Le gesta di una banda di ladri e ricettatori che si derubavano a vicenda

Le gesta di una banda di ladri e ricettatori che si derubavano a vicenda Le gesta di una banda di ladri e ricettatori che si derubavano a vicenda 10 arresti. L'attività dei furfanti: 5 alloggi svaligiati, 45 biciclette trafugate e 3 laboratori per trasformarle » Un agente di polizia io veste di ladro - Come nn ricettatore di Collegllo rivendeva la refurtiva esdaf rll,ltvlula «tmui». -lutsmu, uc- nunciati all'autorità giudiziaria per as. sociazlone a delinquere, furti qualifi¬ i*m*ì a noT» r|/^ia*lrtrin rial r>nn*ar> 111 Le complicate vicende che ,ci accingiamo a narrare, hautto condotto all'arresto di tutta una numerosa e audace banda di pericolosissimi pregiudicati specializzati in furti con scasso negli alloggi e furti continuati di biciclette. La Squadra Mobile della nostra Questura, che aveva assunto il non facile compito delle indagini, è riuscita, dopo aver condotto a termine assai ibnllantemente la vasta e laboriosa operazione, ad assicurare alla Giustizia dieci individui che avevano il loro quartiere in un caffè equivoco della Madonna del Pilone. Gli arrestati, de catt e per ricettajilorie.'nel corso di „n peri0do di tempo assai breve, han ,nf) consumato quarantacinque furti f(j biciclette, cinque furti con scasso in alloggi e avevano concertato di svaligiare altri tre appartamenti. Naturalmente ciò è soltanto quello che la Polizia ha potuto accertare, e non è escluso che la suddetta banda abbia commesso molti altri furti i cui autori sono finora rimabtl sconosciuti. I tristi personaggi E' Interessante rilevare Un da questo momento i rapporti che intercorrevano fra alcunii degli associati. Questi, non 6olo derubavano il prossimo, ma non sdegnavano di derubarsi a vicenda e di intimidire i compagni con ricetti « minaccia di denuncia. Sono sufficienti questi sommari accenni per dare un'idea approssimativa dei componenti la fosca banda. Infatti gli arrestati sono tutu individui che già altre volte ho/wo avuto a che fare con la Polizia; molti di essi, fra le numeroso condanne scontate, contano tre, quattro e anche cinque anni di carcere; quasi tutti sono noti, negli ambienti della malavita, come individui di pochi scrupoli e pericolosi per gli stessi compagni. All'atto dell'arresto, i componenti la banda ladresca non hanno esitato a confessare le loro losche Impresa; anzi, per essere riù esatti, ogni allignato ria. confessato le losche imprese del compagno. Soltanto in tal modo, i funzionari della squadra Mobile hanno potuto ricostruire, dopo aver collegato a catena i fatti che venivano alia luce, il vasto lavoro criminoso della banda e stabilire le responsabilità singole degli artigliati. Uopo questa lunga premessa, necessaria per presentare t'ambiente in cui vivevano 1 dieci arrestati, passiamo senz'altro alla narrazione dei fatti che hanno condotto «ila scoperta della pericolosa or. ganlzzazione. L'operazione della Polizia ha avuto il suo inizio il 15 scosto scorso, data ni cui certo Vincenzi Agosto, di Natale, abitante in via Santa Chiara 60, denunciava all'Autorità giudiziaria che la mattina dello stesso giorno ignoti ladri, penetrati mediante scasso nel suo alloggio, mentre egli si era recato a trascorrere la giornata festiva in riva al .Po, gli. avevano rubato oggetti preziosi, e .biancheria diversa™ per. un valoreipottpjMttvq drSrea diecimila lire. l» seguito.«Ha denuncia. l'Arma dei Carabinieri intraprendeva le indagini per. identificare gli autori del furto, e, in seguito ai sospetti manifestati dal Vincenzi stesso a carico di un suo vi cino di casa, certo Ernesto Lazzari, procedevano all'arresto di quest'ulti mo. Ma il Lazzari riusciva a dimostra re ai militi della benemerita arma che la mattina del 15 agosto egli non si trovava a Torino. Non essendo per tanto emersi a suo carico altri elementi di responsabilità nel furto, il Lazzari veniva poco dopo rilasciato in libertà. Il prime ansilo dalla eatana Dello stesso fatto s'interessavano il cav. Ramella, capo della Squadra Mo bile, e il vice-commissario dott. Rampino i quali gl'ano a conoscenza dei precedenti penali del Lazzari e delle compagnie frequentate da costui. I) Lazzari infatti è.un noto pregiudicato il quale è uscito-dal carcere da pochi mesi, dopo aver scontata una condanna a quattro anni di reclusione. Al suo attivo egli conta altre condanne per furto, oppropriaziqne indebita t ricettazione. I funzionari della Squadra Mobile sapevano pure che detto individuo aveva per amici altri pregiudicati che, dopo alcuno indagini, venivano identificati per certi Dessuto Giuseppe, detto « Plnin », di Pio, di anni 27, nato in quel di Lodi e abitante in via Cavour 7 e Martini Angelo, di Mario, di anni 36, nato a Torrepelllce, meccanico, senza fissa dimora. Avendo ragioni per credere che l'amicizia che Intercorreva fra i tre pre giudicati, i loro rapporti avessero qualche punto di riferimento col furto avvenuto nell'alloggio del Vincenzi, i funzionari della Mobile ordinavano senz'altro l'arresto degli individui in sospetto che sottoponevano a stringen te interrogatorio. Gli arrestati, nel modo che nella premessa abbiamo detto, finivano col confessare di essere gli autori del furto e aggiungevano che gli oggetti preziosi, mediante l'iute ressamento di due individui da loro conosciuti soltanto ool nomi di Mario ed Edoardo, erano stati venduti ad un tale, di cui Ignoravano il nome, che abitava a Collegno. Preso alto di ciò. il cav. Ramella il dottor Rampino incaricavano il maresciallo Anseimt e li brigadiere Ve rardo di ricercare il Mario e l'Edoar. do. I due sottufficiali non tardavano a stabilire le complete identità dei ri cercati, e precisamente: 11 Mario, nel la persona dello chouffeur pubblico Brlcarallo Marcello, fu Giuseppe, di anni 27, abitante In corso Casale 220; l'Edoardo nella persona di Edoardo Grosso di ignoti, di anni 27, abitante in corso Casale 217. Anche costoro ve nivano.tosto tratti in arresto ed Inter rogati. Il primo anello della lunga catena di improse che doveva condurre alla scoperta della pericolo»» banda di la dri e ricetitori è ormai formato. Da questo momento a r.n susseguirsi di fotti, Lo ehanffenr e 11 compagno, sem Dre animati soltanto dalla preoccupo zlone dt evitare responsabilità perso, noli si accusano a vicenda, ed In tal modo I funzionari della Polizia pos sono ricostruire quanto segue: l'asma dai tre mestieri Alcuni giorni dopo il furto di cui abbiamo parlato, il Mario e l'Edoardo (continueremo a chiamarli col nome di • battaglia » per non generare confusione), con la macchina guidata dal primo e sulla quale avevano preso posto il Dessuto e l'amante del Mario — certa Anna Gallo — si erano recati Collcgno per vendere gli oggetti pre ziosl che erano stati rubati al Vlnceri zi, ria un loro conoscente. Gli arresto idgczupInocIsragptvlsmpptpzdsmcpdnqg ti nero Insistevano nel tener celato il nome del compagno di Collegllo. Di revano soltanto che costui era »tato, In tre diversi periodi, orefice, panettie re e rappresentante di commercio e che si era trasferito dalla nostra città edGtcreacdclpdtclmdpidpoGMcGtflpsnlltfuvbvzptqtdhmpbslutsrmalqpNrlOI a Collegno soltanto da qualche mese, b Costui però non tardava ad essere dentificato per certo Guazzone Ambrogio, di Pietro, di anni 35, nato a Cuccerò Vercellese. La figura del Guazzone è assai Interessante. Si tratta di un individuo magro, basso di statura, pauroso e timido nello stesso tèmpo. il contrasto dei mestieri eserciti n tre tempi da costui — auelli di orefice, panettiere e rappresentante di commercio — sta a dimostrare che Il Guazzone intendeva nascondere la sua vera professione, quella cioè di ricettatore. Egli acquistava dai ladri, a prezzo vlllssimo, specialmeDte oggetti preziosi ohe si Incaricava poi personalmente di venderò, dopo opportune trasformazioni, a famiglie private. Gli agenti si recavano quind.1 a Colegno per procedere all'arresto di questo individuo, senoncliè il Guazzone. messo-in allarme dall'arresto dei compagni, si era squagliato. Gli agenti però potevano stabilire che il ricercato si era rifugiato nella nostra città presso una famiglia di sua conoscen za. Il maresciallo Anjelmi, asserendo di essere un amico del Mario, si presentava nella casa della suddetta famiglia, e col pretesto di vendere alcuni oggetti d'oro... da lui rubatiprendeva contatto col Guazzone. Quando 11 sottufficiale lo credeva opportuno, svelava al Guazzone la sua vera qualità e to dlcMareva in orresto. La collana dagli tosrabei d'ere II ricettatore veniva cosi accompagnato alla presenza del cav. Rameìlae del dottor Rampino, 1 quali non tardavano — data l'indole paurosa del Guazzone — ad ottenere una compieta confessione. Quasi balbettando e con l'aria della vittima, |1 nuovo arrestato raccontava ai funzionari dessere stato costretto con minaccio ad acquistare gli oggetti preziosi e. anziché limitarsi a questo, egli, continuando nella via delle confidenze, diceva che il « Plnin», il Mario e l'Edoardo ^11 avevano detto che. in caso di riluto, lo avrebbero denunciato alla Polizia per un Precedente acquisto.., dpreziosi ('refurtiva) ria lui fatto, quando ancora abitava a Torino 1n località Madonna del Pilone. Il Guazzonecon tale dichiarazione, era caduto dalla padella nella brace. Pressato di domande dai funzionari, il ricettatore diceva che, in quell'epoca si era a lupresentato un certo Silva che abitava in corso Casale e che gli aveva venduto un medagliere le cut medagliepln tardi, egli aveva riconosciuto per orò.falso. Per rintracciare il Silva, IGuazzone allora si era recato al caffè Morlondo (locale malfamato sito In corso Casale e quartiere generale della banda). II.Silva aveva ascoltato 1Guazzone che protestava di essere stato ingannato, -ritirava il medagliere falso.., ma si rifiutava di restituire l'importo pagato dal ricettatore, sotto pena di denunciarlo per altri... acquisti irregolari fatti in precedenzaE la confessioni del Guazzone continuano».—.. .,...„v..rr,K « Il Stiva k pure ideo tifi cito nella persona di Silva. Carlo, fu Ambrogio, danni 40. industriale, abitante in corso Casale 184. Anche costui (amico di coloro che erano già assicurati alla giustizia) veniva arrestato, Intanto veni va denunciato alla Polizia un furto commesso in un alloggio di via San Secondo M, abitato dal rag. Rodolfo Follia. Il ladro era penetrato In detto alloggio, da una finestra che guarda sulle scale, rompendo i vetri, ed aveva rubato titoli del Littorio, indumenti, oggetti preziosi, per un complessivo valore di diecimila lire, e una col lana egiziana antica composta di se» rabel d'oro, una fibula romana: og getti, questi due ultimi, stimati di un valore superiore alle trentamila lireIl ladro era uno del maggiori fornitori del Guazzone, e a lui aveva venduto, in altre occasioni, oggetti di prò venie-nza furtiva. Egli inoltre, qualche tempo dopo il furto al rag. Follis aveva cercato, qualificandosi seinpll cernente per tale Guido, di vendere una spilla ad un orefice di piazzo San Carlo che conosceva il rag. Fot lls, La spilila veniva da questi riconosciuta, ed il Guido venivo invitato In Questura per le giustificazioni decaso. Il ssa. Cattati»» fra I derubati A farla brove. anche costui era di chiarato in arresto ed identificato pecerto Guido Apra, di Gaetano, di an ni 30, residente nella nostra città. Ac cenato veniva pure dalla Squadra Mo bile che le medaglie di oul abbiamo parlato erano state rubate nell'alloggio de? senatore Cattaneo, In via Mercantai 6. Il furto era stato commesso dall'Apra, e le medoglio erano stote da lui vendute al Silva che a sua volta le avevo vendute al GuazzoneEssendo l'Apra un pericoloso pregitidleato specializzato in furti in alloggi, caratteristici per 11 modo usato dal ladro per Introdursi negli appartamenti, a lui venivo attribuito un altro tentotlvo di furto In danno dedott. Paolo Gatti, abitante In via Tren to 5. nello studio di via Alfieri 21. funzionari della Squadro Mobile avevano rilevato, da un vetro di una fi nestra che guarda su di un balconealcune impronta digitali le quali, trasmesse alla Direzione della Polizia scientifica di Roma, venivano rlcono scinte per quelle dell'Apra. Il Stivo intento avevo confessato davere acquistato oltre refurtive doli K prft, • dal « Plnin » una biciclette. Anziché fermarsi a questo punto, le Indagini deUa Squadra Mobile proseguoro e portano olio luce, un'altro ot Hvità della banda: quella di rubar» trasformare e rivendere biciclette. Abbiamo avuto Ieri occasione di parlare dell'impressionante aumento dfurti d! biciclette registrato in questultimi tempi. , Preoccupandosi di clft. la Poliziavolendo stabilire la provenienza della bicicletta venduta dal « Plnin » »1 Silva, non tardava a scoprire 1 organizzazione criminoso. Il . Plnin » e il Martini, lavorando «lpieno accordo. In breve volger* dtempo sono stati gli autori di oltre quarantacinque furti di biciclette (no ttirolmente parliamo soltanto del furtdenunciati). I due compari, come ab hiomo detto, lavoravano assieme, ementre uno di loro si appostavo nella località stabilite, l'altro faceva da palo. Rubovono, cosi, in medio, tnbiciclette al giorno che vendevano a so lira al Mario. Costui aveva preso l'appalto delle biciclette rubate e, in un laboratorio opportunamente attrezzoto sito in eorsa Casale, le trasformava scambiandone ! telai, le ruote, i manubri e riverniciandole pametterle poi in vendita sotto 11 nuovo aspetto contrassegnate da una marca Immoginono. I due ladri di biciclette, emno «filiti ad appostnrsl nelle località frequentato speelohnenie da operai, e precisamente nei pressi dello Casso Nazionale Infortuni di vlo Santa Teresa, degli uffici di collocamento, dell'Ospedale Maternità e Infanzia di via Ospedale, ecc. La squadra mobile sta bili va pure che, oltre al Mario, vi era no altri ricettatori e trasformatori di biciclette rubate, e che in località Borgata Sassi si era costituita, a ta- 10 scopo, una vera e propria società anonimo composta da 'Caselle Luigi, di Enrico.- di anni 25, abitante in strada Mongreno 50 e dal pastlccere Italo Borea, fu Vincenzo, di anni 18, abitante in corso Casale 227. Venivano arrestati 11 Caselle e 11 Borea,, e a costoro la Polizia sequestrava 34 biciclette parte delle quali già cammuffate. Tutti costoro, cosi, come abbiamo detto, si derubavano a vicenda. Un poliziotto di nuovo gsnsrs Infatti il « Plnin », dopo aver venduta una bicicletta al Silva, qualche tempo dopo, di notte tempo, da una finestra, penetrava nell'ufficio di quest'ultimo, si riprendeva la bicicletta e da un cassetto rubava 150 lire. Il Silva però, anziché denunciare il furto all'Autorità giudiziaria (il motivo è comprensibile) al mattino si improvvisava poliziotto e, cercando una traccia del ladro, rinveniva a terra un pettine tascabile . che riconosceva, per averlo visto altre volte, di proprietà del « Plnin ». Recatosi il Silva dal « Pinin • gli chiede la restituzione della bicicletta o del denaro... ma il « Plnin », minacciando di denunciare 11 compare per ricettazione pone un reciso rifiuto. I ladri che componevano la banda avevano organizzato altri furti i quali però, dato l'intervento della polizia, sono stati sventati. Uno doveva essere consumato dal « Pinin » e dal Lazzari in danno... dello suocero del Lazzari stesso abitante in via Fontanesi 8. carbonaio; un altro, colla partecipazione dell'amante del Martini, in danno di un negozante di via Lagrange 35. Riassumendo, gli arrestati sono: il Dessuto. il Brlcarello, l'Apra, il Martini, il Borea. Il Caselle, il Lazzari, il Grosso, Il Silva, il Guazzone che sono stati inviati alle carceri e denunciati alla Autorità giudiziaria per associazione a delinquere, ricettazione e furti continuati. «tcochpsidecazAlaTtivdPsRbgtCbrncsQvrisia■pBA

Luoghi citati: Borgata Sassi, Casale, Collegno, Lodi, Madonna Del Pilone, Roma, Torino