Le origini del tiro a segno

Le origini del tiro a segno Le origini del tiro a segno La nuova Italia, che ha nello spirito J'impronta di una sola divinità : « La vittorial • deve dedicare le maggiori cure al Tiro a Segno Nazionale. Il Tiro a Segno e un vero Istituto disciplinatore di energie, eccitatore degli spiriti (lacchi, esso chiama a sè i cittadini, li scuote dal lor-j dissolvente egoismo borghese, li fa capaci di sacrificio, li abitua al disagio e li libera da certe morbosità sentimentali e umanitarie. 11 Tiro a Segno fu istituito nel 1859 — nei giorni liberatori — per opera del Ricasoli, che dettava., all'uopo, il seguente nobilissimo manifesto: • Se bene si considerino lo storie nostre, apparisce manifesto come gli Italiani perderono la propria indipendenza quando abbandonarono gli studi! virili della Milizia, e fa mollezza dei costumi prese il luogo dell'austero vivere antico. Alle prostrazioni dei corpi tenne dietro l'avvilimento degli aniini e ogni maniera di morale decadenza. Lo scrittore che non era più soldato e cittadino, smarrì la virilità dei pensieri, e la mano dell'artista, che non sapeva più stringere un ferro in difesa della Patria conculcata, non ebbe più virtù nè di scolpire, ne di dipingere le formo pure della bellezza. La lunga servitù aggravò questi danni: ma appena l'Italia tornò alla coscienza di se stessa, fu preoccupazione di tutti 1 savil che ogni argomento si cercasse di ritemperare a fortezza i costumi. • Tra 1 modi che possono adoperarsi a questo fine mi è apparso di assai rilievo quello di promuovere studiosamente U Tiro a Segno • le scuole di esercitazioni militari. «Dando ad ogni classe dal popolo nna larga partecipazione a questi esercizi, si abituerà ad un contegno più severo, ad una disciplina di animo e di modi, che oggi non è dato di vedere. « Se nel giorni festivi si stabiliranno regolarmente queste esercitazioni di tiro a segno e di manovre di fanteria, è sperabile che si frenerà quella funesta tendenza al giuoco e alla gozzoviglia, in cui si versano improvvidamente i guadagni della settimana, e ove si logorano le forze, e si corrompono gli effetti.. (Circolare a firma B. Ricasoli, del 28 novembre 1S59). Ma fu nel 1862 che — auspice Giù Beppe Garibaldi — 1 istituzione del Tiro a Segno ricevette il primo notevole impulso. Finalmente una volontà esisteva, Una luce era apparsa, una liberazione s'era compiutaI E Garmaidi — mirabile assertore di Italianità — fu incaricato dal Governo di presiedere alla creazione e all'organizzazione delle varie Società mandamentali di' Tiro a Segno. Il 5 maggio 1862. il generale Inviava la seguente circolare a tutti i segretari delle Provincie d'Italia: ■ Egregio Signore. Incaricato dal Governo e dalla Commissione di promuovere l'istituzione dei tiri al bersaglio, conoscendo quanto vi adoperate volentieri in ogni cosa che possa tornare di giovamento alla causa nazionale, affido a voi la missione di promuovere e sorvegliare l'Istituzione del Tiro nella Provincia di • Net-trasmettérle la presente lettera .il mondato. La prego di dare opera Affinché,i tiri vengan Immediatamente insinuiti In ogni Comune, e che nel farlo si procur* di ottenere' l'utile, anziché l'apparente. « La prego di darmi ad Intervalli relazione di quanto Ella avrà conseguito. « Colgo questa occasione per dichiararmi vostro G. Garibaldi ». L'opero fu subito iniziata con fede e con fervore, senza soste bizantine intorno ad uomini e a cose. Scarsi i mezzi, ma grande la volontà« Per un bersaglio, in via di principio — scriveva un incaricato di Garibaldi — basta un luogo aperto, liberosicuro, un'arma da fuoco, due tiratordie facciano a gara. Dalle piccole cose alle grandi; 11 resto viene da sè... ». A poco a poco i Tiri a Segno diventarono dei veri centri di italianità e dpatriottismo. La coscienza della Nazlone si temprava gradualmente, indovinava nuove mete, si preparava a più duri cimenti. Il primo Tiro nazionale Italiano ebbe luogo a Torino, dal 21 al 27 giugno 1863, (*), e ad esso parteciparono anche i carabinieri ticinesi. Si era ancora in pieno periodo deRisorgimento, ed i ticinesi, entusiastpiù che simpatizzanti, accorsero in buon numero, guidati dal colonnello Costantino Bernasconi, ben noto ai profughi italiani. In occasione dei festeggiamenti pela ricorrenza del settimo centenario della battaglia di Legnano (21 maggio 3876), Giuseppe Garibaldi lanciava da Roma una lettera-manifesto alla gioventù italiana, per incitarla ad Iscriversi al Tiro a Segno. In essa, il glorioso Duce dei Mille gri da a gran voce il suo amore immensper l'idealità che lo sorregge, moltiplicando quest'amore, che pur rimaneva per ognuno intero e incorrotto, petutti quelli che gli erano intorno, incuorando i singoli e le masse. Riproduciamo alcuni periodi del fervidissimo appello: lAlla, gioventù italiana. H giuro dPontida e la battaglia di Legnano, soni due più grandi fatti che abbelliscon\a storia patria. Le legioni romane passeggiarono vitoriose sulla superficie del mondo alora conosciuto. La storia italiana dquei tempi possiamo ben chiamarlla maestra di tutte le storie. . . « A Milano, città delle . Cinque Gionate », centro della Lega Lombardatocca la maggior parte di quelle superbe glorie che hanno l'onore nazionale, e che tanto contribuirono a rcostituire le membra sparse e discorddella Patria nostra e a redimerla, lvecchia dominatrice, dal suo servaggi« Oggi, sull'orme della gloriosa antica Lega, non saranno più poche cittdel settentrione che si stringeranno mano a Pontida per liberarsi dal tranno, ma qui sul vertice dei setcolli — tra queste macerie gigantispirate da tante stupende memorie le cento città sorelle cementeranno taupa t«ga moderna da rintuzzare qulunque tirannica prepotenza. « All'esercizio della carabina, quindlo vi inrito, miei giovani compagne nella gloriosa capitale lombarda chlesteggia 11 grande centenario di Lgnano, voi mostrerete che la sapemaneggiare, o la maneggerete nel coscu' 'italia vi chiamasse ancora difenderlo da oppressori. « Da Roma (senza data) « F.to: G. Venne poi, per il Tiro lungo periodo di stasi. Sono note le vicende italiane dT880 fino alla vigilia della guerra modiale Si dormicchiava, e nell'apatia supna dilagavano le basse ambizioni, Garibaldi ». a Segno, u(•) il Comitato esecutivo del primo tifu presieduto dal Principe Amedeo. Dud'Aosta. Tra I componenti il comitato figravano 11 conte Ch'.avarlna. Il conte Rlgnoti tav. Juva. ed altri. Alla gara parteciprono 31 società di ogni parte d'Italia, 1 rapresentanti della guardia nazionale di 1circondari, e un gruppo di 60 tiratori svceri. -ionl JerSOgno3e, ]0 trafficanti \Vn,£"?' om1e 11 paese di Dante. del ¥f??ln}> del Garibaldi, era fatto fondaco di mercati inconfessabili, e di livide competizioni per una manata u,,0!0- 0 'Per la conquista di un potere oimquo. lutto si ammetteva e si concupiva fuor che l'esser forti e l'esser capaci di sacrifici e di diritte energie. 1 piccoli uomini, forti della rinunzia sdegnosa dei migliori e della propria incapacità di pudori e di rossori, correvano per il paese silenzioso e laborioso, mettendo le mani oscene dovunque fosse 'acciuffarle un vantaggio, esaltando la bellezza delle piccole miserabili soddisfazioni quotidiane, non sapendo ìieppur pensare cose maggiori, u per il desiderio che nessun altro la pensasse. Durando questo stato di cose, era naturale che il Tiro a Segno venisse pressoché trascurato. A questo proposito, non ci pare privo d'interesso riprodurre una lettera di Nicola Fabrlzl all'eroico colonnello Bruzzesl, che delle sorti della nobile istituzione assai si preoccupava. Ecco il documento nella sua integrità: « Roma, 10 maggio 1885. ■ Carissimo Colonnello, « Ricevo ora la vostra lettera, alla quale mi affretto di rispondere. « Mi Ila stupito che crediate non avere io ricevuto una vostra lettera in aprile, mentre io risposi immediatamente, e dichiaro che mi spianerebbe assai che essa fosse andata in altre mani. Farò ricerche alla Direzione delle Poste. i Pel Tiro a Segno nulla fu fatto, oltre al decreto di costituzione della Direzione Centrale, firmato ni primi di marzo dal Re e controfirmato dal ministri Depretis, Ricotti e Coppino. « Riassumo : nulla si è fatto e nulla si farà, se non si trova chi imponga la esecuzione della legge sul Tiro a Segno in tutte le sue parti, fra le quali trovasi questa importantissima. i Parlarne ora con Depretis è cosa impossibile; vedrò di furio, se lo giudicherò conveniente, dopo le elezioni politiche (sic), e non mancherò di tenervi informato di quanto mi riuscirà di sapere. « Vostro aff.mo «F.to: Nicola Fabrizl ». In questi anni il Tiro a Segno è stato portato ad un alto grado di sviluppo. Cosi la nobile istituzione dimostra di avere il senso dalla nuova Italia: poiché Fascismo vuol dire valorizzazione dell'azione, olire il cerchio convenzionale e contraddittorio del partito politico. Oggi lo spirito di tutti è proteso In un nuovissimo sforzo rivoluzionario, in reazione ad una viltà secolare e ad un classico tornacontismo, che era riuscito a isterilire tra noi la razza dei Ferrucci, per fecondare quella dei Maramaldi e dei Casanova. Il Tiro a .Segno — nel suo ambito — deve contribuire alla formazione di un'Italia che difenderà gelosamente il retaggio guerriero e ricercherà negli esperimenti eroici la ragione del proprio destino. PIRRO ROST.