Il lavoro intellettuale

Il lavoro intellettuale Il lavoro intellettuale Méntre la Commissione Nazionale italiana per la Coopcrazione Intellettuale svolge tranquilla il suo programma di proficua attività sotto la guida del Presidente S. E. Rocco, nn llero dibattito si 6 acceso al Parlamento francese su tutte le questioni riguardanti l'Istituto Internazionale della Cooperazione Intellettuia'le die ha sedie centrale a Parigi, e che, secondo quei deputali e senatori, costa troppo caro alla Francia in proporzione al contributo delle altre Nazioni e in rapporto... alla utilità clic alla Francia stessa ne deriva. Mette conto avvertire che, stando alle relazioni, l'Istituto non può essere accusato di inattività! Nella sua dodicesima sessione di lavori, la Commissione Internazionale poi, rieletti a presidente il prof. Murray e a v.ice-preeidentó la sig.ra Giurie e l'exMinistro belga Destrée, ha preso in esame il rapporto del Comitato di studio, rapporto che si inizia col tentativo di definire il campo d'azione della Cooperazione Intellettuale e 5 suoi compiti nell'insieme dell'attività della Società delle Nazioni, con la formula seguente: — L'attività 'della Società delle Nazioni nei riguardi della Cooperazione intellettuale ha come scopo precipuo quello di sviluppare, di intensificare la collaborazione dei popoli in tutte le branche dello spirito per assicurare l'intesa internazionale a favore della pace. Non 'commentiamo e tiriamo innanzi. Si è poi fatta presente l'opportunità, di ricorrere più.spesso che per il passato, per le questioni che si presentassero, ad apposrM Comitati idi esperti, e pare anzi che le SottoCommissioni si trasformeranno tutte in Comitati di esperti, ad eccezione 'della Sotto-Commissione delle Lettere e delle Arti che diverrà permanente e sarà riorganizzata sotto altro nome. Poiché però la Commissione Internazionale non può riunirsi che una volta all'anno, si ò i-avvisato utile e necessario creare un Comitato esecutivo, che si adunerà quattro volte 'all'anno, avrà i poteri per prendere le iniziative opportune caso per caso, e sarà incaricato di seguire l'insieme dell'attività globale dell'istituto: il Comitato è risultato composto oltre che del Presidente Murray e del signor Painlevé, della signora Curie, di S. E. Rocco, dei signori Casatés, Destrée e de Reynol, già membri della Commissione, e, in più, di sir Frank Ileaht, di Krùss del R. I. T. e di Roland-Marcel. Fin dalla prima riunione il Comitato penserà al piano di riorganizzazione dell'Istituto di Cooperazione Intellettuale, Istituto che come ho detto in principio, è slato portato agli onori della ribalta in Francia da una agitata discussione parlamentare, nonché dalle dimissioni del suo primo Direttore Julien Luchaire, sostituito da Henri Donnei del Segretariato Generale della Società delle Nazioni. Durante la discussione del progetto di legge per il bilancio generale dell'esercizio 1930-1931, la domanda di un credito di due milioni e mezzo per l'Istituto intemazionale 'di Coopcrazione intellettuale (con sede, ripetiamo, a Parigi, al Palais Royal) ha sollevato un coro di opposizioni e di obiezioni tanto al Senato quanto alla Camera dei Deputata. Si è osservato che soltanto la Francia contribuisce alle spese generali per una somma importante e ohe soltanto tredici Nazioni (Inghilterra, Belgio, Norvegia, Spagna, Rrasile, Perù, Germania, Stati Uniti d'America, Italia, Svizzera, Cecoslovacchia, Giappone e Romania) partecipano ai lavori della cosidetta Commissione « plenaria » : gli oratori ne hanno dedotto che si ò ben lontani da quel carattere e da quella portata veramente e largamente internazionali sui quali si contava per 'dare alle decisioni una risonanza mondiale. Non tutte le Nazioni partecipanti ai lavori aderiscono alla Società delle Nazioni e non tutte poi danno un contributo, un apporto finanziario qualsiasi: infine, concludono i parlamentari francesi, ci costa assai caro questo sontuoso Istituto che non dà i risultati promessi 'da dichiarazioni altosonanti; più esattamente, per servirci delle parole del presidente della Commissione del Senato : « un établissement qui nous coùte cher, et, dont le rendement n'a pas donne, jusqu'ioi, le n'esultata promis par des declorati ons pompeuses! ». Che qualche ingranaggio non funzionasse in questo Istituto, ce ne eravamo accorti anche noi, in Italia, da tempo, e le dimissioni del direttore Luchaire non ci hanno sorpreso, ma ci sembra che ora, al di là delle Alpi, si esageri nel veder nero, peggio, nella demolizione dell'Istituto che, pure, qualche buona iniziativa ha preso e che un proficuo lavoro ha esplicato anche a Ginevra, parallelamente e ihsieine alla Commissione Consultiva Internazionale dei Lavoratori Intellettuali. Che se poi il «tieno di vita» dell'Istituto e troppo lussuoso, qualche appauinaggio superfluo, e sproporzionato ■fì'apportq francese, di due milioni su di un complesso di spese di poco più di tre milioni, sono inconvenienti che direttamente non ci riguardano, ed ai quali si potrà rimediare « in casa », ma, indubbiamente, è eccessiva quesla campagna parlamentare e di stampa contro un Istituto che ri fu presentato come una delle più geniali ed elevate iniziative internazionali a favore del lavoro intellettuale, che la Francia tenne vivamente ad ospitare in Parigi, che la Società delle Nazioni accolse sotto la sua alta protezione. Crediamo pertanto sia più equo rimettersi alle conclusioni del relatore della Commissione di Ginevra che attribuisce il momentaneo disagio dell'Istituto ad una « crisi di crescenza », e attendere all'opera il « Comitato Esecutivo » che, formato da personalità quali il prof. Murray, la signora Curie, S. E. Rocco e Destrée, non solo assisterà, ma indirizzerà l'opera tutta d'ella nuova direzione dell'Istituto. Se un amaro rilievo dovessimo fare, noi italiani, sarebbe oggi diretto non all'Istillilo di Parigi, ma alla Commissione dei Lavoratori Intellettuali di Ginevra: come può dare proficui risultati, nel campo della organizzazione intemazionale dei lavoratori intellettuali, una Commissione che si raduna si e no una volta all'anno e che strangola in due giorni di affrettate discussioni tutti i problemi ad essa sottoposti? Nel dicembre del 1929 facemmo il voto che la Commissione tenesse nel 1930 almeno due sessioni: siamo a metà ottobre e ancora non è giunto l'avviso di una convocazione! Ahimè che i problemi del lavoro intellettuale proprio nessuno ha fretta di affrontarli e risolverli! GIACOMO DI GIACOMO.

Persone citate: Curie, Frank Ileaht, Giacomo Di Giacomo, Henri Donnei