Drammatico sbarco sulla costa dei pirati

Drammatico sbarco sulla costa dei pirati Nel paese dei pescatori di perle Drammatico sbarco sulla costa dei pirati (Servizio speciale della « STAMPA ») DUBAI, ottobre Aden si presenta come uno scenario davanti al anale si è meravigliati di non vedere diavoli passeggiare colle loro forche Oli uni scenderebbero dalle roeclc. gli altri vi si arrampicherebbero di tanto in tanto infilzerebbero dei dannali recalcitrantrl lanciandoli al disopra della loro spalle e li manderebbero a fondersi in una caldaia. Le caldaie, a Aden, sono sette denti aiaanteschi e vuoti che come gradini danno la scalala ad una immensa massa vulcanica. Nella speranza di indannare non so chi oli storiografi dell'Arabia lo chiamano cisterne. Se si dice che datino dalla regina Sab. è per non confessare che sono addiritlu,a opera di Lucifero. Su una terra infuocala, irta di alte guglie di pietra, le vie per uscire da quel caos salgono, girano, rigirano, scendono a picco, si affonilano sotto trafori, si infrangono su rocr.le sulle cui punte sono alcune case; alle basi altre case, nessuna sui fianchi. La città è nuda dalla fronte alle caviglie. Bluognerebbu sbarcare in tobogan. pu in guel punto che due viaggiatori si guardarono nel bianco degli occhi. Nulla ci conduceva all'Isola Bahreln. Noi contavamo su una nave petrolifera segnalala di lontano e per la quale noi improvvisamente avevamo issata la vela a Gibuti: la nave petrolifera doveva andare a Bender Abbas In Persia, ma ora non vi andava più. Trattative con an tedesco Da Bender Abbas, navigando lungo la costa, avremmo raggiunto tinga la Perla, poi Dubai la Pirata, poi Bahreln la Regina, io non potevo tuttavia offrirmi un yacht benché una volta avessi comprato un cavallo inveralo d vero!). Passare attraverso l'India? Aspettare i corrieri ad Aden, a Bombay, a [{arakl? Non sarei a Bahrein prima di un mese! La sventura era entrata nella nostra casa! Povero conquistatore! Giunse un cargo tedesco. Correva voce che andasse nel golfo Persico, che non prendeste a bordo passeggeri: ma si poteva sempre tentare. Il cargo si chiamava • Neldenfels ». VI sono nomi che non si dimenticano. Avete tentalo di sedurre un comandante di cargo tedesco? E' uno sport: Ne sono ancora affaticato. Infatti il cargo si recava nel golfo ma non a Bahreln, soltanto a Bassorah, toccando il largo di Dubai e di Bushire. Il co mandante non voleva saperne di noi ma noi volevamo invece andare con lui. L'agente terrestre della compagnia del cargo appoggiava la nostra causa. Noi mangeremmo minestra con marniellala ed avremmo dormito anche c0, montonl, se il regolamento lo esl- geva. Eravamo pronti insomma alle peggiori cose. — Io li prendo — fini per dire il bulldog — ma fino al largo di Dubai soltanto, — Che cosa faranno al largo di Dubai? — chiedeva l'agente. — Accettato — dissi. — A staserai Stringiamoci la mano! Bldlsccndemmo netta città del dia-, voli. L'agente consolare aveva avuto molta bontd a nostro riguardo, andammo perciò a partecipargli la nostra felicità. — E' cosa fatta-, il vecchio è sedotto; noi parliamo per Dubai. — Impossibile. — Egli ci condurrà. — Prima di tutto il battello non va a Dubai, bensì al largo. I pirati invleranno le loro barche a prendere la merce a bordo e voi non fate parte della merce attesa. — Cherif ibrahim farà loro un discorsetto. — Egli non potrà nemmeno sbarcare. La costa è chiusa tanto al musulmani stranieri come al « rumìs •. — Ebbene, noi saremo egualmente nel Golfo Persico; il tedesco non ci getterà in mare, credo. Le donne verdi — Aspettate, il mio collega, il Console d'Italia, mi ha parlato in questi giorni di un commissionarlo di perle di Dubai. Egli era ad Aden in- viaggio per Massaua; è un personaggio, a quanto sembra, nel suo paese di ban diti. Forse è ancora qui. Un toboggan ci lanciò dal console francese al consolato d'Italia. — A/a sì, — disse il Console Italiano — quel signore deve essere ancora qui. Egli è venuto tre giorni or sono a sol lecitare un visto per l'Eritrea. Un servitore si mise alla su* rier ca. Lo ritrovò; si chiamava HwOfl ih med llechir Ben Yacub ed era nella casa di un camerata nel quartiere indigeno. Gli si fece dire di non muoversi e di prepararsi a ricevere il console francese. Quando parlo di taboatjan, avete cLdsivggessrieldsdcz1Asuge1BcldtcssseiBDlDBteltbntptalccttpgI apito che si tratta doli'auto mobile. L'automobile consolare, con il gagliardetto sventolante a quel vento della, tagione del datteri, rldisccse traverso l caos Poi, ad un tratto, il terreno divenne piano. Nel tondo di un circo grandioso, invisibile dal mare, è il grande villaggio indigeno. La scena ntra per qualcosa nell'impressioni' elvaggia che questo luogo vi produce; enza di essa tuttavia le donne basterebbero a farvi credere che penetriate n ìin altro mondo. Esse sono « verdi », esattamente verdi. Nè bianche, ne giale, nè nere, verdi! Il loro volto è del colore delle penne del pappagallo. Sono Impiegate alla celta del caffè e. per avere meno caldo, si dipingono il volto con ('orari, he è. a quanto sembra, una specie di. afferano. Orbene to zafferano è giallo. 0 non ci capisco, dunque, più nulla. Ad ogni modo esse sono verdi e queto basta. Siamo arrivati Davanti alla porla di una casa sei uomini formano un triangolo un uomo alla punta, due sui lati e tre alla base. L'uomo della i.unla è 1 nostro uomo: Hadji Ahmed Beclilr Ben Yacub, gli altri due sono suol amici, padroni del luogo; gli altri tr. sono figliuoli. Che onore per essi la visita di un console. La camera di ricevimeno è pronta. Eccoci tutti installati. L'uomo crede che noi veniamo per comprare delle perle. Con fatica riusciamo a fargli rimettere in tasca i suol pacchettini ravvolti in tela rossa. Ecco, in due parole, quello che egli udì. — Siamo due francesi in viaggio; l nostro obbiettivo è di andare a Bahreln per vedere i pescatori di perle. Domani un cargo tedesco parte per il argo di Dubai. Noi scenderemo a Dubai e ii prenderemo una barca per Bahrein. La paura nel cuore Iladji Ahmed Bcchir, poco allo di staura ma in compenso molto tarchiato, et guardò con stupore. — Ora veniamo a chiederti, in primo uogo, informazioni, e, poi, la tua proezione : troveremo a Dubai un sambuco a motore? quanto et domanderanno per condurci a Bahreln? i,-ianlo empo metteremo da Dubai a Bahrein? puoi raccomandarci ai tuoi amici? Il commissionario, poco fato di staura e mollo largo di spalle, balbettò alcune parole. — Che cosa dice? — Egli dice « nel mio cuore vi è della paura ». — Pei chi? Per noi? Cherif glielo chiese. — Non per noi. ma per lui. Egli dice che non ci conosce. — Egli conosce il Console di Francia ed ti Console risponderà di noi Ditegli che noi non facciamo nè politica nè commercio, che mandiamo soltanto al giornali notizie sulla vita del pescatori di perle. Cherif Ibrahim spiegò queste cose a lungo, in nome di Dio e con tutti i gesti convenienti. La paura usci allora dal cuore di Iladji Ahmed Bechit: Noi troveremo un sambuco a motore a Dubai; ci costerà 320 rupie; ci occorreranno 35 ore per arrivare a Bahrein. Di più egli ci darebbe due lettere, l'una per l'Emiro Abbas, ammiraglio del mare, e l'altra per il fratello del Sultano, ambedue suol amici. L'ammiraglio del mare saliva sui battelli che si ancoravano al largo, egli si sarebbe incaricalo di porlare la seconda missiva. Queste lettere dovevano essere scritte « con la testa in mano». Egli andava a mettersi al lavoro, dopo di che ci farebbe portare le due lettere al Consolato. Cherif Ibrahim lo abbracciò. Io mi alzai per fare altrettanto, ma il compagno mi trattenne. — Tra musulmani soltanto! — disse, lo ricacciai dentro di me il mio bacio. Due lettere Le due lettere ci pervennero; eccone la traduzione: i Da Aden il Lo safar 1349. « A Dubai. * Signore onorato rispettato generoso amato caro Sul! Ben Sagar, che Dio conservi in pace! Dopo avere invocato su di voi la misericordia di Dio e la sua benedizione e la salute, dopo di questo, quelli che arrivano col vapore tedesco sono Cherif Ibrahim e Alberto Londres. Il loro desiderio è di recarsi a Bahrein. Dopo averli guar dati, prenderete consegna della lettera che si trova in loro mano, letica inviata al » fratello », lo sceicco Giùmah Ben Maktume gliela taiete pervenire nelle migliori condizioni, correndo, pcrcnè la lettera In questione contiene quello che occorre. E non ritardate. E siate per essi ome io saiel per voi, o padre di Dagar. Che la vostra presenza sìa per loro un beneficio. Amen. E mettetevi a loro dispost sicine; riceveteli col ricevimento più anpvptMtm1 amabile perchè sono le mìg-lnrl persone di questo mondo, -he tnpranno apprezzare quello clic tarile, (.mesto per vostra norma. Noi •siamo onorali di potervi sempre salutare. Salute ' Salutate per me S IU lo •ieeirro Sagri Ben MalUum e lo sceicco Hachr Ben Maletum e tutti coloro che chiederanno mie notizie Salutando. Salute 13W 1° safar Ahmed C. Bechir Ben Yacub ». Ecco la seconda lettera: o In nome di Dio potente e misericordioso, da Aden, l.o safar 1359. A Dubai. « Alla sua Signoria, Signore onorato, grande rispellato generoso valoroso fratello sceicco Gbunah figlio del defunto ìlalctum rispettalo. Che la pace di Dio regni e che regnino la sua potenza e la sua eternila! Amen Dopo la salute su di Voi e la miseri cardia e la benedizione di Dio sempre su di Voi ed il pentono delle af/ese 10 invoco I onore di essere agli orami di Dio. che Iddio taccia scendere su di voi la salute e la gioia! imeni In seguito apprenderai, o nostro Signore, che noi abbiamo latto la conoscenza delle due persone qui sollnnominatc. sono Ibrahim Cherif e Alberto Londres. E' loro desiderio di giungere a Bahrein: queste due persone sono gentilissimi della famiglia, giornalistica che si recano a prendere notizie delle perle e non altra cosa. Mio desiderio è che, arrivando con questo vapore tedesco clic non è buono per essi, vadano a Bahrein. E' questa la mia supplica. Ecco perchè per vostro favore, o padre di Maktum, senza ritardo darete ordine ad uno del vostri fartafs di preparare loro un steamee lino a Bahrein, rapidamente, perchè i giornalisti sono delta famiglia di coloro che stampano le notizie e le loro osservazioni su di Voi saranno nel giornali e si ricorderanno di voi con la penna in mano come lo nelle mie preghiere mi ricordo di Voi, Signore E queste due gentili persone non si occupano di cose di politica. Che nessun sospetto entri nelle vostre idee a tale riguardo. Essi si occuperanno delle perle soltanto, e neppure ver acquistarle o per renderle. Che Pio vi assista per aiutarli rapidamente! Bisogna fare per essi come fa lo « «fuOhi »; se piace a Dio, Voi sarete come desidero che siate. Questo per vostra norma, perchè ogni cosa sia detta. Vogliate (are conoscere t nostri saluti a S. Al. lo sceicco Sayd Ben Maktum. al fratello sceicco Hachr Ben Maktum, al fratello sceicco Mohammed Ben Ahmed. al caro zio, allo Iladji ì'ussef Abdallah, al fratello amato lo sceicco Ai/ssa Ben Alani Abdullah. al fratello Mvbrick. Salute. E sempre salutando. 13*0 l.o safar, vostro fratello devoto: Ahmed Bcchir Ben Vacuo ». In rotta /( Neldenfels, cargo tedesco della compagnia Hans, ci porta verso l'Ocea no indiano in rotta per il golfo delle licrlc. Il cargo procede in pieno monsone. Sei giorni di questa vita! Safar al rheirl // sesto giorno, nel pomeriggio, verso le due, l'Oceano si restrinse. Il giorno prima, dietro di noi. avevamo lasciato Museale e avanzavamo ora lungo una costa selvaggia. L'orizzonte si taceva sempre più stretto. Il cargo virò. Allora, sbarrandoci la via, delle poderose roccie sorsero come le basi di una porta monumentale. Era l'entrata del Golfo Persico. L'indomani, all'alba, incontrammo dei battelli perii/cri sul banco. Alla nostra sinistra la costa del pirati. Fra un'ora saremo in vista di Dubai Ben presto, infatti, una città apparve. — Dubai? — chiesi al comandante — Sì. finishl E ci faceva segno di chiudere i nostri bagagli. Si sentiva svolgersi la catena dell'ancora e l'ancora cadde. Dubai era davanti a noi, a quattro miglia. — di dove viene questo nome • costa dei pirati »? Le parole bastano per rispondervi. Prima del 1913 il paese era di noma sotto la dominazione del turchi; ma l turchi non potevano sbarcarvi perchè a ogni loro tentativo gli arabi di Dubai 11 ricacciavano in mare. Ibn Seud li aiutò. Dopo, alt inglesi inviarono toro come ambasciatori numerosi e persua sivi obici. I pirati vigilano però egual mente in modo feroce la loro costa Una galera rientrava a Dubai con ta vela ampia alta e rossa; venti rematori nudi, una trentina di uomini in piedi appoggiati sui loro fucili. La galera pana vicino al cargo e non si feruta. Arrivo a Dubai Grazie, mio Dlol Dopo tre ore due sambuchi abbordarono il Neidenfels. in uno di essi erano otto terribili persone con le car- tvvirsèlibsmnsmsosptorr.ssvilevctmsdriattedbvduss„adfusIcpvaetEScDsofsfdbitscgddpfrdpdhtlapca vr.ciere colme a i pugnali clic usci-1lavano toro dal ventre, la capigliatura rsuta e senza forma. C'era di che pegnervi la sete d'un colpo, ciò che è tutto dire. Nell'altro, un uomo civiizzato che portava per copricapo il berretto dello scià Pelavi, un persiano i Dov'è L'emiro Abbas? — gli chie- \ se Cherif. L'emiro Abbas, il famoso emiro del mare, quello che doveva ricevere la nostra prima lettera e darci la rispota, era ammalato. Per poco non cademmo noi pure ammalali nell'udire guasta notizia. — Avete del fluss? — Possiamo pagare. Dio mio, quando vedranno i nostri acchetti d'oro ce li prenderanno : Gli otto pirati ci circondavano. Per mostrare chi ero ne presi due per il i-or po. Il allineai e senza debolezza, d'auorità. Il fotografai Ma il mio apparecchio tremava. Alla fine, avendo ne- SpsioTndcvtee 'aliddi osdeLad[pIstid,itiaprenato le riserve, srendemmo col per- piano e ci dirigemmo verso Dubai. I uselvaggi ci seguirono a remi. Eravamo il.vestiti da arabi II persiano si tolse\sl copricapo, lo rimise in un cofanetto e prese il cappello del paese. Lo avrebbero cacciato, benché fosse mollo conosciuto, se si foòse mostrato in cità col suo copricapo nazionale. Dubai si delincava. Noi stavamo per mettere piede nel covo dei pirati. Nessun minareto, ma quattro torri rotonde massiccie c disseminate ; queste torri ricordavano il lavoro dei crociati n Palestina e in Siria. Notai case altissime, quasi bnldinq, dove gli abianti potevano dormire la notte sulle errazze. Una muraglia circondava l due terzi della citta svila costa e una (d'pq• vICtul'pGgtapsmtesUn brutto quarto d'ora banchina parallela a quella muraglia'zavigilava il porto, un lungo corridoio 'e d'aeaua imIn[It.MnCi prcparaeamo a sbarcare. Ma era cun andar troppo presto Ci tu neccs-\—ario cambiare di sambuco. Il per- csiano prese la nostra lettera: noi (di?,„,•»„„,,■,„ /. • ii t'avremmo aspettato fra i pirati. pCherif ibrahim parlò loro di Din, \àdl Ibn Seud. della Mecca. Essi fuma- dìi n„ „k„ _ i ■ j cfano lì tin-tin, un tabacco verde «n.duna pipetta- una pipetta che dorerà dservire per otto. Essi se la passavano lcnno dopo l'altro dopo avere tirato a„„„,.(„ 'l'quarta la |n.mciascuno una boccata. Alla quarta la pipa era fluita, lo riempivano di nuo vo e continuavano a passarsela. Il persiano tornò. L'emiro del mare aveva preso conoscenza della lettera e ci autorizzava a mettere piede <■ terra, ma sul porto, sotto la tettola Egli verrebbe tra poco a •guardarci'. Saltammo a terra con la vittoria nel cuore. Ed eccoci a passare ver le strade di Dubai. Ina folla stupita allarmata ci seguiva, mentre lo stringevo il mio oro affinchè non tintinnasse. La nostra passeggiata fu corta. Ci fecero entrare in un cortile. Il persiano aveva già regolato il nostro affare per il prezzo di 150 rupie col padrone di un boom a molare. Era un bravo pirata! Saremmo partiti alle tre. — Cinquanta rupie di più se noi non impieghiamo più di trenta ore nella traversata. — lnrh Allah! Ma improvvisamente ti nostro cielo si annuvolò. I sicari ci fecero marciare e ci spinsero senza alcun riguardo La folla urlava. GII sguardi diventavano cattivi. A un tratto credetti di vedere davanti a me due impiccati che si rajisoiiU'jliavano come fratelli e che le mosche avevano giù ricoperto. Il caro Cheicli diurnali, figlio del defunto Maktum il rispettato, era in preda a ima santa collera apprendendo il nostro sbarco. Invece di dare ordini a uno dei suoi hartafs per preparare il no.;tro viaggio a Bahrein, egli aveva dctlo: — Cacciateli via! E lo obbedivano. Che la pace di Dio regni egualmente su di lui. Il persiano et riprese nella sua barca. Il cargo tedesco parlila alle quattro. Se giungevamo in lem po avremmo imitilo aggrapparci. Purché non levasse t'ancora prima! Al vederci la bocca del comandantecannone soffiò la tempesta. Il persiano qli spiegò clic il nostro caso doveva essere considerato vaine un caso di guerra. Noi non eravamo imbarcati che fino a Dubai, ma Dubai ci ricacciava in mare, quindi egli dorerà prenderei tino al prossimo senio. Il tedesco bestemmiò ma dovette convenirne. Il suo primo *calo era Bushire, in Persia, e là egli ci Bacalerebbe da bordo senza remissione ALBERTO LONDRES. (Copyright «Stampa •). del • Petit Pariseli » e della tpterlascpssozefcczgddi chfdapsllngnpsvG(ssrrTmcpVlen<vtdu1ldvtdcpmnIifglcGl