La visita di Umberto Klinger ai lavoratori dell'industria

La visita di Umberto Klinger ai lavoratori dell'industria La visita di Umberto Klinger ai lavoratori dell'industria Le calorose accoglienze dei dirigenti sindacali in nome di oltre centomila operai -- Entusiastiche acclamazioni al Duce ! 1 I. accordo salaaikiJc intervenuto a Roma e il desiderio del commissario alila Confederazione nazionali; dei Sindacati fascisti dell'industria, gr. uff. Minger, di prendere contatto con le )>riii..ipaji Unioni sindacali dell'Alta Italia da lui dipendenti, avevano indotto l'on. Malusardi a convocare per le ore J0 di ieri, m adunanza slnaordimwia, il Direttorio dell'Unione torinese, i segretari a disposizione, i segretari e i Direttorii provinciali di categoria, olire i delegati di Zona., tutti insomma i dirigenti sindacali del ramo industrialo locale. Per l'accordo salariale, in diretta relazione con la battaglia economica in corso, era infatti evidente che occorreva stabilire opportune intese richieste dall'applicazione dello riduzioni convenute, c quanto al gr. uff. Klinger, il suo proposito di iniziare le visite da Torino, moni e veva togliere della sua calorosa imponenza. Umberto Elinger, giunto a Torino con l'ultimo treno di sabato, non aveva voluto che al suo arrivo nella nostra città fosse data pubblicità alcuna; tuttavia la 'notizia nell'ambiente dell'organizzazione operaia si diffuse egualmente, e ieri mattina, all'ora fissata, il salone delle riunioni al palazzo di corso Galileo Ferraris 12, rigurgit ;a della folla compatta dei rappresentanti i cento e più mila lavoratori dell'industria di Torino e Provincia, desiderosi di attcstare al nuovo gerarca., insieme con la propria fede ri spripre più profondo affermar*- ■ : sh.-..aca!ismo fascista tra le masse lavoratrici, la loro fervida e devota -: patia. Quando infatti l'illustre ospite entra nel salone, accompagnato da.ll'on. Malusard.i, tutti i presenti scattano in piedi e prorompono in una lunga e vibrante acclamazione. 11 capo della Confederazione, che a tutta prima appare sorpreso del calore della dir-ostrazione quasi non fosse rivolta a lui e fa poi ripetuti cenni con la. mano perchè cessi, va a sedere ni centro del tavolo che domina la sala, dove prende posto anche il Segretario federale Bianchi-Mina e con lui il comm. Pesci, direttore del Patronato, il vice-Segretario generale dei Sindacati dell'industria Mario Scolari, ed altri. Il saluto dell'on. Malusardi i a ; " i o o ~ E - , - ° i a o , - ; - o - - 0 o a . Tra la più viva attenzione l'on. Malusardi presenta ufficialmente il gerarca ai dirigenti, sindacali dell'Unione. « Egli — dice — vi è giù noto per l'attività svolta tra i lavoratori e come esponente del Partito, del quale è milite valoroso della prima ora. Conibattente, legionario, di solida preparazione politica e sindacale, egli dà il più sicuro affidamento che la Confederazione sarà retta con spirito aderente al pensiero del Duce, cioè avendo alla base dalla propria azione la tutela e la difesa degli interessi dei lavoratori armonizzati con quelli superiori della Nazione. Con questa certezza, che è a noi di sprone per assecondarlo nell'alto compito assuntosi, 10 porgo al camerata. Umberto Klinger il saluto vostro e quello di tutti i lavoratori torinesi ». Nuovi applausi fanno eco a queste parole. L'on. Malusardi riassume quindi brevemente per il commissario confederale la situazione organizzativa torinese nei tre anni della sua gestione. Allorché egli, nel dicembre del 1027, fu destinalo a Torino, vigeva ancora 11 sistema della Confederazione unica. Il momento non era neppure allora, facile, giacché si discuteva sulla seconda riduzione salariale, in conseguenza, della rivalutazione della lira. Ai Sindacati di Torino, presi globalmente, aderivano fa.Wj esecutori d'opera., dei quali 45.071 appartenenti all'industria. Alla line dell'anno successivo gli iscritti salivano a 115.S06. e in questa cifra i lavoratori dell'industria contavano per ben 9S.47."). Avvenuto lo sblòccamento, i tesserati dell'Unione dell'industria raggiungevano quest'Anno la cifra di 113.646, superando di oltre 15.000 gii iscritti dell'anno scorso e avvicinandosi da soli al numero dei lavoratori di tutte le categorie, compresi il commercio, l'agricoltura e i trasporti, del 195S. L'organizzazione non aveva ramificazioni fuori della ritta, se si eccettua la rappresentanza di Vcnerin Reale: furono costellile novo Delegazioni di Zona con aggregate Sezioni por il collocamento, e cinquanta sedi comunali, retto gratuitamente da operai che si prodigano per 11 bene dei compagni di lavoro. L'onera di assistenza, esplicato dall'Unione, si è concretata nelle seguen ti cifre: 1030: vertenze 5001 con un ri cupe.ro di 3.7SS.71C lire;-ni SO ottobre del 1030: vertenze "iiino. con un ricupero di lire 1.827.815. intensa fu puro l'attività ronlruituale con 1S patti di lavoro già ronchisi n in via di esserlo e ifi presentati per ia discussione. Le Mutue aziendali e di rate"or!a c"tin 107 con i:t3.13.-> operai iscritti. L'Ufficio di collocamento, ha infine avvialo al lavoro un contingente di mano d'ope-.a non trascurabile se si considerano le difficoltà che attraversiamo. L'oratore paTla inoltre de.lln difesa dei salari, ed accennando all'accordo di Roma, dice che l'aver ritardate le diminuzioni fino ad oggi & già stato un benefìcio. Spera ed augura che l'accordo preluda ad una ripresa produttiva e si risolva cosi il problema della dlsoceupaziono. Analizzate successivamente le causp di quest'ultima ed affermato che la vita a Torino costa più che altrove, esprime mire il voto che 1 ribassi deliberati dai ronimerci.-mii siano effelln'vi e fa appello ai padroni dì casa perche le riduzioni degli affitti, decise per il Lo gennaio, siano invece anticipate a.l Lo dicembre in modo da coincidere con le riduzioni dei salari e degli sfinenti. « Camerata Minger — conclude l'on. Malusardi — ritornando a Roma tu potrai attestare al Duce come di fronte alla disciplina e all'abnegazione dei lavoratori da noi organizzati, si appalesi una volta di più inconsistente la lec-pendà di una. Torino avulsa dal movimento spirituale della Nazione. Il popolo torinese non p secondo a nessuno nei confronti do! Duce e del Regime. Se anche qui vi possono essere piccole incrostazioni avverse, e taluna anche nelle officine, esse =ono da ricercarsi 1n maggior numero 1n altri settori sociali. Ma la grande massa operaia torinese ha precisa la sensazione di nna.n!o a vantaggio delle classi lavoratrici ha fillio il Regime: essa sa che in tempi come gli odierni non si possono far miracoli, d'altra parte mal promossi, e attende fiduciosa che In nostra opera continui ». Parla Umberto Minger L'acclamazione che accoglie alla chiusa l'on. Malusardi. si rivolge subito dopo al gr. uff. Klinger, appena questi si alza per parlare. Egli si rivela subito oratore chiaro, preciso e misurato. Anche negli spunti polemici, questa linea di sobrietà di linguaggio non si smentisce inai. E' palese che agli avversari egli tiene più a oppor¬ reseelsiilrea egtainPladesodeM1 irampetasaopmsua msiprqusalacialdeinpisoprrihtrpcezadiLmddemsunè pchsoqplel'ecpmzaracuinscfrunnddtrvvti1"gqnmpdsgtodnmdimscclcnsdddfcpBdtflgadrglgtotctbzcpfsgcvllm e a e o e : . a a e , o e ¬ re fatti che, a lanciare invettive anche se giustificate. E i fatti, pur nella sua. eloquenza intessuta di ragionamento, si avvivano al calore della passione illuminata dalla fede incrollabile c serena. « Era le ragioni che mi hanno mosso» a venire prima a visitare Torino — egli comincia — vi è quella di portare a Malusardi l'attestazione della inalterata simpatia delle gerarchie ». Proseguendo, dichiara poi che la relazione fatta dal Segretario generale dell'Unione di Torino, lo conferma non soltanto nell'opinione che egli aveva delle qualità di organizzatore dell'on. Malusardi, ma anche e soprattutto nel1 intrinseca bontà della massa lavoratrice della nostra città. Certo nel momento in cui le necessità del Paese per la diminuzione del costo della vita portano anche alla diminuzione del salari e degli stipendi, parlare agli operai ili idealità, siano puro esse, come le nostre, materiato da tutto un susseguirsi ininterrotto di provvidenze a favore degli operai, costituisce una missione ardua cosi per i dirigenti sindacali nazionali come per quelli provinciali. Bisogna rendersi conto di questo dato umano che a chi si chiede sacrifici è difficile tentar di dimostrare la bontà di un metodo. Eppure non ci dobbiamo sgomentare, dobbiamo al contrario lottare per far comprendere alle masse qual'ò la strada che intendiamo il nostro Paese debba compiere nell'intento di risollevarne le sorli o fargli superare la crisi che si propaga al inondo intero. Il Regime ha risolto il contrasto fra le classi: non ha annullato cause sociali che in altri Stufi, con gli scioperi e le serrate, producono effetti disastrosi; ita semplicemente portato il lonfiitto dalla piazza alla legge, dal comizio all'aula giudiziaria, per risolverlo equamente. L'operaio italiano 6 il migliore del mondo : bisogna solo trovare il mpzzo di assicurargli l'esistenza. I lavoratori dell'industria sono in Italia circa tre milioni: col ribasso dell'8 per cento sullo paglie, gli industriali risparmiano un miliardo all'anno. C'è la crisi, è vero, ma gli operai che hanno compiuto questo sacrificio, si augurano che esso giovi un poco anche alla soluzione ■ della crisi, perchè phì di quanlo hanno dalo agli operai non sì potrebbe chiedere. Facciano anche le altro categorie il loro dovere. « Se un problema c'è — prosegue l'oratore — è dunque di lavoro e di economia. Quanto allo Sla.to, basta pensare che esso ha per guida un uomo come il Duce per avere la certezza di quanto già ha compiuto e ancora compirà per diminuire la disoccupazione ». E qui i! gr. uff. Klinger, in un efficacissimo raffronto tra fascismo e bolscevismo, le due correnti fra le quali occorre scegliere, o da una parte o dall'altra, dà risalto alla nuova civiltà che S. E. Mussolini viene creando nel solco della grande tradizione del Risorgimento, civiltà fatta di persuasione e di tolleranza, contro il sistema, russo che abbatte gli avversari a colpi di moschetto e corre verso il suo fatale scioglimento negativo, mentre il Fascismo incammina 1" Italia verso la sua immancabile grandezza. « So — conclude Umberto Klinger — quanto Torino e ii Piemonte apportino a questa che è una. certezza di domani. So pure che qui non esistono problemi politici all'infuor! di quelli do) Fascismo. Torino, che ha visto s\ ilupparsi tra ie sue mura il Risorgimento italiano ed è stata sempre antesignana di patriottismo, è ancora o'-gi cittadella dell'ordine sociale e dèlia tranquillità. Ai laboratori torinesi ed alle loro famiglie rivolgo il mio saluto personale e della Confederazione. L'esempio che essi offrono in questi giorni li fa degni del Regime, verso il quale si sonò volti, e del suo luminoso divenire». Una salve nutritissima rìi applausi corona, il discorso del commissario confederale, che già era stato più voi lo interrotto da acclamazioni. nbinodapqpleittetasitifrchavcaBl'dreinSnicavednvfucofuvOconOMd—dNbPCfrpddNitfu—KliMdAzdsTCpMmilpngpiBmBlRtcrivggcGrVbrIbccruoMm CiIl Segretaria Federale L'on. Malusardi fa alcuno comunicazioni circa il prossimo Congresso nazionale, acenna alle offerte di mae stranie che lavorano in pieno di dedicare ore a favore dei disoccupati e dice che bisogna incoraggiarle, coordinandole. Quindi invita il. Segretario federale a recare al dirigenti sindacali il saluto del Partito. L'assemblea prorompe in nuovi applausi, l.'avv. Biaiichi-Mina, accogliendo l'invito, si dice lieto di affermare ancora una volta la comunità ideale esistente oggi fra l'azione dello Camicie Nere e quella rielle masse inquadrate attorno ai gagliardetti sindacali. Dopo un saluto al camerata Klinger, il Segretario federale accenna ul fatto che nel martirologio fascista torinese, tra i caduti, gli operai sono rappresentati cosi nella vigilia eroici cosi come lo sono oggi nelle formazioni politiche e nei battaglioni di Camicie Nere. Gli stessi operai hanno concorso con le autorità, gli Unti e benemeriti cittadini alla costruzione della Casa Littoria e oggi tranquillamente danno la loro collaborazione anche all'attività assistenziale che il Parlilo svolge in Torino. Il Segretario federale conclude con la certezza di una visione di forza compatta e di disciplina unitaria, che affermerà la vera efficienza del Fascismo di Torino, solo che a Torino voglia il Duce fare ritorno. L'assemblea non lascia nemmeno concludere l'allusione alla venuta del Duce: scatta in piedi, gridando ad una voce, che diviene un coro formidabile: «Vogliamo il Duce u Torino > j e eorona in tal modo il fervido omaggio della Federazione fascista, sia nei riguardi del nome del Capo del Governo, sia del generale desiderio c-he"egli possa presto visitare la nostra città. I lavori del Direttorio I.a grande adunala si e sciolta, a mezzogiorno. Alle 10 il Direttorio dell'Unione ha esaminato i varii problemi posti all'ordine del giorno. Umberto Klinger, che sedeva a flnnco ull'on. Malusardi, ha parlato ancora a lungo, tracciando con precisione la linea di condotta da seguire. La parola del giovane capo della Confederazione è valsa a infondere in tutti i componenti il Direttorio nuovo ardore per l'opera da svolgere. L'impressione generale ft slata che con un uomo come Umberto Klinger, l'organizzazione dei lavoratori dell' industria giungerà al suo massimo sviluppo con una adesione sempre più stretta degli operai al Regime. 11 gr. uff. Klinger nella giornata è stato ricevuto da S. E. Il Prefetto llicci, col quale si 6 trattenuto su problemi economici. In serata, accompagnato dall'in. Malusardi e da altri dirigenti sinda"ali. ha visitato it. Casa Littoria, soffermandosi in pio raccoglimento davanti alla lapide dei caduti fascisti. Al mattino aveva pure compiuta una visita agli uffici della Casa dei lavoratori di i-orso Galileo Ferraris, rilevandone l'ordine ° ccmpiacendosi al riguardo vivamente con loti. Malusardi* nplrrsncGctnRtBdTMmooc