Lavori pubblici che si inaugurano

Lavori pubblici che si inaugurano Lavori pubblici che si inaugurano sua casa tenne nascosto Giuseppe lift.^^ condannato a morte.e rlae«fc I restauri del Palazzo Boria a Genova Genova, 25 notte. In ventisei comuni del Genovesato, I 88 conr., a celebrazione del nono annuale della Rivoluzione fascista, aranno inaugurate 112 opere pubbliche, per un importo di lire 49.145.590 e con 8522 opeiai onupati. Nei Comune della Grande Genova le opere pubbliche sono 19, per una spesa di lire 12.960.000 e un impiego di 913 operai. In queste ulime cifre, però, non è compresa la stazione marittima dtyPonte dei Mille, costruita dal Consorzio Autonomo del Porto e che è costata L. 19.60tf.000, di cui 18 milioni per la stazione vera e propria — nella quale somma ha concorso lo Stato per il 20 per'cento — e .600,000 spese dal Comune, per i raccordi della via Carlo Alberto e per la nuova sistemazione di Piazza Principe. 11 Consorzio Autonomo del Porto arà anche inaugurare un grande magazzino al Posso Nuovo, sussidiario del servizi di esportazione, che sono stati accentrati al Ponte Caracciolo. Il magazzino è costato 800 mila lire, con l concorso dello Stato per 11 20 per cento. L'elenco di queste nuove opere puublicho da modo di constatare che in esse figura 11 Genio Civile per lire 6.849.803 spese per strade, ponti e caserme e le Ferrovie dello Stato per ire 4.014.050. L'elenco Offre anche ufi "altra confortante e simpatica constatazione. C'è un comunello montano nella vallata della Fontanabuona, uri villaggio di forse neanche un migliaio di anime, che Inaugurerà il giorno 28 quattro opere: una strada rotabile che la congiunge con 11 paese di Lagomarslno, la casa comunale, la scuola della borgata Ferriere, li campo sportivo. Per queste opere, le più utili e le più rispondenti all'ammonimento fascista, fi bilancio del cernirne ha erogato 217 mila lire; ma neanche un soldo è costata la mano d'opera, perchè 1 lavori sono stati tutti e completamente eseguiti con prestazioni voontarie della popolazione. Questo paesello ligure va segnalato ad esemplo: è Lumarzo, dove tanti anni fa nacque 'erbivendola Teresa Schenone, grande anima In povere vesti, che nellao dalla polizia. Una lapide ricòrda colà la generosa popolana. Il dono al Padre della Patria Fra ie opere più notevoli che Geaova inaugurerà il 28 ottobre la. più maestosa e la stazione marittima della quale abbiamo già pai'.aio. Un'altra, piena di significalo e che vuole essere testimonianza dell'anima fascista della nuova Italia, è 11 restauro del palazzo di Andrea boria, in piazza San Matteo. Con il restauro del palazzotto dei Dono, Genova, celebrata in ogni tempo per la maestosità dei suoi paiaz-sere vantata come la • strada dei He », riacquisterà olla gioia del nostri occhi un memorabile e venerabile monu-zl< s!ecn,é ,una sua via ha potuto es vn,itMl,:i rtiiiiM In . errarla r\a\ tìo u mento d'arte e di stori*, che il tempo.l'ignonanza e l'incuria, insieme auea-te, avevano nascosto è deturpato. Laresurrezione è stata voluta, e gliene va grande lode, dal podestà sen. Uroccardi, a dimostrazione della squisitasensibilità dol nuovo spirito fascista che anima l'Italia e che in Genova nostra spiana colline, copre fiumi, eleva opere grandiose dt pubblica utilità perette la vita cittadina abbia più ampio respiro; ma dona anche, a ricrear l'animo dopo un giorno di fatica, parchi magnifici e ville e giardini alla gioia del popolo. 11 palazzotto idi Andrea Daria, come si è detto, è un venerabile monumento d'arte e di storia. Fu 11 dono delia Repubblica i\ì suo grande capitano. Genova, ora libera ed ora serva, o dei Ileaii di I/rancla o dei Visconti, viveva inonorata, fra le minori potenze. Andrea Dorla fu il suo Camillo e il suo Washington, che le ridona la libertà e la pace. Anziché assoggettarsela e divenirne il tiranno, come avrebbe potuto fare e come dal popolo stesso gli era offerto, volle che vivesse libera, reggendosi con governo repubblicano. Genova lo chiamò « Padre della Patria» e il 7 ottobre 1528 gli decretò il dono di una casa e di una sunna che. lui vivente, come è detto nella epigrafe, rimanesse a memoria immortale del beneficio. Il destino di una statua La statua ebbe un ben triste destino. Avrebbe dovuto essere fusa nel bronzo- e ne fu commesso l'incarico u un artista celeberrimo dell'epoca, Baccio Bandihelli, ma poiché questi non mantenne l'impegno, il governo della Repubblica si rivolse ad un altro grondo maestro, Angiolo Mòntorsoli. e la statua, scolpita in marmo auzlehè in bronzo, nel novembre del 1510 venne collocata sulla piazza del Palazzo Ducale. Ma al tempo degli « alberi della liberta « il 14 giugno 1797, 11 popolo genovese ì! levò a rumore al grido di libertà. Fu invaso ti palazzo dùcale, 6 involato il libro d'oro della nobiltà, pd bruciato in piazza Acqua-verde; fiorirono stille piazze gli a.ttetidelia liberiti: furono cassate quante insegno, sui marmorei polnzz.l patrizi di Genova, testimoniavano l'antica potenza dei nobili. Le statue di Andrea boria è del nipote suo Giovanni Andrea Moria non sfuggirono al furore popolare. Si gridava che Andrea noria era sialo crudele contro il popolo, elio eia staio il primo ileglt oligarchi e che n Itti si doveva la potenza e la tirati rifa patrizia. Co=i, -triti.- ila funi, le bella statue Uoi -tue Dorla furono cst'ate giù da: loro piedistalli, irifrane sozzamente lordai ^ Vnnnifiiiie informato dello scempio«„"Si .,i Inh Sii! roverno iirnv se ne_ sdraio eiscrisse at .governa^Proy-visorio che Andie.i l'orla eia ili miegrandezza che tutta I Europa invidia-va a Genova l'onore di aver dato i'na- tàll a un uomo tanto celebre e che perciò non dubitava din il Governo si sarebbe affrettato a riporre la statua; egli stesso desiderava essere, notato per concorrere alle spese necessarie Mn poi si acquieto, die da Genova'gli eia stato risposto che la statua rovesciata di Andrea Doriu e l'albero della libertà non rappresentava pel popolo genovese che l'Idea del dispotismo abbattuto e della libertà riconquistata, e che 11 rialzamento dulia statua avreb be potuto equivalere all'abbattimento dell'albero. I resti profanati rimasero cosi per lunghi giorni a ludibrio sulla piazza e poi ricoverati In certe cantine donde li trassero nel 1840 1 discendenti dei Dorla, che 11 fecero collocare nel chiostro della Chiesa della ramiglia patrizia. . Trieste decadenza L'ingiuria degli uomini e nuella del tempo non risparmiarono neanche la casa donata da Genova al Padre della Patria. A chi appartenesse dapprima non si sa; si sa che essa risale al '400. e forse anche prima, e che è un mirabile esempio di una nuova arte architettonica, che in Genova intorno a quel teitipo cominciava a fiorire. Degli antichi palazzi, die avevano estasiato 11 Petrarca e l'npa lJlo il. dalle ricche splendenti loggle spaziose e piene di luce; del fastosi edifici marmorei, contesti di pietre lavorate e di legni intarsiati; delle fosche turrl ineriate, strenuo baluardo ai nemici e ai corsari, non esistono che vestlgiu rivestite d'intonachi e mutilate. Le nuove costruzioni non ebbero più le ampie loggia terrene, mn luminosi atri! dalle snelle volte, porte di pietre e di marmo, intonachi di bianco e nero, con più vividi accenni d rosso e di giallo. Tipico esempio' di questa nuova architettura è 11 paia//" donato al Doria In piazza San Matteo, cui furono aggiunti per volere i^l Governo gli ornati delia porta, Ma il tempo e gli uomini e la loro fame di speculazione, maltrattarono e resero irriconoscibile lo storico monumento; la loggia del primo piano fu occultata, furono manomesse le mura per aprirvi finestre, furono rese cieche con mattoni ed In tonatili lé bellissime quadrifore e le bifore architravate dell'ultimo piano. GII appassionali da molti anni avevano gridato l'allarme, ma ce n'è voluto, del tempo, perchè il sogno di tanti appassionati si realizzasse. E' occorso che uà nuova mentalità spazzasse via il sordido utilitarismo democratico e che una nuova pura fiamma di spiritualismo divampasse nell'anima italiana, ridonandole la coscienza della propria antica grandezza e del rispetto e dell'amore che ad essa si devono. La rinascita 1 lavori di restauro, niinuziosamen te condotti da intelligenze volenterose e amorevoli, sono stati lunghi e ditficili; si è dovuto abbattere il nuovo e ricostruire con fine diligente arte l'antico sui modelli esistenti; ma ora lacasa di Andrea noria sorride al nostro occhio innamorato come era or sono 50() anni quando sotto alla M.alripaga i 1 ^i^ViV cÌÌT ìr^p(le condoitierò venn« ,Ssce,JÌì,?„« fiK ptw« ?■ ii^* »JSf i™ a ridare alla Patria la Ubettà untica e l'antico orgoglio. E l'opera non si arresterà qui. Essa deve essere l'inizio di quel più vasto e grandioso restauro di tutta la siorica piazza di San Matteo, ove sono pure la chiesa abbnzi-ile dei Dorla .3 il eh io-stro e la tomba del grande ammiraglio, a testimonianza dello splendore del secolo clic fu il periodo aureo della Repubblica ili San Giorgio. F, anche questo sarà 11 sua volta l'inizio di una più vasta opera perdio tutta Genovn vecchia è uh monumento. Il podestà, ricevendo l'omaggio del cnii/eùi/n del popolo, ha opportunamente "ricordate, a esempio ili quanto amore nutrano I genovesi per la loro città e della loro squisita sensibilità artistica, Carlino Pescia, che. fu un trattore di buon gusto e nello stesso tempo un signore a un poeta, il quale lasciò, or 0 qualche anno, cospicua parie del suo patrimonio per I restauri dei nostri monuménti antichi e particolarmente della Porta Soprana. Onesti lavori si inizieranno presto e, poiché tutto rimi può esser fatto in una volta, nel governo di una famiglia co me di una città, e tutto deve essere commisurato alle possibilità, verranno poi gli altri, con il ripristino dei portici di Sottoripa, destinato 'a scoprire tesori d'art'1 medioevali ? a conferma re che fieno> a è una dello phì splendide ciun RENZO BIDONE.

Persone citate: Andrea Daria, Andrea Doriu, Andrea Dorla, Angiolo Mòntorsoli, Baccio Bandihelli, Giovanni Andrea Moria, Petrarca, Renzo Bidone, Teresa Schenone, Visconti