Rodi, isola felice

Rodi, isola felice VIAOOBO I ORIENTE Rodi, isola felice ( 1~> fai n <.) n 1 r o iri-vlFi + o a s - . s n a o e e l à n r ¬ RODI, ottobre. Lo si vede fin dal mare, appena la nave oltrepassa In punta della Lanterna, clic llodl è una bella città. Appare con tanta arazìa, riccia una si. tresca I indura, lui un espello co fi {rauco e simpatico nelle case bianchissime tra ali orli, nelle •jenllll moschee, nel giardini è nelle ville sparsi armoniosamente, sulle alture, che perfino l marinili più vecchi sorridono di. piacere, e l 7ìiozzl corrono con entusiasmo alla manovra dell'ormeggio. E rUiarlona sempre a. malincuore, senza aver pensato a denigrare la città, come tanno per abitudine Inguaribile di lutti, gli altri porti.del. Levante. ■ , Appena si scende ci s'accorai 'che il tono dominante. Qui, A la pulizia. Aon so per gunlc miracolo, ma anche i quartieri popolari lino ad ora turila sono nitidi e ordinati come i quartieri di lusso di Iioma. Strade che sembrano appena lanute, pareti candide, aente seduta sulle porle a conversare quieta, vestila con decenza, ragazze che pas svaghino sorridendo, quasi tulle belle; e non uno straccione, non un ubriaco non il nauseabondo odore di soffritto delle città oricnt'ili, ma un tenue, diffuso profumo di aranci e d'oleandri. Questo, si pensa, e un popolo contento e ci rispetta pcrchà gli u(>Wa«w> dato un benessere e una pace che mai sognò di possedere. Anche le nuove costruzioni intorno j'" porto sono benissimo intonate alla leggiadrìa del paese, non hanno nulla del frettoloso e scipito stile colonialerivellino un gusto intelligente e una discrezione non disgiunta da una certa solennità. Cosi il palazzo del Governatore, quello delle l'oste, il Mercato perfino l'altissimo Albergo delle Uose, conferisrono dignità al quartiere del l'orlo senza togliervi grazia, li ih tutto ciò, dell'ordine, della pulizia, del fervore edilizio, come delle belle strade asfaltate che corrono nell'Interno dell'isola, bisogna render grazie al Governatore Lago, il quale, sorretto dalla volontà del Governo di nomapotè compiere il miracolo di trasformare in poclil anni un paese, tanto d/i renderlo irriconoscibile agli occhi del primi italiani che vi sbarcarono durante la guerra libica. Il più bell'elogio lo fece una signora Inglese ch'era con noi: « Noialtri a Cipro — disse con una punta di rammarico — non abbiamo saputo fare, in tanto tempo che ci siamo, neppure la metà, di quello che avete fatto voi »Questa e la città più ben tenuta dell'Oriente ». aggiunse un Tedesco; e svedeva ch'era contento anche di dare agli Inglesi un dispiacere. Canzoni mattutine Una passeggiata lungo le fortificazioni, di mattina, è lo spettacolo più gradito che si possa dure, nodi, come lutti sanno, è completamente chiusa da una cerchia di •mira possenti, alteben squadrale, costruite in secoli e secoli di fatica dal Cavalieri della Cristianità, decisi a difendere col sanguquella magnifica roccaforte contro le incursioni del mussulmani e dei corsaria la tennero fin Quando il numero ebbe ragione del coraggio, e Solimano iMagnifico, nell'anno 15-22, s'impadrondell'isola. Le mura non subirono danni troppo rilevanti, tanta era la verte zìone con la quale i Cavalieri Le avevano costruite: non fu perciò difficilagli Italiani restaurarle completamente, restituendo all'antico splendore undei più bei monumenti dell'arte mill tare europea. Il custode apre una delle porte, e ivisitatore, salito per una scala sul bastione, può compiere tutto il giro dellcittà, tornando al pulito di partenzsenza essere disceso una sola volta. Dtratto in tratto l'attenzione è fermatda torrette e spalti robusti, dove stavano l comandi del'.e varie guarnigionAncora si vedono le tabelle indicatriciPorta d'Alcmagna, Porta d'AlvemiaPorta di Provenza... La Porta d'Italiera sul l'orlo, nel punto più pericolosoMa il giro della fortificazioni no ; o ò o a a , a a h e e o , i l a a n a . i e ù e a , e n; l ì ne ee no l il aa a DI a ai. : a, a o. n suscita soltanto ricordi storici; dà anche la vistone più inaspettata e segreta dell'intera città. Chi cammina e accompagnato da continue canzoni di donne, clic variano lentamente nel diversi linguaggi, dal greco al turco, dal turco all'ebraico, sono le canzoni maltutine del tre diversi quartieri di Podi, nenie dolci e languide, variazioni spiritose negli accenti, felici negli acuii, accorate nei riposi e nelle ninne-nanne; canzoni di ragazze alla, finestra, di madri seduta negli orti, di spose ilari, di comari e comarctte, voci poetiche di razze straniere luna all'altra, pacillcate nella chiarità del mattino, falle concòrdi nella simlgllanzad.egli affetti. Seguendo passo passo questo anello canoro, io non m'accorgevo quasi del mutar del linguaggio e solo me ne rendevo ben conto guardando giù, dentro le case, dove mutavano fogge e llsoniimic; ma ero ben certo che tutte lincile canzoni parlavano d'amore o di pace, di feste e di nonno, cosi come da noi. cosi come in lutto il mondo* La mia guida, un buon turco canuto, non pareva tuttavia darsene pensiero, preoccupato Invece di certe donne della sua razza, intènte u strappare rametti di capelvenere dalle connessure dei blocchi di pietra. Com'erano giunte lassù, ch'era proibito? Le redarguì, le accompagnò ad unii porta, e quelle obbedivano ridendo, burlandosi di lui tuttavia, vivacissime e leagiudraiuente sfrontate. Di donne, dalle mura, se ne vedevano ovunque, nelle cose, pronte a fuggire o a spiarci o ad ammiccare seconda della loro razza, ed io ero un po' inquieto di dover sorprendere tante intimila, ila di chi la colpa.' Sul le mura non passa quasi mai nessuno.le finestre, col caldo, stanno semprt aperte. Leggere nudila apparivano c sparivano improvvise, occhi nerIssimi mi contemplavano un istante, chiare voci incomprensibili mi gridavano forse la sorpresa o il dispetto. In tutte quelle casette basse, in quegli orli e cortili pareva che regnasse una perfetta allegria, resa più dolce dal verde e dal fiori degli aranci, dei melograni e degli oleandri, fatta sonora dalle grida innumerevoli di ragazzi e bambini. E ovunque una gran luce, il. sole che fa lutto rlsplcndere, colori del tappeti e delle stoffe ricamale, lampi delle stoviglie e dei grandi piatti di ramel'acqua delle fontanelle e i ferri delle mascalcie; il sole che abbraccia il cielo e dà un piacevole lepore all'arianella mattina di settembre pura come una colomba. Il giro è finito, e dopo un'ora di cammino non sento nessuna stanchezzaVia dei Cavalieri, il Museo, grandi ricordi, oneste architetture di guerra. In Venere di un recente scavo, tutto ormai si confonde nella mente e neglocchi distratti. Ho sempre nelle orecchie quelle nenie e quei canti squillalitt come addii, vedo sempre balconcinfiorili, oleandri, bianche mani spaurite che chiudono finestrelle verdi, vecchi che dormono beati all'ombra demuri di cinta. Passano al galoppo carrozze tiratda coppie di cavallucci briosi e infiocchetlatl, il cocchiere si fa largo scuotendo un campanello dalla voce argen Una; passano frotta di monelli correli do verso il porto, dove entra un velie ro a vele spiegale; nelle botteghe glartigiani lavorano fischiettando; è una città allegra. Rodi, una città che rinfranca, protetta da un ciclo benignoaperta al desideri cordiali. Il monte del Profeta Da Rodi al Monte del Profeta si corre per un'ora in automobile, attraverscampagne e vigneti, su par colli boscosi sempre in vista del mare. TriandaCremastò, Vlllanova, Calavarda, villaggi lindi e raccolti, ci salutano con festosa espansione. I ragazzi gridanol vecchi alzano il braccio; e sui murdelle case, ovunque, sta scritto ugrande evviva a Lago e all'Italia. La. strada che porta fin sotto la. cimdel monte è nuova, coniate e. sicura i l e offre alla vista larghi panorami di vallale ubertose, s'addentra a lungo in belle pinete odorose di resina. Fin che s'arresta davanti all'Albergo del Cervo, un curioso chalet di lusso, méta di turisti e rifugio di ricchi levantini in vacanza. Vengono, aostani, dalla Grecia, dalla Turchia, dalla Siria, insieme con qualche egiziano, e parlano tulli un francese molle e languido che s'adegua perfettamente al loro aspetto tra lo svogliato e il pensoso. Quanto al proprietari dell'alberilo, si. sono subito reso conio della situazione, e non badano u spese; cioè, non badano alle spesa di quegli eleganti e nostalgici snobs orientali. Poco più su dell'albergo, dieci minu ti di salita fra i boschi, e la cima del monte; sono circa 700 metri sul mareDa lassù si scorge quasi tutta l'isola, verdeggiante e bluastra, morbida nella siiu forma ovoidale, lambita da lievi spume. Al largo, come alleggerite nel riverbero del sr.lc. come dissolte nella loro compatta ru-ciosità. galleggiano le isole dell'arcipelago, numerose come un apocalittico aregge. Visione superba, dalla quale bisogna staccarsi a fatica. La fontana dei sospiri Due o tre rotti torno, fulminee strada; e dai ce voli di pernici, i si'isola e uno del . sulla strada del ri lepri traversano lu pugli s'alzano gross■ ricordiamo che gliepiù cari paradisi decacciatori; basti pensare clic nel suoboschi si nascondono più di duemila cervi in libertà. Il governatore, si capisce, no.i perni'Ile di ucciderli, ma dlauto in tanto consente qualche vistosa battuta. F. allora qualche cervo di me no va a mangiar l'uva dei vigneti e a farsi maledire dagli irati contadini Prima di giungere in città, svolila mo per unii strada appena finita che conduce a Monte Fileremo. Vi è quassù una necropoli greca, dove ogngiorno le tombe regalano al voraci archeulvgl beile slatuctte, moneta, lampadc d'argilla, anfore, e migliaia e mi gliaiu di quei cocci che i maniaci sdivertono a rimct'-fre insieme comt fanno i bambini con il puzzle. Poco lontano (tallii necropoli sorge una grazioslssiinu fontana, costruita dagli antichi a ino' di piccolo tempio£" inerpicala sulla costa aspra e ripidissima dal iiuiiita e guarda una vallala immensa, taciturna. Verso il tramonto arriva sa gualche signorina inglese, e si ferma II a sospirare, gli occhi grigi e liquidi perduti nelle vastombre clic s'alzano dalla parte demare. Le bellezze di Rodi non finisconpresto. Il monte Altalro, alto più d1200 metri, la cittadina di Lindo, le terme di CalHea. dorè ora sorge un vasttabllimcnlo e doro cominciano ad aflluirc i clienti, attraili dalle virtù dun'acqua non dissimile ria quella dMontecatini: e non si finirebbe più dgirare, di ammirare, di contemplare.Vn'isola felice, dunque, dove la vitappare facile e varia, dove tornano pensiero e il desiderio a lungo, e nomai si spengono nell'oblio. G. B. ANGIOLETTI.

Persone citate: La Porta, Profeta, Solimano