Tardieu alla vigilia delle dimissioni?

Tardieu alla vigilia delle dimissioni? Tardieu alla vigilia delle dimissioni? Consiglio a tre - Domani riunione plenaria dei Ministri - La vip* lenta campagna delle opposizioni - « 11 Ministero Oustric ». Parigi, 29 notte, ivePer rumore che faccia la stampa eri a a i e , o o a i a n i e e e , o o ministeriale, onde dissimulare il discredito subito dai Gabinetto e presentare la sieduta di ieri come uno scontro da cui il Capo dell Governo esce ingrandito, l'atmosfera parlamentare si mantiene torbida e agitata. Stamane Tardieu ha avuto ai Ministero degli Interni u'n lungo colloquio con Chéron e Maginot, i due ministri più cospicui che gli rimangano, e probabilmente l'opportunità delle dimissioni collettive è stata contemplata, Ma non pare che sino a questo momento una decisione in tal senso sia da considerare imminente. Un Consiglio dei Ministri essendo previsto per lunedi, si vuole probabilmente attendere una deliberazione plenaria del Governo prima di appigliarsi ad un partito qualsiasi. Impossibiile negare, comunque, che il Ministero è molto scosso e che in tempi di minore decadenza del parlamentarismo le sue dimissioni sarebbero già cosa fatta. Sehonchè, oggi, anche la sensibilità politica è in ribasso, e perchè un Ministero se ne vada, ce ne vuole, a dispetto di tutte le facilità a tale riguardo del regime parlamentare. li significato delle 291 astensioni La stampa ministeriale mostra di fare gran caso dei 14 voti di maggioranza ottenuti dal Governo ieri sera in una votazione preliminare, della quale, per amore di semplicità, trascurammo volontariamente di parlarvi. Ma nella realità delle cose, ossia nella votazione definitiva, il Governo non fu in maggioranza, bensì in minoranza, giacchè le 291 astensioni prodottesi, data l'indole eminentemente .morale deil giudizio che si trattava di emettere sul Governo, hanno un vero e proprio carattere di voto di sfiducia e meriterebbero dì essere aggiunte alile 14 schede azzurre cadute nell'urna, cosa che porterebbe i voti ostili al Ministero al totale di 305, laddove i voti favorevoli non furono che 303. Dopo una votazione di questo genere, ha un Governo ancora abbastanza autorità per restare al potere come se jpullla fosse stato? La stampa moderata e conservatrice sostiene di sì; la stampa di opposizione, manco a dirlo, risponde di no. Secondo quest'ultima, il Governo potrà aggrapparsi al potere ancora per qualche giorno; ma sarà costretto ad andarsene ugualmente <c Non pensiamo a lanciare grida di vittoria —'scrive là Rtpubblique dì D-aladier; — non trionfiamo della caduta ormai inevitabile del Ministero. AiM'undomani degli eventi di ieri, l'impressione che si impone a noi è una impressione di tristezza. Questo spettacolo di un Governo che in seguito ad uno scandalo finanziario perde uno, due, tre dei suoi membri e si aggrappa disperatamente al potere, questo spetta colo lamentevole senza precedenti nella nostra storia, noi l'offriamo, ahimè, al mondo attento. Non si tratta più di un Governo in bran delili e che per noi non esiste più, si U'atta deilil'anare del regime. Le ore che attraversiamo da qualche giorno sono fra le più tragiche della nostra storia. Possa domani trionfare la politica di probità virile che la Francia unanime reclama ». E il Populaire : « Nei fango degli 6canda;ii, il « Ministero Oustric » se ne va verso la liquidazione ». E il Quotìdien: « Il Governo non perirà per decomposizione. E1 morte lenta e più crudele. Non è cosi che il Presidente del Consiglio intendeva percorrere allegramente la sua strada sudila via dei suoi destini». E il Soir: «E' il rintocco funebre della sconfìtta. Tardieu tuttavia si aggrappa. Che co&a può se non prolungare di qualche giorno la sua debole agonia? «Meritavate meglio di questo» ha detto Leone Blum. Non vi è più di fronte al Paese che un Governo discreditato id cui conto è, infatti, « debitore », un Governo che non ha saputo difendere il Paese contro i saccheggiatori dei risparmio e che è insudiciato dal fango degli scandali, un Governo iche se ne va pezzo per pezzo e che non è sicuro di ritrovare l'indomani quello che c'era il igiorno prima. La Camera esita ancora a rovesciarlo. Il Paese lo ha già condannato senza appellilo ». A cercare bene, del resto, qualche sintomo di malessere lo si riscontrerebbe anche nei commenti della stampa ministeriale. L'Action Fraìifaisc, che ha sempre difeso Tardieu pur attaccando senza tregua Briand e il regime, constata che su Palazzo Borbone si è abbattuta ieri una pioggia di {a/igo; ma non si capisce bene se fi fango ricopra, secondo l'organo monarchico, i banchi dell'opposizione o quelli del Go. verno. La Volontà, ministeriale sperpicata, dice che la giornata di ieri è stata una desolazione, ma non spiega con esattezza quale sia il fatto che l'affligge di più. Perfino il Petit Parisien, patriarca degli ufficiosi, riconosce che per trovare negli annali parlamentari una giornata paragonabile a quella di ieri, bisognerebbe risalire allo scandalo Rochette nel 1914, allo scandalo degli incartamenti segreti del Ministero degli Interni nel 1904 o, come altri suggeriscono, all'affare di Panama. Ma non si capisce bene se il paragone torni a scarico o a carico del Ministero. In conclusione, la situazione non è ancora chiarita e la sosta domenicale lascia ogni cosa in sospeso. L'ostinazione di Tardieu La sottocommissione paritaria nominata" per iniziativa del presidente Marin in seno alla Commissione d'inchiesta per rimediare alla gra- glafapdFtasabqchmmmcmtavrnLèvrrnleqsTdplPddbszfsttMdpgmt ve inferiorità in cui le sinistre vii eran° state messe dalia manovra governativa, si è messa al lavoro e lavorerà anche domani e.lunedì. Ne fanno parte per l'opposizione i deputati Daladier, Berthod e Renali» del, e per i ministeriali Mandela Fougère e Pie. Occorre notare tuttavia che la Commissione dei 3iì sarà chiamata a pronunziarsi in base ad una relazione compilata da questa sottocommissione. Ora è chiaro che il solo modo in cui i • fi membri di quest'ultima potranno mettersi d'accordo su un testo comune consisterà nel ridurre gli accertamenti dello scandalo ai minimi termini. E' forse sui vantaggi di tale procedura che il Capo del Governo fa assegnamento per vedere risolta In pioggia inoffensiva 11 nembo tempestoso che lo sovrasta? La cosa non è impossibile, giacche è evidente che se Tardieu avesse voluto andarsene, ormai se ne sarebbe andato e che se, vicevèrsa, è> rimasto a dispetto di una situazione morale cosi delicata quale quella determinatasi, ciò significa che egli è disposto ad accontentarsi d| qualunque ripiego pur. di non la» sciare il potere. In quanto a tale ostinazione di Tardieu a non lasciare il potere* due parole bastano a spiegarla:] prima di tutto il desiderio di fare; le elezioni del 193:2, disponendo dei Prefetti; in secondo luogo, la paura delle conseguenze che l'abbandono del Ministero degli Esteri al soìq beneplacito di Briand e del Ministero della Guerra alle improvvisai zioni di un Ministro obbligato at fare i conti con i voti di tutte lei sinistre o di parte delle sinistre, potrebbe avere sul terreno della poli* tica estera. , „ C. Pi

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