Il processo De Rosa a Bruxelles

Il processo De Rosa a Bruxelles Il processo De Rosa a Bruxelles !! grottesco piano di difesa dell'attentatore » Schiaccianti depo* sizioni di testi « « Individuo del tutto normale », dicono i periti l>s»i nostro inviato Bruxelles, 25 notte. Il fuoruscito attentatore Ferdinando De Rosa 0 comparso stamattina davanti alla Corto d'Assise del Brabante. L'odioso attentato contro il Principe di Piemonte, che era venuto a Bruxelles per celebrare il suo fidanzamento con la Principessa Maria, è troppo presente allo spirito di tutti gl'italiani per doverne ora ripetere i particolari. Tuttavia all'apertura dell'udienza l'attentatore non appare affatto impressionato dell'orribile delitto ette aveva voluto commettere. Con un sorriso Ferdinando De Rosa entra nel recinto degli accusati — in Belgio, come in Francia, non esiste la gabbia nelle Corti d'Assise —; con un sorriso assiste alia composizione della giuria e si offre all'obbiettivo dei fotografi. Fra i testi di difesa: Witti 11 De Rosa è un giovanotto biondo, occhi chiari, piccolo di statura ma tarchiato; veste di grigio. E' soltanto un po' pallido e dopo l'interrogatorio di identità a cui risponde con sicurezza, ascolta distrattamente la lettura dell'atto d'accusa volgendo di tanto in tanto sorrisi d'intesa al banco dei testi di difesa dove Nìtt.i. Labriola, Turati, Modigliani siedono accanto a graziose donnine che non sappiamo per quale motivo siano presenti nell'aula. La Corte d'Assise è presieduta dal consigliere Vati Damme, assistito dagli assessori Mail e Buydens. 11 procuratore generale Cornil funge da pubblico ministero e al banco della difesa siedono gli avvocati Spaak, De Bock e Soudan. Vi sono trentasei testimoni di accusa, e diciassette di difesa fra cui vari caporioni dell'antifascismo. Su un tavolo davanti al presidente sono stati deposti gli oggetti inerenti all'attentato o di proprietà del De Rosa, la valigia, il cappotto, il cappello. 1 guanti del De Rosa, una carta, una piania topografica, una rivoltella e alcuni fogli. Dopo la lettura dell'atto d'accusa i testi vengono fatti uscire e il Presidente inizia l'interrogatorio dell'imputato Interrogatorio per modo di dire perchè il Presidente, dopo avere rapidamente psposto i fatti quali risultano dall'istruttoria, esclama: — Ora parli l'imputato. Questi si alza e si lancia subito in un lungo soliloquio appena comprensibile. La sala della Corte d'Assise è molto "ricca di marmi e di quadri di valore non indifferente, ma possiede una acustica pessima. De Rosa parla in fretta, come se dovesse recitare una lezione faticosamente imparata a memoria e come se fosse assillato dal timore che un'improvvisa interruzione gli farcia perdere il filo. Si comprende di tanto In tanto qualche frase di ciò che dice. Ora l'imputato fa allusione olle circostanze speciali della sua nascita. Parla In seguito dell'evoluzione delle sue idee po. litiche, ed afferma di essere stato fatto segno ad atti violenti da parte di fascisti. — Un giorno — dice lui — è stato bastonato perchè portava... una cravatta svolazzante. Adesso il De Rosa alza la voce e ipren'de' ÌT ton,ó"aéTlTo,ratofe aà-'cothMd. Dice di- essere rimasto indignato dal fatto che iL«&d£Cipe di Piemonte. ha preso parte alle elezioni politiche re candosi a votare. « Da ciò — dice l'Imputato — lo ho dedotto che il P -,clpe Umberto era fascista. Ma prnna di decìdermi a compiere il mio atto ho meditato lungamente. La lotta in me è stata violenta e 11 dilemma è stato davvero amletico ». Una miserabile seappatola Il pubblico non può trattenere un mormorio di stupefazione che il Presidente subito reprime. — Volevo uccidere il Principe e non volevo. Ma infine — continua l'Imputato — il raziocinio ha trionfato. Ho commesso un delitto » intellettuale •. (Oh. oh. del pubblico). r. Ho agito come una macchina In movimento. Sono venuto a Bruxelles, ho scelto il punto esatto per compiere l'attentato. Quando ho veduto il Principe sono uscito dalla folla. Poi non l'ho più veduto e sono corso nella direzione in cui sapevo che il Principe doveva essere. A questo punto le dichiarazioni dell'attentatore diventano alquanto curiose. Comincia infatti a delinears) 10 tesi della difesa: Il colpo di rivoltella sparato dal De Rosa non era diretto contro il Principe ma era soltanto come... una specie di avvertimento. « Quando ho tirato — dice Infatti 11 De Rosa — non avevo Individuato il Principe di Piemonte. Ho tirato in aria b. Il De Rosa continua per un'ora a parlare di cose che non riguardano la causa, non dimenticando di dipingere a foschi colori la «tirannide» fascista. L'Imputato si riscalda e suda. Ma il pubblico non mostra di prenderlo sul serio ed egli invano cerca sui volti dei presenti un cenno di opprovazione alle sue grossolane menzogne. Il Presidente non muove al De Rosa neppure una contestazione, come non lo ha mai interrolto durante la lunga discorsa. «Ha realmente voluto uccidere il Principe» Viene quindi inteso come primo testimone il giudice istruttore De Muyldcr. Con una pianta topografica il giudice spiega ai giurati dove si tro vava il De Rosa quando sparò. — Era a 31 metri dal Principe — egli dice. ., • li giudice crede che le dlchiarazlo- nl del De Rosa durante l'istruttoria Mano state sincere: — L'accusato mi ha dichiarato che non aveva ragioni speciali per attentare alla vita del Principe. Egli ha detto che. avendo constatato nel 1937 le simpatie del Principe per il Fascismo, concepì Ari da quell'epoca il progetto di ucciderlo. Io ho l'impressione che il De Rosa ha realmente voluto uccidere il Principe di Piemonte. — Perchè il De Rosa — domanda il Presidente — ha scelto la piazza (tei Congresso per commettere l'attentato? — Perchè, e lo ha detto lo stesso De Rosa, voleva avere un più largo campo di tiro ed evitare cosi di uccidere un'altra persona. Segue il colonnello Mage, perito In balistica: — Il De Rosa — egli dice — ha tirato da una distanza di 34 metri nella direzione del Principe. La pallottola è passata a sei metri e cinquanta dal Principe. Avv. Spaak: — Il De Rosa dichiara che non ha tirato sul Principe. Le constatazioni materiali ci permettono di infirmare questa, dichiarazione? Teste: — Io non posso discutere le intenzioni del De Rosa. Ha tirato nella direzione del punto dove si trovava il Principe. L'esperto fa. quindi la descrizione della rivoltella. Questa funzionava piuttosto male. Alcuni diretti hanno potuto però essere provocati dalla manipolazione dopo l'attentato. L'arma è stata gettata violentemente al suolo. A questo punto una vivace discussione si impegna fra la difesa e il perito. Si tratta di sapere se lo stato dell'arma al momento in cui venne maneggiata dal De Rosa permetteva a costui di tirare parecchi colpi. L'avv. Spaak crede che il difetto del percussore non avrebbe permesso a De Rosa di servirsi ancora dell'arma dopo il primo colpo. Il perito erede invece che la caduta dell'arma a terra dopo l'attentato ha guastato il percussore. La tesi della Difesa Da questo momento il sistema della difesa del De Rosa si precisa: un sol colpo d'arma da fuoco per allontanare la folla, ma non per uccidere il Principe che il De Rosa non vedeva neppure. Dopo questo primo colpo, impossibilità di servirsi ancora dell'arma che si era incantata. Il dott. Marcello Heger ha esaminato il De Rosa dopo il suo arresto. L'attentatore aveva diverse echimosi e lesioni al naso, al sopracciglio destro e alla testa. « Ma le lesioni — dice il medico — non presentavano alcun carattere d1 gravità. Non ho constatato nessun disturbo cardiaco, ma soltanto una viva eccitazione nervosa». Il commissario Noerman ha fatto un'inchiesta in Francia sulle relazioni dell'accusato, ma non ha potuto trovare alcun elemento Interessante. Vengono quindi sentiti I testimoni dei dramma. Costoro saranno tempestati dai tre avvocati di difesa da continue domande su particolari la cui minuzia li meraviglierà: Dal punto in cui il De Rosa ha sparato vedova o non vedeva il Principe? Che posizione aveva all'atto del tiro? In che modo era tesa la sua mano? Quale angolo poteva avere la rivoltella? La scena dell'allentato è stata fulminea e sarà quindi difficile al testimoni" rispondPTe-TidefruaTnmente a queste domande, ma la difesa Insiste per tutta la JBWtina e insisterà per tutto il pomerifgpo e fino a che dureranno 1 lesti di accusa e di difesa, perchè essa tende a dimostrare chiaramente ai giurati che il De Rosa non aveva l'intenzione di uccidere II Principe col primo colpo; e dopo il primo l'arma non ha più funzionato in modo da permettere l'uccisione. Quindi si tratterebbe di tentato omicidio, non di mancato omicidio, il che importa una pena ben minore. L'agente De Blander mentre si voltava per salutare il Principe, vide un individuo passargli accanto di corsa con una rivoltella In pugno. Egli ha potuto gridare: « Arrestatelo! Arrestatelo! » e nello stesso tempo intese un colpo di rivoltella. Presidente. — 11 De Rosa puntava sul Principe? Teste: — Tirava nella sua direzione. Avv. Spaak: — Il De Rosa avrebbe potuto ancora avanzare? Teste: — SI, ma venne buttato al suolo da un agente. Il maresciallo d'alloggio Uerhoeve si trovava a fianco dell'agente De Rlander. Egli1 ha visto correre il De Rosa. Questi ha sparato quando si trovava all'altezza del salvagente del tram. Il teste crede che da questo punto l'accusato poteva benissimo vedere il Principe. 11 maresciallo d'alloggio Vllain dichiara che il De Rosa teneva la rivoltella puntata nella direzione del Principe. «Non ha tirato In aria» — Non ha tirato in aria? — domau da 11 presidente. — No: non ha tirato in aria — afferma il teste. Il testimone dice che De Rosa aveva tratto la rivoltella dal panciotto nel momento in cui si trovava all'altezza del salvagente del tram. De Rosa: — Quando io ho tirato tenevo la rivoltella al disopra della testa. Procuratore generale: •- Mentre si parla tanto della sincerità del De Rosa, io l'accio rilevare che egli ora parla diversamente da come ha parlato tn istruttoria. Nasce un piccolo incidente fra 11 Procuratore Generale e la difesa. Viene richiamato il giudice istruttore De Muyldor il quale dice: — All'inizio dell'istruttoria il De Rosa mi aveva dichiarato che prima di sparare vedeva il Principe di tre quarti, che aveva sparato lenendo la rivoltella orizzontalo all'altezza degli occhi, e che non aveva più veduto il Principe dopo avere sparato. Il De Rosa non può smentire la sua prima dichiarazione. 11 castello che vlisgsDPcdteriaucvncqsinsppnsctpptpuoseqacullszthgcdavamsrgtndtsczgsgDbèCt la difesa con tanti sforzi tenta di costruire viene cosi intaccato alle fondamenta. •L'impressione è evidente sul volto dei giurati e su questa impressione assai poco favorevole per l'imputato viene sospesa la seduta e rimandata al pomeriggio. Continua alle li l'audizione del testimoni di accusa. E' sentilo per primo il dott. Hamborelle. Il testimone racconta, come l'ha vista, la scena dell'attentato. Secondo lui il De Uosa ha gettato l'arma >per il dispetto di non aver raggiunto lo scopo. Seguono ie deposizioni di vari agcnti che hanno assistito al dramma; sono tutti concordi nel rilevare che il De Rosa ha limitato in direzione del Principe e che l'attentato è fallito .per cause indipendenti dalla sua volontà. Il dott. Vervaeck, medico alienista, dice che ;i De Rosa è un individuo intelligente, energico, dotato di forte vo¬ lontà e del tutto normale. Egli non è colpito da nessuna malattia e deve essere completamente tenuto responsabile dei suoi atti, benché abbia un lemperamento alquanto nervoso. 11 giorno dell'attentato il De Rosa era del tutto nadrone dei suoi atti, Egli si era volontariamente astenuto dal prendere degli eccitanti iper mantenere 11 suo sangue freddo. Nel momento dell'attentato era assolutamente responsabile. 11 dott. De Craeme conferma questa deposizione. Vengono Infine sentite tre donne che si trovavano t£a la folla il giorno dell'attentato; due sono state citate dalla difesa, ma le loro deposizioni non apportano nessun elemento nuovo al dibattito. La seduta è quindi tolta e rimandata a domani. Domani parlerà per primo, quale teste di difesa, Nittì. PAOLO ZAPPA.