Scopi e modalità della ricostruzione nella relazione dell'on. Bertaochi

Scopi e modalità della ricostruzione nella relazione dell'on. Bertaochi Il disegno di legge per via Roma alla Camera Scopi e modalità della ricostruzione nella relazione dell'on. Bertaochi La Commissione permanente per rasarne dei progetti per la conversione in legge dei decreti-legge, di cui è presidente l'on. Solml, ti» presentala alla Camera dei Deputali la relazione dell'on. Bertacchi per la conversione in legge del Decreto recante provvedimenti per l'allargamento di via Roma e per il risanamento del quartieri adiacenti. Premesso un cenno sul'a storia della via e delle questioni ad essa relative, l'on. Bertacclii scrive: « Da tempo il problema del miglioramento delle condizioni della più centrale e più importante via della metropoli subalpina era oggetto di studi da parte delle civiche amministrazioni di Torino; e poco prima dello scoppio della guerra europea era parso che, almeno '.n linea tecnica per ciò che riguarda l'allargamento e le modalità di ricostruzione, losse risolto. «Diversi ostacoli si frapposero, tuttavia, all'esecuzione dell'opera, finché compiuti 1 più minuti esami del problema sótto ogni punto di vista, nel giugno scorso il Capo del Governo, troncando gli indugi in cui da parecchi lustri si dibatteva la questione di yià Roma in Torino, decideva di dare esecuzione al progetto municipale, accettando le proposte del Comune, e proponendo a Sua Maestà il Re di darvi forza di legge, in modo che la più assillante questione edilizia torinese veniva avviata a definitiva soluzione. « L'allargamento della via Roma da metri 10,65 a metri 14,80 con portici da ambo i lati, l'allargamento delle strette viuzze, residuo della città presettecentesca, che ad essa adducono nel tratto tra piazza Castello e piazza San Carlo, il dimezzamento dei due lunghi Isolati compresi fra le vie Cavour ed (Arcivescovado da una parte, Andrea Doria e XXIV Maggio dall'altra, il riassetto di tutta la zona interessata, sono le principali caratteristiche della .Legge. «11 miglioramento della viabilità, 11 risanamento di un'importante parte «telila città sono gli scopi principali idell'opera, ma nel momento attuale essi non possono essere disgiunti da quello della razionale ed organica Sistemazione del centro urbano. «Appunto In relazione a quest'ultima necessità, il piano dichiarato di pubelica utilità, oltre a^ie aree strettamente necessarie per l'allargamento ed il risanamento, comprende altre aree, alle quali deve estendersi l'espropriazione e la ricostruzione, per po ter raggiungere la voluta organicità elei nuovi compiessi edifici. «Per l'attuazione di questa grandiosa «pera edilizia che indubbiamente ri chiederà un ingente impiego di capitali, in accoglimento delle istanze del comune di Torino, il decreto accorda diverse facilitazioni in deroga sia ai principi! generali defila legge sulle espropriazioni, sia alle comuni norme fiscali ». Dopo aver Indicate le ragioni delle facilitazioni concesse, la relazione continua: « Ciò premesso in linea generale circa il calcolo delle indennità, è opportuno esaminare in modo particolareggiato quanto è stabilito dalie disposizioni degli articoli 2 e 3 circa le espropriazioni da effettuarsi col cri teri deroganti dalle norme generali della legge del 1865. «Il comune di Torino è autorizzato anzitutto per esse ad applicare le norme dell'articolo 12 della legge del 1885 il quale dispone « nessuno avrà diritto ad indennità per la risoluzione dei contratti di locazione cagionata dall'esecuzione della presente legge ». E' questa una logica statuizione per porre l'esecutore dell'opera al riparo da pretese, molto spesso esagerate, di Indennità a favore di inquilini e specialmente. di conduttori di negozi. Ma è opportuno osservare che, per considerazioni d'Indole generale economico e nello stesso Intento deilla celere esecuzione dell'opera, l'articolo 12 sopracitaio dovrà essere interpretato ed applicato alla lettera intendendosi nella parola • nessuno » non soltanto il locatario, ma anch'; il locatore. Non sarebbe infatti nè logico, nè umano che l'Inquilino conscio della prossima demolizione dello stabile ed anche per avventura desideroso di affrettare, per quanto sta in lui, la esecuzione dell'opera, fosse costretto a rimanere nello stabile fino al momento dello sfratto o a pagare al proprietario una indennità per risolvere il proprio contratto di locazione. ■A sua volta l'articolo 13 della legge del 18S5 per ila parte più specialmente Interessante quest'argomento dispone: • L'indennità dovuta ai proprietari |« degli immobili espropriati sarà de!« terminata sulla media del valore ve'« naie e dei Atti coacervati dell'ulti'« ino decennio... In difetto di tali fitti « accertati, l'indennità sarà fissata :« sull'imponibile netto agili effetti delti le imposte su terreni e su fabbrile cati •. . In tale disposizione l'imponibile figura come un surrogato dei fitti accertati e come tale è riferibile allo sie«o periodo di tempo — il decennio prossimo all'espropriazione — a cui si riferirebbero i fitti se questi fossero accertati. «Ma l'articolo 3 del Regio decreto legyu 3 luglio 1930 apporta all'articolo 12 citato una modificazione radicalmente innovatrice, e tale risulta sia dalla lettera dell'articolo stesso che dai precedenti formativi della di sposizione medesima. « L'indennità di espropriazione — idice il Regio decreto-legge 3 luglio '« 1930 all'articolo 3 citato — delle zone [« di cui al 1° comma dell'articolo 2 [•sarà determinata sulla media del va-' • lore venale e dell'imponibile netto • capitalizzato ad un tasso dal 4 per « cento al 5 per cento a seconda delle a condizioni generai! della località •. «Qui la capitalizzazione dell'imponibile non è più un surrogato dei fitti coacervati nell'ultimo decennio, è una entità a sé. ed a sè stante, ed appunto cmGdpziplfvsaddddaspiaqlccd1m1ppfcdecvgtadztdltrzgqHddeslti1 damcsgrnrapmmdgvcdltCgqpzalblrdtiipcndpqcencBptnrgtalvpnmTtgpVcldcl come tale deve essere ben precisata nella sua misura. « Minuziosi calcoli vennero precisamente sugli imponibili richiesti dal Governo al comune di Torino prima della emanazione del decreto in rapporto specialmente alla determinazione del tasso di capitalizzazione, che il Comune stesso aveva chiesto in un primo tempo fosse stabilito dal 7 all'8 per cento, mentre i competenti orfani consultivi statali opinavano dovesse venir (issato nel 3,50 per cento. «1 calcoli del Comune, che erano basati sugli imponibili 1925 e non rireriti ad decennio precedente, erano stati dapprima dal Governo, tutore rigido dell'interesse generale, ritenuti lesivi dei diritti degli espropriando e solo dopo la conoscenza degli imponibili accertati per l'anno 1930 venne ammessa l'equità, sia per l'espropriarne, siaper l'espropriando, della capitalizza- ieZr/.V,1^ ?aXr ? sec0nd^Jv„ c™£'oionl fella località «Ne consegue che l'imponibile netto, al quale si riferisce l'articolo 3 ed al quale deve riferirsi ogni calcolo perl'esecuzione della opera, è quello ac- certato al rhnmpntn delta emana;'ione cenato ai momento del a emanatone del decreto e cioè quello per lanno1930, e non quello risultante nè dalla media degli imponibili del decennio 1920-30 troppo lesiva degli interessi dei proprietari, nè dalla media degli ini- potàbili del decennio precedente la etfettlva espropriazione ». L'on. Bertacchi espone ancora al- cune considerazioni per questi provve-dimenti, e poi passa a trattare delle esenzioni dagli oneri fiscali. « Con l'articolo 5 l'esenzione venticinquennale della imposta e dalle so- vraimposte stabilita dalla legge 31 gennaio 1926, n. 100, viene estesa, nel tempo, dal 1035 a.l 25 luglio 1938 (ottoanni dalla pubblicazione del Regio decreto-legge 3 luglio 1930 sulla « Gaz- zètta Ufficiale») e nella sostanza a tutte le costruzioni eseguite in dipen- denza dell'attuazione del piano qua-lunque sia la destinazione loro, menatre la legge comune vuole la destina- zione ad abitazione ed a negozi. Lo- gica è la sostanziale estensione in quanto gli edifici della nuova via Homa non potranno, non comprendere di tSlfi!' '° T °rÌli M di divertimento, o grandiosi alberghi e simili esercizi. Logica pure è l'esten- sione nel tempo, in quanto essendo l'esenzione dall'imposta un coefflclen-te di Brandissim« ininnrta.nya sotto iL„Lg ■ importanza sotto 1 aspetto economico per 1 attuazione del piano, la sua mancata proroga avrebbe praticamente ridotto il termine da otto a cinque anni, perìodo che sarebbe stato assolutamente insufficiente data la complessità e lagrandiosità dell'opera .. Seguono alcuni cenni alle rlRnnil. relazione tratta deJ regolamento an-nesso al Decreto, rilevandone le norme relative alle modalità architettoniche, ai consorzi di proprietari ed ai termini per 11 compimento del grande rinnovamento.

Persone citate: Bertacchi, Cavour

Luoghi citati: Roma, Torino