Girardengo e Guerra

Girardengo e Guerra Girardengo e Guerra Le profezie di Chaudfontaine - Le dichiarazioni del «Campionissimo» alla « Stampa » dopo la Milano-San Remo confermate dai fatti • Una lettera di raccomandazione che apre una carriera - Il «claxon» che pon perdona e fa vincere le corte Guerra in veste di profeta dev'è» Fere — credo — un personaggio Ine duo. Il mantovano, di professione muruiore e corridore ciclista per passione, non si è mai sognato di rubare 1mestiere alle indovine, ma ha piena coscienza del suo valore pei-ni può anche permettersi il lusso d(travedere il futuro. 11 suo, evidentemente, che è poi anche quello degluliri dal momento che egli non può prescindere dalla sorte dei suoi avversari. Ebbene sarà forse interessantsupere che il mantovano ha scontato con un anticipo di una ventina d►fiorili. una eambiale che è scaduta doni 4 ica. Buon pagatore, Guerra, e — rriLrfllo ancora — buon profeta di sstesso. Storia di un colloquio divinatore Tre giorni dopo l'anrivo a Chaudfontaine, in un meriggio che il rezzo della vaile rendeva deliziosamente fresco, Guerra, che aveva rinunciato quegiorno all'allenamento, ebbe a dichiarare dopo un ennesimo discorso sull'unico argomento che allora ci interessava, fi percorso: « E' realmentduro. L'ultima parte presenta una salita come da noi in Italia si incontra raramente ». — Tutto sommato è un percorso chtornerà gradito a Binda. — E' il percorso di Binda, mi corresse Guerra, e questa sarà la sucorsa. Il mantovano non andò errato. E ben vero che se quella sua irruzionImprovvisa a Liegi alle spalle dBinda e Ronsse, che discutevano su chi dovesse avere l'onore di fare da battistrada, si fosse verificata al clnSuecento metri anziché al settecentouerra sarebbe ora campione del mondo. Al mantovano non parve vero dpoter tentare 11 colpo, dopo che staccato . sulla salita di Theux era rassegnato a battersi sol più per il terzo posto. Il colpo non gli è riuscito e noSosslamo anche essere lieti che il più rillante nostro rappresentante quegiorno, abbia indossato la maglia arcobaleno, ma è pur vero che la corsa di Liegi ha riconfermato che Guerra era in possesso di mezzi tali da consentirgli... Ma torniamo a bomba. Continuando la nostra conversazione lo gli chiedevo: — La vedremo dunque al Giro di Catalogna? — Non mi Interessa. Offrono poi una cifra irrisoria. Mi interessa assai di più la Predappio-Roma. — infatti dopo Vicenza, la successione e aperta. Guerra stette un mtnuito In silenzio e poi soggiunse: Quella sarà la miaOupsto senz'ombro di millanteria o «li superbia. Guerra ha colto nel ser"i In base a quale considerazione od! note .prevedere 11 25 agosto la sua vittoria del 1* settembre? La logica di un ragionamento Sulla consapevolezza che Binda non gli superiore se non In 6alita. Ora ni,,i prova del campionato del monli.. ukIì sapeva di dover abbassare ttauuiera lungo la sculata del .muro di Tlieux», ma sapeva altresì che sul1« montagne russe da Terni a Roma, v iì che un arrampicatore avrebbe potuto dominai-!; un passista. Le ultime due salite, degne di questo nome, sono l'una quella che precede la roc#u di Civita Castellana e l'altra quella clie segue questa località. Uopo si va tino a Roma salendo e scendendo per traili dalla pendenza non troppo accentuala e su strade del fondo buono e a tratti ottimo. Un grimpeur vero e proprio non avrebbe avuto molto da guadagnare da questa situazione aitimetricà, ma un passista — il passista di Vicenza! — avrebbe potuto giocare la sua carta. La fortuna ha voluto essergli benigna. Voler indagare se senza l'appiedamento di Binda, il mantovano avrebbe vinto ugualmente è ozioso. E' vero ohe gli sarebbe certo riuscito diffìcile staccare il campione del mondo dalla sua ruota in pianura, ma noi pensiamo che alla •locomotiva! Guerra l'Impresa poteva benissimo riuscire In discesa. Bel resto 11 cronometro è ancora là a sentenziare inequivocabilmente sulla potenza della pedalata di questa rivelazione del ciclismo italiano: a Vicenza Binda è bàttuto per 8'36", a Roma per 3'50", in entrambi i casi il cttftigliese ha diritto a un abbuono di due minuti, il tempo necessario pel cambio di una gomma, il resto è deficit, per colmare il quale non gli è bastata la grande classe. Il mantovano ha quindi provato che fa sua classe è stata nel finale superiore a quella del varesino, *A' malia, maliti et demi». Non c'è nulla da dire.Il mantovano è dunque uno degli atleti più poderosi che abbia avuto 1 ciclismo Italiano. Se egli non è ancora all'altezza di un Girardengo e di un Binda è certo che molta strada ha percorsa da quando vincitore quesfanno di alcune tappe del giro d'Ialia, trionfava nella seconda tappa del giro di Francia, conquistava — alla Bottecchla — la maglia gialla e come il grande scomparso si aggiudicavo nel primo giro di Francia dispuato, H secondo posto in classifica, generale. Ma più di Bottecchla egli ha caputo fare. Il veneto In Italia non potè brillare quanto in Francia. Guerra invece vince a Vicenza, è secondò per poco a Liegi, è primo a Roma. Binda ha Inseguito Invano slnora la vittoria sul suolo patrio. Caimml nel giro della Toscana: Guerra e Grandi nel Veneto, Guerra ancora a Roma lo hanno regolarmente battuto. Girardengo buon profeta E allora ecco che va realizzandosi un n.ira profezia. Questa volta di Gi-r." elenco. il uovere. Il giorno dopo la Milanofini tienili esaminando con me nella .ut ,:.m il: Varazze, la prova di coilo ilio avevano lirillnto di più nella -ira ii'ipiriura, conchiudeva le sue f-«pivHzioni con un giudizio che impiirmuln :! futuro coinvolgeva la sua responsabilità di competente. Trascrivi letteralmente quello che 11 novese bbe a dichiarare e che, pubblicato ulla Slamila 11 l.o aprile, acquista or» particolarmente un sapore di divinazione • Credo che quest'anno Binda debba provare più di un dolore .Per opera dei giovani. Non gli perdoneranno: certo se avesse da coincidere 11 mio ritiro dallo sport attivo con l'avvento di un uomo capace di dominarlo, faebbe fortuna. Raccoglierebbe quella redità di simpatie che io son ben ieto di cedere •. . » Il novese non poteva ancora Individuare l'uomo nuovo che avrebbe dovuto abbattere l'idolo Binda, ma intuia che questi non sarebbe stato pni nel 1930 l'uomo delle passate stagioni. Girardengo è un acuto esaminatore Hi uomini: come domenica aveva col¬ ' ! 1 ' el segno quando Binda stava fisicamente male e lanciava 1 suoi uomini all'offensiva su Narni e Otricoli per fare il gioco di Guerra, cosi già in marzo egli si era accorto che Binda non era più il gigante di un tempo. Girardengo quindici giorni prima della Milano-San Remo si era trovato nelle cabine del Velodromo Appio, assieme al campione d'Italia. E mentre Binda mutava abiti per Indossare quelli da pista, il Novese aveva avuto occasione di esaminare il campione d'Italia in costume adamitico, 'fra i due si svolse questo colloquio: — Ti vedo « tirato ». Sei dunque già pronto per la San Remo? — Tutt'altro. E ringrazio Dio che manchino ancora quindici gliomi. Quest'anno ho indugiato troppo. Binda non si accorse che 11 Novese sorrideva: e non capi che il Campionissimo trovava proprio in quella magrezza 11 punto vulnerabile del Campione d'Italia. Se Binda, fuori allenamento è cosi magro — argomentò Gira — avrà quest'anno l'energia sufflcente per resistere nelle battaglie serrate che i giovani gli daranno? E In tutte le corse là tattica del Novese è stata una sola: il martellamento contro 11 campione d'Italia. In cerca di una Nemesi Da tre anni Girardengo cercava l'uomo capace di attaccare e battere colui che lo aveva attaccatoe battuto. Sorse un giorno all'orizzonte un ragazzo di reali qualità: Negrini. Girardengo lo fece suo pupillo, lo incoraggiò, lo segui, lo scaltri... ma c'era sempre una macchina tra il varesino e il molarese. Spuntò 'Fossati. Parve per un momento che il novese fosse una i speranza >, realmente. Fu un astro senza luce. Cercò allora Giacobbe. DI Novi anche questo. Era nella squadra d.i Binda e lo fece venire via. Giacobbe che valeva Binda in salita, non lo sapeva valere nè in discesa nè in pianura. L'elasticità, l'agilità del campione d'Italia non avevano nulla a che vedere col pedalare duro e aritmico di Giacobbe. Ancora una delusione. Girardengo passò ad altri giovani e assunse uno sconosciuto. Un giorno si presenta al signor Maino ad Alessandria un giovane vestito dimessamene. Cavalca una bicicletta non precisamente nuova ed ha in tasca una lettera del rappresentante di Mantova, della Casa alessandrina. Lo raccomanda al signor Maino perchè lo metta in squadra. E' un ragazzo serio, che non ha pretese, che potrà fare egregiamente. — Sta bene. Ne parlerò con Girardengo. Girardenzo diede parere favorevole e Guerra entrò in squadra. Le soddisfazioni che non gli avevano saputo dare 1 suoi piemontesi, Girardengo le provò alfine con 11 mantovano. É a Bellori, prima della tappa del Ballon d'Alsace, gli fa firmare il contratto per il 1931. Predappio-Roma. Scorrete la cronaca. Guerra ha vinto di forza. Girardengo ha vinto di accortezza. Chi si accorge che Binda sta male? Nessuno. Ma Gira lo sa. Quanti uomini ha in squadra validi? Tre: Fossati, Giacobbe, Batteslni. E' tempo di attaccare. E Guerra fugge. Ma Guerra potrebbe forse compromettere i suol sforzi se dopo Civita Castellana, cioè dopo l'ultima salita non mutasse rapporto. Girardengo più che suggerirglielo, glie lo ordina. Come nel 1928 Guerra ubbidisce e va... va... come una locomotiva. Loggiù è il Cupolone... Laggiù è Villa Glori... Laggiù — chissà — c'è la maglia tricolore... E io, che sono mancato all'appuntamento che Guerra mi aveva dato a Predappio, odo distintamente il claxson di Girardengo, quel claxson che egli adopera, frenetico e imperioso, come una « cravache • quando mette I suoi uomini alla frusta. Quel claxson che ci fece impazzire, che fece impazzire Negrini mentre insegui va In una Spezia-Parma i più fortunati rivali Piemontesi e Binda. Il prl mo pedalava a 38 all'ora per prendere al grigio il secondo posto in classine» generale nel giro d'Italia, il secondo per affrancarsi le spalle da possibili sorprese. Negrini non la spunto. Giunto al traguardo fu portalo a braccia sulla vettura. Quel claxson, Girardengo, lo deve aver usato domenica fino all'esasperazione... e Guerra avvertiva che quella era non solo la voce del padrone, ma di colui che viveva uno spasimo superiore al suo. Non aveva Binda vinto la Predappio-Roma nel 1928 per un appiedamene di Girardengo a Narni? Il destino a due anni di distanza restituiva la pariglia al fortunoto vincitore d'allora. Nella vita tutto si paga: anche I sorrisi della fortuna. Girardengo me lo aveva detto: Non gli perdoneranno. E' vero. Ma forse avrebbe potuto dire: Non gli perdoneremo, e sarebbe stato più esatto. Ed è per questo proprio perchè non gii hanno perdonato, che il pubblico romano è stato sommamente Ingrato quando ha fischialo Binda al suo arrivo. Un campione che si batte col cuore e colla lealtà con cui si è battuto Alfredo Binda, aveva diritto a un'altra accoglienza. Ronsse a Liegi non ha ricevuto fischi dai suoi connazionali. A Roma si doveva ricordare che se era giusto che Guerra raccogliesse quelle simpatie che già furono del suo maestro, il campione del Mondo aveva diritto di pretendere dai suoi connazionali almeno un po' di gratitudine. CARLO TRABU00O. La Coppa Brian La vittoria del T. C. Juventus sul T. t. Trlnttit 11 Tennis Club Juventus ha vinto 11 primo turno della Coppa Brian battendo 11 Tennis Club Triestino per 3 a 2. Ecco 11 risultato dell'ultima giornata: Emanuele Sertorio batte Aldinyan per 5-7, 7-5. 6-4. 6-1. Notevolissima la resistenza do) giovane triestino che iniziava la partita molto brillantemente per andare poi man mano calando Ano a subire la superiorità dell'avversarlo. ,. Banfleld "batte Mazza P. per 6-1, 6-1, 6-3 Una vittoria molto facile del campione triestino, data la grande differenza di classe che esisteva fra i due. Il Mazza ha fatto del suo meglio per difenderei senza peraltro riuscirvi. Con 11 successo di ieri la Juventus ha dunque superato 11 non lieve ostacolo e si accinge ora ad affrontare gli avversari del secondo turno. Le gare motonautiche di Venezia. — Il racer 12 litri i Monieiera I » del Conte Teo Rossi di Montelera.