L'insediamento di Guglielmo Marconi alla presidenza dell'Accademia d'Italia

L'insediamento di Guglielmo Marconi alla presidenza dell'Accademia d'Italia L'insediamento di Guglielmo Marconi alla presidenza dell'Accademia d'Italia COi e s< E Mussollnl. arc( da s. E. Marconi, dal vice presidente anziano dell'Accademia, S. E. Sartorio, e dal prof. MarpicatI-, cancelliere e!eSSc're 11 sonatore Guglielmo Marconi ml accademico. Perciò, neWassemblea del 18 delio stesso settembre, do- pRoma, 29 notte. Nel pomeriggio, rial salone d'onore della Farnesina, ha avuto luogo l'adunanza generale della R. Accademia d'Italia per l'insediamento del senatore Guglielmo Marconi nell'ufficio di Presidente dell'Accademia stessa. L'imponente assemblea Sono intervenuti S. A. R. il Duca degli Abruzzi e S. E. il Capo del Governo. Erano, inoltre presenti il PiesJdente del Se-nato, il Presidente della Camera dei Deputati e Segretario del Partito S. E. Giuriati, i Ministri Mosconi, De Bono, Bottai; i Sottosegretari Alfieri, Rosboch, Casalini, Manaresi, Marescalchi, Di Marzo, Russo e Pennavaria S. E. Gasperini, Presidente della Corto dei Conti, S. E. Santi Romano, Presidente del Consiglio di Stato; S. E. D'Amelio, Presidente della Corte di Cassazione; 1 Ministri di Stato Scialoja e Beliuzzo, numerosi senatori e deputati, il Presidente dell'Associazione Combattenti, on. Amilcare Rossi, il Presidente dell'Associazione Mutuati on. Delcroix, i rappresentanti dell'Esercito, della Marina e della Milizia, il comandante il Corpo d'Armata di Roma, il comandante la Divisione, il gen. Agostini, comandante la Milizia Forestale e il gen. Leonardi comandante la Milizia della Strada, il Preretto, il conte D'Ancora, vice Governatore di Roma, il Segretario Federale dell'Urbe avvocato Vacchini, e numerosissime personalità. Gli accademici, in uniforme, hanno preso posto presso il tavolo della presidenza. Verso le 16, salutati da prolungati applausi sono entrati nel salone S. A. R. il Duca degli Abruzzi, che indossava la divisa di Accademi- dèll'Accademia, 11 Duca degli Abruzzi ha preso posto in prima fila tra lo alte cariche dello Stato, mentre il Capo del Governo col sen. Marconi si sono collocati al tavolo della presidenza. Ha preso per primo la parola S. E. Mussolini, il quale in nome di S. M. il Re ha dichiarato insediato nella carica di presidente della R. Accademia d'Italia il senatore marchese Guglielmo Marconi. Una clamorosissima ovazione ha accolto le parole del Duce. Il saluto del Vicepresidente Ha preso quindi In parola S. E. Sartorio, vice-presidente della R. Accademia d'Italia. Egli ha detto: «Altezza Beale, Duce, Eccellenze., alonore e stonarli Nello scorso settembre il Consiglio della n. Accademia d'Italia, venuto a conoscenza delle dimissioni di S. E. Tommaso Tittoni, indimenticabili) e benemerito Presidente, si riuniva per procedere, secondo le nonne statutarie, alla elezione del successore Nella stessa seduta il vicepresidente della classe di scienze fisiche e matematiche riferiva sulla voloiità della classe da lui presieduta, di , po avere convalidata l'elezione e senza attendere una seconda adunanza, l'Assemblea per acclamazione proponeva di presentare al Capo de! Governo il desiderio dalli; Acca doni la di avere quale Presidente Guglielmo Marconi. Essere acclamato Presidente delia R. Accademia d'Italia è destino riservato a pochi. Le Accademie possono essere innumeri, ma una sola, che ricollega l'Italia odierna alla rinascenza, ha il diritto di abitare questo Palazzetto del Chigi che, in pieno umanesimo, vaticinò nel mondo la libertà dello spirito. In questa sede oggi la R. Accademia d'Italia celebra una solennità, ed insediando il suo Presidente giusti fica un orgoglio nazionale, perchè Gu glielmo Mai-coni, superati i confin Gu-i deiLa P. Accaìdemia d'Italia, nell'ideal delle sue finalità, aliena dalle vacui- Uà auliche, sa di essere una base del- i l'avvenire intellettuale, e se la mlssio-11"8 dell'Italia civile fu durante la do-, ,„., „..„„,„.„ , 1 w»""'E "•»"»» >-..uij».v., usui uuii consellt0 diminuzioni di quell'awe-.nimento spirituale che il futuro le de-] Ve: «Avita et aucta». «Questa sede reclamava un esponen- te palese del gonio italiano, e l'Acca- demia è lieta di salutare S. E. Gu- glielmo Marconi mentre prende pos- sesso del suo alto seggio ». ,Il discorso di Marconi Un vivo applauso saluta le parole del Vice-Pìresidente, e si rinnova allorchè S. E. Marconi inizia il suo discorso. Egli dice: « Altezza Reale, Duce, Eccellenze, Signore e Signori! Sono profondamente -grato al Vice-Presidente Sartorio per le espressioni lusinghiere che ha voluto usare u mio riguardo. In modo degno ed efficace -egli ha diretto le sorti nel non breve periodo durante il quale, coane Vice-Presidente anziano, ha dovuto assumere le funzioni di Presidente. Di ciò noi tutti gli siamo sinceramente riconoscenti. 11 mio pensiero si rivolge ora al nostro primo Presidente, a Tommaso Tittoni. Sono sicuro di interpretare anche il vostro sentimento, rivolgendo a S. E Tittoni il nostro deferente saluto, il nostro più cordiale augnino e l'espressione del nostro profondo rammarico, per essere egli stato costretto ad abbandonare il seggio per motivi di salute. Nessuno dj noi potrà mai d'i menticare che, fino a quando la sua salute glielo ha permesso, il Presidente Tittoni ha guidato magistralmente i primi non facili passi della Accademia, affrontando sempre, e sormontando in gran parte, le non lievi difficoltà della sua prima organizzazione, in modo da consolidarla in breve tempo, e da metterla sulla sicura strada di un degno e glorioso avvenire. Tommaso Tittoni mi ha espresso personalmente tutto il suo vivo dolore per la sua assenza a questa seduta, causata da motivi di salute. Egli mi lia incaricato di comunicare che è presente fra di noi in ispirito, e che continuerà a seguire con grande amore ed interessamento l'attività della nostra Accademia. « dell'assumere l'altissimo ufficio di Presidente della R. Accademia .d'Italia, chiamato dal voto degli accademici, dalla fiducia del Capo del Governo, e col consenso Augusto di Sua Maestà il Re, esprimo tutta la mia riconoscenza per 1 a'to onore conferitomi, e dichiaro altresì che sento tutta la responsabilità dell'importantissima carica. « Non privilegi ma doveri » sarà la mia divisa verso me stesso. E questi miei doveri, nel cui adempimento sarò confortato dalla preziosa collaborazione dei colleghi, scaturiscono dalle stesse parole dette dal Capo deil Governo alla seduta inuuguiale della nostra Accademia, che qui desidero ricordare: « L'Acca« deniiu d'Italia ha per Iscopo di pro« muovere e coordinare il movimento « intellettuale italiano nel campo delti le scienze, delle lettere e delle arti, « dà conservare puro ili carattere na« zionale secondo il genio e le tradi« zioni della stlatpe, e di favorirne la « espansione e l'influsso oltre 1 confini « dello Stato ». In questa espressione è riassunto il mio e il nosu-o compito, il compito di fare opera degna di Roma, ove il pensiero umano ebbe ed ha la sua città e l'alto seggio. « La cultura italiana nel mondo » « Ricordando la grande espansione dell'opera di civiltà e di cultura italiana nel mondo, il mio pensiero va oltre il nostro confine, e si rivolge particolarmente ai- numerosi italiani che, con attività indefessa, utile sempre, molto spesso gloriosa, lavorano per il bene dell'umanità ed onorano la Pa- „^ „. — - tria lontana. Noi dovremo seguire con attenzione fraterna l'opera loro, per-che nell'apprezzamento di quest'opera«nl'tR nel silenzio e spesso ignorata,nntrèmn trovare crandi meriti nasco-potremo trovare granai menu iwa u sii, degni di essere messi in evidenza. E poiché ho accennato a chi. con la propria inflessibile energìa, con la propria opera, onora il nome della Pa■tria all'estero, desidero esprimere il mi0 più alto compiacimento di vedere 'tra noi S. A. R. il Duca degli Abruzzi do ancora una volta, sulla gloriosa [Casa Sabauda e sulle grandi virtù del jpopolo che essa rappresenta. a Poco più di un anno è trascorso 'dalla inaugurazione della Reale Acca- -, ,,.„„,:„ ìn r-omnlrWHn lacinia u iiuiu, '«» "» ^«iiiìjiuusuu idal suo stesso creatore. Benito Mus- solini. In quella occasione, tanto il I Capo del Governo quanto il Presidente 'Tittoni tracciarono coiaram.en.to il no- stro programma: scienza, arti, lettere; ecco le basi dell'opera nostra. Una grande linea ci è stata tracciata, i punti fondamentali fissati; a noi scrutare e trovare sull'orizzonte il sentiero sicuro e diretto per il nostro cammino. Ma una istituzione come questa dell'Accademia d'Italia non può essere giudicata dal bilancio di mese per mese e nemmeno di anno per anno. E' un lavoro, il nostro, che si potrà cominciare a valutare solo dopo un certo tempo. La profonda analisi scientifica, la geniale ispirazione artistica, le più alte manifestazioni letterarie dell'anima nazionale, costituiscono il fascino ed il tormento delle menti più attive di un popolo; ho detto il tormento, ma dovrei piuttosto dire il godimento, poiché, come giustamente osservò S. E. Tittoni, non vi è al mondo maggior felicità per l'artista che quella di dare forma definitiva e perenne alle sue concezioni, non vi è per lo scienziato cosa più cara della verità; ed io aggiungo: non vi è per l'artista e per lo scienziato maggiore felicità ai quella di vedere riconosciuta nella propria opera la voce viva e l'immagine della Patria. « Forza propulsiva del movimento intellettuale »* • Collegato con gli scopi della R. Accademia d'Italia e il compito ben definito del Consiglio delle ricerche. Nella lotta, ora divenuta così intensa, tra 1 popoli per ta conquista del benessere, l'importanza della ricerca scientifica è derisiva. Se nel cervello dell'uomo isolato nasce quasi sempre la geniale invenzione, è solo l'esercizio dei pazienti ricercatori nel ben attrezzati lavoratori, che può dare le armi ad un popolo, per vincere, nella dura lotta economica. E' esercito che può dare la riduzione dei questo Icosti di produzione per le industrie, la fertilità del suolo. la indipenden-za dalle risorse naturali degli altriPaesi meglio dotati dalla natura, latranquillità della sicurezza. La ricercascientifica è una continua avanzata di questo piccolo esercito di ricercatori;ottenuto un risultato, un altro se ne profila lmnieulaiamene. Tutto è daaspettarsi in questo campo. E' per ciò che l'organizzazione della ricerca scientifica è ora una delle necessità pTruSitipfr^n popolo! la"S mo in tutti i Paesi intensissima, in alcun affannosa. 0ue,to è il compi- to del Consiglio Nazionale 1 Ielle ricer- che, collegato ma nettamente distinto da que.lo dell Accademia, « Noi dovremo adempiere la nostra ™f^T ,T ÌttinT^^HLC05»quotare con disciplina collettiva, tasempre maggiore grandezza e la aero- pre magffio.re potenza della nostra na-questa tivo della cultura nazionale, ne dif- fonda sempre maggiormente la famae l'efficacia In Italia e In tutto il mon-do. facendo conoscere ed apprezzare sempre più. non solo le nostre gloriedel passato, ina anche e soprattuttoIl progresso spirituale della nuova Ito-Ha in tutte queste manifestatoli. Be-no disse il Duce nel suo mirabile di-scorso inaugurale quando asserì CKeWl'Accademia (l'Italia non è una vetri-na di celebrità arrivate e non piùdisputabili, e ohe non vuole essere e non sarà una specie di giubilazione di uomini insigni 0 riconoscimentopiù o meno tardivo dei loro meriti. L'Accademia d'Italia deve essere, e sa- , ^ 1 t' ra. U"'J 'o™* propulsiva dei movi-! mento intellettuale della Nazione. Es-!sa deve dimostrare al mondo che le'sorti dell'iute, della scienza e della,cultura sono state rialzate dall'Italia, RZSSSftJSJSZL ™^M^M«r:te^tonatemente misstmo ldea- «Benito Mussolini ha Inostra Accademia fosse Promessa al Duce Benito Mussolini ha voluto che la un organo del che offrono al nostro Istituto nuovi mezzi ed indicano nuove méte di vita rigogliosa. Il Consiglio di Stato ha approvato lo statuto della « Fondazio- ne Volta., che è stata cosi eretta in Rnto inorate enn dncreto PA»la in «vmc >-«" i«» 52 ottobre ultimo scorso, in corso di pubblicazione; il regolamento dei pre- imi «Mussolini» è stato approvato il|24 novembre ccreiite dai .Capo del Governo. Statuto e regolamento ver ranno resi di pubblica ragione. Mentre ho il piacere di rivolgere un caldo ringraziamento ai munifici donatori, mi auguro che il nobile esempio non vada perduto. « Ringrazio profondamente 11 Capo del Governo per averci accordato l'onore della sua presenza in questa solenne riunione. Il nostro gradimento di vedere fra noi Benito Mussolini, il fondatore della R. Accademia d'Italia, è grande. Noi promettiamo al Duce che nessun nostro sforzo sarà risparmiato affinchè la R. Accademia d'Italia, con l'.assistenza del Governo, con la fiducia della Nazione, che speriamo meritare, sia c rimanga sempre veramente degna delle gloriose tradizioni scientifiche, artistiche e letterarie della nostra Patria, per costruire ora e nel lontano avvenire, il monumento vivente della fattività dell'Italia fascista >. Una prolungata ovazione ha saluta; to il discorso del senatore Marconi, che è stato frequentemente interrotto da vivi applausi. Alle ore 16,45 la seduta è stata tolta. S. A. R. il Duca degli Abruzzi si è intrattenuto brevemente con S. E. il Capo del Governo e col Presidente dell'Accademia, accompagnato dal quale, ed ossequiato da tutte le autorità, ha poi lasciato il Salone della Farnesina fatto segno a rinnovate acclamazioni.