Cortei e riviste

Cortei e riviste Nella Turchia di Kemal Cortei e riviste .{Dal nostro inviato) SMIRNE, settembre. della presa di Smirne da parte di' Kemal pascià. Festa nazionale,, chiuse le botteghe sul porto c chiù- 1 so il bazar, bandiere a tutte le finestre e perfino in cima al piccolo» tranvai che un cavalluccio tira faticosamente sulilc rotaie del quai. Di tratto in tratto scende da monte Pago il fracasso d'una cannonata, come un gran colpo di tosse. Popolafli e impiegati affollano le; strade, tutti con un dischetto di' carta all'occhiello: Croce, anzil Mezzaluna Rossa Turca. Nel pomeriggio la popolazione affluisce in massa al porto per veder la sfilata del corteo. Gruppi di donne e di ragazze chiedono agli ufficiali di guardia il permesso di salir sulle navi attraccate, per ammirare comodamente lo spettacolo. Siccome sono quasi tutte belle, e sorridono e ammiccano con grande spigliatezza, gli ufficiali si fanno in| quattro a riceverle, fanno portati sedie sopra coperta e pregano, le graziose mussulmane di considerarsi in casa loro. Il pubblico femminile esulta, ringrazia, inizia un' chiacchiericcio discreto e malizioso:! queste turche si sfogano, finalmente, a mostrarsi ardite, moderne; e,con l'intelligenza particolare delle) donne in queste cose, si son subito messe al corrente con gli usi e costumi della civetteria internazionale, dimenticando per sempre secoli di indolenze e di gelosi pudori. Di orientale, dn loro, non sono rimasti! che gli occhi, varianti del verde cupo al nero di carbone, lenti, insistenti e inquietanti. Anche le terrazze 6ono gremite di donne, per lo più anziane, pacifiche e grasse; sedute accanto a:i mariti che si fanno vento e guardano pigramente l'onda del mare. Alle quattro appare il corteo. Tutte le navi ancorate nel porto» intonano un pauroso concerto di' sirene, caro al cuore e dolce agli orecchi dei bravi turchi ormai smaniosi di modeirnità, assetati di allegria meccanica. (Poche ore prima un signore era salito sulla nostra nave per avvertire il comandante di non dimenticare i fischi di sirena : «I turchi ci tengono enormemente »). Ma il concerto non vuol essere un semplice saluto, bensì un intero accompagnamento del corteo, e questi ululati ci straziano, ci riempiono di crolli e rovina il carvello, ci percuotono la schiena; dopo pochi minuti restiamo storditi, intontiti, e dobbiamo cercare un' po' di refrigerio contemplando ii gran pavesi delle navi, ilari e silenziosi come voli di uccelli del paradiso. Ma arriva il corteo, e la curiosità ci fa quasi dimenticare il rombo enorme. E' un corteo quanto mai singolare e pittoresco, aperto dia una serie di carri allegorici e da ' un'incredibile musichetta di pifferi e tamburi. Il primo carro rappresenta non so quale isola o provincia ancora sottoposta alio stranie- ' to, e trascina una donna velata,, composta a tristezza, avvinta a • ceppi di cartapesta con nastri di seta. Dietro al carro alcuni giovanotti portano degli enormi quadri dove, a truci colori, sono raffigurate scene di atrocità greche: soldati ellenici che sgozzano vecchie e fanciulli, donne che fuggono implorando sotto la minaccia dei calci di fucile. Altri portano grandi ritratti di Kemal pascià, inghirlandati di fiori, e la gente applauda contenta. Seguono ancora carri dalle allegorie più oscure, recando trionfi di bellissime ragazze dalle braccia a la spalle nude, coperte dal petto in' giù da sottili vesti rosse e rosee, le chiome sciolte, atteggiate, come nei i nostri monumenti ottocenteschi, a reggere fiaccole o ad additare speranze e glorie lontane. Lo straniero contempla stupito, e pensa che, di' questo passo, la Turchia s'avvia addirittura al nudismo. Passano anche graziose bambine con le alucce di garza attaccate alle spalle, tutte vestite di bianco, pallide di commozione e come in'ente a tentar di volare. Più chiaro, anzi troppo chiaro, S il significato del carro della Croca Rossa, dentro il quale stanno adagiati dei finti feriti, attorniati dalle Dame che con gesti solleciti e pietosi li confortano. Dal simbolismo al verismo il passo è stato forse un po' troppo breve. I ragazzi esploratori camminano impettiti, a passo di parata, sono fieri, robusti e sportivi, si vede che hanno una gran smania di menar, le mani. E una squadra di giocatori di calcio li segue quasi a passo di danza, come se dovesse da un momento all'altro muovere all'attacco della « porta » avversaria. Questa gioventù di un popolo ringiovanito prende tutto, com'è logico, molto sul serio. Le donne, poi, sono ovunque, quasi ancora non persuase dell'improvvisa emancipazione ch'ò stata loro concessa, e marciano energiche come i maschi, recano alte le bandiere, gridano evviva, s'accendono d'un' po' di sangue nel volto solitamente pallido e schivo. Ora comincia la sfilata della truppa, sfilata di colori giallognoli e \v^. colori.della terra riarsa delte coste anatoliche. I fanti marciano' per cinque, attenti con pazienza! scrupolosa agli ordini, un po' trasandati nei particolari della di* visa. La cavalleria arriva al trot-i to, lancia in resta, e bandierettal bianco-rosse, su cavallucci bizzarri! e spiritosi che saltellano e scuoton1 la criniera con mosse nervose, spigliate. La folla applaude con-grati calore i cavalieri, e alcuni vorrei*

Persone citate: Kemal Cortei, Mezzaluna Rossa Turca

Luoghi citati: Smirne, Turchia