La prima trasvolata delle Alpi

La prima trasvolata delle Alpi La prima trasvolata delle Alpi Il sogno del peruviano Geo Chavez - L'audacia del pilota solitario e la mortale caduta • Il 23 settembre 1910 la impresa era compiuta e il sacrificio consumato caasudga4-2-N Ventanni or sono, esattamente il 23 settemre 1910, quando ancora le macchine del cielo sembravano giocattoli da bambini, un grande e giovanissimo pilota, il peruviano Geo Chavez, additava al mondo le grandi possibilità della nuova arma, compiendo un'impresa prodigiosa: la prima traversata delle Alpi. Il vergine cielo alpino e le sue vette immacolate cne parevano insormontabili, dopo innumerevoli e vani tentativi erano state finalmente superate dall'animosità o dall'audacia di Geo Chavez. Quasi annebbiato fra le cronache tristi del martirologio aviatorio mondiale, il caro nome di questo eroe, sopravvive Invece nel tenace ricordo del rudi e semplici valligiani del Toce di Isella e della Diverto che col volge- re del tempo hanno imbastito sul no-me di questo valoroso una leggenua pari a quella di Icaro, una gentile tradizione alata, fatta di bontà di grandezza e di dolore. Nato a Parigi il 13 giugno 1883 da genitori peruviani, egli aveva alternato gli studi con un costante interessamento per tutti gli sports. primeggiando nella corsa veloce e nel giuoi'.» del calcio e disputando gare a Nizza, Relms, Budapest, Issy-les-Moulineaux ed a Milano. .. ,;„>.-; , ,:„ Poto più che ventenne, quando già conosceva la lotta costante e il sacrificio necessario per raggiungere'vittorioso un traguardo. Incontratosi col pioniere Enrico Karman, fu soggiogato dalla grandiosa idea del volo e sotto la guida del grande maestro in plico tempo consegui il brevetto su apparecchio Farman. La sua abilità e perizia lo classificarono subito fra l migliori e poco tempo dopo, con un Bleriot preso u prestito e che da pochi giorni pilotava, balzò improvvisamente a 2681) metri, riuscendo così a carpire il record mondiale al grande Morano, battendo clamorsamente un altro grande pilota, Latham, che nel (ripetuti tentativi non aveva potuto superare I 1400 metri. Nel settembre 1910 un Comitato svizzero, costituitosi per la « Traversata delle Api ', aveva riunito a Briga 1 migliori piloti di ogni nazione per tentare il Krande « raid ». Oltre a Chavez, vi erano l'americano Weymann, i francesi Latham, Aubrun, Parlsot, Wynmalen, De Lesseps, Palllot, l'Italiano Cattaneo e il tedesco Wienczleset, Gli apparecchi usati dui piloti erano l'« Antolnette • (latham, Wlenczleset), Il « Bleriot » (Chavez. Cattaneo, Aubrun). 11 .Farman» (Weymann, Parisot) ed il « Volsln • (Wvnmalen, De Lesseps) ed erano tutti muniti di motore Gnome, eccetto quello di Latham. su cui era montato l'Antoinette. Il campo di RHgueners, dove gli apparecchi erano radunati e ricoverati n quattro piccoli capannoni in legno, era lungo 400 metri e largo da 60 a 125. Da tempo 11 comitato aveva dato ncarico al prof. Maurer dell'Istituto Meteorologico Centrale d! Zurigo di studiare e riferire sulle correnti e sule particolari condizioni atmosferiche delle Alpi sulle quali era stato all'uopo nstallato uno spedalo osservatorio aerologico a Simplon Kulm. Il 17 settembre aveva luogo la assegnazione del numeri ai concorrenti e a sorte, assegnando a Chavez li nu. mero uno, sembro influire stranamene sull'esito del tentativo ardito. Una gran folla dì appassionati e di «portivi di ogni nazione si era data convegno nel piccolo campo svizzero dov'erano convenuti I > reporters » del principali giornali, che ogni giorno rasmettevano pronostici incerti esprimendo 1 loro dubbi sulla riuscita del'audace Impresa anche perche 11 vento e le nubi basse non consentivano alcun serio tentativo da ^mrte del piloti, sul quali erano fondate le probabilità maggiori. Scartata fln dall'inizio la possibilità di riuscita da parte di qualche con , .corrente che per primo dimostrava la'mancanza di fiducia nei propri mezzi l'attività dei vari corrispondenti si li mitava a trasmettere notizie sui piccoli voli eseguiti sul campo di Brigueberg e lungo la vallata del Rodano dal pilota Taddeoli su un biplano costruito dal pioniere Dufaux, il gentleman che con la sua partecipazione al recente « Giro Aereo d'Italia » ha dimostrato, malgrado l'avversa fortuna, di essere tuttora audacemente sulla breccia. 1 titoli ormai abituali che 1 quotidiani di ogni nazione ripetevano da più giorni: «In atiesa del volo delle aquile umane sopra la catenu del Sempione » incominciuvano ad essere sostituiti da altri che affermavano che la traversata delle Alpi in aeroplano era destinata a rimanere allo stuto di ipotesi e soggiungevano: « Su questo gran cielo pieno di nubi nere che si rom nono basse su la terra non e possibileinnalzarsi, perchè è pauroso volare contro l'ignoto, e la nube per gli a-viatori e come per gli esploratori il terreno vergine, la regione insidiosa e pericolosa » Quattro Infruttuosi tentativi eseguiti dall'americano Weymann, l'ultimo dei quali il giorno 22, avevano orinai reso «enernle la sfiducia e il pubblico cominciava a disertare, cosicché quando il giorno 23 settembre Geo Chavez tentava l'ardua prova gli spettatori erano in numero ridotto. Alle ore 13,29', dopo che Paulham ebbe registrato il barometro aneroide, 11 piccolo Bleriot di Chavez decollava e dopo aver eseguito alcuni giri di campo per prender quota, puntava decisamente verso la frontiera raggiungendo il Sempione alle 13,48. Mentre il pubblico ed i giornalisti presenti erano tutti radunati presso il telefono nell'attesa della grande notizia di vittoria, ripartiva ancora Weymann per l'ultimo tentativo che lo doveva convincere a rinunciare definitivamente essendo il suo apparecchio inadatto alla traversata. Weymann rientrava in campo in .tempo per apprendere la notizia ette alle 1-4,19 Chavez era caduto a Domojdossola sfasciando l'apparecchio e ri¬ portando ferite assai gravi. La coster nazione era generale e mentre l'attesa di ulteriori notizie diventava febbrile molti occhi erano arrossati e pieni di lagrime Geo Chavez, 11 grande vittorioso, il ventenne biondo e grave che aveva raggiunto il suo più grande ideale vincendo e dominando lo vette aguzze dei monti, era caduto! L'eroe venne trasportato all'ospedale di San Biagio nove malgrado il pronto intervento del professori Carle e Bozzolo le sue condizioni fatalmente peggiorarono. Per alcuni giorni i pronostici, tanto ansiosamente attesi nel mondo, pur non nascondendo la gravità del male, furono assai riservati e aii'aJb-a del 27 Geo Chavez spi rava fra le braccia del fratello Jean giunto neUa notte da Parigi Ancora poche ore prima, nei delirio che sconvolgeva la sua mente, egli parlava del suo apparecchio rivivendo In un ultimo spasimo tutte le trepidazioni e le ansie della sua vita -lì aviaiore ardito e api>ass:onato. Egli aveva tu lardato la vita per l'ultima volta at traversaci do il Sompione, mentre percorreva con un'audacia eroica quel tratto Infernale d: montuosa crosta terrestre dominata dai venti e dai turbini. Era balzato contro e verso la morte senza esitazione, si era innalzato ned cielo per vincere e vinse, ma non potè sopportare la sua vittoria, il suo cuore pur così ardente non sopportò l'urto delle commozioni, e ridlscese per morirei L'uomo ohe aveva vinto i monti imponenti e dominatori, alle 15 del 29 settembre raccoglieva per l'ultima volta attorno alle sue spoglie una folla interminabile di popolò e di rappresentanze. Nel corteo erano riuniti tutti gli aviatori che partecipavano al l.o Circuito Aereo di Milano ed una profusione di fiori dimostrava il genera le cordoglio per l'irreparabile sciagura. Domodossola che lo amava co me un figlio e che per lui in quei gior ni aveva tanto trepidato -aveva appesto ai suoi negozi chiusi la scritta: « Lutto per l'eròe ». QuaJche giorno dopo, avvolto nel manto del suo eroismo, era trasportato a Parigi dove si rinnovarono gli imponenti tributi di ammirazione ' e di affetto che la gloria, che già egii ave\a raggiunto in vita, gli concesse solo dopo la sua morte. Cosi purtroppo vuole la storia dell'aviazione piena di sventure e di eroismi. I. F.

Luoghi citati: Budapest, Domodossola, Italia, Milano, Nizza, Parigi