Fantasia dal vero

Fantasia dal vero Fantasia dal vero DA UNA CITTA' COME TANTE. Allorché viaggiale ver ragioni di stu <"°. «dto vi guardi ^volonterosi-. sono lo. sciagura maggiore che aa "<""o Possa, capitare. E siccome agi scolto sempre a fin di bene, neppure fl si può trattare male. Appena uno di costoro vi ha scoperto, vi si butta addosso, vi requisisce, si fa in quattro per riuscirvi utile — dice lui — e dichia ra: — La guiderò io, lasci fare, mi metterò a sua completa disposizione. Avrà di che rimanermi grato: le mostrerò delle cose interessantissime. — Grazie mille, e creda pure che le son grato sin da ora. Soltanto, siccome l miei giorni sono contati, terrei a precisarle che gli scopi della mia venuta consistono... Il dentista — Non ha bisogno di spiegarmi nulla: ho capito tutto perfettamente. Penserò io. Adesso andiamo senz'altro dal celebre dentista Odontoiatri. — Guardi, al dentista ci rinunzierei, anche perchè — perdoni gli scongiuri — sto benone. Qualche volta mi assale curiosità di sapere se il dente del giudizio l'abbia già messo, ma * un'indagine che posso rinviare. Perciò, se non ha nulla in contrarlo, il dentista la,' sciamolo stare. Come volevo dirle poco prima, gli scopi della mia venuta... — Lei non vuole vBdere il famoso Odontoiatri? Ah! Mi perdoni: è un uomo di prlm'ordlne, un luminare, uno degli esponenti della nostra cultura. E che spirilo: bisogna sentirlo quando racconta come fu ad un pelo per essere chiamato a cavare un dente alla Regina del Madagascar, la povera Ranavaio... E' morta, sa. — Oh disgraziala! Senonchè flit scopi della mia... — Un giornalista come lei non ha due o tre scopi, ma dieci o cento. — Bontà sua, lei mi lusinga. Però veda... — Càspita! Càspita! — esclama il volonteroso consultando l'orologio. — Se non ci affrettiamo se ne va. Ecco un taxi. Corsa In taxi. Pago io, paga lei: pago io. Ascensore. Campanello. Cameriera con cuffia che aspetta la mancia {la cameriera, non la cuffia} da chi esce dal gabinetto serrando in bocca un batuffolo ammorbante. — Annunzi, fa il volonteroso, me ed il signor X. Y., giornalista di passaggio, che ha tenuto a visitare il professore. La cameriera mi guarda di traverso,\perchè io ali uscita non avrò la ooc ca puzzolente e non le darò quindi la mancia, prende di malavoglia cappello e soprabito, si allontana, ritorna, ci fa entrare e attraverso un uscto aperto sentiamo il professor Odontoiatri che dice ad una cliente: — Non se l'abbia a male, sa, ma debbo purtroppo ricevere uno dei soliti giornalisti cosi insistenti... Cosa vuol farci... Il volonteroso (.spingendomi in avanguardia): — Vede, per lei manda via la clientela... — Fortunatissimo [lui). — Fortunatissimo (io). Pauso, indi lui riprende, con susslego: — veramente a quest'ora non ricevo visite private, ma data la sua insistenza faccio uno strappo alla regolaLo scopo della sua visita sarebbe?... Gli elefanti del Re — Adesso, con una breve deviazione di una settantina di chilometri, andiamo a vedere gli elefanti del Re... — Signora, perchè i pachidermi? Guardi che sono già. le sette ed a momenti farà buio. Settanta chilometrnon sono poi uno scherzo. Niente niente troviamo gli elefanti a cena e cfanno dire che-non possono riceverciD'altronde lei avrà sentito da suo marito [il caro uomo sta in un angolo e non parla) che lo scopo della mia venuta non è zoologico ma politico... — tremendi, questi giornalisti: trovano una signora che si mette a loro disposizione e invece di andarne [Ieri , ... „ e..|„- ..nìnn. ,,,,, eccoli a criticare. Salga, salga: qui1 [bene, e tenga Adolfo fra la ginocchia Adolfo non pestare i piedi dsl signoree ! altrimenti dopo, nel giornale, dirà ma°'le del nostro paese e o E Adolfo mi pestò i piedi per ben due ore, quanto durò il viaggio fino ai pa-j cftidcrmi. Cammin facendo avemmo -! uno panna: ! _ signora, azzardai (il marito era [inutile interpellarlo) data questa pan, n o a i , ro n e e o aiai, a se .. a a a e ni alro o o e o lgdi e mte ao. cate na, non 'sarebbe opportuno ritornareCala il crepuscolo, signora, e d'altronde lo scopo della mia venuta... — Ho detto che lei deve vedere gli elefanli, e basta: li vedrà. Ma sa chnon c'è stato forestiero il quale venendo qui non abbia visto gli elefantiPer noi sono un motivo di orgoglio..— Lo credo: sarà come al Siam, dove l'elefante è sacro più, dell'ospite Senonchè, per fortuna, io di elefantne ho visti a bizzeffe: nei giardinzoologici di Londra, Berlino, Parigi Vienna, inoltre al Circo Krone e al cinematografo. Dato dunque che lo sou po della mia... — La panna è riparata: bravo, Giovanni. Arriveremo in un attimo. E sfaremo a tempo, visiteremo anche lS€TTC Rabbrividii. Arrivammo ch'era note. L'unica mia gioia immediata fu potermi liberare di Adolfo. Scendenddalla macchina pensai: « A quest'orgli elefanti saranno già in pigiama peandarsene a letto Infatti dovevantrovarsi in una situazione analogaperchè il guardiano, sulle prime, si rfiutò recisamente di lasciarci passar— Come — protestava la signora — ma non sa che il signore, che è ugiornalista celebre, ha voluto venirgiti a tutti i costi?... — MI dispiace, signora — obiettav'il guardiano — ma l'elefantessa ha mal di pancia e la stiamo appunto curando... La mia intrepida guida si voltò guardarmi trionfante: — Lei ha proprio fortuna: le è macapitato di vedere come si cura^unelefantessa col mal di pancia? Quésnon se la deve lasciar sfuggire... Un vero colpo, come noi diciamPerò, dato che il guardiano si opponthe io non sono veterinario e che scopo... Ero già dentro. Non so coinè, ravamo tutti dentro. Adolfo già s'ea si I di attaccalo alle sbarre del gabbione jstuzzicava con ardore il pachiderm[maschio. L'elefantessa aveva davve a a o . e ? i i . e o , , . , - ti mal di pancia: ce ne accorgemmo subito. Dio, quanto ha sofferto quella povera bestia! E quanto ho sofferto io... Il manicomio — La nostra città vanta da decennti — fece il sindaco — una delle più celebri Case di salute d'Europa. — Rallegramenti. — Un manicomio come il nostro leilo cercherà invano in moltissime grandi capitali., quindi, occorre assolutamente che lei lo visiti. — Molto gentile, signor sindaco — risposi al primo cittadino del fortunato paese, inchinandomi, — e non dubiti, che lo un manicomio simile non 10 cercherò neppure, giacche viaggio Per tuli'allro motivo. Lo scopo per II quale ho sollecitato l'onore di essere ricevuto da lei sarebbe... — Mi permetta, un istante — interrompe il primo cittadino, — dovendo dare le opportune disposizioni. Aspetti che faccio venire il direttore generale dell'ufficio di sanità. Si accomodi. Mi accomodo e riattacco: — Lo scopo per il quale ho sollecitalo l'onore di essere ricevuto da lei. signor sindaco... Entra il direttore generale dell'ufficio di sanità. Persona sanissima, che ha certo numerosa prole e che quindi non oso benedire. Il sindaco presenta: — L'illustre giornalista... giornalista... Diavolo, dove ho messo 11 biglietto da visita? Ah! giornalista X. Y... — Piacere. — Il nostro valoroso direttore generale dell'ufficio di sanità... — Piacere. — Il signor giornalista e venuto qui per ragioni di studio — spiega il sindaco, — e naturalmente desidera mot to visitare il manicomio che l'Europa Intera, potremmo dire, c'invidia. Lei sa che in linea di principio noi il manicomio non lo mostriamo, perù date le cortesi insistenze dell'egregio ospite, stavolta, caro direttore, vogliamo fare un'eccezione. IL direttore si rabbuia in volto, comunque abbozza un sorriso. Si rabbuia, poveretto, perchè sono già le 12 e fra mezz'ora se ne sarebbe andato volentieri a colazione, e fa un sorriso perchè il signor sindaco l'ha onorato, sollecitando la sua complicità per una cosi grave eccezione. Lanciandomi uno sguardo agro-dolce, esclama: — Allora vogliamo andare... — Andiamo pure — rispondo rassegnato. — Tuttavia, siccome lo scopo per il quale... — Ne parleremo comodamente in macchina^, fa il direttore generale dell'ufficio di sanità, trascinandomi e o a ? e n? . e i i e iu oe e til o a er no a, ie. — n re a il u a fuori del gabinetto del sindaco. Eccomi di nuovo in macchina chiusa, rannicchiato in un angolo, con a fianco il cerbero cortese. Ho l'impressione d'essere un detenuto di riguardo sotto scorta. Quando il cancello del manicomio si schiude davanti a noi, penso che il custode mi avrà potuto prendere per un suo nuovo pensionato. — Il manicomio è grande — osserva Il direttore generale dell'ufficio di sanità, appena giunti. — Cosa vorrebbe a preferenza vedere? — Dato che ci sono e non ci resto — rispondo — vorrei vedere il reparto agitali uomini. — Quello non si può vedere. — Allora il reparto agitati donne — Peggio che andar di notte. — Allora faccia lei... — Le mostrerò il laboratorio per la misurazione dell'intelligenza degl'individui, secondo le tabelle di un celebre specialista francese. Lei è giornalista e la cosa l'interesserà. Uno scopo raggiunto — Lei mi lusinga. Il professore addetto a questo laboratorio ci accolse molto male, in primo luogo perchè volentieri se ne sarebbe andato a colazione anche lut, in secondo luogo perchè il laboratorio non era montato ancora Mi scusi tanto se la disturbo. — gli disse il direttore generale dell'ufficio di sanità, con aria di profonda comprensione — ma il signore, giornalista di passaggio, ha tanto insistilo per visitare il suo interessante laboratorio, che il nostro bravo sindaco non ha saputo dir di no. — Il signor sindaco è stato oliremodo gentile — intervengo io — però se ini avesse lasciato tempo di spiegare che lo scopo... — Capisco, capisco — assicura il professore, nel tono di chi è abituato a dar ragione al mentecatti. — Per farle piacere, monterò una parte del laboratorio. — Lei mi fa un piacere immenso. Il professore suda attorno a quattrostrumenti e a mille fili, il sanitario passeggia nervoso nel corridoio, consultando a tratti l'orologio; io rimando a memoria, non so perchè, la cantica del conte Ugolino. Dopo un'ora di vani conati, il professore annuncia: — L'apparecchio non si può montare... — Allora ce ne andiamo... — Però lei potrà farsi un'idea abbastanza esatta degli esperimenti del genere dando uno sguardo a questo registro. — Diamolo pure. — Vede questa colonna? — Vedo. — Registra la potenza intellettuale, la chiami come vuole... — Lasci fare: sceglierò un termine.— ... di un bimbo di cinque anni. — Interessantissimo. — In quest'altra colonna sono registrali i dati ricavando esaminando la intelligenza di un gendarme in servizio attivo... — Immagino la differenza. — Enorme: il bambino, al confronto, è un vero genio... — Ah! Senza volerlo, quella volta avevo raggiunto uno degli scopi per i qualmi ero recalo nel fortunato paese. ITALO ZINOARELLI uliaidmmglsucpgtcdddsvvaFlc

Luoghi citati: Berlino, Europa, Londra, Madagascar, Parigi, Vienna