" Come sono diventato boxeur"

" Come sono diventato boxeur" Paolino Uzcudum racconta un po' della sua vita " Come sono diventato boxeur" M'avevano fletto: .Smettila di fare il lojnaiolo, di vivere come un orso su queste monluane. Va a Parigi, impara la boxe: guadagnerai dei milioni con i tuoi muscoli... •. l'arche non tentare? Mi decisi. Avevo poco denaro, non avevo mai viaggialo, non sapevo neanche che cosa fosse questa Parigi, dove si parlava francese ed era facile crearsi una fortuna dando dei pugni. Al Cirque de Paris, una sera, vidi la prima partita di boxe. C'era tanta, troppa gente. Sonostante le mie forme allellclìc e l'atteggiaménto spavaldo, mi sentivo sperduto, timido, e torse un po' triste tra tutta quella folla. Ma quando vidi i due ititeli sul ring, quan do cominciai a interessarmi dei loro colpi aitili e possenti, delle loro finte, del loro attacchi, sentii come una rivelazione : la bore sarebbe stata la | mia arte, il mio avvenire. La baracca io legno Da quel momento, non sognai che di divenire anch'Io boxeur. Ma... ma non conoscevo una sola parola di francese, non avevo chi potesse darmi una indicazione, un consiglio, non possedevo che poco denaro. • Però i pugni son solidi, pensai, e coraggio non me ne manca ». Ali diedero, finalmente, l'Indirizzo di una scuola di boxe, riuscii ulta meglio u farmi comprendere : l'indomani cominciai ad allenarmi allo Stadio Anastasio, stadio per modo di dire, perchè si trattava d'una misera buracca metà in legno, nel vecchio quartiere di Pellcport. La mia inesperienza faceva ridere tutti. Sulla mia grossa faccia di contadino fioccavano l colpi di certi maUri e smilzi pesi piuma, che quasi per pigliare in giro I miei novanta chili inoffensivi {'il colosso di lardo* mi chiamavano per ironia), si divertivano a picchiare, saltellandomi attorno, facendo delle smorfie, piroettando sulla punta del piedi come ballerini... Decisamente, non mi riusciva d'imparare. E la sera, nella mia cameretta, piangevo di rabbia. Il mistero della noble art m'inquietava. Avevo sempre creduto che, con tutta la mia forza, dare un pugno sarebbe stato tanto fucile... Nel inio villaggio, non m'avevano forst assicurato che sarebbe stato suftlcenle venire a Parigi, battermi buttare per terra l'avversario per poi tornarmene ricco nelle mie foreste? Pure, com'era diversa la realtà, come era difficile imparare la boxe scientifica, il virtuosismo, la tecnica, i colpi classici, l'algebra dei movimenti, il gioco delle gambe, quanta roba ostica e inutile. Cominciavo già quasi a disperare ad aver paura | ? i l Si beffavano di me, là dentro, quei ragazzetti che s'allenavano. Parole ironiche, sprezzanti, scherzi che m'indispettivano. Sinché un giorno, persa la, pazienza, dimenticala ogni tecnica, cominciai a picchiare, infuriato. Il mio avversario non era più un uomo, era un albero. E abbattere gli alberi è pur Il mio mestiere. Con un pugno in pieno viso l'ho mandato a ruzzolare nell'angolo opposto del ring. Tutti mi guardano stupiti. — Il legnatolo è in collera! — / novanta chili di gelatina si scuotono! Sono Artus, manager... — Avanti, chi ha coraggio! — arido io con voce rotta dalla commozione. E paf paf, quella sera nemmeno i più allenali poterono resistere alla furia del miei colpi. Picchiavo come un Indemoniato,- e tutti quelli che si sono presentati finirono k. o. Debbo aggiungere però che, sbollilo ti dispetto, sono andato a chiedere loro scusa: temevo di averli offesi. — Bravo, bel colpi — mi disse un signore che assisteva agli allenamenti. Poco dopo, trattomi in disparte, mi disse in pessimo spagnolo: — Sono Arias, manager. Sto cercando dei poulains. ò'e voi... se per caso, se credete... potrei farvi allenare bene a mie spese, larvi da manager, trovarvi dei combattimenti... Accettai. Quindici giorni dopo, alla Sala Waffram, mettevo k. o. il mio avversario al primo round. Stupore generale. Il pubblico applaude, i giornali cominciarono a parlare di me. Francesco Uescamps, che aveva perduto Carpentier, e quindici aitri manaoers fecero delle ottime proposte. Ma io mi itdavo solo di Artus. Non, diedi ascólto agli altri e restai con Artus. ha quel giorno, lo e lui siamo stali un'anima sola. Parlarvi di me? E che vi posso dire? Sono nato a Regll, nel Guipuzcoa, il 3 maggio 1S99, ho fatto II legnaiolo sino al 1923. il resto lo conoscete. I miei combattimenti? Sono finora più di cinquanta. Il mio manager mi ha fatto girare mezza l'Europa, in città di cui nemmeno conoscevo l'esistenza. Mi son battuto nel "25 con Van Humbeck, con Phllt Scott, con Constaìit Barrici:, con lireltenslrunter, vincendoli... Sinché una sera, il 18 maggio 1926, battendo Erminio Spalla, sono seeso dal ring iampione d'Europa. Oh, la ricordo quella sera! Applausi, fiori, evviva! Quante persone attorno a me! Quante donne m'hanno inviato fiori e biglietti! Ma, quando mi son trovato solo nel mio camerino con Artus, ci siamo abbracciati: avevamo voglia di piangere tutti e due. Un bel giorno, Artus ini raggiunge nell'hotel. — Vuoi che tentiamo l'America? mi propone. — E' lontano? Il gioco mi piaceva — Laggiù... si traversa il mare... e poi... — E' lontano? — Si sale su di un bastimento... e poi... E poi siamo partiti per Ncìo Yorn. Che bel giorni quelli! Artus aveva un po' paura dei pesi massimi americani. Io no: quel gioco mi piaceva c picchiavo sodo. Abbiamo cominciato a incassare del dollari, veri dollari; la fortuna. pripdppOpamdcmMi conoscono ovunque, in America.,E mi vogliono bene. Ho battuto, fra gli altri, Tom ìleeney. lohnny Risko, Georges Godfreg. Naturalmente, non combatto più come quella sera, allo Stadio Aitastase, la baracca del quartiere di Pelleport. Ho dovuto, sotto la guida di Artus, curare assai la tecniv.a, quella famosa tecnica che allora mi faceva tanta paura. Ho dovuto laticare anni interi per raggiungere uno stile sicuro. La forza bruta m'avrebbe servito assai poco, da sola, perchè, non è soltanto col pugno e col braccio che si deve colpire. C'è tutta una tecnica armoniosa e indispensabile nel movimento delle gambe, del torso, dette spalle, dei fianchi. Quello che conta Secondo me — e non è un paradosso — il colpo deve venire dal piedi. Ogni muscolo del corpo deve contribuire nello scatto che, partito da una esalta impostazione dei piedi, svilii^patosi in un'altrettanto esatto movimento dei muscoli, deve i.ulmineuiuunte esplodere nella violenza calcolata del gesto finale. Preparare scientificamente e ragionatamente il colpo [ossia nulla concedere all'impulso momentaneo) significa dare una forza quadrupla al colpo slesso come violena sia come precisione. Quundo io colpisco, i muscoli pettorali devono spingere le spalle in avanti, mentre quelli del dorso devono tur poggiare tutto il peso del corpo sullo slancio dei braccio che vuole colpire. Il gioco del movimenti e dei muscoli deve tendere a dare il massimo vigore al coivo fi. naie. Quindi, niente spreco saltuario di energie: quello che ha importanza sol- .tanto è il colpo finale, che deve glunA■ m —•» ivere colla massima violenza, come]una mazzata, sull'avversario. Grazie a queste norme, quando mettevo k. o, l'avversario, egli, risollevandosi. ««e-imetterla in pratica sul ring. L'/i liei Iva l'impressione d'aver ricevuto un colpo d'una violenza inaudita, superiore a. quella che si aspettava. Tecnica tecnica: avrei da parlarvene forse troppo a lungo di quella che ho imparalo dugti allenatori, ma più di tutti di quella che ho imparato dai miei avversari. E poi di quella che, attraverso l'esperienza, mi son foggiata per conto mio. Non è un segreto di mestiere: potrei anche parlarcene ■minutamente. Ma che vale? Descriverla mi pare inutile e ozioso: preterisco destro, un bel uppercut, valgono meglio di un trattato di tecnica. Che faccio ora? MI alleno, cerco di rendere sempre più agite, per/etta la macchina di combattimento. L'incontro con Camera vii attende. PAOLINO UZCUDUM Le gare di San Remo di tiro al piccione San Remo, il notte. Un numero veramente notevole di tiratori: 121, ha preso parte alle gare di tiro al piccione; oggi si e dispulato il Premio Viole che fu vinto da Giulio Calestani di Salsomaggiore con 13 piccioni su 13, seguilo da Sacchi di Verona, da Lucicn,Flerv di Nizza e da Elio Panduceil«™ 1.» f\v,.„.L i »T? i pure con 13 su 13. Quinto si e classi- Acato Figanego con 12 su 13. Il campione d'Europa del « welter • Gustavo Roti, mentre, a Praga, si allena con nn peso... « pulce».