La valorizzazione della Valle d' Aosta

La valorizzazione della Valle d' Aosta La valorizzazione della Valle d' Aosta Quello che si è fatto e quello che resta da fare ■■ Problemi industriali e turistici Le provvidenze del Governo Aosta, 10 notte. Con l'ambito c significativo ripristino all'antica dignità ed importanza di capoluogo di provincia, Aosta si è trovata di fronte a molteplici problemi la cui realizzazione ha in un primo tempo assillato e preoccupa tuttora, sebbene le autorità, interpretando nel miglior modo le direttive del Governo Nazionale li abbiano in parte affrontati. Con la sua fisionomia di vecchia città silenziosa ed operosa, l'Aosta ducale che tanto splendore aveva conosciuto anticamente negli anni di poco precedenti alla sua rivalorizzazione morale e materiale, era stato un po' troppo dimenticata. La grande e complessa organizzazione provinciale ed accentatriee di Torino, sebbene cerctisse di valorizzare la Vale d'Aosta, non poteva conferire ad essa tutta l'importanza che di diritto e competeva. Aosta, dignitosamente e silenziosamente, lottava per conservare le vestigia del progresso e delle istituzioni conseguite a prezzo di tanti sacrifici e ri: gravi rinuncie. Non sono stati del tutto dimenticati gli sforzi fatti per salvare dalla soppressione 1 gloriosi istituti scolastici quali il liceo e il ginnasio Principe di Napoli, sito in quel meraviglioso monumento di patriottismo e di fede che 6 il «Collège aux ctudes» donde si è austeramente e saldamente formata tutta quella intellettualità valdostana che ha dato alla città funzionari esimi e alla patria tanto contributo di sangue generoso. Cosi un tempo Aosta dovette lottare anche per salvare dalla soppressione la sua scuola normale e altre istituzioni sorte dal sacrificio della sua gente, correndo il rischio di diventare un qualsiasi borgo dimenticato. L'industria siderurgica lo sfruttamento dell'energia elettrica e delle ricche miniere di ferro e di antracite di La Thuile, di Cogne hanno risollevato le sorti commerciali della città e della valle restituendo ad' esse l'importanza che si meritano anche nel campo della vita nazionale,' Baluardo di italianità 11 Governo fascista non poteva dimenticare le possibilità che la regione valdostana offriva con le sue ricche/.ze naturali e morali. Con un gesto che richiama il tratto e l'avvedutezza del Gran Corso, S. E. Benito Mussolini, tre anni or sono, restituiva alla .:itta rei mana e sabauda il suo rango tanto ambito. Ma altre ancora erano le ragioni profonde che al capo politico di una grande nazione rinata alla sua potenza ed avviata verso nuovi immancabili destini non potevano sfuggire. La Valle d'Aosta, oltre che pos sedere ricchezze industriali e commerciali, rappresenta un baluardo di fie ra italianità al lembo estremo della Patria sul duplice confine francosvizzero. E' superfluo accennare come le grandi nazioni, pure procurando di perfezionarsi e di progredire, all'interno, cerchino di dimostrare il loro civismo e la loro forza alla periferia ove sono a immediato contatto con le nazioni vicine. Questione di prestigio. Ia Valle d'Aosta, poi, per le sue bellezze naturali e per la salubrità del suo clima, per l'interesse dei suoi monumenti della sua storia della sua arte, per quella sua caratteristica fisionomia patriarcale, è sempre stata mòla di una folla cosmopolita la quale, pur non infrangendo le buone regole dell'ospitalità non poteva nascondete il suo stupore per lo stato veramente deplorevole, o quanto meno deficiente, dei mezzi di comunicazione e di trasporto. Difatti i principali centri di villeggiatura e di turismo se si eccettua Courmayeur (ora che la Valdigne il servila da una linea ferroviaria creata dal Fascismo) difettano di comode strade e, per fare appena il nome di qualche località, basta citare la Val di Rhemes, la Valgrisanche, a Valle di Ollomont, la Valpelline, la Valle Saint Barthelemy. Altre regioni invece sono dotato di strane assolutamente inadatte al transito intenso specialmente durante la stagione estivacome quella di Cogne. La viabilità, dunque, va posta in uno dei primi campi delle urgenti necessità della Provincia di Aosta perche e=sa ha anche per scopo di arginare l'impressionante lenomeno delle. spopolamento della montagna. L alpe sammutolisce, il villaggio muore lentamente e la sua agonia per coloro che hanno conosciuto tutta una tradizione di fedeltà alla terra natale, ha qualche co-a di veramente straziante. Immaginate di vedere dei villaggi, un •empo popolati di un centinaio di ahitanti cadere noi più assoluto abbandono Le case, dalla vecchia buona cucina affumicata un tempo formicolante di bimbi paffuti e rubicondi, vi fissano ora con le occhiaie spente delle loro finestre. Uno di questi amoni villaggi appollaiato come un nido daquila alle falde del inolile coronato dal biancore delle nevi e dal verde cu po delle pinete, era abitato, 25 unni fa da 12 famiglie le quali non avevano meno di 10 figli ciascuna. Ora la morte regna sovrana nell'eremo intorno aquale un giorno indoravano le messopulenti e dove cantavano la nostalgica poesia dell'alpe le mille sonagliere delle mandrie al pascolo 11 villaggio abbandonato In una delle nostre recenti peregrinazioni nell'alta valle di Saint Barthelemy ci occorse una penosa avventura: alla soglia del villaggio ove la incuria e gli elementi segnano ogngiorno più profondamente la loro rovina, abbiamo visto un buon vecchio che si affannava a raccogliere nel cavo della mano callosa un sorso d'acqua. Anche In fontana si era fatta steJnl ^^f£ÌZ'^eì^^lavoro per la patria e nella fede; anche la campana che suonava le oreili gioia e ili dolore non v'era più; ]'avevann portata via. Nella chiesetta unvecchio Cristo tarlato dominava susilenzio pauroso. 11 buon vecchio cunon non reggeva il cuore di non ritornare gni tanto lassù, ci raccontava come utta la sua famiglia si fosse allontanata a poco a poco, così, come si sgrana un rosario. « Venne la guerra, egli ci disse, e a Patria mi chiese il duro contributo di tre figli. Agli altri, clic avevano conoscimi) noi momenti di sosta nelle etrovie, una vita che parve loro meno gravosa dolila nostra nelle officine, n cui il lavoro sembrava mono fatioso e più rimunerativo, attratti da possibilità di vita migliore, hanno sautato per sempre questo vecchio nio. Tuo ò a Parigi ove fa lo cliaafjeur, un altro lavora la terra pure in Frania e mi scrive che il reddito 6 maggiore, che il lavoro con le macchine agricole è meno pesame c che i mezi di trasporto e di comunicazioni, — quei progressi, tutti quei nonnulla che qui non si possono avere — rendono più gradita la vita. Qui non giunge nemmeno un mulo col piccolo carro; ì e segregati quasi dal consesso umano. Xon vi sono negozi, non vi è medico; bisogna percorrere sci ore di faicosa mulattiera per recarsi alla mesa la domenica E poi, in uno dei lunghi, interminabili inverni, quando tuta la vita di sacrificio si placa, si spegne, vi caricano su una slitta e vi rainano laggiù nel piccolo cimitero. Oh ! i mici figli non torneranno forse mai più... •. Questo è il grande, impressionante, per quanto silenzioso dramma di tani paesi dell'alta valle Snint-Barlhélomy e anche del Canavosano, sebbene quest'ultimo abbia ottenuto qualche cosa di più in forza dolio su© continue insistenze. Quanti sono ancora poro i cornimeli! che vivono una vita stentina, che non hanno un medico, o che so lo debbono contendere come gli abitanti che fanno capo al consorzio medico di Gignod, la cui condotta comprende tutta la. valle del Gran San Bernardo, Gignod, Etroubles, SaintOyen, Bosses, Saint-Rhemy e Valpeline, più i comuni di Ollomont, Bionaz e Oyace I In molti di questi comuni manca ancora il telegrafo, il telefono, la posta ; non parliamo poi di farmacie o di un semplice posto di soccorso. Altra necessità: quella dell'irrigazione. Vi sono zone vastissime, praterie, campi, vigneti che difettano di acqua, come Verraves, Chambave e molti e molti altri che potremmo citare, senza accennare alla zona collinosa di Aosta, verso Chnmpallaier, ove tutta una vasta plaga andrebbe riducendosi a poco a poco a terreno incolto, se un apposito consorzio di bonifica e di irrigazione non si fosse costituito con risultati già buoni. Molti paesi e villaggi difettano poi di acqua potabile; Aosta tuttavia, dopo la tanto lamentata scarsezza di acqua di questa estate, avrà quanto prima il nuovo condotto. D'altro canto vi sono scuole governative mentre prima esse sorgevano per iniziativa dei padri di famiglia, non avevano una sede e si trasportavano di giorno in giorno in case diverse, a turno, come pure a turno era il mantenimento del maestro. Se questo tempo, pur tanto glorioso, che va. » titolo di vanto per i valligiani, è lontano, molti fabbricati scolastici hanno bisogno di essere posti in assetto, migliorati o ricostruiti. Bonifiche e strade in progetto Esaminato più da vicino anche il problema della Provincia, dobbiamo constatare che il Rettorato non ha au cora un palazzo proprio per gli uffici, die l'ospizio di Rolengo è inadatto al le crescenti necessità, che manca inol tre un sanatorio antitubercolare, un ricovero per alienati, il dispensario celtico, i bagni pubblici, fatto questo ingiustificabile se si pensa che Aosta aveva poco tempo addietro ben tre sta umilienti del genere i quali furono trasformati, durante la crisi degli alloggi, in abitazioni private che davano naturalmente ai loro proprietari un maggiore e più sicuro introito. Tutti questi problemi sono stati esaminati dall'Amministrazione provinciale, che ha fatto lodevoli sforzi per sopperire a tante urgenti necessità. Opere di cospicua entità sono state coraggiosamente affrontate, come ad esempio la costruzione della strada della Valgrisanche. di notorio Interesse anche dal punto di vista nazionale, l'allargamento e il ripristino della strada Aosia-Vaipelline, e molte altre di minore Importanza. , \osta poi, elio sta ultimando le sue annoso opere pubbliche inerenti alla nuova fognatura, al nuovo acquedotto ed olla radicale lastricaziono e rwiv • menta/ione delle vie, lavori per diecine di milioni che si avviano alla conclusione, vedrà sorgere un nuovo grandioso Palazzo di Giustizia, con annessi la biblioteca civica e l'archivio notarile. E' altresì certa la costruzione di nuove caserme, tanto più che la nostra città dovrà essere sede di comando di reggimento. [jh. cospicua somma che il Capo del Governo ha assegnato alla Provincia, che egli vuole forte e htìla a segno della nuova potenza italica, assai più che per la sua entità, la quale serve a potenziare le possibilità dell'Amministrazione provinciale, è significativa in quanto premia una operosità fedele e silenziosa. C. mafsgpucszgctodbfcpcessnvm1lammliscsglseadsècnassgmqctlcfzC

Persone citate: Barthelemy, S. E. Benito Mussolini