Gli amministratori del Credito Biellese ricorrono contro le conclusioni del Procuratore del Re

Gli amministratori del Credito Biellese ricorrono contro le conclusioni del Procuratore del Re Gli amministratori del Credito Biellese ricorrono contro le conclusioni del Procuratore del Re » o ì a d a i n l e , . a ouil o m, ui o e Biella, 15 notte. Questa mattina sono stati notificati, agli amministratori e ai sindaci del Credito Biellese, l'istituto dissestato che il 17 ottobre 1927 aveva chiuso gli sportelli denunciando un passivo di oltre 50 milioni di lire, passivo che è, invece, risultato superiore ai 120 milioni, gli atti concernenti la requisitoria del Procuratore del Be, cav. Dabbene. Con tale requisitoria il Procuratore del He chiede sia dichiarata chiusa l'istruttoria penale e richiede il rinvio a giudizio del Tribunale di tutti gli amministratori, del direttore e del ragioniere capo. La vertenza « Credito Biellese », in cui sono coinvolti oltre venticinquemila risparmiatori di tutta la regione e del Piemonte, è, dal lato dell'Autorità giudiziaria, virtualmente chiusa. I.'istruttoria è stata necessariamente assai lunga, perchè l'istituto in dissesto venne ammesso alla .procedura del concordato preventivo e la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso degli amministratori, che erano stati arrestati, ritenendo che dal momento che venne adempiuto alle formalità del concordato, non si deve più ravvisare nel dissesto la bancarotta fraudolenta. Il Procuratore del Re, cav. Dabbene, e il giudice istruttore cav. Gabri, hanno perciò dovuto ricercare in un cumulo di oltre un quintale di documenti le responsabilità dei singoli in ordine a soli reati di truffa. Tale ricerca è stata quanto -mai faticosa ed ha incontrato difficoltà notevoli, anche perché non si sono avuti testimoni pronti a deporre su fatti per cui gli amministratori apparivano coinvolti in determinate gravi responsabilità. L'opposizione dogli imputati L'Istruttoria penale sarebbe perciò virtualmente chiusa e, ora che è stata notificata la requisitoria del Procuratore del Re, dovrebbe avvenire il rinvio a giudizio e dovrebbe essere fissata l'epoca della celebrazione del giudizio, per cui vivissima è l'attesa. Questo però non potrà avvenire tanto presto, poiché gli imputati hanno preannunciato un ricorso contro la requisitoria del Procuratore del Re. Tale ricorso dovrà essere esaminato dal giudice istruttore, successivamente dalla Corte di Appello e infine dalla Corte di Cassazione. Oltre a questo ricorso, che da solo basterà mantenere sospesa per oltre un semestre la vicenda giudiziaria, è annunciato un ricorso tendente ad invocare a che il processo sia svolto in altra sede che non a Biella. L'istruttoria, com'è noto, è stata con M-s.«< iiB7/-ww i ,q e | LL^in & aSat a l iniente a Milano, via Aspromonte 15. presidente della S. A. Credito Biellese; 2) Riccardi Conte Giovanni, di 67 anni, residente in Rocca d'Arazzo, vicepresidente della S. A.-Credito Biellese; 3) Sasselli Umberto, di 43 anni, già residente a Biella, attualmente residente -1 in Torino, via Amedeo Peyron 22, di anni, già _ residente in t Biella.__oUua.l- i an a tril iaiiei nIl ie znd nni o oa tl di re tre alo aer ee. e » al eeha rrettore della S. A. Credito Biellese; 4) Barbera Ferdinando, di 42 anni, residente in Biella, amministratore della S. A. Credito Biellese; 5) Gromo Alessandro, di 51 anno, residente a Sandigitano, canonico, amministratore fino al 21 luglio 1927 della S. A. Credito Biellese; 6) Aragnetti Quinto, di 41 anno, residente a Biella, ingegnere, amministratore della S. A. Credito Biellese; 7) Berk Eugenio, di 61 anno, residente a Biella, canonico, amministratore fino al 3 settembre 1926 della S. A. Credito Biellese; 8) Perona Pietro, di 51 anno, residente a Cossila, deceduto; 9) Bertola Mario, di 43 anni, residente in Torino, via Assarotti 10, sindaco della S. A. Credito Biellese; 10) Rivetti Giuseppe, di 58 anni, residente a Biella, canonico, sindaco della S. A. Credito Biellese; 11) Comotto Guido, di 35 anni, residente a Vigliano Biellese. meccanico, sindaco della S. A. Credito Biellese; 12) Canova Giovanni, di 56 anni, residente in Miagliano. sacerdote sindaco della S. A. Credito Biellese; 13) Fasanotti F.ugenio, di 43 anni, residente in Biella, ragioniere, sindaco della S. A. Credito Biellese; 14) Ciocala Giuseppe, di 34 anni, residente a Milano, piazza Guardi 15, ragioniere della S. A. Credito Biellese. I capi di imputazione La requisitoria conclude non doversi procedere contro tutti gli imputati per l'imputazione riguardante • gli enunciati talsi sulla condizione della società e concernenti faiti riguardanti le condizioni medesime facendo inoltre fraudolentemente figurare nei relativi bilanci utili manifestamente non sussistenti » per estinzione della azione penale per amnistia; non doversi neppure procedere per le altre imputazioni riguardanti la creazione fittizia della Società industriale commerciale piemontese « allo scopo di mascherare giuochi di borsa e operazioni in titoli e valuta, nonché passività della S. A. Credito Biellese » e la detrazione di • parte notevole dell'alti vo della Società stessa, per somma non ancora bene accertata non inferiore però ai 11) milioni » poiché tali fatti non costituiscono 1 reati di bancarotta fraudolenta mancando la dichiarazione di fallimento; non doversi procedere contro i sindaci Bertola, Rivetti, Comotto, Canova e Fasanotti perchè i fatti loro attribuiti nqn costituiscono reato per mancanza di dolo; non doversi procedere contro Perona Pietro perchè estinta 1 aziono penale per la morte dell'imputato. Si ordina invece il rinvio a giudizio di Viola Giovanni, presidente; Riccardi conte Giovanni, vice presidente; Sasselli rag. Umberto direttore; Barbera Ferdinando; Gromo teol. Alessandro; Aragnetli ing.. Quinto e Berk can. Eugenio, consiglieri, per le seguenti imputazioni: l.o del reato pp dagli articoli 03 PP- 246 Codice comm. in relazione agu art. 4M, capoverso n. 1, 431 Cod. Pen. per avere in Biello, di correità fra loro, ottenuto la sottoscrizione dì 100.000 azioni di L. 50 caduna simulando nel rilancio presentato all'assemblea dei soci, il 13 marzo 1024, un utile di lire 414.015.U4 manifestamente non sussistente; 2.o del reato pp. dagli articoli 63, 74, 280 Cod. Pen. per avere.* in Biella, in tempi diversi, con più atti esecutivi della medesima risoluzione di correità fra loro, quali presidente il primo, vice presidente il seconde, direttore il terzo, consiglieri gii altri delia S. A. Credito. Biellese, formato, con pubblico .e Privato nocumento; in parte falsi ì libri della detta società riferentesi agli anni 1922, 1923. 1924, 192?, 1926,.facendo figurare nel primo un utile di L. 304.928,82 mentre eravi una perdita di circa quattro milioni, nel secondo un utile di L 414.015, mentre eravi una perdita di circa sette milioni, nel terzo un utile di L 440.476,50 mentre eravi una perdita di circa sedici .milioni, nel quarto un utile di L. SS4.4otì,<4 mentre eravi una perdita di circa dician: nove milioni, nel quinto un utile di L. 941.212,73, mentre eravi una perdita di oltre diciannove milioni e contrariamente al vero, interamente versato il capitale sociale e facendo inoltre uso dei detti verbali in parte falsi coll'adempiere alle formalità di cui all'art. 180 Cod. comm., con avvertenza che nei riguardi del Canonico don Berk la sua responsabilità non si estende ai fatti del 1926, avendo a quell'epoca, cessato di tare parte del Consiglio di Amministrazione. E' pure ordinato il rinvio a giudizio del rag. Ciorcala Giuseppe per cornetta nelle sopraddette imputazioni coi Presidente, Vice-presidente e Consiglieri.