Delusione a Parigi e disagio a Ginevra

Delusione a Parigi e disagio a Ginevra Delusione a Parigi e disagio a Ginevra per il discorso di Tardieu Imprecisione e non aderenza alla realtà = La crescente crisi economica e V enorme gravame delle spese militari lavorano nell'opinione pubblica francese contro il Ministero = Briand preparerebbe un grande discorso pacifista = Quando si riunirà la Conferenza del disarmo, la Francia avrà completato il suo programma di armamenti Parigi, 20, notte, cGli aspetti più notati del discorso di Tardieu ad Alengon sono la sua imprecisione, in tema di politica estera, e la sua mediocre rispondenza alla realtà della situazione economica. Il solo valore, che è dato attribuire ai passi dedicati dall'oratore alla situazione internazionale, si risolve in un evidente desiderio di provare all'opposizione di destra che la politica locarnista, se è stata fatta da Briand, è stata però avallata dalla totalità della Camera e del Senato, di guisa che le responsabilità, che essa avesse eventualmente a implicare, verrebbero condivise anche da quei settori del Parlamento che oggi se ne pretendono dissidenti; e nell'altro desiderio, non meno evidente, di non solidarizzare neppure troppo esplicitamente con BrJand, per conservarsi aperta una. porta eli sicurezza, in caso di pericolo. Il primo dei due desideri, fondato a nostro giudizio su una constatazione di fatto ineccepibile, costituisce una manovra di avvicinamento ai radicali, destinata a riflettersi sul prossimo congresso di Grenoble, dove una frazione non insignificante del partito, e precisamente quella capitanata da Herriot, si ripromette per l'appunto di patrocinare l'accordo coi gruppi centrali della Camera, sulla base di un'intesa in tema di politica nazionale. Il secondo è semplicemente l'espressione del solito opportunismo di Tardieu, che non vuol tagliarsi i ponti alle spalle, nell'ipotesi che alia riapertura della Camera un'eventuale azione, concertata dal gruppo Franklin-Bouillon e da parte dei mariniani, avesse a privarlo bruscamente della sessantina di voti di maggioranza mercè i quali si mantiene al potere. Ottimismo in contrasto con le cifre In complesso la parte estera del discorso di Alencon non è interessante. Interessante è viceversa, almeno parlamentarmente, per ii suo contrasto manifesto con la situazione reale e per la delusione suscitata nel paese, la parte relativa alla politica interna. A dar retta all'oratore, la Francia dovrebbe, considerando il presente e l'avvenire della propria situazione economica, far professione di ottimismo. E' press'a poco quello che il generale Dawes ha detto a Belfast, ai produttori britannici. Senonchè, come le dichiarazioni del popolare ambasciatore americano sono state accompagnate, manco a farlo apposta, da un nuovo crollo della Borsa, così anche le dichiarazioni di Tardieu sembrano destinate a urtare contro la smentita dei fatti. Parlando dell'agricoltura il Capo del Governo francese si è rallegrato di avere, mercè il rialzo delle tariffe doganali, salvato i produttori di grano nazionale. La cosa è esatta; ma solo fino a un certo punto; in quanto che i provvedimenti adottati a favore dell'agricoltura hanno altresì avuto come risultato di determinare un considevole rincaro della vita. La grande prosperità industriale francese di questi ultimi anni era dovuta ai minori costi esistenti in Francia, in confronto dell'estero. Ora tale situazione accenna, almeno nei riguardi di alcuni paesi, a voler mutare. L'indice dei prezzi di dettaglio, che in Francia, fra il 1928 e il 1930, è salito da 111 a 127, sebbene i prezzi all'ingrosso calassero del 17 °i, è sceso invece in Inghilterra da 154 a UA, e in Germania da 154 a 146; e ciò solo nello spazio degli ultimi dodici mesi. La Francia si trova sempre, beninteso in una situazione privilegiata; ma la parabola vi tende al rialzo, inve ce che al ribasso; e l'equiparazione progressiva dei costi sul mercato internazionale si effettua ai suoi danni, più che non a suo vantaggio. Anche in altri Stati d'Europa si è dovuto constatare che la diminuzione dei prezzi all'ingrosso non si ripercuote proporzionatamente sull'andamento dei prezzi al dettaglio. Che però questi ultimi abbiano a crescere a misura che i primi dimi- o nuiscono, è un paradosso economico, cui un'opinione pubblica difficilmente si rassegna. Passando dall'agricoltura alle altre branche della produzione francese, troviamo che l'industria edilizia, di cui un proverbio dice che quand le bdtiment va, lout va, dà segno da qualche mese di un rallentamento di attività senza rapporto con la stasi giustificata dall'approssimarsi della stagione invernale. Le esportazioni, come abbiamo già segnalato altra volta, si rivelano, da sei mesi, e specie dall'agosto scorso, in forte diminuzione. Le entrate fiscali accusano, per il trimestre estivo del corrente anno, una falcidia dell'll per cento, in confronto del corrispondente trimestre dell'anno scorso. Gli introiti delle grandi reti ferroviarie sono da sei mesi anch'essi in diminuzione; e una forte caduta è registrata nella cifra dei vagoni caricati. La disoccupazione apparentemente insignificante diventa notevole, se teniamo conto della rarefazione delle ore di lavoro nelle officine. La produzione, l'esportazione e il consumo dell'acciaio finalmente segnano, come dovunque in Europa, e come è stato confermato dalla recente decisione del cartello dell'acciaio, una discesa costante. In complesso dunque, ancorché su scala sin qui minore che non altrove, data l'abbondanza delle risorse economiche e delle riserve finanziarie, nonché la forte scorta aurea posseduta dal suo istituto di emissione, la crisi mondiale comincia a essere sentita anche dalla Francia. Malcontento diffuso Le sinistre si valgono di tali constatazioni per accusare Tardieu di travisare la situazione, a scopo di demagogia parlamentare. Certo si è che nei collegi elettorali gli umori non sono troppo incitai all'ottimismo predicato dal capo del Governo; e che anzi l'eterno sorriso di quest'ultimo comincia a essere giudioato irritante. Una prova del crescente malcontento la si è avuta ala chiusura dell'ordinaria sessione settembrina dei Consigli provinciali. In luogo di quegli ordini del giorno di plauso al Governo, che sono ormai una tradizione delle Amministrazioni locali francesi, sempre impazienti di cattivarsi la riconoscenza dei prefetti, i Consigli provinciali 6i sono limitati quest'anno a votare per l'ennesima volta una domanda di riforma delle finanze delle Provincie, e sulla politica dal Ministero hanno mantenuto un silenzio glaciale. Se dobbiamo credere alle profezie dell'on. Bonnet, una delle teste forti della finanzi, radicale, i deputati si sarebbero, in queste settimane di permanenza nelle relative circoscrizioni, formato. il convincimento che « le cose cosi non possono durare» : il che significa, detto in lingua povera, che il Paese è stufo del Ministero, e che prima della fine dell'anno ci vuole una crisi. Queste profezie le sentiamo fare immancabilmente tutti gli anni, al ritorno dalle vacanze. Non si può negare tuttavia che, sia per il marasma degli affari, sia per le delusioni gravi cagionate dalla politica estera, sia per l'eccitazione e il malessere alimentati nel pubblico, senza distinzione di partiti, dalla politica di armamenti a oltranza praticata dal Governo, politica che troppo logicamente fa pensare ai meno gonzi che tutto il pacifismo di Briand non sia se non una bella facciata, e che viceversa il Paese corre precipitosamente alla guerra; per tutto ques*o complesso di fatti, e anche per la semplice ragione che Tardieu è ormai al potere da troppo tempo, per non dare ombra ai Mani della democrazia repubblicana, e che Poincaré è tornato disponibile; la possibilità di un cambiamento di Ministero non si può negare sia questa volta meno discutibile di quello che non sia stata in precedenti occasioni. 0, P, Il «limite sacro» Ginevra, 29 notte. L'argomento principale delle conversazioni nei corridoi della Società delle Nazioni è stato oggi offerto dal discorso pronunciato da Tardieu ad Alencon. Esso costituisce, 6i osserva qui, una risposta al discorso pronunciato da Heuderson all'inizio dell'Assemblea, risposta che, per quanto ritardata, non è però meno precisa. Di fronte ad Henderson, che ha voluto anteporre il disarmo agli altri termini del famoso trinomio, affermando che l'Inghilterra non firmerà più nessuna convenzioe riguardante la sicurezza e l'arbitrato, se non si procederà innanzi tutto ad un trattato generale di disarmo, Tardieu ha affermato la vecchia tesi francese, per cui il disarmo è in funzione della sicurezza e dell'arbitrato, e che se non si procede a trattati come quello di Locarne, la Francia non disarmerà, .né di un uomo nè di un cannone. La doppia politica estera francese Il tono deciso del discorso Tardieu ha fatto viva e non favorevole impressione negli ambienti societari. Quasi ad attenuare questa impressione sfavorevole, i circoli interessati hanno sparso nel pomeriggio la voce che, nella seduta di domani, dedicata all'approvazione della relazione della Terza Commissione sulla questione del disarmo, Briand farà un grande discorso pacifista. Intanto però il programma bellico francese procede in pieno : come è noto," nel 1931, gli armamenti francesi, navali terrestri ed aerei, saranno portati a compimento. Al bilancio militare, che è di 15 miliardi, sono stati aggiunti 3 miliardi di franchi, per fortificare le frontiere sulle Alpi e sul Beno. Che cosa farà la Conferenza del disarmo di fronte a questo formidabile programma? Probabilmente nulla, perchè, quando essa si convocherà, quello che è oggi in parie ancora un programma, sarà già una realtà. Circola infatti insistentemente la vose che Sir Eric Drurnmond, segretario generale della Società delle Nazioni, abbia affermato in private conversazioni che la Conferenza generale del disarmo non potrà essere convocata prima del marzo 1932. Naturalmente, Sir Eric Drurnmond non adduce che ragioni di organizzazione tecnica, fortemente discutibili. Questo ritardo nella convocazione della Conferenza, la quale, a quanto si assicurava, avrebbe dovuto riunirsi nel marzo del 1931, serve ad accelerare la corsa agli armamenti. Un tecnico mi assicurava oggi che non è improbabile che, affrettando le fortificazioni terrestri e le costruzioni navali, la Francia riesca a completare il suo programma per l'inizio del 1933. In tale modo la Conferenza del disarmo si troverà, come abbiamo detto, di fronte ad un programma quasi realizzato; e la realizzazione stessa sarà prospettata come il limite sacro — usiamo le parole pronunciate ieri da Tardieu — limite al di sotto del quale la Francia non può andare. Di fronte a tali fatti, le chiacchiere che Briand potrà o no pronunciare domani, non possono interessare che scarsamente. Egli spargerà forse fiumi di eloquenza; ma non riuscirà a cancellare il discorso di Tardieu. che resta la tipica espressione della ripresa sciovinista della opinione francese di fronte alle elezioni tedesche e al discorso di Henderson. Cosi pure le dichiarazioni che Briand va distribuendo a destra e a sinistra ai giornalisti, sulle interrotte conversazioni italo-francesi, sul disarmo, sul 6U0 dissidio con Tardieu, hanno tutto il sapore di una interessata messa in scena. A Ginevra si comincia a vedere chiaro, in questa politica estera della Francia a douhlc face. L'Assemblea ha tenuto una seduta nel pomeriggio, dedicata alla approvazione di una serie di relazioni elaborate in questi giorni dalle va- rie Commissioni. Sono cosi state ap provate le relazioni della Seconda Commissione, relative ai lavori del Comitato finanziario, delle organizzazioni di igiene, dell'organizzazione delle comunicazioni e del tran aito; e quella della Terza Commissione relativa alla convenzione di assistenza finanziaria allo Stato vittima di una aggressione; ed infine quelle della Quinta Commissione, relative alla protezione dell'infanzia ed.al migliorameno delle amministrazioni penali. QHtsiiena «Bonomie» a riforma dal Sagratariato Tra le sedute delle Commissioni, speciale importanza hanno assunto quelle della Seconda e Quarta Commissione, dedicate rispettivamente alla questione econoriiica ed alla riforma del "Segretariato. La Seconda Commissione ha approvato in seconda lettura la chiara relazione del nostro senatore De Michelis sul l'opera economica della Società delle Nazioni. Come abbiamo già rilevato, a questa relazione sono state apportate alcune modificazioni, per tener conto delle riserve formulatedal Canada e dall'Australia, per quanto concerne l introduzione diun trattamento di preferenza in f<'»-vore dei cereali europei. Un altra «™a * (St3!a fr\r^l5trtanQdal. '22' presentanti dei « Domimonsingle- si e dall Irlanda, per quanto si ri- ferisce all'invito, rivolto ai diversi Stati, per la ratifica della convenzione commerciale e doganale del marzo scorso. Questi Paesi hanno infat ti di chi'irato di nnn sentirsi in <»ra-!»« m ™»„™ ,L • 1,=L?^ do di votare un indirizzo di questogenere, dal momento che essi sanno che moltissimi Governi, ed in prima linea i loro propri, non ratificheranno mai la convenzione. Queste dichiarazioni hanno provocato contro-riserve da parte di altri rappresentanti di Paesi europei, tra cui il ministro romeno Madgearu e il signor Flandin, ministro francese del Commercio; i quali hanno affermato che riserve quali quelle formulate dai « Dominions » inglesi avranno per risultato di provocare la rovina di tutta l'opera economica della Società delle Nazioni. La Quarta Commissione, dal canto suo, ha approvato oggi la suddivisione del Segretariato ginevrino nelle quattordici seguenti sezioni : 1) amministrazione interna; 2) sezione della cooperazione intellettuale e degli uffici internazionali; 3) sezione politica; 4) sezione giuridica; 5) sezione del disarmo; 6) sezione economica; 7) sezione finanziaria; 8) sezione di igiene; 9) sezione di informazioni; 10) sezione dei mandati; 11) sezione delle minoranze e delle Commissioni amministrative; 121 sezione del traffico dell'oppio e degli stupefacenti; 13) sezione delle questioni sociali; 14) sezione delle comunicazioni e del transito. Alcuni delegati hanno formulato osservazioni per la spesa che questo aumento del numero delle sezioni non mancherà di apportare al bilancio societario. «s „..,„.„.,;. » .ii.... j«iii»-M-M,,.Si preannunzia il ritorno dell'Argentina in seno aita Lega Notevole impressione ha destato in questi circoli la notizia, proveniente da Buenos Aires, che il programma del nuovo Governo comprende l'adesione dell'Argentina alla Società delle Nazioni. Il ritorno dell'Argentina in seno alla Lega, che è stata stavolta calorosamente auspicata dall'Assemblea societaria, cosi come quella dell'altro figliuol prodigo del Sud-America, cioè del Brasile, avrebbe per effetto, si osserva qui, di ristabilire l'equilibrio delie forze in seno al Consiglio, dove l'America latina, che occupa tre seggi, è attualmente rappresentata soltanto da piccoli Paesi. A facili-ture questo ritorno, dovrebbe anzi servire il viaggio che Sir Eric Driuninond si propone di compiere prossimamente nell'America del Sud, viaggio di cui si è occupataieri l'altro la Quarta Coni missione, in sede di bilancio. a. t.