Punti fermi sulla riforma

Punti fermi sulla riforma D Segretariato della S. d. N. Punti fermi sulla riforma Salvador de Madartaga, l'illustre epagnuolo cui l'Inghilterra ha meritatamente affidato una cattedra all'Università di Oxford, promettendo una «erte di articoli Bulla dibattuta questione deUa riforma, pubblica, quasi a titolo di proemio, due prime puntate, nella edizione del mattino e nella edizione pomeridiana del Journal de Genève, per impostare i termini e le soluzioni del problema. L'autorità dello scrittore e l'efficacia dialettica dell'argomentazione meritano uno speciale rlliavo. Meritano anche, è doveroso aggiungere, una parola di elogio, se non per la solidità organica della tesi che sostiene, • eh* non è possibile accettare senta riserve o senza integramenti, per la volonterosa completezza di analisi con cui si ripromette di affrontare l'argomento. Il quale, come ogni argomento vivo, non può non essere legittimo e lo. gico oggetto di discussione. E' perfettamente naturale, per telò, che, In seno alla Commissione jiei XIII, non si sia raggiunta l.'urianimiti. E' perfettamente naturale die vi sia stata una relazione di maggioranza e una relazione di minoranza. Può anche darsi, come ri. tiene U De Madariaga, che maggio rama 0 minoranza, pur muovendo Ida) una premessa esatta e pacifica, quaU'è la toternatlonaliiuuiane del Segretariato, siano poi pervenute, l'uni e l'altra, a conclusioni e proposte egualmente erronee. Ma non ici sembra che alla chiarificazione del dibattito apportino oggi nuova luca gli articoli di cui ci occupiamo. H nodo centrale della questione, eom'è noto, è dato dal duplice quesito dell'aita direzione e del reclutamento d# funzionari. E a queste due posizioni fondamentali, che sono poi la chiave di volta di un effettivo e fecondo riordinamento del Segreta, riato, rivolge principalmente la sua attenzione il Madariaga. Ma, dopo aver affermato che nessuna delle due relazioni, pur contenendo, entrambe, giuste' osservazioni ed opportune proposte, attinge una soluzione organica ed Integrale del problema, non perviene alla visione unitaria dell'argomento e ancor meno a una conclusione risolutiva. Rispetto all'alta direzione, ad esemplo, mentre si mostra contrario all'aumento dei posti di Sottosegreta, ri Generali progettato dalla maggioranza, e propugr anzi la soppressione di due di & illi oggi esistenti, condivide l'idea della organizzazione collegiale proposta dalla minoranza. Rispetto al reclutamento del funzlo nari, mentre vuole che la scelta ven ga fatta dal Segretario Generale indipendentemente da ogni considerazione di nazionalità, ammette d'altra parte la necessaria limitazione di un equilibrio tra i paesi che compongono il Segretariato. E mentre sostiene che il funzionarla ginevrino dovrà agire nella sua nazione con una autorità Internazionale acquistata a Ginevra, e non a Ginevra con una autorità nazionale acquistata nella sua nazione, suggerisce che questa internazionalità di ufficio sia riaffermata e garantita dal giuramento, come avviene nell'interno degli Stati per coloro che vengono investiti di pubbliche funzioni. La quale ultima idea serve a porre in più netto rilievo una posizione concettuale, che, pure rispettabilissima, è viziata, a nostro avviso, da un vizio sostanziale di ragionamento: dalla esacerbata confusione tra funzionario nazionale e funzionario intemazionale e dal completo disconoscimento dei presupposti umani che stanno necessariamente a base della vitalità e della funzionalità internazionale dell'istituto ginevrino. Quando si parla di funzionari che debbono agire nei loro paesi con l'autorità internazionale acquistata a Ginevra, e non a Ginevra con l'autorità nazionale acquistata nei propri paesi',' quando si dice che ì rapporti tra gli Stati e il Segretariato debbono seguire la linea tecnica degli affari e non la linea nazionale delle persone, quando si vogliono in tal senso internazionalizzati i Gabinetti degli alti funzionari, e scelto il personale indipendentemente da ogni criterio di nazionalità, e garantita col giuramento la prevalenza dell'angolo internazionale sul l'angolo nazionale, si mostra di dimenticare o di ignorare una verità semplicissima, e cioè che l'interna lionalità del funzionario non può essere una condizione psicologica negatrice o rinnegatrice di considerazioni e sentimenti nazionali, ma condizione conseguenziale ed affermatrice dì nazionali cooptazioni < consensi. Verità, questa, che dovreb bero tener presente gli stessi fun ziona-ri, non esclusi molti italiani, anche per non dimenticare che, se fanno parte del Segretariato, e se rimangono nella cariche occupate, ciò è dovuto anzi tutto ai fatto che i rispettivi paesi sono membri della Lega, e poi alla condizione ohe I rispettivi Gov«rni 11 considerano o mostrano di considerarli virtualmente o potenzialmente atti alle esigenze del compito ad essi affidato. Che cosa vuol dire, infatti, dovere internazionale? Esistono, o possono esistere, in una sfera propria ed evulsa dai paesi ohe costituiscono la Società dalle Nazioni, i cosi detti problemi internazionali? Esistono, oltre le nazioni, all'lnfuori delle nazioni, indipendentemente dalle nazioni, fatti, quesiti, questioni, che debbano essere esaminati e risoluti con la cosi detta visione internazionale, prescindendo dalla realtà degli Stati e del popoli ohe, con l'imperativo categorico della loro esistenza e della loro coesistenza, determinano appunto 11 sorgere di quei problemi? E' qui, secondo noi, il primo equivoco, che non si riesce ancora del tutto ad eliminare dal piano delle discussioni. Non esiste, nel senso che solo può interessarci, nè il problema internazionale, nè l'uomo internazionale. Non esiste il problema internazionale che possa essere configurato, delimitato e definito In se stesso, senza visioni e ripercussioni nazionali; e, se esistesse, non avrebbe importanza, sarebbe del tuitto irrilevante, perchè avrebbe, come una qualsiasi pratica amministrativa, una sola soluzione, ed m toma, tic a. Non esiste l'uomo internazionale, anche per la ragione anzidetta; e, se esistesse, più che funzionario fornito di particolarissimo prisma psicologico e intellettuale, sarebbe individuo sfornito dell'attributo umano delia nazionalità, e pertanto Inadatto ad intendere ed afferrare le ragioni profonde della solidarietà internazionale. Che cosa esiste, dunque? Esistono le differenti nazioni, e, con esse, le molteplici posizioni o 1 contrastanti aspetti delle rispettive esigenze e degli insopprimibili bisogni. E che cosa è necessario? Armonizzare questi vari bisogni, contemperare queste varie esigenze, far al che, attraverso un necessario dinamismo di reciproche concessioni e rinunzie, abbiano, i vari paesi, quel tanto che, secondo il concetto informatore della Lega, e secondo la contingente ed ineluttabile realtà della coesistenza, può a ciascuno di essi spettare. E' tutto urr ingranaggio di negoziazioni, di tentativi, di accordi, ohe, a causa precisamente della speciale e delicata importanza richiede un materiale umano vivo e vivente, Inserito cioè per competenza e prestigio nella storia che lo circonda e nella quale è chiamato ad- operare, consapevole a un tempo delle eventuali divergenze e delle armonie necessariamente superatrici, atto ad intendere e ad affermare i fini nazionali nei fini Internazionali, e questi tn quelli, per farli coesistere Ica una visione cém non nega, e tanto meno rinnega, ma contempera ed unisce. Se funzione vi è, nella quale tt funzionario debba apportare, Insieme con la competenza tecnica di alto e riconosciuto valore Internazionale, il personale prestigio e l'avallo ufficiale della considerazione nazionale, è proprio questa connessa all'azione ed agli scopi dell'Istituto ginevrino. Non è nel rito del giuramento che bisogna ricercare l'Imparzialità dell'impiegato e l'efficienza del lavoro. Non nell'indipendenza dalle nazioni occorre perseguire l'indipendenza del funzionarlo. Non nell'internazionalizzazione policromie*, dei Gabinetti dei dirigenti, o nei sistemi burocratici di trasmissioni di pratiche e di relazioni tra uffici, si deve trovare la concomitante armonia delle Iniziative e del risultati. Ma nell'equilibrio delle varie nazioni, ma nella cooperatone delle varie nazionalità, ma nella corresponsabilità e nella collaborazione di uomini ohe al 'movimento e al rendimento del Segretariato rechino, con l'autorità e con la fiducia della propria persona e del proprio paese, l'impulso animatore delle realizzazioni. Appunto perchè, come lo stesso Prof, De Madariaga conclude, la S. d. N. non vive soltanto di idee, ma anche, e sopra tutto, di forze morali. CURZIO MALAPARTE.

Luoghi citati: Ginevra, Inghilterra