Briand formerebbe il nuovo Ministero

Briand formerebbe il nuovo Ministero La crisi politica in Francia Briand formerebbe il nuovo Ministero Parigi, 5 notte. La sola previsione sulla quale sino a questo momento tutti gli osservatori politici parigini siano d'accordo è che la crisi sarà, lunga e difficile. La difficoltà principale deriva dalla decisione di Poincaré di non raccogliere la successione di Tardieu. L'ex-Presidente della Repubblica, che é stato oggi uno dei primi convocati all'Eliseo, ma che, secondo sua abitudine, si è rifiutato a fare ai giornalisti la menoma dichiarazione, avrebbe prodotto addirittura certificati medici attestanti la sua incapacità a riprendere subito il potere. Se questa forzata esclusione di Poincaré non è una manovra tattica, ne risulta che la sola carta su cui Dounierguc potesse giocare con la certezza di vincere al primo colpo è liquidata e che il Capo dello Stato rimane in un bell'impiccio. E' la quindicesima volta in poco più di sei anni clic quest'uomo dall'eterno sorriso si trova nella necessità di risolvere una crisi ministeriale; e se la circostanza può venir presa come una garanzia indiscutibile della sua competenza, non si può d'altra parto negare che egli sia nel suo diritlo quando confessa asli amici di sentirei stufo della carica e di anelare ansiosamente a riprendere in Senato la sua comoda poltrona. «L'insurrezione della gerontocrazia» Rovesciare Ministeri ò più facile che non metterli in piedi, e lo provano oggi ad usura i vari partiti che si disputano il campo, nessuno di essi avendo in realtà pronto nò un uomo nò un programma, né una maggioranza da proporre al Paese. Elevandosi sugli aspetti immediati della crisi, che gli auguri del radicalismo massonico varrebbero giustificare con una rivolta della Francia laica contro un Ministero inquinato da elementi clericali, ma che in realtà ò stato l'effetto logico ed inevitabile di uno scandalo finanziario che ha lo proporzioni dell'affare di Panama, qualche giornale interpreta l'insurrezione del Senato contro Tardieu come l'insurrezione della gerontocrazia contro la gioventù innovatrice. «Ecco — scrive per espmpio il Journal dea Debuti — quello che dà alla crisi ministeriale la sua importanza. E' una crisi politica. 1 vecchi parliti dell'anteguèrra, i sopravviventi del blocco combisià, 1 sopravviventi del cartello del 1021, sentono che il tempo cammina e che la loro ora 6 passata. Unsi non si rassegnano, e vogliono ad ogni costo riprendere il potere.. Tardieu era l'ostacolo. Le sue qualità personali, anzi, scartavano da lui i concorsi eli una parte delle assemblee. Le democrazie parlamentari non amano nessuna superiorità Tardieu rappresentava una nuova generazione che ha una concezione della vita pubblica alquanto diversa da quella che piare agli eietti delle arane stagnanti. Si può vedere nella crisi un episodio di una disputa fra antico e moderno • . E analogamente la Liberti: « Tardieu, con la sua squadra di uomini giovani, evocava davanti ai vecchi scampati della politica dell'anteguerra, che oggi riempiono il Senato, ricordi troppo penosi. Non era lui il capo, uno dei collaboratori immediati ed il più eccelso di Giorgio Cleriicnceau? Non era egli circondato da uomini venuti, corno lui. dalla generazione del fuoco e che considerano Blenvenu Martin ed il suo sruppo come del fossili della politica, responsanili in gran parte di certi errori che la Francia non dimenti.'ù se non nella riconciliazione luminosa della vittoria ? ». In tali interpretazioni c'è indubbiamente una parte di vero, ma una parte molto meno cospicua di quello che non suppongono o vogliano supporre coloro che le formulano. Al tirar delle somme, il Ministero Tardieu non è stato nò più moderno, nò più audace, nò più sbrigativo degli altri. La sua innovazione più cospicua fu quella di prorogare il termine utile per la votazione del bilancio dal dicembre a marzo, vale a diro consistente in una dilazione più che in un acceleramento. Il famoso programma di lavori pubblici annunziato a suon di trombe al momento di prendere il potere rimase lettera morta, sebbene il Ministero abbia costantemente dtspusto alla Camera di una maggioranza disciplinata e pronta a votare qualunque cosa. La politica estera, culminata negli accordi dell'Aia e nell'evacuazione renana, restò quella che era prima, cioè quella di Briand In quanto, finalmente, alla prosperità economica e alla pubblica moralità, oseremo dire clic siano più oggi di quello che non fossero due anni fa? Dove sono dunque, le prove che Tardieu abbia portato nell'esercizio del potere quelle qualità che si suppone distinguano le giovani generazioni? Dove sono lo prove che il Paese si sia rifiutato di fargli credito? L'opinione clie la Francia aveva di quest'uomo sullo scorcio del 1928 ora la migliore die da molto tempo avesse mai avuta di un'uomo politico, e la simpatia con cui i suoi primi gesti di capo del Governo vennero accolti lo attesta. Se questa simpatia venne meno, fu precisamente perchè a poco a poco il Paese dovette constatare che il famoso « uomo nuovo » era un politico non meno opportunista ambiguo, superficiale e temporeggiatore di tutti quelli che lo avevano preceduto. Fu solo quando tale convincimento ebbe guadagnato il Paese e Io illusioni sul conto del nuovo statista si furono dileguate, che le sinistre poterono ricominciare contro il Ministero, pur essendo in minoranza e avendo di fronte una maggioranza compatta, il solito gioco degli attacchi n delle imboscate. Fu solo quando l'opinione pubblica non credette più in Tardieu che i radicali tornarono a sentirsi e a sembrare un partito necessario e che lo, loro nostalgia per lo vecchie formazioni parlamentari risorse. I vecchi hanno ripreso il sopravvento, porche i giovani si sono dimostrati inferiori a quello che si attendeva da loro. So Tardieu è caduto, non deve, dunque, pigliarsela se non con se stesso. Questo breve esame di coscienza retrospettivo della crisi è necessario, in quanto spiega come la caduta del Gabinetto Tardieu segni in pari tempo la disgrazia, almeno provvisoria, della fede negli uomini nuovi e la messa in quarantena, possibile so non probabile, della maggioranza che • alla Camera si era fatta mallevadrice di tali uomini. Come dicevamo iersera, la crisi è dominata dalla pressione radicale verso la ripresa almeno parziale del potere ed ò logicamente in tal senso che essa dovrebbe evolvere, sia che l'incarico venga dato a Chéron, sia clic venga dato a Lavai, sia che venga dato a figure ancora più incolori, preso sempre, bene inteso, in seno al Senato, in osservanza della vecchia tradizione secondo cui il beneficio della crisi deve essere raccolto dagli autori diretti della medesima. Qualche mese fa gli uomini più indicati a realizzare la concentrazione sarebbero stati Peret, Besnard e Clementel. • Oggi i duo primi sono messi fuori combattimento dallo scandalo finanziario, o il terzo è in condizione di salute che non gli permettono nemmeno in circostanze profondamente diverse di rifare il tentativo dello scorso febbraio. Bisogna dunque cercarli altrove. Al Senato, trovarne non sarà diffìcile. Ma il difficile sarà di renderli accetti alla Camera, operando quivi quello spostamento della maggioranza verso sinistra che sembra imposto dalla logica della situazione. La maggioranza di ieri si .lascerà smembrare senza opporre resistenza? L'atteggiamento della maggioranza parlamentare Oggi, sulla fine della giornata, un cerio numero di membri dei gruppi che compongono questa maggioranza si sono abboccati per decidere di mantenere il contatto fra loro, riunendosi ogni giorno. Questo potrebbe essere un sintomo di velleità di resistenza, ma non crediamo che convenga accordargli soverchia importanza. Due gruppi influenti della maggioranza, e precisamente quelli situati più verso sinistra, hanno, infatti, votato due ordini del giorno che trasudano apertamente il concentrazionismo. L'uno di essi dice: «Il gruppo di azione democratica e sociale, fedele alla politica di unione repubblicana praticata dal 1K6 dai Governi di Poincaré. Briand e Tardieu. rivolge a Tardieu l'espressione della sua incrollabile fiducia., formula il voto che il Governo che sarà costituito si applichi, nplle circostanze difficili che il Paese attraversa, a realizzare l'intesa e la collaborazione di tutti i repubblicani ». E l'altro: . «Il gruppo dei'repubblicani di sinistra invia, l'espressione della sua fedele simpatia o della sua riconoscenza a Tardieu. che, col suo alto valore ed il suo coraggio e la sua. energia, >si é classificato al primo posto degli ! uomini di Stn.ro della Repubblica. Si | augura elio la cura, di Istituire il nuoIvo Governo sia affidata ad un uomo iche, senza l'esclusiva, l'accia l'unione ilei repubblica!!! >. So due gruppi sui selle od otto annoverati dall'antica maggioranza si professano fin da oggi favorevoli alla concentrazione, quali garenzie di successo possono avere ancora i partigiani dèllb siala, quo. Non bisogna inoltre-dimenticare che il solo uomo che la Crisi non abbia toccato, anzi del quale ha grandemente migliorato la 'situazione, ò Briand, quel Briand "della cui politica non abbiamo maiVcessalo, per conto nostro, di avvertirvi che è la sóla che l'opinione francese approvi e segua. Ora, che la nuova maggioranza possa accogliere nel proprio seno, come l'antica, gruppi politici non esplicitamente acquisiti alla politica del riavvicinamento franco-tedesco, vale a. dire gruppi ostili a Briand, ò assai poco probabile. Dichiarazioni di Paul Bonoour Uscendo dall'Eliseo, Paul Boncour diceva oggi ai giornalisti, non senza sottolineale le parole: « Conoscendo bene lo stato d'animo della Camera, ho fatto notare al Presidente che, di fronte alle difficoltà presenti e che io temo non faranno che accentuarsi nei mesi futuri, la Francia disponeva almeno di una grande forza: -la continuila della sua politica 'estera. D'altra parte, in questa Camera, cosi divisa su tutte le altre questioni, vi è incontestabilmente una maggioranza considerevole, si può dire una quasi unanimità, e l'ho provato personalmente alla, tribuna qualche giorno fu sulla politica estera, e per una politica estera .che avevo definito dicendo che doveva essere nel tempo stesso vigiluuto ed audace: vigilante per quello che concerne la difesa nazionale, audace per quello che riguarda le iniziative internazionali. Solamente, il problema da risolvere nella crisi presente — e ciò riguarda soltanto il Presidente della Repubblica — é di avere un Governo abbastanza staibile, che disponga di una maggioranza i abbastanza solida e per conseguenza della più larga maggioranza repubblicana possibile, per utilizzare questa forza Incontestabile di cui il nostro Paese godo all'estero, pel fatto che la politica che io ho definito ha l'adesione quasi unanime del Parlamento. « Ho pure attirato l'attenzione del Presidente sul l'atto, tanto importante, che la Commissiona preparatoria del disarmo ha approdato. Per conseguenza, noi voghiamo a gonfie vele verso la Conferenza del disarmo. E' un grande fatto. Lo ripeto, poiché da questa Conferenza diiniida l'avvenire dell'Europa, con l'alleggerimento possibile o no dei nostri carichi militari. La Francia devo prepararvisi. E questo è pure un elemento della crisi. Bisogna che la Francia arrivi a questa Conferenza con delle proposte precise, con delle cifre che provino quello che noi possiamo fare, se ci sono date, d'altra pane, le garanzie di sicurezza internazionale che sono nella tesi della Francia. Ma allora la preparazione di questa Conferenza esige da parte nostra una politica militare, navale ed aerea che sia in armonia con la nostra politica estera, e anche questo è un elemento imporla.ite della crisi attuale ». La parte estera del discorso pronunziato ieri da Tardieu, tanto diversa dal tono battaglielo da lui usato il 13 novembre alla Camera, non era forse la parafrasi anticipata di queste dichiarazioni di Paul Boncour? Provocata dalla sfiducia pubblica e dal ritorno in lizza del radicalismo, ci sembra difficile che la crisi non faccia capo ad una stabilizzazione del locarnismo briandista: ed è questo un particolare che aiuta a discernere l'orientamento probabile delio formule ministeriali in gestazione. Doumergue che ha speso tutta la giornata d'oggi in consultazioni di parlamentari di primo piano, vi deificherà anche la giornata di dojmani, e non è ancora possibile dire |»e essa sarà sufficiente. . »• P- La crisi economica degli S. U. Prestito di ottoHmlliardi di dollari pel rimborso di metà del 0. P. ? Washington, 5 notte. Negli ambienti finanziari si commenta molto il proposito del Segretario del dipartimento delle Finanze, signor Mellon, di presentare al Congresso un progetto di legge coi quale viene concessa l'autorizzazione di emettere un prestito della cospicua somma di 8 miliardi di dollari destinato a! rimborso della metà del Debito Pubblico. Non tutti sembrano tuttavia favorevoli ad un simile provvedimento. (Hadio Stefani).