La Vittoria

La Vittoria La Vittoria Lasciamo oggi i pensieri preoccupanti, che nella cosa pubblica o negli affari privati quotidianamente affaticano e solleviamo alto gli spi•riti. I novendiali, cominciati con 'l'indimenticabile discorso del Duce ai Direttori Federali, proseguiti con la celebrazione delia Marcia liberatrice e con la cristiana commemorazione di tutti i Defunti, sd chiudono coll'esaitazione della Vittoria. Esaltazione che 6'estende ai Morti ed ai superstiti e che assume d'anno in anno un aspetto sempre più severo. Le disposizioni date questo anno interpretano lo stato d'animo della Nazione. I Combattenti superstiti si recano inquadrati a visitare le tombe dei Compagni caduti preceduti dai Combattenti di domani, se cosi ordinerà la Patria, dai Balilla, dagli Avanguardisti, dai nuovissimi Fasci di combattimento, che prima avranno prestato il giuramento di fedeltà. In quell'ordinato Bfilamento sarà la manifestazione yisibiile delia definizione della Nazione data dal Duce il 27 ottobre: un esercito in marcia. Un esercito in marcia non tanto per eventuali lotte cruente, quanto per le lotte diuturne in vista di conquiste ideali e materiali e per cui condizione primordiale è l'esistenza di quella virtù, che miracolosamente il Fascismo ha creato negli Italiani: !a Disciplina. Di tutte le virtù necessarie ad un popolo per combattere le spietate battaglie di questo difficile periodo stoióco, la principale è la Disciplina, perchè senza di questa itutte le altre sono inoperanti. E perciò la Disciplina dev'essere o liberamente accettata o forzatamente imposta. Di doppio ordine sono i sentimenti che la giornata d'oggi risveglia, Da una parte la serena soddisfazione e l'orgogliosa coscienza per la Vittoria finale di dodici anni addietro, Vittoria che non ha avuto soltanto peT effetto la fine della guerra nostra ed il raggiungimento delle aspirazioni tenitori ali più mo deste, ma ha precipitato la vittoria | altrui e soprattutto ha reso possi- ì bile l'immediata costituzione delle nuove Nazioni, per le quali ed a malgrado di tutte le tentate deformazioni la Storia non potrà non indicare come punto di partenza Vittorio Veneto. Dall'altra parte stanno i sentimenti che scaturiscono dal ricordo dei Morti gloriosi, dalla riconoscenza verso il sacrifìcio totale di Essi e verso l'opera di tutti i più fortunati superstiti. Questi ultimi sentimenti trovano la loro più completa estrinsecazione nell'intimità della famiglia più che in manifestazioni esteriori, ina il Regime Fascista ha siffattamente temprato la Nazione da trasforma- ! re il dolore incancellabile in orgo-1 glio ed in esempio, cesi che i Dolenti hanno posto d'onore. E' tuttavia difficile oggi, a meno di possedere doti allatto eccezionali, dire cose nuove. Facilmente si cade nelle ripetizioni, nel plagio, nella bolsa retorica. E' preferibile, ed è anche più semplice, lasciar parlare le opere. ' Nessuna Nazione uscita dalla ■guerra ha fatto più dell'Italia per i Caduti, per i condottieri, per i combattenti. Nessun Governo più di quello Fascista ha meglio onorato idealmente e materialmente gli uni e gli altri. Dire di tutto che è 6tato fatto negli anni precedenti, richiederebbe troppo spazio. Limitiamoci a quest'ultimo anno e limitiamoci anzi alile provvidenze principali. Queste provvidenze sono di due ordini: ideali e materiali; le prime hanno il più alto significato; le seconde sono necessarie perchè la grande maggioranza dei Combattenti autentici è costituita da chi non ha mal posseduto e non possiede ricchezze. I Morti anzitutto. Disseminati in innumeri cimiteri affidati alle cure affettuose e solerti dei Comuni rispettivi, questi cimiteri finiscono per rappresentare un aggravio assai sensibile e determinano disperdimento di energie. Perciò s'è cominciato il concentramenito in grandi cimiteri-ossari, dove i resti gloriosi avranno finalmente definitiva pace. Mesi addietro sono stati inaugurati quelli di Arsiero, Schio e Vicenza. Nella nostra città tra breve si procederà alla costituzione del grandioso ossario dalla Gran Madre di Dio. I Mutilati, già oggetto di numerose provvidenze in passato, sono stati recentemente riuniti in Legioni della Milizia e ciò è del più alto significato. Forse le giovani schiere mai avranno bisogno d'incitamento, come quello esercitato dai Mutilati nel novembre del 1917; ma essi, e tanto più quando col tempo le loro legioni s'assottiglieranno, saranno in ogni istante d'esempio e d'ammonimento ai giovani. Il valore militare, sintesi ed estrinsecazione di tutte le altre virtù umane, Che già in passato era stato esaltato sotto diverse forme, ha avuto recentemente nuova celebrazione con. la, consegna, fatta dalle mani stes- e del Duce, delle insegne araldiche dell'Istituto del Nastro Azzurro ai decorati che hanno oggi alti posti di responsabilità nel Governo e nel Partito. Tra i provvedimenti d'ordine materiale, ma che traggono la loro ragione d'essere 6etnpre e soltanto da riconoscimenti d'ordine spirituale, è appena necessario ricordare io sviluppo e l'appoggio ognora più intensi dati all'Opera Nazionale Combattenti, dedita soprattutto alla bonifica, all'Associazione Nazionale Combattenti, che compie un utile lavoro di cementazione spirituale e d'assistenza, alle Associazioni d'arma, che hanno la loro ragione d'essere nella conservazione delle tradizioni. Nè vanno dimenticate le disposizioni, sempre più decise e sempre meglio osservate, per cui la preferenza nei concorsi e nelle assunzioni dev'esser data ad antichi combattenti. Finalmente, ultimo nel tempo ma non per importanza, è da notare ii provvedimento, deciso ma non ancora emanato, inteso a migliorare la situazione degli ufficiali che lasciano od hanno lasciato il servizio effettivo. La ferrea legge 6ui limiti d'età, necessaria per il regolare svolgersi delle carriere ma che funziona regolarmente soltanto in condizioni normali, colpisce oggi e più colpirà in un prossimo futuro, per le perturbazioni recate all'avanzamento dalle turbinose vicende della guerra, ufficiali d'alto valore professionale. Allo scopo di rendere a questi be¬ nemeriti meno sensibile il passaggio dall'attività all'inattività, note voli miglioramenti finanziari sono stati decisi; analoghi miglioramenti hanno luogo par coloro che, già fuori del servizio effettivo, andranno definitivamente a riposo; particolare riguardo è avuto per quei colonnelli che hanno tenuto in guerra il difficile comando d'un reggimento, ammettendo per essi il trattamento del grado superiore. La difesa della Patria è il più alto dei doveri, ma è un dovere e, come tale, non presuppone di diritto un compenso. La Patria, che non è un espressione geografica nè una : astrazione, ma una realtà operar,- te, non può però negare il premio, quando dall'adempi-\specialmente mento di quel dovere son derivate maggior glorila e maggior grandezza. Il dovere di difendere ia Patria non è di quelli che si compiono in vista d'una ricompensa, prima di tutto perdile dettato da idealità superili e poi perchè, quando la posta individuale è la vita, nessuna cosia paga la vita. Ma la ricompensa è doice dopo LI rischio e dopo la vittoria ed è doverosa da parte degli assenti e dei sopravvenuti. Riconosciuti cosi i meriti e le ne-1 cessità, l'Italia — oggi veramente ; urta, indipendente e libera — può j celebrare con fierezza, con consape-1vole e contenuta gioia, con reveren- j te ricordo degli Eroi scomparsi, il dodicesimo annuale della Vittoria. Gen. GIOVANNI MARIETTI.

Persone citate: Duce, Giovanni Marietti

Luoghi citati: Arsiero, Italia, Schio, Vicenza, Vittorio Veneto