'acquisto della nostra moneta carta rispetto all'oro. Il ribasso dei prezzi avvenne quindi allora non già perchò fosse variato il rapporto fra il vailore dell'oro e quello delle cose: i prezzi oro rimanevano uguali, mutavano soltanto i prezzi carta. Ma in definitiva coloro clie possedevano carta moneta o titolo di credito in 'lire ne. ebbero un vantaggio, perchè aumentando la capacità d'acquisto della lira, la carta moneta o i crediti venivano a dare la possibilità di comperare una maggiore quantità di bèni o di servizi. Viceversa coloro che possedevano- cose o prestavano servizi ne : vedevano diminuito il prezzo espresso in lire, perchè vendendo le prime o prestando i secondi, ricevevano In compenso una quantità di lire-minore di quella che avrebbero ricevuto precedentemente. Tutto questo' spostamento avveniva soltanto nei rapporti della lira e — ripetiamolo ancora una volta — in conseguenza del maggior valore che essa acquistava rispetto all'oro. Oggi avviene un «uguale ■ spostamento, ma non è più limitato all'Italia, .e deriva non già da un diverso rapporto fra il valore della lira e quello deW'oxo, ma da un diverso rapporto fra il valore dell'oro e quello delle merci. ' Coloro che sono detentori 'di moneta-oro possono acquistare con essa una quantità di merci o di servizi superiore a quella Che potevano acquistare qualche mese fa, ed ugualmente avviene per coloro che come creditori di somme mutuate sei mesi, uno, due, tre anni fa, ricevono oggi il pagamento degli interessi 0 la restituzione del capitale mutuato. ' Quésto secondo movimento non è, dunque, più la conseguenza di una situazione italiana: è invece l'effetto di una tendenza mondiale che viene a dare maggiore capacità d'acquisto all'oro, che cioè aumenta il valore dell'oro, tendenza die la nostra lira segue non già perchè si rivaluti rispetto al metallo, ma perchè essendo diventata essa stessa "moneta aurea in seguito alla stabilizzazione ed alla sua convertibilità in oro, segue le sorti e le vicende di questo. In conclusione il risultato che si verifica per l'economia mondiale per la prima volta e per la seconda volta per l'economia italiana, è ancora questo: ohe il movimento che ha dato luogo alla rivalutazione dell'oro ha migliorato la condizione di coloro che possedevano moneta, o crediti in moneta, in confronto di coloro che disponevano di cose o di servizi, ha migliorato ancora la condizione dei creditori e dei possessori di titoli di credito pubblico o obbligazionario, in confronto dei produttori di cose- o di servizi, dei prestatori d'opera, dei possessori di (Itoli che rappresentano non un credito, ma la" proprietà, o una quota di proprietà di una cosa, come, ad es., i titoli azionari. Evidentemente oi troviamo d fronte alla risultante monetaria di quei fenomeni di sovraproduzióne o di sottoconsumo, o di sterilizzazione dell'oro o di protezionismo, in cui dalle diverse parti si è andata ricercando la ragione fondamentale della crisi; ma è una risultante che intanto ha dato luogo a questo effetto, che la ' massa di coloro che hanno, dedicati i loro capitali o la loro opera alla produzione od in genere all'attività economica, si trovano in termini monetari impoveriti : in quanto i loro campi, i loro stabilimenti, 1 loro atocks di merci, le loro prestazioni d'opera, i loro servizi valgono meno, in termini monetari sono commessati coq una minore quantità di moneta, ricevono cioè un prezzo minore, mentre si trovano avvantaggiati coloro che hanno capitali liquidi o redditi costanti in moneta in quanto possono acquistare una quantità maggiore di beni 0 soddisfare una maggiore quantità di bisogni che non un anno fa. Vi è insomma uno spostamento di ricchezza dai detentori di beni o fornitori di servizi verso i detentori di lire, o i titolari di crediti, come, ad es., i detentori di titoli dello Stato. 'In questo spostamento è avvenuto che i produttori, mentre risentivano gli effetti della rivalutazione dell' oro, si trovavano di fronte, quando volevano vendere i loro prodotti, i commercianti che sapevano sfruttare in pieno la concorrenza che i produttori si facevano per il bisogno di vendere : di qui la caduta dei prezzi all'ingrosso. Ma alla loro volta i commercianti non facevano fruire i loro compra tori di uguali ribassi: avendo da vendere le rimanenze di merci comperate a prezzi più elevati e trovandosi di fronte ad una scarsa educazione del consumatore, l'organizzazione commerciale è meno portata a sentire le mutazioni di tendenze nel mercato: di qui le minori diminuzioni dei prezzi al minuto e soprattutto del costo della vita. Vogliamo concedere ai commercianti le attenuanti delle maggiori tasse, dei maggiori fitti, delle maggiori spese generali. Ma in sostanza un fatto è certo : che dal produttore — agricolo od industriale — al consumo le maggiorazioni dei prezzi sono tali che il consumatore ha risentito soltanto in scarsa misura le conseguenze nel ribasso dei prezzi. Oggi ancora in piena battaglia, dubitiamo se si sia compreso che quello che si deve rivedere è la organizzazione commerciale, i suoi si stemi di vendita, i suoi costi ed i suoi prezzi. E cosi assistiamo a que sto fenomeno che va sempre più diffondendosi: che il commercio si rivolge all'industria ed all'agricoltura per chiedere loro nuove diminuzioni perchè esso possa a sua volta ribassare. In tale modo i margini di scarto dall'ingrosso al minuto rimarranno sempre quali sono attualmente, e il beneficio che i Consumatori potranno ritrarre da una riduzione del costo della vita sarà dovuto al fatto che industria ed agricoltura hanno rinunziato ad un'altra parte dei loro margini, mentre il commercio ha mantenute intatte le sue posizioni. Ora i prezzi all'ingrosso potranno diminuire ancora in conseguenza della riduzione degli stipendi e dei salari: ma quello che maggiormente importa è che ribassino, in proporzione ai ribassi che si sono verificati per il produttore, anche i prezzi che sono applicati al consumatore. Questo è il problema essenziale, che occorre non perdere di vista. GINO OLIVETTI. Il Duce premiere oggi i vincitori del concorso del grano Roma, 6 notte. Domani mattina, tn quel Teatro Argentina dove è ormai tradizione si svolgano le celebrazioni annuali dell'agricoltura, il Capo del Governo consegnerà di sua mano li premio al vincitori del Concorso per la Battaglia del grano, manifestando con alte parole la gratitudine del Regime al veliti della granicoltura nazionale. Per la circostanza 11 Teatro subirà delle trasformazioni, in maniera che anche quest'anno l'ambiente si intoni alla caratteristica rurale del rito. L'addobbo e l'ornamentazione non saranno però gli stessi dell'anno scorso. Sui palcoscenico sarà posta una grande targa sormontata dalla seguente scritta dettata dal Duce: «L'Italia darà il pane a tutti all Italiani ». Festoni di spighe 'scenderanno dalla grande targa raccogliendosi ai lati. In fondo campeggerà un grande quadro del Ferraguti, dal titolo: . Le messi d'oro » e alle pareti saranno distesi due manifesti della Battaglia del grano ed un manifesto del concorso triennale zootecnico. Una molteplice fila di sedie dorate accoglierà sul palcoscenico le autorità Invitate, 1 membri del Gover¬ no, il Prefetto ed il Governatore di Roma, tutti gli agricoltori premiati, 1 membri del Comitato permanente del grano e quelli della Commissione giù; dicatrice del concorso ed 1 presidenti degli organi direttivi dei grandi organismi sindacali e soprattutto della Confederazione nazionale fascista dell'agricoltura, che è stata la suprema animatrice e coordinatrice degli sforzi degli agricoltori. Nella platea prenderanno posto tutti 1 rappresentanti dell'agricoltura locale. Intorno ai direttori e ai presidenti delle Cattedre ambulanti di agricoltura e ai presidenti delle Commissioni granarle provinciali, sarà infatti raccolta una massa imponente di agricoltori, tecnici agricoli, dipendenti di aziende; lavoratori e braccianti, venuti a Roma per assistere a questa solenne cerimonia in numero assai più largo che non eli anni scorsi. Negli altri palchi prenderanno posto altri invitati ed autorità, nonché i rappresentanti della stampa tecnica e politica. Successivamente, il Capo del Governo che avrà preso posto in un'apposita poltrona presso un tavolo collocato dinanzi alle poltrone e alle sedie delle autorità pronunzerà II suo discorso, riassumendo i risultati della battaglia, segnando le mete ulteriori e porgendo agli agricoltori ti saluto riconoscente del Governo fascista.

Persone citate: Battaglia, Duce, Ferraguti, Gino Olivetti

Luoghi citati: Italia, Pesaro, Roma