Giorgetti l'italiano tre volte campione d'America

Giorgetti l'italiano tre volte campione d'America Giorgetti l'italiano tre volte campione d'America La brillante carriera del piccolo Franco ■ Dalle strade d'Italia alle piste d'America - Come fu che egli divenne stayer suo malgrado - Il re delle « sei giorni » americane it Dopo tre vittorie è probabile che gli americani non si siano più né stupiti nè amareggiati. Rotto l'incantesimo per la prima volta nel 1028. lo stupore dei yankee quest'anno sarebbe stato motivalo piuttosto da un insuccesso che dalla conferma dei nuovo trionfo del piccolo Gioruelli. Il boccone più amaro gli americani lo trangugiarono la prima volta, quando le loro speranze tramontarono e Giorgetti fu campione d'America stayer. Ma il piccolo' italiano ebbe una accoglienza calorosa, ugualmente. E il segreto di questo successo di uno straniero in terra americana non è difficile a conoscersi e a spiegarsi. Giorgetti è anzitutto un grande atleta e ha il dono — e ne può ringraziare madre, \alura — di riuscire simpatico, in lui c'è il tipo del monello non solo quando fa le bizze sul prato della pista e non vuol ubbidire agli ordini di chi lo .dirige, ma anche quando in corsa si produce nelle sue volate irresistibili. Il monello E monello è rimasto malgrado le ventollo primavere che ha sulle spalle e malgrado che una bimbetta di quattro anni gli ricordi spesso che egli è papà.... — e, si sa, ai papa, Incombe il dovere di mettere giudizio. Egli ha le caratteristiche del « pu-ro sangue *. E' un tipo bizzoso e altempo strambo. Quando correva sustrada formava la disperazione del-l'uomo che lo ha lanciato-, il grosso Aliprandl. Era necessario che Aliprandi non lo perdesse mai di vista e che tenesse d'occhio il suo uomo sopra tutto ai bivi Se non gli andava a fagiolo la corsa, era capace spesso disvoltare a sproposito per una... stra-da a destra, mentre il tracciato dellacorsa era esattamente a sinistra. Equalche volta il monello doveva rice-vere uno scappellotto per correggereil suo itinerario In realtà il « purosangue » non aveva bisogno che diuna briglia per arrivare al traguardovittorioso. Il suo organismo era imvero scrigno di energie fresche e meravigliose Le sue gambe fasci di muscoli armoniosi, e il tronco solido e quadrato sembrava quello di un ercole in miniatura. Dal viso poi, eternamente roseo, sprizza la salute. Il suo gestire e awor più II suo parlare a scalli accusano una irrequietezza che si traduce poi in corsa, in quelle sgroppate che sono la disperazione degli uomini cosidetti del « flato corto . e che vanno sotto ti nome di • lirat' di collo •. Come tutti l ragazzi chemal tollerano i soprusi e cercano di vendicarsi ogni volta che ne sono vittima, cosi Giorgetti non si rassegna a vedersi giocalo dagli avversari in corsa. Offeso, si vendica scattando a ripetizione, senza tregua e... senza pietàE quel tale la deve pagare. SI corre un'americana? Sarà sempre battuto in volata? C'è qualcuno che tenta unatuga ? Potrà mettere in difficoltà quesuo avversario? Egli probabilmente non avrebbe nessun interesse ad assecondarlo... Non importa. Bisogna fargliela pagare Nelle sei giorni %1 profilano le « combines ■ a suo danno? Eccolo da solo contro la coalizione di otto-dieci uomint II risultato — agli occhi del pubblico — non conta. Contano il gesto e l'audacia La canzona di B.orgtttl Questo suo garibaldinismo è stata la < pezza d'appoQolo • che lo ha introdotto vittoriosamente presso gli americani. Il pubblico sportivo è sempre un pubblico di giudici dal cuore d'oro- non sottilizza troppo e non conosce le mezze misure. In Giorgetti ha visto l'uomo che amava la battaglia per la battaglia-, lo ha amato a sua volta. La colonia italiana d'Americoin altri tempi, per appagare la sua sete di orgoglio nazionale si creò un idolo prendendolo tra i campioni, della sorella Latina Brocco divenne per quel pubblico, italiano. Il Brocco del Velodromo d'Inverno parigino era in America semplicemente Brocco, e perei/) italiano Ma l'artifìcio cadde quando spuntò sull'orizzonte GiorgettiNon c'era motivo di andare a cercarealtrove quella gloria che si aveva traI proprii connazionali e Giorgetti dlvenne lidola degli italiani prima, dtutti gli sportivi americani poi Tuttavia per una strana coincidenzatoppure. per una specie di compentazione) in America hanno lanciato la canzone: Georgette. Georgette. che ricorda nell'amabile diminutivo trancese. col genere alterato, il nome dell'italiano. il quale ha la ventura di disputare le volate a Madison mentre ipubblico intona il ritornello della sua canzone ed ha l'onore di essere ricevuto nel Music-Hall di Broadwayquando indossa la maglia dai coloramericani, al suono delle note del'Inno nazionale. E questa fortuna dello stayer (ìlor 9ettl — e re dei sixdaymen — appo- rirà ancor più strana quando si sappia che egli è divenuto corridore dietro motori contro la sua volontà. Giorgetti, che è nato II 13 ottobre 1902, fece la prima conoscenza colla pista al Velodromo Sempione di Milano nel 1920: lo slesso anno egli era già olim.plonico ad Anversa. Nella garo individuale di mezzofondo veniva baltulo da un giovanotto, robusto e roseo guanto Ini e che suo era gnosi umonlmo: il belga George, attuai mente giornalista aU'Etoile Belge di Bruxelles II vincitore, finanziariamen¬ te parlando, ha fatto certo una carriera meno brillante del vinto. gorla e nell'anno successivo è berso gllere. Lasciata la divisa riprende le corse e nel marzo 1024 è già in America per prendere parte alla sua prima sei giorni. Come aveva potuto ottenere l'assunzione se molti corridori più in vista di lui, non avevano ottenuto così onorifica offerta ? Era stato il corridore americano Carnum. ve¬ re Il piccolo lombardo. Giorgetti non tu fortunato nell'accoppiamento, ma con quella corsa fece la sua fortuna. Gli diedero un elemento mediocre: Garley Questi dopo \ , f{ra~ nVllà'pWma~per'cadù^ ]eonio con Mricsamara nell'altra, \ AHre aunttr0 sgi aiorni neì 1926: \due a Sew York e due a Chicago Nelprima t secondo con Fred Spencer nMa seeonda „ rl(ira caduta * ' La partenza per II paese de! dollari .. ■ ..^v-, „ j„ „ . ,.- ,,■ Nel 1922 il dilettante Giorgetti dlven- la professionista junior; corre su stra- da e vince fra l'altro il giro del Lago di Ginevra; corre su pista e si aggiu- dica li titolo di campione italiano per to sua categoria Nel 1922 è ancora la sua caiigorm. r>ci mas « ancora campione italiano per la stessa cate- nulo in Europa a fare la sua . sta-mone, the aveva suggerito al suo padrone. John Champmnn, di assume- - tre giorni abbandonava. Gli tu dato come eompaffno il belga Declerclc-. an- «»«M /.o.f»»/, „„„.< c„m,„ "iche questi tu costretto quasi subito al ritiro. Allora tu accoppiato a Goullet, il cui compagno Grenda. vittima di una grave caduta, aveva dovuto abbandonare a ventiquattro ore dalla fine. Quello che lece Giorgetti in quelle ultime ore tu sbalorditivo Riconquistò molli dei girl perduti, scatenò e condusse battaglie furiose, fu ineguaOliato nelle volate Giorgetti non vinse la sei aiorni, ma vinse lo scetticismo del pubblico americano e degli impresari. Ecco un italiano che sapeva battersi egregiamente. Fu riconfermato; a New York lo stesso anno disputa la sua seconda sei giorni : è secondo con Bobbv Walthour. dietro MacNamara e Van Kempen. Nel 1925 ne disputa due in Europa 'una a Parigi ed è quinto con Carley, e un'altra a Berlino ed è secondo con Rieger e dietro gli americani MacNamara e Horan), e due in America; si ri- per Vittorie e vittorie Nel marzo con MacNamara vince la sua prima sei giorni e nel dicembre è secondo assieme a Bel Ioni. Nel marzo 1927 vince di nuovo a New York assieme a MacNamara, e due settimane dopo ripete il successo a Chicago in compagnia di Stokolm. I giornali americani stancano: » Ecco il re delle sei giorni, Il degno erede dl MacNamara ». Quand'é che questo «seigiornista* diventa corridore stayers? Tra la ita- èvtsplaAivmsnporcglsdmSlbesagagatgione del 1926 e del 1927. Finite le gare in marzo egli ritorna in Europa c trascorre un lungo periodo di riposo in famiglia. Durante il soggiorno in Italia egli ebbe la risila dell'allenatore americano — di origine italiana e già corridore su pista - Giovanni Anlenucct. Costui aveva avuto occasione di ammirare i! >.elqlornist,a Giorgetti, per cui gli fece questo discorso: Tu hai dille uràndl • qualità e delle speciali attitudini per diventare un grande stayer, lo sarò il tuo allenatore. Tutti e due potremo tare una grande fortuna. Giorgetti non volle r.::perne, incoraggiato in questo suo proposito dai famigliari e segnatamente dalla mamma, preoccupata dei pericoli che avrebbe corso ti suo rampollo in quel genere di gare. Non se «e fece nulla I Quando Giorgetti andò in America \per le sei giorni, si lasciò indurre a [provare La primo corsa fu una delusione. Non voleva più saperne. Fu indotto a ritentare Ubbidì. Fece meglio. Nel 1928 tentava la sorte nel campionato d'America con le prove di qualificazione nelle eliminatorie. Fu ammesso. Alla fine delle venti gare ufficiali l'esordiente era campione di America. Lo era ancora nel 1929; lo è stato anche quest'anno. Ed ora che le prove del campionato d'America dietro motori sono finite, si prepara per le sei giorni, per quelle corse che tjh fruttano tra le venti e le trentamila lire ognuna. L'Italia annovera già nel ventottenne Giorgetti un milionario di più. CARLO TRABUCCO. ggcpvsI \[