L'uomo senza sangue

L'uomo senza sangue L'uomo senza sangue r a a e , e a o e , , , e l o, e o, n i on»; Euo o Attraverso esposizioni brevi e drammatiche gli studiosi di statistica denunciano alla Società delle Nazioni, accanto a quello del regresso delle nascite, un altro grave pericolo: l'aumento della « mortalità materna ». La cifra della mortalità materna s'el.eva d'anno in anno con ritmo lento e minaccioso. Le mamme ohe al loro stessi figli contrastano la vita, soccombano paurosamente. L'aborto clandestino, la più sottile crudeltà dell'uomo senza sangue, allarga il baratro destinato torse ad inghiottire le orgogliose razze d'Occidente. Nella sola Germania, ogni armo, secondo i calcola del Lippmann, in seguito alla pratica assassina, muoiono trentacinquemila donne. Nel 1911, ,in Germania, si riuscivano a contare treeentoquaranitamila aborti; nel 1923, mezzo milione; nel 1927, più di un milione. E poiché, nel 1923, il totale dei nati vivi in terra tedesca toccava 1.337.599, la proporzione già fissava su ogni cinque gravidanze, due aborti. Nel 1927, a ciascun parto s'opponeva un aborto. In quanto alla Francia, le condizioni demografiche sono ben note: ricca di vecchi, essa si fa sempre più povera di adolescenti. Di dieci milioni e mezzo di famiglie, due milioni e mezzo sono senza fanciulli; due milioni e mezzo ne hanno uno; due milioni e trecentomìla : due; un milione e mezzo-, tre; un milione: quattro; mezzo milione: cinque; trecerkovrentamila sei; duecentoventimila : sette e più... Insomma soltanto 11 sessantasette per cento delle famiglie, provvede nel vasto territorio francese al mantenmento della razza. 11 numero degli aborti, in Francia, secondo i calcali del Lacassagne e del Dolléris, si aggira ogni anno sui seicentomila. Ma la minaccia avanza, incupisce verso il Nord: la Polonia, la Russia, la Danimarca, la Norvegia, persino l'Inghilterra cominciano a sentire il IMo della falce. Il rapporto di Me Ilroy su l'aborto, presentato nel mese di giugno 1929 alla Conferenza annuale organizzata in Inghilterra dalla « National Association for the prevention of Infant Martality » richiama l'attenzione su l'enorme aumento del numero degli aborti dopo la guerra. Prima della guerra, osserva tale autore, erano soprattutto le donne non maritate che ricorrevano a qualsiasi mezzo accecate dalla vergogna; dopo la guerra, il maggior numero dì aborti è dato dalle donne legalmente maritate. In Inghilterra la mortalità materna è di poco inferiore a quella della Germania: nel 1926, In Germania, si ebbe il 4,8 per mille; nello stesso anno, in Inghilterra, 4,1. Su un milione di donne, oltre quattromila muoiono, dunque, per infezioni setticemiche e altre complicanze sopravvenute all'aborto. 11 prof. Gfzywo-Dabrovt'ski ha studiato le statistiche ufficiali della «Commissione di Assistenza» e degli ospedali nella città di Varsavia: nel 1921, si ha sui parti una proporzione di uno su tre, tremilaquattrocentotrè gravidanze a termine: milflecentotrentoMo aborti. Nel 1924, la proporzione si ri duce a uno su quattro, ma questa ci fra, a differenza di quella globale del 1921, denuncia unicamente i casi .trattati in ospedale. E infatti nella Russia, in seguito alla legalizzazione dell'aborto allo scopo soprattutto di attenuare con il ri coverò ospedaliero la forte mortalità materna, l'U. R. S. S. segnala in un solo anno a Mosca su cento casi settanta aborti, e nel 1928, a Leningrado, su trentottomila e cinquecento parti a termine, cinquantatremlla aborti. Val quanto dire una percentuale (statistica di Lébédiv-a) di... oentotrenlase'tte per cento. Anche negli Stati Uniti (Holmes, Mussey, Adair), è stato rilevato che il 25,4 per cento delle donne che soccombono in family way muoiono in conseguenza di aborti Si è stabilito in Ameriica persino una classifica: di selcentosettantadue, trecentoveraotto abortii risultavano palesemente provocati; centottantanove spontanei; ottantanove da causa non precisa; sessantanove terapeutici. Ma le ultime due categorie mascheravano sotto le loro voci la prima nel solo intento di ridurre al minimo le sanzioni della giustizia. Ma quale è ti dèmone che spezza vincoli del sangue e del sangue non fa più sentire l'orgoglio della trasmissione nella discendenza? La città. Come un dio affascinante e implacabile, la città infoltisce ogni giorno lschiere dei suoi fedeli. Vorace di vitumane come Moloch, la metropoli spalanca le porte delle sue seduzioni, alunga le sue braccia edilizie, raddoppia le sue case. Organismo tentacolareJ« citt4 svuota le campagne c le renddeserte. I contadini forti, tenaci, fecondi, attratti dall'urbe ba-belica, son trascinati alla rovina. La città si accrescmostruosamente: l'esistenza vi turbinaUna famiglia parigina di rado sorpassa tre generazioni. L'infezione gonocoecica, la lue,- l'artritismo, la tubercolosi spongono dell'eredità vitale lfiamma nel corso di una sola disccn denza. I figli illegittimi danno unmortalità elevata perchè mal curati vittime di parti clandestini. L'alcoolsino non rende sterile il matrimoniiddmdmnram o oa o I a pnirro le nle emi fle e-, „.„.. a- ma, prepara » letto alla tubercolosm- all'epilessia. L'infanzia paga olln-1 morte il più aito tributo di vita; ho. a un m in n la he nulla ve nte ua la atza lle me rinoera Bo rti- tro minori probabilità di vivere una setimana un fresco bambino che nascche non un rugoso novantenne. Ognanno, in Francia, muore un miliondi individui dall'età di un giorno quattordici anni. La mortalità infantile è dovuta emnontemente alla lue, all'affatioamen to, elle emozioni violente. La letalitinfantile per il quindici per cento costituita dai poppanti i quali muoiono quasi tutti per infezioni intestnali dipendenti da insudiciente igienTutta cervello e tutta denaro, metropoli insidia la gioia, mina la flicità, esalto il suicidio. Il numero dsuicidi in Francia. • è quintuplicatnel 1925, in Germania, si contaron15.273 suicìdi: in Austria, nel primtrimestre del 1927, la sola Vienna registrava t>18. « L'ultimo uomo delle città mondia— rileva il Korherr — non vuole pvivere nò come singolo, nè come tipuè come mossa». Ma è poi esatto che 11 mostruoso banesimo sia l'unica causa del regrso delle nascite e della mortalità mterna? E in che consiste cotesto gliai banesimo? Dovremo noi consideratis-lcome .una forza astratta, un fenom199 collettivo, una specie di Medu implacabile, che pletriilchi le anime! di tutti quelli che la fissano? O giudicheremo noi, piuttosto, l'urbanesimo come la conseguenza Ineluttabilo del male elio ciascuno porta in sè come un vasto mosaico di concupiscenze e di desideri al quale ogni individuo porta la sua pietruzza? Non l'urbanesimo ha dato individui sterili,senza sangue di fecondità, ma individui sterilì hanno determinato Turba» neslmo. Noi mangiamo, beviamo, e et. riproduciamo, non perchè l'umanità! abbia concordemente ritenuto questo cose desiderabili, ma perchè come macchine no! siamo costretti ad agire cosi. Diventiamo attivi, ambiziosi, perchè la nostra stessa forza di vita, a mezzo di processi che si sviluppano nel sistema nervoso centrale, ci obbliga ad estrinsecare e ad appagare li nostro istinto di lavoro. La madre ama 1 suoi figli e ne prende cura, non. perchè i metafisici pensino che questo sia desiderabile, ma perchè l'Istinto di prender cura del proprio figlio è nella madre tanto esattamente ereditario quanto i caratteri morfologici del corpo femlnino. I nostri desideri e lo nostre speranze, le nostre delusioni e le nostre sofferenze hanno la loro fonte n.egli istinti comparabili a quegli stessi che spingono gli animali eliotroplci verso la luce. L'accentramemto della metropoli, l'esodo delle campagne, la mortalità materna dt? pendono non da una immaginaria antropotossina della cosmopoli, ma da una corrosione dell'individuo. Nulla potranno quindi, 1 suggerimenti, i consigli dettati alla collettività; molto potranno i suggerimenti, i consigli, gli ammonimenti dettati al singolo. Sarebbe compito dei medici fare intendere una buona volta ai negligenti che il figlio, nel senso biologico, non è un parassita ma un commensale che stimola le forze della madre e ne attiva addirittura le energie pslchiche. La maternità è inaispemsablle all'espansione della salute e deano, bellezza muliebre. Il Pinard affermai che di cento tumori di organi prettamente femminili, novantaclnque sono dovuti ella restrizione concezionale che disturba la nutrizione di quegli organi destinati alla gravidanza. Lo scopo biologico dell'unione sessuale è la procreazione. Non 1 figli1 sono il risultato del matrimonio mai il matrimonio è il risultato dei figli* I popoQi più puri e più forti aborrirono e condannarono sempre la ste« rilità. A Sparta e a Roma, alle corx pie sterili è consentita la * permuta »« Ortensio dà in prestito (« permuta »)| la propria moglie a Bruto per averne figli. Tommaso Campanella ne « La Città' del sole », nega alle donne Infeconde di assidersi tra le matrone del tempio. Napoleone divorzia dalla sterile Giuseppina e si sposa a Maria Luisa d'Austria. La solute di un corpo vivo si esplica con la fecondità. L'aumento della nascite è- simbolo di salute della raz« za: lo spopolamento è miseria fisiologica, disfatta, suicidio. • Abbiate pure 11 regno più bello -* sentenzia Disraeli —; se la popolazione si arresta la nazione è destinata a perire». MARIO MUSEI.LA.

Persone citate: Adair, Disraeli, Lippmann, Pinard, Tommaso Campanella, Turba