La risonanza internazionale del discorso di Mussolini

La risonanza internazionale del discorso di Mussolini La risonanza internazionale del discorso di Mussolini o a e a i a à e n . Verità che bruciano Roma, 20 notte. 11 discorso di Mussolini ai gerarclii federali ha colpito nel segno. Non poteva essere altrimenti: quando si dicono delle verità brucianti chi rimane scottato lancia delle grida. Più volte la parola del Duce aveva scoperto i veli della ipocrisia diplomatica; questa volta il gesto non ha lasciato alcuna zona in ombra; il richiamo alla realtà è avvenuto in maniera tale da rispondere alle esigenze della più perfetta lo- rSlichAl'Tfrleatrcmchgica, ina in buona fede L'ondata di carta stampata non ci stupisce, e tanto meno ci turba; se mai serve a confermare ancora che il Fascismo ha compiuto una vera Rivoluzione e che l'Italia ha una posizione bene individuata e di primo piano sulla scena politica mondiale: due constatazioni che si integrano e ci rendono fieri della nostra Patria e della nostra epoca storica. Nolenti o volenti, tutti gli altri popoli debbono da parecchi anni concentrare la loro attenzione sull'Italia fascista; molti sono avversari e ci odiano; ma la favola di dimostrare il nostro movimento come un fenomeno effimero e patolo gico è finita miseramente di fronte alla continuità costruttiva del Fascismo. Stolte interpretazioni Non tutti i commenti sono astiosi e preconcetti; da varie parti si sono levate delle voci, spesso sincere espressioni di intere Nazioni sofferenti, a manifestare il loro consenso molti hanno, per lo meno, cercato di comprendere; sarà interessante fame fra qualche giorno un bilancio. Oggi ci occupiano delle critiche violente, delle stolte interpretazioni, esagerate e sfruttate a servizio di particolari egoismi e di tesi settarie. In esse ne distinguiamo di due specie: quelle della Francia e quelle della Piccola Intesa, di natura sostanzialmente politica: le altre, spuntate di qua e di là, di natura spiccatamente ideologica. Perchè i giornali francesi^ ce l'hanno tanto con Mussolini?*Perchè il Duce con la sua abitudine di parlar chiaro e senza equivoci, sco pre le reali intenzioni e gli obbiettivi concreti della politica del Qual d'Orsay e dei suoi satelliti : consolidare con tutti i mezzi un'egemonia che è contro la vita e contro la storia, poiché alcuni Stati, sotto la guida di Parigi, vorrebbero arrogarsi il diritto ed il privilegio sem piterno di montar la guardia contro il libero, fatale sviluppo di popoli demograficamente, culturalmente e moralmente degni di aspirare ad un giusto posto al sole. E' stato Mussolini che con la sua formula del disarmo (« qualsiasi riduzione, purché uguale a quella della Potenza continentale più armata ») ha indicata la pietra di paragone della volontà pacifica della Francia: le sviolinate ginevrine di Briand che cosa mai contano, quando intanto lo Stato Maggiore è il vero padrone della situazione e guida la politica interna e la politica estera spendendo miliardi su miliardi per fortificazioni, di cui almeno quelle sul nostro fronte sono dì carattere nettamente offensivo, e attrezzando alla guerra alleati che dell'aucrressione hanno fatto il loro metodo preferito per espandersi? Mussolini denunzia questi preparativi bellicosi, prerisa le responsabilità; allora si tenta di cambiare le carte in tavola e non si prende atto della sua affermazione solenne che l'Italia non sarà mai l'iniziatrice di una guerra. Che il disarmo preceda, anzi sia condizione indispensabile della sicurezza, è riconosciuto come un prin cipio di Ionica e di giustizia da tutti, fuorché dai francesi; l'altro ieri era Henderson, ieri era MacDonald, che ripetevano il concetto, eia così vigorosamente esposto dal Ministro desili Estori britannico alla tribuna dell'Assemblea della Società delle Nazioni. Perchè tanto furore contro 'Mussolini, mentre il giorno prima il Temps aveva scivolato sapientemente intorno alle dichiarazioni C. Henderson? E' la manovra che continua dalla Conferenza navale di Londra: inasprire le divergenze con Roma, per far passare in seconda linea ì contrasti con Londra. La politica di revisione In quanto alla revisione dei Trattati, il Duce si è richiamato alla lettera e allo spirito dell'articolo 19 del Patto della Leca, valvola eli si carezza contro il sistema troppo riGrido delle clausole di Versailles vfaaintebpclapmi tmaztguapddmièsssgpsChzSddbcaboliamolo di fatto, se non di nome,come sta avvenendo per l'articolo 8 rSóufaduno1 .WSmVVSffiILliazione e di inferiorità non resterà che il coraggio della disperazione. A 15 anni dal Congresso di Vienna, l'ordine territoriale stabilito nei Trattati era stato mutato su varie fronti e il Belgio e la Grecia, oltre le Hepubbliche dell'America latina, avevano acquistata la libertà contro i dogmi della Santa Alleanza: cosa si pretende, che il mondo cammini oggi più lentamente di un secolo addietro? Il genio di Mussolini ha anticipato l'avvenire: «Solo ri- a a o i e o a , a e e o e a l o o i n a i a n a o oa a à e o aaa arn ta 9 i is vedendo a tempo i Trattati si può far l'economia di una guerra La paura della democrazia tedesca La polemica avrebbe molti altri aspetti; ma come nel 1830 era fatica inutile cercar di convincere un Mettermeli che l'Austria non fosse la benefattrice dei popoli da lei oppresso, così oggi è fiato sprecato cercar di persuadere un Poincaré che la Francia non abbia il diritto di possedere il più forte esercito del i*B«l,i.ji«.„ „s„u*A tìAi«|IcspriimlpslppMvicTdmsgPsmondo per la difesa della civiltà.Solo i punti di partenza teorici sono mutati : allora ci si riferiva ad una missione divina, oggi ci si riferisce ai miti trascendenti della Rivoluzione dell'89; ma un grande pensatore italiano, Pareto, ci ha insegnato che la sostanza è la stessa : una volontà tiranica di dominio in atto. Purtroppo è da simili falsi e superficiali presupposti ideologici che discendono le critiche e le riserve di diversa indole e di diversa origine, mosse all'ultimo discorso del Duce, in quanto proclama che il Fascismo è universale nello spirito. Molta sente ne è allarmata; anzi assistiamo allo spettacolo che parecchi stornali tedeschi mettono in maggiore rilievo questa parte e danno poco peso alle dichiarazioni sul disarmo e sulla revisione dei Trattati. Ciò si spiega con il folle terrore che ha pervaso tutti i partiti tedeschi AsvcmsmCz ,. . . . • Socialisti e borghesi per l'avanzata del movimento" hitleriano; ma so dohbiamo dolerci di questa insensi-;bilità per gli interessi nazionali a causa di preoccupazioni di gruppo o di fazioni, è opportuno che preti-Idiamo atto una {olia per sempre dijquesta realtà della politica tedesca: |finché i governi di Berlino saranno:innur-nznti e controllati dalla social-Idemocrazia e dai ceti plutocratici ehrei. non c'è da farsi illusioni sulla possibilità di una collabora-zione politica fra l'Italia e la Ger-n LICI-sfottali gli ih- mania : le relazioni internaz saranno viste in funzione de; teressi di partito o di casta. Ma l'animosità delle lotte politiche interne può giungere al punto di chiudere gli occhi dinanzi alle fatali necessità da cui il Fascismo è nato e si è imposto? Se per la genialità di un animatore e per la maturazione rapida di eventi subito nell'immediato dopoguerra l'Italia potè trovare la sua' via di salvezza e di ricostruzione, identici problemi, identica situazione turbano la vita degli altrivStati. Il parlamentarismo, ove non è morto, si palesa sempre più un ostacolo, un impedimento per arrivare a quelle soluzioni che permettano un riequilibrio delia vita economica, sociale, politica. Sgombrare il terreno_del suo cadavere deve significare Tn ogni caso reazione, medievalismo, ecc.? No; esso finisce perchè ha esaurito la sua funzione storica; le rappresentanze devono essere organiche, cioè devono .essere espresse da interessi concreti e non da vuoto astrattismo. D'altro canto, il raffor-zarsi delle organizzazioni di ca te-gorie crea nuovi doveri per l'autorità dello Stato. Proparsi tali questioni, cercar di risolverle e di inquadrarle néll'eter-!„♦(„ i ti ■à% ■ i na lotta delle razze e delle nazioni non significa indietreggiare, signi- fica marciare avanti. Che cosa vuo- le questa borghesia tremebonda sot- to le più diverse etichette, dal socia-Usino pantofolaio al grotto conser- vatorismo: ricevere il calcio del co-■monismo che la getti nel precipi- zio? Ma allora sarebbe troppo tar- divo il pentimento ed i lamenti ri-marrebbero soffocati nel profondo della tomba. A. S Il discorso del Duce pubblicato in opuscolo Roma. 29 notte. A cura della Libreria del Littorio, a scopo di propasanda, è stato pubblicato in elegante opuscolo il discorso del Duce « Il viatico per l'Anno Nono », e,iene sarà largamente diffuso a mezzo 8ldel!e organizzazioni fasciste. L'incomprensione della Francia i*;l,I".t:nieu S°"LWaFr |ItOl 8, Bulgara, Li Parigi, 20 notte. Gli echi del discuto di Mussolini continuano a farsi sentire nella stampa francese, la quale, per soprammercato, offre ai proprii lettori un ampio florilegio di commenti inglesi e tedeschi," scelti naturalmente fra quelli meno favorevoli alla politica italiana e piti atti ad impressionare l'opinione pubblica in senso ostile al nostro Paese. L'organo radicale di opposizione, la « Republique », allarmato dalla piega che le cose d'Europa vanno pigliando, scrive tuttavia: «'Non inganniamoci: ti discorso di Mussolini è abile. 11 Duce non si rivolge più alla sola Italia, ma a tutti i populi. Egli si presenta arditamente come campione della, revisione dei Trattati e tenta-di organizzare contro di noi il sindacato dei malcontenti. 1 malcontenti! Dio sa se ve ne sono In seno ad un'Europa devastata dalla guerra e colpita dalla disoccupazione! Perciò si vedono già annodare confusamente nell'ombra strane alleanze. rcotmcslpsnebpuaonossncnpthpd Bstessa CAustria. sotto le insegne de! Fascismo, (msi prepara ad avvicinarsi alla,suaj^vvecchia nemica. La più.aria Repubblì ca tedesca resiste ancora valorosa¬ mente, ma gli hitleriani riardano verso noma. E la Russia aspetta il suo momento. « E noi? Qual'è la nostra azione? Che cosa opponiamo a questo formidabile lavoro fascista, diretto In mo- nicmdo manifesto contro dPrìoì? QuàV'è.'inel momento In cui si giocano 1 de-'stini dell'Europa del mondo, il nostro ideale? Qual'è il nostro piano? =. «Il rintocco funebre della Società delle Nazioni» Anche l'« Ortlre » di'Bure rivolge un severo appello a Briand perchè si renda conto a tempo delle nuove necessità imposte alla politica estera francese dalia crescente attività diplomatica dell'Italia: « L'ultimo diverso di Mussolini suona come il rintocco funebre della Società delle Nazioni. E' il ritorno alla politica dell'equilibrio, alla politica a Senz'alleanze, d il nostro Ministro o degli Esteri deve agire- in conseguen-; zaT Gli occorre bruciare quello che a ha adorato ed adorare quello che ha o bruciato. Che egli Sappia, bene, so-Ifrattutto .che la P^rtfca di Mussoliijf^f : |faccia, sì che il Vaticano, di cui è l'idoo:io, non apro--- troppo ostensibilmen-Ite'questa politica i j Meno allarmismi. i del Putii Journal; ma nemmeno que- -! sto foslio vuole riconoscere elift la|-, sincerità audace ed onesta delle di- gMeno allarmistico è il commento l-I allivelliti ilU'Ki" !-. cu ynt-ui u^hl i chiarazioni del Capo del Governo è - meno pericoloni per la pace che non :Europa"d«TTrattati è lungi dall'es-lsere perfetta e dall'essere unanime, Non ~i può immattinare che egli ot- tenga per vie r;ac!fiche ^la n>a.lizzazio-|ia politica ambigua del Quai d'Orsay, ed anch'esso preferisce scrivere : Si può accordare a Mussolini che o e o a i i n e , l n , e e o r-,.. -j finanziaria ha avuto luogo oggi la di un'altra Europa, dell'Europa dei suoi sogni, la iiuale, del resto, non potrebbe soddisfare senza alcun dubbio né tutti : prinolpii ne tutti i popoli. Anche supponendo che da una revisiona risultasse un'Europa migliore, il risultato costerebbe dapprima una nuova guerra. La politica del meglio e talvolta la politica della pace, perche accade 'he 11 megi-io è spesso nemico del bene ». La politica degli armamenti Le prove di incomprensione del vero spirito animatore dei moniti provenienti da Roma, dove si ha l'abitudine salutare di chiamare lo cose col loro nome, continuano dunque da parte della stampa parigina. Ma continua nel frattempo anche l'attività febbrile dei consigli di Governo intorno ai problemi dell'armamento. In sede di Commissione i attesa riunione indetta per sentire le critiche annunziate dal col. Bro. card, presidente della Commissione r-1 Parlamentare dell'Aeronautica, sul, i l'organizzazione aerea francese. Rii j_fjando un tema che è stato ara- piamente svolto in questi giorni - dall'Ami di* PeupU, sempre in pri- ma linea circa tutto quanto riguar-Ida la propaganda aeronautica in - Francia, l'oratore ha sostenuto che -■-U Problema più grave da risolvere - j ^STdS - £azione< L-Orrrano di Coty aveva -' combattuto energicamente il prin- o a ael », o cipio difeso proprio ier l'altro davanti alla Commissione da Tardieu e da Laurent • Eynac, secondo il quale l'importante sarebbe di attendere che le case costruttrici presentino al Governo un tipo di aeroplano capace di rispondere alle nuove prospettive della tecnica e atto a venire adottato per la costruzione in serie. L'Ami du Peuple è d'opi- ninne che questa politica non puòcondurre invece se non ad un inutile sperpero di denaro: « La « politica dei prototipi = consiste nel far costruire uc gran nume- ro di nuovi aeroplani, nella speranza che se ne troveranno nel mucchio uno od alcuni elio possano salvare la situazione. Senza dubbio, questo sistema non è di una stupidità totale, a condizione di essere esercitato con discernimento. Ahimè! Non si immagina lo scatenamento di appetiti che ha provocato. Dei mercanti di mobili (ma si!) che ignorano totalmente l'aviazione, hanno presentato dello domande e sono siali accettati. Del giornalisti bacati, degli uomini noti sulla piazza per non aver inai potuto costruire un aeroplano che abbia volato o che abbia volato senza precipitare, hanno ottenuto delle ordinazioni di aeroplani per parecchie migliaia di cavalli, o ciò quando non disponevano di nessun mezzo industriale. Ora, bisogna sapere che non si inventa un aeroplano come un'opera d'arte uscita dal cervello del suo creatore. In aviazione, i tipi non si migliorano che con perfezionamenti successivi. Dunque, in totale, attesta politica dei e prototipi » ha significato semplicemente uno sperpero senza nome ». Facendo suo il principio difeso dal giornale nazionalista, il col. Brocard ha dichiarato oggi alla Commissione finanziaria della Ca- mera, che il vizio capitale dell'avia^one francese è, a suo giudizio, un vizio di organizzazione e di coordi- nazione. In quanto ai crediti da approvare, il Brocard ha espresso l'opinione che quelli relativi alle basi marittime e agli idroplani vadano votati 'integralmente, mentre qualche ta '" ... tica dei «prototipi • conduca il Go- |v?rn0 mi apertura e alla dilapida-, z'0,le. "* '""'di. ciacche tutte le cO-4glio potrebbe essere fatto con van faggio sui crediti relativi all'aviazione commerciale. La tesi del Brocard, nettamente sfavorevole al sistema dei « prototipi », è stata combattuta dal relatore della Commissione dell'Aeronautica, Biche, il quale vorrebbe invece che il più ampio conto fosse tenuto delle nuove possibilità della tecnica nella scelta dei tipi di apparecchi da adottare e che non venissero a nessun patto abbandonati gli sforzi per spingere le case costruttrici a presentare modelli sempre più perfetti. Il Ministro Laurent Evnac, ri- qanpndcsvod—ctpsapmvtNsSocsrcpshcsnondendo ai due oratori, cui si'orano aggiunti i deputati Noga.ro e Tingui du Pouet. ha sostenuto che il collegamento fra lo Stato Mag. giore e lo vane direzioni tecniche è irealizzato dn tempo e sempre me-|glio lo sarà in avvenire, e che d al- ltr0 can.to no" e esatto che la poli- ... , , , i fnr5°"' aeronautiche cadono sotto >n vigilanza della direzione omo- :'"ma e qualunque nuovo apparec- duo proposto dalle case costrut-j tnci è sottoposto al parere dei ser- vizi competenti destinati a servir-; -lfene. salva restando pel Ministro' la liberta di decidere in ultima - istanza. -| Lfl dicl)jarai£Ìùrii di Laurent Ev¬ a i n a a , o l i a o . e e e . e , i n e e S a - u l o nac, che sono state, con poche differenze, la ripetizione di quelle da lui fatte ieri l'altro, sono state seguite da nuovi rilievi polemici da parte del deputato Renaudel e del col. Brocard, sempre nel senso di l'accomandare al Governo di dare nelle sue preoccupazioni la precedenza assoluta al problema della coordinazione dei sei-vizi. Dalla discussione risulta, per chi se ne fosse dimenticato, che i crediti dedicati dalla Francia all'aviazione militare sono passati da 591 milioni nel 1027 a l.DGO milioni nel prossimo esercizio. 0. P. Dichiarazioni di von Seeckt Berlino, 29 notte. Il generale von Seeckt, ex-capo supremo della Reichswehr e ora deputato al Reic-hstag, ha dato una intervista all'Uniteti Press. Il generale anzitutto si esprime sul discorso di Mussolini, rivolgendosi contro l'accusa mossa al discorso stesso di costituire nella parte riguardante la missione fascista nel mondo una sorta di ingerenza nella politica interna degli altri Stati. Circa l'accenno alla revisione, la Germania — dice il generale — dovrebbe considerare il discorso come un grandissimo appoggio alla tesi della insostenibilità dei Trattati e deve trarne incoraggiamento nella lotta da essa combattuta con tutti i mezzi pacifici. In quanto ad alleanze, nella momentanea debolezza militare in cui la Germania soggiace, essa non può pensare a contrarne con alcun popolo. Il generale a questo punto ha sostenuto la tesi che nella prossima riunione della Commissione preparatoria della Conferenza del disarmo, la Germania dovrebbe presentare la richiesta che le altre Potenze riducano gli e j armamenti al limite dell'armamento - tedesco c se non ottiene consenso in ò'questa sua richiesta allora essa deve ne- chiedere la parità di armamento in relazione al numero dei proprii abitanti e della propria posizione geografi:*.. - u « NeuQ wiener Tageblatt • dice -, ehe non occorre essere ammiratori di -4Mussolini per dargli ragione quando Profonda eco a Ginevra Ginevra, 20 notte. L'eco del discorso di Mussolini, per quanto registrata in ritardo, è stata anche a Ginevra molta profonda. Nonostante che i gruppi francesi, compresi* gli elementi antifascisti che sono al soldo della politica de! Qua! d'Orsay, facciano tutti gli sforzi per creare in questi ambienti un'impressione sfavorevole al discorso, arrivando a travisare il senso delle parole o a parlare di una manifestazione di disprezzo per la Società delle Nazioni — mentre è chiaro che il Duce ha accusato quelli o che a Ginevra balbettano ipocritamente di pace mentre preparano la guerra dovunque » — nonostante questi sforzi di chi ha interesse a dipingere l'Italia fascista come un pericolo per la pace europea,, non mancano quelli che hanno sentito il valore del richiamo ai principi! contenuti nel patto della Società delle Nazioni per quanto si riferisce al disarmo e alla revisione dei trattati. Specialmente questo secondo punto è oggetto di molti commenti. Le proposte del Duce per quanto concerne la revisione dei trattati, possono parere ardite — scrive il « Coureir de Genève »; _ tuttavia esse trac ciano una linea per dove bisognerà presto o tardi incamminarsi. Da questo punto di vista il signor Mussolini ha pronunziato un discorso onesto e coraggioso ». Altri giornali, come la « Suisse », commentando la questione della revisione del trattati quale è stata affacciata nel discorso del Duce, rilevano come particolarmente importante l'organizzazione di un blocco dei revisionisti, realizzato dalla politica italiana. Consensi viennesi ed entusiasmo a Budapest Vienna, 20 notte. Appena oggi, dato il fervore della campagna elettorale che occupa altrimenti la stampa, si possono leggere nei giornali austriaci vari commenti al discorso pronunciato ieri l'altro da 'Mus~olin'i " Eccettuati I giornali di Sinistra, che, COTne al. solito, cercano di estrarre davta parole da] Capo del Governo italiano a!cuni punti per attrìDuir-3 ai|rital,ia intenzioni bellicose, nei gior nali (11 Vienna si notano soltanto pa- roIe di consenso. e trscasortudnrdppadvrgamischnhqpscaschera i - r'- jg.w.n* ^u. o dice di avere strappato la masc all'Europa ipocrita che balbetta la pa- - ce a Ginevra e prepara la guerra do -j vu^e, e quando sostiene la impossi - bilità di fare due categorie di Stati: -; gii armati e gli inermi ' a a 7 a e i , n a a . e a li o n e n ioe Chi potrebbe dargli torto — si do manda il giornale — allorché dire che una revisione dei Trattati sarebbe di retta a risparmiare all' Europa una guerra? Se si vuole che il mondo malato risani, nè i Trattati di pace né gli oneri finanziari della Germania verso i vincitori e quelli dei vincitori verso l'America nossono rimaner-.cose intangibili ». La n Neue Freie Presse » crede di poter dire che il programma di Mussolini non significa altro che la costituzione di un blocco europeo capeggiato dall'Italia col proposito di procedere alla revisione dei Trattati di pace. Interessante è il modo con cui l'organo dell'ex-Cancellier-i Sehober, la » Wiener Neueste Naeriehten », metto in contrapposizione lo spirito delle inaniifestazioni romane e italiane per la celebrazione della Marcia su Roma e quello che ha informato le dimostrazioni avvenuta nello stesso giorno in Cecoslovacchia per la celebrazione del dodicesimo anniversario della Repubblica. i A Praga — scrive il giornale — i! tono è stato piuttosto sommesso, essendosi tra l'altro capito troppo tardi che i quattro giorni di dimostrazioni antitedesche hanno nuociuto alla Repubblica assai più che la propaganda di anni degli avversari del Paese. Noi vediamo in Italia una massa nazionale compatta dietro il Duce il quale lavora per garantire l'avvenire del popolo italiano nel senso della tradizione nazionale e della civiltà nazionale. In Cecoslovacchia invece possiamo constatare che lo Stato si difende usando metodi coattivi, con i quali trasforma in « cittadini di seconda categoria» gli elementi delle minoranze che vivono entro i confini stabiliti dal Trattato ». I giornali ungheresi commentano entusiasticamente scrivendo che il discorso Mussolini costituisce il più grande passo finora compiuto verso la revisione dei Trattati di pace. Un organo governativo, l't Uj Nem zedek». dichiara che tutti gli oppres si dai Trattati debbono riaccendere in cuore la fiducia e la speranza. In Jugoslavia non si leggono commenti. Evidentemente per ordini venuti dal Governo i giornali si limitano a riprodurre il discorso del buenel suo testo integrale,