Re Giorgio inaugura la Conferenza indiana

Re Giorgio inaugura la Conferenza indiana Splendori d'Oriente nella nebbia di Londra Re Giorgio inaugura la Conferenza indiana n grande evento storico dell'india : maragià e paria insieme per la prima volta alla Tavola Rotonda = Il nazionalismo gandhista dichiara il 12 novembre giornata di lutto Londra, 12 notte. Una nuova èra si è aperta oggi por i rapporti fra l'Inghilterra e l'India. Uuesta giornata del 12 novembre, quale che sia l'esito della conferenza paniiidiariit, è destinata, infatti, a rimanere storica negli annali dell'Impero britannico e anche forse più ad apparire ai posteri come :a consacrazione ufficiale del risveglio nazionale indiano. Scomparsa da secoli dalla storia, l'India si sveglia oggi a nuova vita e rientra nella storia per chiedere il posto che le spetta a fianco dell'Inghilterra, fra lo grandi nazioni del mondo. Questa storica giornata è stata cetoOrata in India con uno sciopero in segno di protesta contro la Conferenza, e il nazionalismo gandhista ha dichiarato ancora una volta oggi che il 12 novembre è giornata di lutto per le speranze dell'India nuova. Eppure, malgrado l'assenza di Gandhi e malgrado la sconfessióne dei delegati indiani, ciò che era presente oggi nella galleria reale della Camera dei Lords era proprio il nuovo nazionalismo gandhista. Il Mahatma prigioniero può in cuor suo essere orgoglioso di questa giornata. L'India ha oggi, infatti, guadagnata la sua libertà. A Londra si dovranno soltanto trarre le conseguenze della vittoria e stabilire le norme per l'applicazione all'India della nuova tavola dei rapporti con la madre patria. Per l'Inghilterra, d'altra parte, la giornata del 12 novembre è pure motivo di orgoglio. Spettacolo indimenticabile Quando Re Giorgio 6 entrato nella galleria della Camera dei Lords, sovrani di Slati indiani indipendenti, alti rappresentanti delle comunità mussulmane, delegati indù e modesti delegati delle classi diseredate, dei paria, si sono alzali in piedi ed hanno ascoltata la parola di Giorgio V, come Re e Imperatore. Quindi, dopo le dichiarazioni di MacDonald, eletto alla unanimità presidente della Conferenza, hanno preso la parola i capi delle diverse delegazioni. 1 rappresentanti degli Stati indipendenti dei mussulmani e degli indù hanno parlato in una unica lingua, l'inglese. La galleria reale presentava oggi uno spettacolo indimenticabile. Mai finora si erano radunate intorno a Re Giorgio ed ai suol Ministri le più alte e più potenti 'personalità dell'India e mai fino ad oggi si erano visti fianco a fianco sovrani, uomini politici indiani interne ai rappresentanti delle classi diseredate. I paria, boicottati in India, avviliti da secoli di isolamento e di vita ignominiosa, erano oggi in piedi a lato dei maragià indiani, ad ascoltare la parola di Re Giorgio. Se per l'Inghilterra la cerimonia di oggi non ha riscontro nella sua storia, essa ne ha ancor meno nella storia dell'India, ed è in questa nuova uguaglianaza di fronte al Re e Imperatore, simbolizzata nella cerimonia di oggi, che risiede il significato profondo di questa Conferenza. L'immensa galleria, dove si sono svolte tante cerimonie grandiose, non aveva mai ancora offerto a occhi europei uno spettacolo cosi sontuoso e pittoresco come quello di oggi. Due immense tavole a ferro di cavallo erano state poste nel centro. Presso quella esterna sedeva no, a destra del trono, sedici principi regnanti degli Stati indiani, e alla sinistra 1 membri della delegazione britannica. Lungo la tavola interna avevano preso posto i 57 delegati dell'India britannica. L'aula sembrava trasformata in una immensa serra, dai fiori più rari e più squisiti. Sfarzo d'Oriente Sembrava come se tutto lo splendore dell'Oriente si fosse magicamente manifestato agli occhi dei presenti. Vesti dai colori incantevoli sono state indossate per questa solenne occasione dai principi, dalle loro consorti e dai membri del loro seguito. 11 Maragià di Alward, che occupava il posto alla destra immediata di Re giorgio, rivestiva una tunica violetta: sul suo fez brillava un immenso diamante. Una foresta di turbanti si agitava nella galleria, offrendo la più svariata gamma di colori. Ve n'erano di azzurri, ricordanti la cupa purezza di un cielo indiano, ve n'erano di altri con tutte le gradazioni del rosa, del verde e del viola. Si notavano smaglianti collane di perle, ricami in oro, diademi incastonati di pietra preziose, orecchi¬ ni di malachite, di diamanti e di smeraldi. i\on meno sontuoso e multicolore 2ra il quadro offerto dagli invitati, molti dei quali portavano il tradizionale manto di un bianco immacolato. In questo mai visto caleidoscopio di colori apparivano strani e quasi fuori di posto i costumi neri dei delegati inglesi. Un'atmosfera di cordialità renava nel salone. Principi e uomini politici indiani discorrevano affabilmente scambiandosi impressioni e auguri. Festeggiati erano dagli indiani gli ex-Vicerè che il Governo aveva invitato ad assistere alla cerimonia, a Oanco dei delegati del Regno Unito. II discorso di Re Giorgio All'improvviso si accesero dei lampadari. La porla laterale della galleria si apri per dare il passaggio a Re Giorgio. Egli aveva alla destra MacDonald ed era preceduto dal lord gran ciambellano. Il Re inchinava lì capo in segno di saluto ai delegati dell'India, saliva quindi due gradini del trono e iniziava la lettura del discorso di apertura della Conferenza. In piedi e immobili, delegati e invitati hanno ascoltato la parola del Sovrano e quando egli, terminata la lettura si è avviato verso l'uscita, è passato ancora una volta di lato ai delegati, 1 quali violando le regole dell'etichetta, hanno manifestata la loro approvazione e la loro riconoscenza per l'intervento del Sovrano a questa storica cerimonia, battendo leggermente le numi sul tavolo. Il gesto suscitò alquanto stupore e perplessità, ma Re Giorgio ne prese atto inchinandosi leggermente e sorridendo. Re Giorgio espresse nel suo discorso il suo vivo compiacimento di vedere adunati per la prima volta nella capitale del suo Impero • rappresentanti dei principi, dei capi e del popolo dell'India i, e di inaugurare in persona la Conferenza con 1 suoi Ministri e con 1 rappresentanti degli altri Partiti del Parlamento. Dopo aver accennato al lavoro della Commissione d'Inchiesta, Re Giorgio ha aggiunto che non ha bisogno di parole p".T far rilevare l'importanza del compito che la Conferenza si e assun to e la portata storica delle sue deliberazioni. Re Giorgio ha quindi dichiarato che seguirà con Interesse e simpatia ma anche con qualche ansia e con grande fiducia 1 lavori della Conferenza. ■ Le condizioni materiali — ha poi detto il Sovrano — che circondano la vita dei miei sudditi in India mi toccano dappresso e saranno sempre presenti ai vostri pensieri uel corso delle future deliberazioni. E' mia speranza — conclude il Re — che il futuro Governo in India sarà l'espressione delle sue aspirazioni. Possano le vostre discussioni mirare alla sicura realizzazione di questo fine e possano i vostri nomi passare alla storia come quelli di uomini 1 quali hanno ben servito l'India e i cui sforzi hanno fatto progredire la felicità e la prosperità di tutto il mio amato popolo. Prego la Provvidenza di garantirvi in larga misura la saggezza, la pazienza e In buona volontà ». La presidenza a MacDonald Partito Re Giorgio, il maragià di Palpala si è alzato ed ita proposto che MacDonald tosse nominato Presidente della Conferenza. All'unanimità la proposta è stata accettata e MacDonald ha definito i compiti della Conferenza: ■ Siamo riuniti — egli ha detto — per cercare di registrare mediante accordi un riconoscimento del fatto che l'India ha raggiunto un punto caratteristico nella sua evoluzione costituzionale. Qualunque sarà l'accordo tinaie, non mancheranno coloro che diranno che esso non sarà sufflcente, mentre altri affermeranno che la Conferenza è andata troppo lontano. Lasciamo che parlino. Noi dobbiamo fare appel Io alla pubblica opinione intelligente ed illuminata. 11 disordine civile apre"V. uss,'! «oli!!5r?« i? 'iSS&.'fS* ESKÌ0,|e,s ussf! ^i^tuttf llSulgf costlUrzionali "è quale è basata ogni stabile ammini strazione interna. Il compito che ci sta dinnanzi è irto di difficoltà a sor- montare le quali disgraziatamente il passato non ci offre una guida bell'epronta. Esistono accanite divergenze di vedute che debbono ancora essere conciliate e conflitti di interessi che sono rimasti finora irreconciliabili. Non è il momento ora di enunciare e ancora meno pregiudicare i nostri pro- bleml. Dobbiamo solo essere decisi ad affrontarli e risolverli ». MacDonald ha terminato dicendo che molte cose sono state dette in passato in momenti di rabbia e di accecameli to o a scopo di creare malintesi, ma tutto questo deve essere dimenticato al tavolo della Conferenza. « Sforziamoci — na terminalo Mac Donald — di rendere degna questa Conferenza dei migliori geni politici della nostra razza >. Hanno quindi preso la parola i rap presentanti deile diverse delegazioni e primo fra tutti il maragià di Baroda, il quale ha ricordato ai presenti le parole della regina Vittoria: «Nella prosperità dell'India sarà la nostra forza ». Nelle loro dichiarazioni, gli altri capi degli Stati indiani hanno insistito sui legumi di lealtà che uniscono e debbono continuare a unire per sempre gli Stati indiani alla Corona britannica. L'atteggiamento dei Prìncipi La nuova posizione assunta dai principi è stata definita oggi dal maragià di Casemir. Egli ha detto: « Come alleati dell'Inghilterra, noi insistiamo sulla connessione con la Gran Brettagna, ma come indiani leali verso la terra ove siamo nati e ove siamo cresciuti, noi ci teniamo solida mente a fianco dal resto dei nostri connazionali, perchè il nostro paese goda di una posizione eli onore e di eguaglianza. 11 nostro desiderio è di cooperare con tinta Ut nostra capaci tà al successo di questa conferenza; però riteniamo che la cooperazione deve essere basata sulla realtà delia presente situazione » Ha preso quindi la parola il delegato SasU'i, il quale, come si ricorda, ebbe dei colloqui con Gandhi e tentò di indurlo a partecipare alla Conferenza di Londra. Sastri ha pure fatto dichiarazioni di lealtà alla Corona britannica, ma ut tempo stesso ha asserito che appunto per questa connessione alla Corona non debbono essere tollerate condizioni elio producano in giustizie, ineguaglianze o restrizioni del progresso nazionale. Più interessante però è stata la di chiarazione di un altro delegato in diano, il signor Jinnah, il quale ha ricordato le passate dichiarazioni fatte dai Viceré dell'India e le promesse di un regime di Dominion « Debbo dichiarare — ha detto — che l'India attende oggi la trasformazione di queste promesse in chiare realtà » Al termine della seduta il maragià di Pakiala dichiarava in un'intervista concessa ai giornalisti che i principi degli Stati autonomi indiani si ripro mettono, a causa dei loro legami con la Corona britannica e dei loro sen tini enti amichevoli verso le aspirazioni indiane di esercitare un'azione mediatrice durante i lavori della Conferenza. Da Bombay giunge intanto stasera la notizia che il discorso di Re Giorgio trasmesso in tutto il mondo mediante la radio non ha potuto essere rice vino in India a causa delle perturba zioni atmosferiche. 11 corrispondente da Bombay del Daily Tclearaph dice che straordinari preparativi erano stati fatti in quella città per permettere alla popolazione di udire la voce del Sovrano. Una folla enorme aveva invaso le strade presso gli amplificatori distribuiti nei diversi quartieri della città. 1 teatri erano stati invasi dalla folla nella quale si notava una abbondanza df gandhisti. Un teatro di Bombay era quasi interamente occupato da nazionalisti portanti tutti il tradizionale berretto bianco. L'annuncio die la trasmissione del discorso del Sovrano non poteva aver luogo è stato accolto da manifestazioni diversissime .da parte del pubblico. Alcuni manife- !Lnndril Ue Giorgio inaugurava la Conferenza, ma la l^ìtown»^ ma* la" polizia ha "proibito manifestazione e le strade ove avo starono cordoglio, altri risentimento, ma i nazionalisti accolsero la notizia con applausi. Una grande dimostrazione doveva aver luogo oggi all'ora stessa in cui a vano cominciato a radunarsi i dimostranti sono state sfollate senza incidenti. Lo sciopero è stato effettuato dai nazionalisti in tutti i grandi centri iinclinili in segno di protesta contro la Conferenza di Londra, ma tutte le manifestazioni accessorie non hanno potuto prodursi grazie all'immediato intervento della polizia R. P.