L'Esposizione coloniale nel bosco di Vincennes

L'Esposizione coloniale nel bosco di VincennesL'Esposizione coloniale nel bosco di Vincennes Una collana di piccole città esotiche -- Mercati, taverne, caffè, teatri di tutti i Paesi -- La Sezione italiana Come è stata ricostruita la Basilica di Leptis Magna PARIGI, ottobre. Il Bosco di Vincennes, nella parte amenissima circostante al laghetto intitolato al generale Daumesnil, oflre da molti mesi l'aspetto di un vasto cantiere. Dentro un recinto di centodieci ettari, si sono date convegno le architetture più significative dell'Affrica, dell'Asia e d-eM'America. Di lontano, la massa imponente del tempio di Angkor, con le sue cuspidi che sembrano stalagmiti di- schiuma, con le sue scalinate, i suoi mostri, le sue divinità potrebbe far credere al passante di esser miracolosamente volato nel cuore del lontano Cambogia. In riva al lago, in uno degli angoli più pittoreschi del parco, si specchiano severe e solenni nell'acqua senza una ruga le colonne della basilica di Leptis Magna risorte qui per volontà del Governo di Roma e per un colpo di bacchetta magica dell'architetto Brasini. Dove siamo? Di che si tratta'.' Dove San Luigi rendeva giustizia Siamo all'Esposizione Coloniale, che Parigi si apparecchia ad aprire ai visitatori nella primavera dell'anno venturo. Di questa Esposizione la Francia ha evidentemente deciso di fare l'apoteosi del proprio avvento all'impero mondiale. La decisione è forse imprudente, ai tempi che corrono e con le minacele che si addensano sull'orizzonte europeo, dove sempre più numerosi ed impazienti sembrano farsi i popoli disposti a contendere alla Francia il godimento indisturbato di un capitale di terre non proporzionato al suoi bisogni effettivi: ma lo stato d'a nimo che ha portato alla concezione della mostra colossale, opera di Lyau tey, somiglia a quello che inspirava in grandi esposizioni universali parigino del Secondo Impero dopo le vittori-! d'Italia, e sarebbe troppo difficile reagirvi. Il Bosco di Vincennes, entro le cui forre in altre tempi San Luigi rendeva giustizia appiè delle querele, sarà tra poco convegno di una coljana di piccole città esotiche, dove Maroc chini e Algerini fraternizzeranno con Malgasci, Annamiti e negri della Guadalupa e dove elefanti, leoni, giraffe, zebre, gazzelle, struzzi, scimmie ter- ranno compagnia ai merli e alle passe-re, sola fauna locale. Mercati, taverne.caffè, teatri di tutti i paesi, costumi eidiomi del mondo intero offriranno ad ogni passo al visitatore l pretesti necessari per illudersi di avere acquistato il dono dell'ubiquità. Traverseremo gli oceani più presto di Lindbergh e di Ferrarin, e 1 continenti, in ogni caso, molto più in fretta di Livingstone e di savorgnan di Brazzà. Se il cielo, ahimè), troppo capriccioso dell'Ile de France e la flora severa di un parco parigino non sciuperanno gli effetti migliori, un viaggetto a Vincennes potrà davvero diventare un ottimo surrogato del giro del mondo. ' La tenda di Abd-el-Kader Oltre alle colonie francesi ammireremo colà un compendio delle colonie inglesi, olandesi, italiane, belghe e portoghesi, sezioni tutte a buon punto, e taluna di esse, come ad esempio quel le italiana e olandese, già oggetto di visite ufficiali. Per conto proprio, la Francia ha eretto oltre ai villaggi e al monumenti coloniali, un Museo delle Colonie destinato a rimanere, costituì to di un corpo dt fabbrica di oltre cln que mila metri quadrati, esso contiene una Sala delle Feste di trenta metri dlato fiancheggiata da due altre sale di eguali dimensioni adibite al servi E'zio delle informazioni per i visitatori, llpiù un certo numero di sale minor) o l ò a a , l r n i e è dedicate alla raccolta di un ampio materiale illustrativo — libri, stampe, manoscritti, reliquie d'ogni genere reclutato attraverso i musei e gli archivnazionali e destinato ad evocare l'Intera storia coloniale del paese. Vedremo certamente qui quella famosa tenda di Abd-el-Kader. sulla quale si è fatta tanta letteratura mesi or sono in occasione del centenario dell'Algeria e vedremo fors'anche la non meno famosa casquette del generale Bugeauduno dei conquistatori di quella prima colonia affricana. L'edificio, di stile moderno e dal prospetto adorno di un colonnato, reca sul frontone un fregio policromo dello scultore Janniot, rappresentante la fauna e la flora coloniali francesi inframmezzate da figursimboliche: l'Abbondanza, quella talAbbondanza francese che è il segreto più o meno recondito della crisi politica ed economica travagliarne l'Europa, la Pace, la Libertà, oltre a molte divinità del mare e della terra nonché a piroscafi, aeroplani, antenne radiotelegrafiche e a quant'altro insomma può simboleggiare la forza e la prosperità della Repubblica. L'n altro palazzo della stessa sezione conterrà 1 prodotti manifatturati e le macchine di ogni genere che la madre patria esporta in colonia, e un terzo edificio, finalmente, detto Città delle Informazioni, conterrà gli uffici di documentazione dei vari Stati espositori, un salone di lettura, le agenzie delle compagnie di navigazione e di viaggi, un ufficio 'postale, una specie di borsa dei valori coloniali e delle sale per 1 congressi internazionali che avranno luogo durante l'esposizione e che saranno numerosi. La Sezione Metropolitana A giudizio dei francesi, il centro più importante dell'Esposizione, almeno nei loro riguardi, sarà il secondo dei tre, la Sezione Metropolitana, intesa qua]'è a diventare il punto di partenza di un vasto movimento di scambi fra la metropoli e le colonie ossia di una sempre più intensa produzione industriale continentale in cambio di un sempre pia intenso consumo da parte del produttori agricoli d'oltre mare, nella speranza di fare a poco a poco anche dell'impero francese un sistema economico chiuso e indipendente, come l'Inghilterra vorrebbe fare del proprio. Se tu calcoli che negli ultimi dieci anni le esportazioni francesi verso la colonie sono salite da sei a quattordici miliardi, dovrai pur riconoscere che quella speranza, alle stato attuale delle cose, non riposa sol tanto sulle nuvole. Ma come non rile vare in pari tempo che a questo enor me sviluppo della sua produzione in terna la Francia ha potuto arrivare solo mercè il continuo afflusso della mano d'opera straniera? Paradossale e inammissibile situazionel Mentre da un lato la Francia pretende fare delle proprie coionio un mercato chiuso agli altri produttori europei, dall'altro essa sì appropria la mano d'opera che le leggi dello sviluppo demografico avrebbero destinata a tali produttori, monopolizzando vale a dire sul proprio territorio tutte | le forze vive d'Europa a esclusivo pro' prio beneficio. L'immigrazione operaia , in Francia — due milioni e mezzol e e i a l e e i e circa di stranieri contro quattordici milioni di lavoratori francesi — si risolve In un vero e proprio furto di energie.' Ma "finora nulla, ahimè, è in vista che permetta di sperare nella fine di tale stato di cose. i i è o o , a e n o e e o oe La città malgascia Fra le attrazioni principali della Sezione francese van ricordati il Palazzo del Madagascar e la Città malgascia. Quest'ultima ci presenterà la riproduzione fedele di uno dei vilaggi negri del vecchio reame della regina Rariavalo, sormontalo dalla Torre dei Bucrani, alta una cinquantina di metri e coronata, honny soit qui mal y pense. di corna di bue. Una rappresentanza degli allievi della Scuola di Arte applicata di Tananariva permetterà di far conoscenza con scultori in legno, vasaj, modellatori, pittori, tessitrici di stoffe di lana e di seta, merlettaie al fusello, cappellai in treccia di paglia e di aloe, questi ultimi reputati in tutta l'Affrica meridionaledove vendono per più di due milioni e mezzo di cappelli l'anno, e finalmente musici sonatori di lukunga. guardiani di buoi e conduttori di pirogaDicono che il direttore dell'Istituto dFonetica parigino, Pernot, si prepari a fare presso di questi pittoreschi ospiti esotici abbondante messe di dischdi canti e melodie popolari per arricchirne le collezioni del suo museoUn'altra idea felice che gli organizzatori della mostra hanno messa allo studio e che sembra prossima a concretarsi è quella di porre all'ingresso di ogni reparto un chiosco di libreria dove saranno messi in vendita al pubblico tutti 1 libri, dall'opera scientifica al romanzo, concernenti la coloniaIl mistero dell'avvenire Nel reparti dell'Affrica occidentale ed equatoriale potrai acquistare cosi le Opere di Faivre, di Mille, di Demaisonili Randau, di Gebhardt; nei reparti asiatioi, quelle di Dorgelcs. di Farrère. di Chevrillon, di Ajalben; nelle colonie del Pacifico, -la letteratura dLoti, di Benolt. di Stevenson, di Gauguin, di Dorsenne, e cosi via. Incitato dallo spettacolo dello scenario coloniale, il pubblico si sentirà tratto ad addentrarsi un poco di più nella co." noscenza del paesi rli cui sfoglia l'ai bum vivente: e giustamente Lyautey e gli altri ordinatori della mostra si ripromettono da questa intensificata vendita di libri un incremento del sinora scarso interesse nazionale per gli affari e l'avvenire dell'impero. Lo stesso criterio verrà, a quanto pare, applicato alla pittura: e le sale della sezione francese saranno ornato dei quadri di La Nezière sul Marocco, di Gauguin sulle isole flol Pacifico, di Olivier sul Cambogia e di Caillard sull'Indocina. Centro morale dell'Esposizione sembra voler essere, a onore e gloria degli eserciti coloniali della Francia, il Padiglione delle Forze di Oltremare, sormontato da trofei di bronzo di quaranta metri di altezza e da una bandiera sventolante a ottan ta metri dal suolo. Sarà questa la glorificazione baldanzosa della Francia, potenza mondiale quale l'ha fatta la pace di Versaglia. Gli stranieri convenuti a Parigi l'anno venturo, potranno toccar con maino le ragioni profonde dei sordi movimenti tellurici che fanno tremare l'Europa sulle sue artificiali fondamenta di carta e comprendere il mistero dell'avvenire. NOMENCLATOR.

Persone citate: Gauguin, Gebhardt, Lindbergh, Livingstone, Mercati, Stevenson