Fiamma rossa

Fiamma rossa Sportivi in guerra Fiamma rossa Il giorno dopo l'azione volli conoscerlo. Sbucò da dietro 11 cascinale, di cor-'roea, la giubba aperta, l'elmetto speli-1hnpacchiato sulàe venti tre, gazzetta rosaisPAcentroIn mano. Era uno dui molti che gli arrivava gratis il giornale dello sport fin nelle trincee di prima linea, e se lo godevano accoccolati sotto 11 muretto di sacchi, maschera gavetta e Thévenot a portala di mano. Mica brontolavano contro gl'imboscati che facevano lo corse e contro Bellonl e GwarUengo che in quel tempo, col permesso dei signori l'refetti, vincevano l'uno una corsa e l*aitro un'altra, e 1 giornalisti a tettarci dentro pur arzigogolare chi dei due fosse 11 più veloce: Be il tornitore di proiettili della manchi oppure il fondiiore di cannoni da Ansaldo. 11 gìorna.ie riportava (itti fitti t risultati delle gare fra 1 soldati al Ironie. Percorso d'assalto. Lancio della bomba a mano: categoria sipe, categoria petardi. Salto reticolati coll'asta. Numeri altissimi di reggimenti; corsi di specialisti, sciatori, minatori, arditi; battaglioni di marcia cito ogni otto giorni si vuotavano per rifornire le brigate. Sbalestrati di qua e di là, appena scesi dal cumions gli facevano fare quattro ore di sentiero Idi montagna per dare il cambio agli alpini, e poi il gelo t pidocchi I cecchini la pattuglia, ma la gazzetta sempre In tasca che ti passa la malinconia a leggerla e d ritrovi tutta la passione di borghese e la speranza tua di reduce pronta a folli voli Incontro all'avvenire. Si ritrovavano gli sportivi attraverso 11 • loro » giornale da un capo all'altro del fronte, membri della stessa grande famìglia, anche 1 pili oscuri, anche 1 più umili. "'Bottecchla non era che uno sconosciuto bersagllbre, taciturno e scarno the niente sapeva di biciclette e di sport, ma ti lanciafiamme Patrliano Bla si addestrava al t cross country » di cui doveva diventare campione Italiano, e il boxeur l'oli alla testa dei nounciosaramalanolaKtGnevel aiJliiugrensadè eclaisttav_ .csuol bersaglieri spazzava le trincee\snemiche sul Carso, e il motociclista.tOllvarl andava a caccia di aeroplani crociati coi suoi compagni della 81*. e 11 podista genovese Seca non lanciava, no, per ferite o malattie che fossero, 1 suol diavoli bianco rossi della Sassari, e Frattlni flava lezioni di pugilato fra gli Arditi, e il motociclista cmssrmFtazi e 11 ginnasta Masprone volava- [mno nella Serenissima con d'Annunzio \ e Palli, e Donna s'arrampicava su per Vle Tofane e l'Adamello come s'era ar- l'rampicato, in pace, sui pinnacoli della Grlgnetta, e Mauro, se non udiva più 1 sibili sui campi di tool-ball sentiva quelli delle pallottole sul Homnon, e Nerino Rovini aveva messo da bnn'fn la bicicletta leggera da pista per andare ; con gli Arditi fiamme rosse a buttar bombe e menar pugnalate... Noti e ; ignoti, illustri e umili, di tutti gli : sport e di tutte le società, di tutte le armi e di tutti i reggimenti, mostrine e battaglioni, .si ritrovavano e si par-: Java.no ascolta,ndosi attraverso il gior- ' naliw'he tutti II conoscevo, e di tutti — per tutti gli altri fratelli sparsi — accoglieva notizie saluti auguri meda glie licenze prigionia ferite morte. ! Un filo li univa; una voce parlava a tutti nello stesso tempo. | Questo che mi venne davanti era uno degli umili, di quelli che nelle corse arrivano ultimi, che sono gli ab- bonati al tempo massimo: Renzo Geni <lo, della Società Sportiva Spora, di Torino. In quel tempo, poco prima dello scoppio della guerra le società piemontesi s'erano staccate dall'Unio-|ne Velocipedistica Italiana mettendo- \si da se. con corse e corridori prnprit, i tutti in blocco chiomati Indipendent. i E Renzo Genlslo. corridore ■ Indi- pendente, di Torino, sportivo di 'o-|scienza e d'elezione, aveva promesso -che alla prima occasione avrebbe la- sciato la .rosea. In un posto di guardia austriaco, per far sapere che in Italia non si pativa la «n a C'era ancora tanto spirito da fare lo sport, e (mi scrisse) «così sapranno che gli Italiani non sono demoralizzati; anzi sapremo avere la forza di cacciarli dal nostro paese ». Quando seppi che aveva mantenuto la promessa, volli conoscerlo. ' Attorno, visi abbronzati e giovani e Aeri, che uscivano ridenti di sopra le giubbe aperte con le mostrine crèmisi, e balenìi d'azzurro sulla parte sinistra Qualche braccio al collo. qualche fronte fasciata: ricordi dell'a-zlone recente Fuori, oltre la strada, l'acqua del canale scorreva quieta verso Portegrandi, taglio di Slle, Cavazuccherlna, 11 mar di Venezia. In alto, altissimo nel cielo chiaro di maggio, un caccia nostro. Iri mezzo al gruppo di Arditi, lui; la giubba strappata dal reticolali, la faccia ancora gialla dai gas, piccolo, secco, gli occhi luci- di, la parola scarna, che raccontava, Aveva piovuto tutto 11 giorno; la noi-te era buia come la bocca d'un forno. Arrivate nel pomeriggio dall'accantonamento, le « Mamme rosse » del 23.0 Reparto d'assalto, sostarono nella trincea di partenza, zitti, a fianco dei bersaglieri che li dovevano seguire ad azione ultimata per mantenere la testa di ponte. Alle 9.57 cominciò 11 tempestare della nostra artiglieria: cannoni bombante spezzoni sul reticolati delia prima e delia seconda linea. Durata del fuoco 3 mlnuii; alle li» spaccate, gii Arditi saitano fuori dalla trincea, e addosso alia Unta austriaca! Trento secondi dopo, si-atta la seconda ondata, e con essa Genisio, ciclista portaordini appiedato, giornale rosa in saccoccia, accanto al supplemento d: fietardl che non ci stavano nel tascupano. Fu un'azione fulminea, • come soltanto sapevano riuscire gli Arditi per il grande allenamento di tutti i giorni. 1 difensori deila prima trincea, prigionieri o uccisi; i cinquanta metri fra la prima e la seconda linea fatti di corsa, mentre ruggivano ancora i lanciafiamme sui nidi di mitragliatrici e scoppiavano bassi gli shrupnelsNella notte fonda, urli d'intimidazione e di sgomento, scoppi di petardiombre piumate col pugnale in azioneungheresi sbigottiti che levavano le mani in alto. Dop averne fatto uno che non voieva arrendersi, Genisio strovo voi lanciafiamme Si poggio in ginocchio, e come intravide che alcu ni Arditi correvano verso la terza trincea di Ca' Cibin gettando bombe, glInseguì, gettandosi con essi al terzo attacco. La difesa austriaca, sorpresa dall'attacco fulmineo e deciso, era di sorientata e annichilita. tava di fare 11 maggior numero possi- Igbile di prigionieri, mandarli Indietro Itrore, e in venti n'escono fuori, colle hnaccia alzate. A pugni, a calci, 11 sP|'nE°no nel camminamento, li ai'flrta- e dar agio ai Bersaglieri del 13.o di venir eli rincalzo e voltare le trincee. A destra c'è una lunetta: Gonisio accende un petardo e ve lo scaglia dentro. Urla disperate di morte e di ter- Ora si trai-11pgedno ai Bersaglieri, tornano tdrbindietro _ di tasca una copia delia «Tradotta» e con uni"cioè in avanti; un ardito leva di tascaIgsasso soi>ra la lascia tn vista sul pa.-lcranetto d'un nido di m!trn«l!atr ri or- cmai rastrellato; Genisio lo imita con Imla » Gazzetta! e ci unisce due nonno Inoi suo piumetto, poi riattraversano la strada, mentre gli austriaci, un po Ktrdi, tempestano di colpi a casaccio Gii assaltatori sono orma! al sicuro nella terza trincea nemica, allesso diventata la prima italiana. Durata dell azione, menzionata nel Comunicato iJiaz, dlecj minuti. Catturati 7 ufficiali, «4 uomini di truppa, 4 bombarde iu rrntragllatrici, munizioni e materia- gata di 500 metri, per 300 di profondi ta. Da parte nostra tre morti. Gemsio 11 In quantità. La lesta di ponte aliar- svtportaordini del battaglione, lacerato, j qgraillatu, in: po' brusioiito, ma intatto, ae fiero d'aver mantenuta la promessa. 1 dAffettuosi amicizia ci strinse; e io gdivenni il èlio confidente e la gazzei- ; tta sportiva la protettrice, la madrina, di lui e del suoi compagni fiamme rosse del 23.o Beparto d'assalto. Combatterono da prodi nella battaglia di "a conquista dei della del Piave. E il giugno, e poi In quella di luglio per espdcorrlilorino ciclista di Torino sèmpre |e con essi, graffiato, contuso, annerito, tma sempre in piedi, col sorriso buo- no e mite negli occhi neri, e la car-1 lolina In franchigia da spedire dopo '■ l'azione: .Tutto bene. Abbiamo fatto |un'altra avanzata». Continuò un pezzo cosi, finché l'Ita¬ lia lo volle tutto per sè, più compie¬ tamerite che non l'avesse avuto prl-1 ma. Fu sull'Asolone, attorno al Grappa, nei giorni terribili d'ottobre, (piando bisognava passare, bisognava sfondare, e non si passava, non si sfondava... Dopo quattro giorni di favolosa mischia, lacero stanco affamato disperato sublime al par di tutti quelli del Grappa, una scheggia di acciaio gli apri 11 petto. Forse per vedere di qua! sorte fosse e quale foggià avesse 11 cuore di quegli eroi, l.o trasportarono al posto di medicazione iSefCII 23 ottobre, combàttendo" daiMi trema, fra le mani, il rei- j8e qualche ora dopo una fiamma si spense. Ecco, l'ho ancor qui, fra le mie cose più care, il biglietto di morte, t Devo darti notizia che l'ardito Gentsio è caduto eroe.. tangolo di carta, le bandierine stam lC Paté soppa l'Indirizzo, 11 timbro della .m censura, la calligralia grossa e decisa ; del Cappellano. Dodici anni sono pas- Satii. Dodiol anni... macellò, un gior-1 no un'ora, come allora. Come se la cartolina mi fosse appena arrivata. ,Come 0-1 .giorno.^ghiotto un sjn- ; ghiozzo. Addio uen.sio, add.o ardito lrielle Fiamme Rosse, sono morti con te tutti gli umili e oscuri sportivi che fecero veramente In guerra I VITTORIO VARALE.

Persone citate: Cibin, Genisio, Masprone, Palli, Renzo Geni, Renzo Genlslo

Luoghi citati: Ansaldo, Italia, Sassari, Torino, Venezia