«L'aurea leggenda di madonna Chigi » di Enrico Corradini

«L'aurea leggenda di madonna Chigi » di Enrico Corradini «L'aurea leggenda di madonna Chigi » di Enrico Corradini Roma, 2-i notte. C'era una volta, una bella fanciulla the si chiamava lìalnionda Chigi viveva costei in San Gimignano di Toscana, la città delle belle torri, ed era figlia di un ricco mercante che trafficando per tutti i paesi d'Europa e d'Asia aveva radunato grandi possidenze d'oro e di terre. Egli era uomo magnìfico in tutte le cose e facile agli entusiasmi, e pronto a magnificare ogni suo atto e ogni suo pensiero, sì che spesso, le parole precorrendo il desiderio, deformavano la verità. E poiché era vanitosissimo di sè e della sua casata, ogni onore e ogni parentela gli sembravano degni della sua grandezza, onde, quando un giorno uno dei conti Guidi di Volterra gli chiese la mano della sua figliola ancora faxiciulletta per il suo primogenito ancora infante, egli accettò la proposta e promise le nozze future. Ma più tardi la medesima promessa, fece al nipote di Pandolfo fetrucci, il Gran Senese, e più tardi ancora a Salvestro dei Medici di Firenze per suo figlio Lionello. E quando poi la bella madonna Raimonda ebbe compiuti i diciotto anni e le scolte di Sau Uimigna.no annunciarono grandi turbe di armati che si avvicinavano contro le mura della città, egli si senti perduto e comprese il suo errore e il pericolo cui aveva esposto sé, la famiglia e i suoi concittadini. fu allora che Raimonda si sacrificò per salvare la vita e le cose dei paesani, e sola si recò incontro all'oste, e là giunta propose di dare la sua persona e la sua fede in premio a quello dei tre pretendenti che durante i prossimi tre anni, combattendo in Terra d'Oriente e In Terra d'Occidente, avrebbe compiuto le più belje imprese e conquistato la più pura gloria. 1 tre accettarono e se ne partirono per la loro avventura. E la città fu salva... Cosi, come una novella d altri tempi, comincia questa « Aurea leggenda di Madonna Chigi », che Enrico Corradini ha presentato. questa sera al giudizio del pubblico romano accorso in folla ad applaudirlo. E nell'opera sua cosi quadrata sempre, e cosi rettilinea nel suo concetto e nelle sue finalità, questa leggenda appare come ima bella ghirlanda di (lori freschi e odorosi di tutta la freschezza e di tutto 11 profumo della gioventù. Siamo dunque in piena favola, una dd quelle favole felici che nel mondo shakespeariano fioriscono improvvisamente fra il battagliare sanguigno delle storie e l'orrore funebre delle tragedie. E siamo anche In piena lirica, ima di quelle liriche appena abbozzate negli altri lavori del Corradini, e cito qui prorompe con inaspettata vigoria. Perchè di poesia l'opera intera corradliiiana è piena, e basterebbero certe pagine della « Gloria • e di » Verginità » — cito questi due romanzi perchè sono fra i suoi primi lavori di letteratura — basterebbero certe commosse evocazioni dei suoi discorsi politici o social!, per rivelare il poeta. Ma finora era poesia occulta le quasi tenuta in freno a dispetto. Qui |neu « Aurea leggenda di Madonna Chi¬ gi» ii lirismo prorompe come liberato da tutti i suoi lacci. Ed io conosco poche poesie moderne in cui l'amore e la passione raggiungano una più alta cima di quella raggiunta nel secondo atto, che vorrei chiamare l'atto dell'elevazione. Perchè Madonna Raimonda sì è ritirata in una sua piccola casa campestre detta II 'ferraio, e là vive con le sue ancelle hi meditazione pensosa, aspettando il giorno della sua sorte. Ma ella ha venti anni e sa d'essere bella: i giovani che combattono per lei sono lontani e dispersi nel mondo, ed è sola e la primavera già rompe le scorze degli alberi sotto la forza delle gemme novelle. Ed ecco che, una notte, una voce si fa sentire nel bosco, la voce di un cantore misterioso che le manda un saluto misterioso: • Alla mattina Quando vi levate — le nuovole dal ael fate sparire; — il sole al monti lo fate apparire. — lì Quando vi vestite e vi calzate — gli angioli vi vendono a servire... ». Chi è l'ignoto cantore? Ella pensa a lui nella sua solitudine amorosa Ed egli ritorna ogni notte, e la cir conda con l\ verso ardente della sua poesia e della sua passione. E finalmente una notte viene a lei. E' un pellegrino, un poeta vagabondo che gira per valli e per monti alla ri cerca della eterna bellezza. Egli si chiama Fedele Errante, perchè chi ri mane fedele errando per le terre di questo mondo è fedele tre volte. E' poeta e conosce tutti 1 versi d'amore e tutte le prose di romanzo dei vecchi cantori provenzali. Ed è bellissimo e giovanissimo, di una bellezza che sembra fatta di luce, di una gioventù che sembra fatta d'ardore. Raimonda è sola: i fiori nella notte spandono i loro doloi veleni suasivi, gli usignoli cantano nel bei cipressi toscani ed ella sente un amore irresistibile divamparle In seno. I tre cavalieri che combattono per lei hanno 11 torto di essere lontani: l'ignoto poeta ha la virtù di essere presente. Ed ella cede, e compie il dolce peccato d'amore mentre le stelle palpitano nel cielo profondo e tutta l'aria è piena di una dolcezza che non ha fine. Sull'alba si assopisce fra le braccia del pellegrino, che parte portandole via — pegno dell'amore di una notte di primavera - 11 piccolo monile che le cingeva 11 collo. Atto magnifico questo e pieno di passione e di violenza nella sua apparente immobilità. Atto che è come una di.quelle grandi liriche del nostro Quattrocento, dove sembra che tutta-l'anima di un popolo abbia trovato una sola voce per un solo canto : il canto del suo amore e della sua speranza. Mai. io credo, la prosa di Enrico Corradini aveva trovato più alta espressione di poesia. Quel suo bel parlare toscano, cosi schietto, cosi naturale,- senza forzature grammaticali e senza riboboli di vocabolario, scaturisca veramente dal fondo dell'animo suo. E' prosa poetica e poesia prosastica al tempo stesso. E' soprattutto, prosa italiana quale purtroppo non siamo -abituati spesso a sentire. Ma già questo singolare scrittore, che non saprei come classificare se dovessi inquadrarlo in una delle tante categorie onde si arricchisce la letteratura contemporanea, sta a sè, e in disparte. Oggi, come venti anni fa, egli è il meiio libresco degli autori viventi e il più italiano. La materia della sua opera egli la trae dal fondo dell'essere suo, senza reminiscenze straniere, senza falsariga di aUri popoli. Oggi, come venti anni fa, i' ancora squisitamente italiano, e scrivendo questa sua commedia non ricorda e non ai fa ricordare che in Inghilterra vi è Bernardo Shaw, coinè allora non ricordava e non ci faceva ricordar? che In Svezia c'era un lbsen, e un Sudennann in .Germania. Questa sua costante e magnifica italianità è carte di sè stesso; ed egli scrive i suoi drammi e i suoi romanzi cosi coinè prò Avmmscpnzrti«tcedaz•nunziava i suoi discorsi o combatte-1 va le sue battaglie politiche, per quel nazionalismo che aveva crealo e che aveva fatto trionfare a traverso molte amarezze e molti sacrifici. Perchè Enrico Corradini scrittore è come Enrico Corradini nomo politico: uno ael tempe«unenM più rettilinei, più inceri, più rigidamente inconvertibili he abbiano pensato è agito sulla scea italiana. E questo senso di onestà a di sacri-,uaio lo ritroviamo nell'ultimo atto. | I tre anni sono trascorsi. Raimonda j pti è tornala a San Gemlgnano. I pretendenti giungono con lo schiere dei loro armati allo porte della città per ossero giudicati e prescelti. Ma come potrà Raimonda accettare lo sposo che la sorte le riserba, lei che non seppe mantenersi fedele a chi in suo nome cercò In ferite e la morte come si cerca l'amore? Meglio fuggire, meglio ritirarsi in un '.-Illustro, a scontare il suo peccato con un sacrificio di ogni giorno. Ma è troppo tardi anche per la fuga: i giudici hanno dichiarato il vincitore, ed il prescelto è Lionello dei Medici, che toltosi l'elmo si avanza verso la sposa eletta. Questa, più che mal atterrita di quanto avviene, più che mai gravata dal peccato commesso, si rinata di pronunciare l'ultimo consenso. Irato 11 cavaliere vincitore la arrestare i presemi: la città pagherà per il tradimento della sua più nobile cittadina. Ma ceco che, rimasto solo con lei, le intona la dolce romanza della notte di passione. E Raimonda gli cade nelle braccia, mentre tutte lo campane delle belle torri esultano l'epitalamio. E la novella finisce: fluisce nella gioia come debbono finire tutte le novelle del buon tempo antico, nelle quali la vita e un dono divino e l'amore il più dìvino dei doni della vita. Il pubblico magnifico che assiepava il teatro ha lungamente applaudito l'autore, e gli applausi erano tanto più significativi in quanto che erano tutti per lui, dato che direttore di scena, attori, scenografi e musicanti hanno fatto il possibile per riuscire mediocri DIEGO ANGELI.

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