La morte di Leonoldo Torricelli

La morte di Leonoldo Torricelli LA SCOMPARSA DI UN GRANDE ATLETA La morte di Leonoldo Torricelli La notizia brave, dolorosa, che ferisce il cuore di tutta la famiglia sportiva italiana è questa: martedì, ha cestaio di vivere U campione italiano degl. stayer Leopoldo Torricelli. Diciamo «campione» anche se dati agosto j egli non lo era più. L'atleta che il iale aveva attanagliato da tempo, aveva dovuto limitarsi ad attendere uaija radio la descrizione delle fasi LiBiiu Iona che, svolgendosi a. Pordeuo- '"°" ttvova P'« corno attore quegli die per sei anni aveva trionfato di | tuli; coloro che avevano voluto contendergli l'onore della maglia tricolore. Uopo e.-SL-re stato sei anni campione d'Italia - egli dichiarava ai rari amici di? avvicinava — riteneva di potersi considerare ancora un po' il titolare di quella muglia, che egli aveva dovuto cedere senza combattere. Chi ■Ai aveva tolto il titolo — il piccolo Manera - era un iconoclasta a cui forse il lungo « Poldo » non perdonava, non sia la vittoria (quella che egli era rassegnato a lasciare ad altri), ma la facilità del trionfo. Preda del male, non aveva disperato ancora qualche mese prima della gara veneta, di poter indossare il casco per contras-tare la vittoria a colui che egli sentiva essere il più atto per impadronirsi della maglia tricolore. Rassegnato all'astensione — non rassegna.to pero a non guarire — avevr>. atteso dalla radio la notizia: e quella o.vrebbe dovuto essere per il suo cnoro un'altra. Si augurava la vittoria di Gay, egli che pur era certo che il trionfatore sarebbe stato Manera Il suo tramonto è stato caratterizzato dalla tragedia del suo orgoglio d! atleta che si vedeva condannato alla sconfitta senza poter scendere in lizza contro il suo avversario. Ma Torricelli però non credeva al suo tramonto. Morire a 37 anni, dopo aver girato piti volte mezza Europa per farsi una fortuna, dopo aver imposto a se stesso rinuncie e rinuncia, dopo essere giunto ad acquistare ricchezze e onori, dopo essere stato l'Idolo delle folle che vedevano In lui l'uomo che aveva saputo con la tenacia, con lo spirito di sacrificio raggiungere una posizione sociale che, tra i corridori del suo tem■po, è stata solo eguagliata e superata da Girardengo e da Belloni? E gli ultimi giorni della sua vita sembravano dare ragione alla sua fiducia., non ad alimentare perù speranza nei parenti, nella mamma e nelle sorelle amorevolissime, nel fratello che vedeva in «Poldo» il suo idolo. Questi temevano la catastrofe; lui no. Un anno fa, in questi giorni, mentre andava allenandosi sulle strade della nostra regione, dopo un breve periodo di riposo (e l'allenamento era ripreso per l'incontro che a fine dtcem r.„_.~i „i K.i.j..™, ore si disputa a Parigi al Velodromo ,•V Inverno tra le rappresentative di Francia e d'Italia), egli ebbe a un tratto la sensazione che qualcosa, veniva meno In lui. Un' Impressione strana, uno stordimento, un senso di fatica... un pulsare più violento del cuore. Giunto in città senza nulla dire al parenti si sottoponeva a un esame medico generale: Il dottore non si pro- nando sul male; stupì che quel gio-ivane allampanato, atleticamente nomeccezionale, potesse disputare le fati-.cose corse dietro motori, e si limitò a dirgli (vien fatto di ricordare i consl- gli a Guido Gozzano di quel dottore |che aveva esaminato il « suo cuore mo- nello giocondo»): «Amico, occorro-1no pace, tranquillità, aria salubre. Non \ipiù bicicletta, non casco, non svaghi eittadini. La nostra collina può esser-]le giovevole. C'è solo un po' di catar-iro, ma va curato». Non lo curò. Corse Ia Parigi, poi in Germania. 11 male lo .rlprese, tornò a Torino e un giorno de-1else di partire per Pecetto, sicuro di,guartre. La partenza per il suo ritiro \collinare avvenne senza dire nulla a nessuno, anzi tenendo celato 11 suo male. Fummo noi a carpire la notizia a uno dei pochi che sapevano. E la Stampa fu la prima a domandarsi: kTorricelli correrà ancora?». L'interrogativo suonò male all'oTecMilo del bravo « Poldo ». Se la pubblica opinione si impadroniva del suo male, sarebbe egli guarito? La domanda può parere strana. Eppure fu quello il timore che assali l'atleta quando nella tranquillità di Pecetto egli lesse il brano che lo riguardava. E fu dopo qualche mese a trovarci e precisamente per dirci che alla domanda veniva a rispondere di presenza, non per dichiarare che avrebbe anoora corso — il medico era stato molto esplicito al riguardo —, ma per farci malessere individuato per tempo, era Btato vinto dalla sua fibra. — Non morirò. — E chi lo pensa? Lo stato suo è veramente buono: ingrassato, colorito, tarchiato addirittura... — Avrei voluto assolvere qual che altro impegno... Ho più contratti ancora a cui far fronte. In alcuni mi sostltulrà Gay, altri li disdirò. E poi Torse mi dedicherò alle organizzazioni. Perchè non si potrebbe dar nuova vitaal nostro Velodromo, adottando siste-;nl di attrazione americana, cioò dan-do al pubblico, con quello che è semplice sport, anche altri spettacoli attraenti ? E la conversazione continuò su crucilo che avrebbe inteso fare: non nascose di avere raggranellato una fortuna che gli avrebbe consentito di vivere crni vita certa agiatezza. Tuttavia prima di lasciarci, egli volle farci l'ultima confidenza-. « Lo sa che un giorno ho avuto un dubbio atroce? Fu durante l'ultima corsa a Parigi : a un certo punto io vidi rosso. Mi passavo la mano davanti agli occhi mentre seguivo la macchina allenatrice, e vedevo sempre rosso. Ua testa pareva che mi volesse scoppiare. Tutto sangue, vedevo... Ma ora, grazie al cielo, sono guarito». Reduce da Pecetto, por consiglio del medico, andò ancora in collina. Trascorse l'ultima parte dpll'estate nell'amena vallata del Pellice. Ne ebhe per quel che potevano Riiidicare Rli occhi, un giovamento enorme, fiinnse a'Torino trasformato. Si sarebbe fletto... raddoppiato. Dopo breve tempo fu ptp^o da malessere: in ottobre era rostretio a tenere il letto. Saltaiarlemente *1 alzava e sbrigavaWu un galoppare veloce del male. Era, per quelli che sapevano, la doiloiosa certezza dei) ira ni unto sul quale i medici non avevano fatto riserve; per l'atleta, vincitore di cento battaglie, eia ancora la certezza del su- K lamento del.a crisi, gancio questa, or 6 qualche glor no, si avvicini, più pericolosa, fu chiamato il sacerdote: non rifiutò il comic-ito di colui che egli riceveva come un amico, non di quegli che lo avi ci Ve pilotalo a nioiire. E eoa questa speranza di vita si è spento a trentaseite anni Leopoldo 1 oiiiotJli, per soi volle campione d'I- lolla staqer, al cui (itolo era giunto olire la trentina, do.no aver mietuto jsuccessi c vittorie nelle gare su stra- da. che e.ano state 11 teatro prime |dulie sue gesia. Il nome di Torricelli, si può dire, è legato agli albori del ciclismo italiano. Troviamo il suo nome nel nostro Piemonte accanto a quello di •iremo, Bòi-garello, Santina. Durando, Bosco, Garda; lo troviamo capo di quella squadra di cui Inoeva parte il tiovese Giinidcngo alle sue prime armi nella carniera ciclistica; lo troviamo vincitore di un Giro di Lombardia, di una coppa Casalegno a Set- timo, dove egli è primo staccando tutti e ultimo è couui che avrebbe dovuto poi diventare il Campionissimo. Dobbiamo parlare dei suni Giri d'Italia? Delie sue corse all'estero? Sarebbe lungo enumerare le gare disputate e vinte da questo agilissimo corridare, vero tipo del levriero e a un teinpo anche dell'arrampicatore. Una carriera Incominciata, all'insaputa di tutti a quattordici anni con una vit tori*, continuata su unte le strade d'Italia e sulle pisto di tutta Europa, che ha culmina o con il sessennale successo nel campionato italiano stayer, ci costringerebbe a una de sdì izione che lo spazio non consenti relibe. Occorre tuttavia affermare che lo sport italiano perde imo dei suoi alieti migliori per valoie e per intel ligenza. mentre la scena ciclistica perde certo uno dei più brillanti attori , „ „,or T ,„ ,t f,,nrjZ»\ Ir C„S sul campo di battaglia jper_ quello sport che tanto amò e per il qualeegli è giunto fino all'ii'lltma rinuncia, la pili preziosa. Quella per la quale egli è più meritevole del ricordo di tutti eli sportivi. 0. TRABUCCO. TORRICELLI fotografato prima della partenza nella VTom ctle to vedeva nel I9i!7 per la quarta volta cantpìone d'Italia.