Giornata di vibrante entusiasmo a Cuneo per la vittoria di S.E. Turati

Giornata di vibrante entusiasmo a Cuneo per la vittoria di S.E. Turati Giornata di vibrante entusiasmo a Cuneo per la vittoria di S.E. Turati Il Segretario del Partito detta alla «Stampa» questo elogio per il Fascismo piemontese: «Il Fascismo di Cuneo mi ha dato una giornata vibrante, piena di fedeltà e di promesse. Il vecchio Piemonte è col Fascismo e col Regime: con un impeto che può essere invidiato e citato ad esempio » Cuneo, 8 notte, , E, Turati ha voluto dedicare la I giornata d'oggi a una visita alla provincia di Cuneo, al capoluogo e ad alcuni del centri principali. Le accoglienze di popolo, che l'hanno salutato, Il fervore d'entusiasmo, che l'ha accompagnato per tutto il rapido giro, hanno fatto osservare al Segretario del Partito, nell'ultima tappa di questo viaggio, ad Alba, mentre la citta splendeva di luminarie, echeggiava di spari di mortaretti e di canti e di aiolà, gli hanno fatto osservare: — Si usa dire abitualmente che t Piemontesi siano freddi, poco espansivi, misurati anche nelle loro più festose manifestazioni: credo che questo sia uno dei tanti luoghi comuni, che all'atto pratico risulta di dovere recisamente respingere. Dove più calore? dove più spontaneo e simpatico e travolgente entusiasmo? S. E. Turati era giunto a Torino, da Milano, stamane, alle ore 9,50. E Insieme con le autorità di Torino, recatesi a ricéverlo alla stazióne, era stato ossequiato dal prefetto di Cuneo, comm. ing. Chiesa, e dal segretario federale di questa provincia dott. comm. Bonino, recatisi a incontrarlo. 11 Segretario del Partito, che vestiva la divisa di console generale della Milizia, e ch'era accompagnato dal luogotenento-generale Carini, comandante del l.o raggruppamente delie Camicie Nere, salì in automobile insieme col Prefetto e col Segretario federale di Cuneo; e parti alla volta di Carmagnola. Seguiva un piccolo corteo d'automobili, con altre autorità e personalità. A Carmagnola, S. E. Turati sostò brevemente, passando in rivista' i fascisti schierati, le organizzazioni, e salutato da clamorosi alala e dagli applausi della popolazione. Similmente, brevi soste ed esultanti dimostrazioni di popolo a Cavallermaggiore, a lìacconigi, a Savigliano, a Centallo. I podestà e 1 segretari politici di questi centri porgono al Segretario del partito l'ossequio ufficiale; le popolazioni gli olirono dimostrazioni di commossa devozione. Convegno di agricoltori e operai Cuneo, nella luminosità solare della limpida mattina, ha assunto un aspetto di festa, animatissima. Folla per le vie e Je piazze, giulivi clamori di musiche e di canti, bandiere ai balconi e Bile finestre. La folla si raccoglie sempre più compatta intorno alla Casa del Fascio e in piazza Regina Elena. Qua è indetta l'adunata, cui il Segretario del Partito ha promesso portare la sua parola. E dalle dieci alle undici, la vasta spianata si va facendo gremita. Sono' rappresentate tutte le orgSnlz?azlòhÌ fasciste della..£r,ovm> cìa, 1 còrpi armati, I diversi enti e.istituti. E' rappresentata soprattutto la gran massa dei lavoratori, dei rurali di questa primeggiarne tra le Provincie agricole d'Italia, e degli operai delle industrie. Oltre duemila lavoratori sono qua raccolti, dei Sindacati dipendenti dalia Delegazione provinciale. Soltanto da Mondovl sono venuti quattrocento operai, quasi tutti delle industrie delle ceramiche, che hanno noleggiato, per il viaggio, ventidue autocarri. E poi, ecco convenuti I montanari, operai e agricoltori della valle Stura, della valle Gesso, della vai Vara ita, della vai Maira, della valle Po, della valle Vermenagna e della vai Roja. Ed ecco i contadini delle Langhe, .dove, in vetta alle ver di colline, s'elevano dominanti gli antichi castelli e le rosse torri, e ai declivi, che lunghi e ondeggianti digradano, il sole matura 1 vini famosi. Alle schiere dei rurali e a quelle degli operai delle industrie e a quelle degli artigiani, s'alternano le schiere armate, le rappresentanze dell'Esercito, del corpi di stanza a Cuneo, alpini del 2.0 Reggimento e artiglieri da montagna e fanti del 33.o fuggimento; e la 3.a legione della Milizia, la Subalpina. Poi, con le rappresentanze delle scuole, dei corpi insegnanti, una giovanile schiera di studenti, del G. U. F. ; e gli Avanguardisti e i Balilla, e le Giovani e le Piccole Italiane. E le rappresentanze delle associazioni combattentistiche, della Combattenti, propriamente, e dei Mutilati e dei Volontari di guerra ; e le associazioni d'arma, degli Alpini, che qua sono in prevalenza, dei Bersaglieri, degli Artiglieri, degli Arditi. E gli ufficiali in congedo. cAutorità e folla Tra le autorità, che vengono prendendo posto sull'alta tribuna che si estende lungo tutto un lato della piazza, si nota il podestà, gr. uff. on. Imberti; il Direttorio federale, composto del ragioniere Aimo, vice-segretario, del colonnello De Glorgis, segretario ammtnistrativo, del dottor Scarpi, del ragioniere Battaglino, del geometra Gatti, e dello studente Gentile, del G. U. F. ; poi 1 senatori Galimberti e Di Bernezzo, i deputati Viale e Mirafiori; i generali Amantea, comandante del Corpo d'Armata d'Alessandria, Porla, comandante deila Divisione militare di Cuneo. Pugnani, ispettore della mobilitazione; il console generale Tarabini, comandante del l.o gruppo di legioni della Milizia, venuto da Alessandria; il luogotenente generale Pero' e 11 console Spelta, comandante della legione Sabauda, venuti da Torino; il console Cisotti, comandante della Subalpina; il colonnello del 2.0 Alpini, Dallwta. quello del 33.0 Fanteria, Lingua; il vescovo Travaln; il magnifico Rettore dell'Università di Torino, prof. Pivano; il Preside della Provincia, avv. Tostili; il Presidente del Tribunale, dott. l,astrucci, il Procuratore del Re, dott. Caron; il colonnello dei Carabinieri, Monti. Tra il nereggiare degli abiti maschili e delle camicie fasciste, tra le grigie note, svariate d'oro e di argento, delle divise militari, spiccano, nella tribuna, i colori vivaci, le tinte delicate o sgargianti, delle tolette femminili: che un folto stuolo di signore, della città, o convenute dai centri della provincia, non ha voluto mancare a questa grandiosa adunata E grandioso veramente è lo spettacolo che, approssimandosi l'ora an- , nutiziata per l'arrivo di S. E. Turati, I offre piazza Regina Elena. Sul mareg- e e , e ; i giare della folla, fittissima, compatta ovunque, uno sventolio multicolore di bandiere, 'di la.bari, di gagliardetti, di fiamme, con trapunti o dipinti loro simboli e scritte e stemmi, con l'aste sormontate dal fascio littorio, o che terminano a punta di lancia, o a foggia di pugnale. Spiccano i labari delle comunità artigiane, con gli emblemi di ciascun lavoro; e spiccano, in prima fila, il gonfalone comunale di Cuneo, scortato dal valletti, vestiti del tradizionale costume, rosso bordato d'oro, col .cappelle napoleonico, e. .1 gonfaloni di' quelli che furono già gli altri circondari della provincia. Alba, Mondovl e Saluzzo. Sulla tribuna delle autorità e degli invitati e tra la folla si distinguono numerosi podestà, dal contrassegno della fascia tricolore, che cingono, sulla camicia nera. Accoglienza entusiastica Sono.le 11,45. Echeggiano squilli di tromba, le musiche intonano l'inno Giovinezza, la folla prorompe in fragorosi applausi. Venendo da via Principe Amedeo, giunge S. E. Turati, accompagnato dal prefetto Chiesa, dal segretario federale Bonino, (Jal luogotenente generale Carini, dal direttore della Stampa Curzio Malaparte, dal tenente-colonnello degli Alpini Carbone; e accolto dal podestà di Cuneo, on. fmberti e dal Direttorio federale, fa il suo ingresso nella piazza. Gli applausi, gli evviva, gli alala, durano tutto il tempo che il Segretario deiPartito procede attraverso la piazza, per J'angusto corridoio che militi e carabinieri, facendo ala, tengono sgombro fino alla tribuna. Davanti a questa, al centro, è stato eretto un palco, addobbato di velluti e di bandiere, decorato di verdi piante ornamentali. Tutte le bandiere sono agitate di sopra all'immane massa della rolla, tutte le destre si levano nel saluto romano, da tutte le gole erompe II giocondo alala, quando S. E. Turati sale sul palco, sosta a contemplare il popolo acclamante, e risponde, con la mano e con lo sguardo, all'entusiastico saluto. Il segretario federale Bonino deve attendere tempo, perche l'applauso abbia fine; mentre un numeroso gruppo di cinematografisti e fotografi appuntano al palco l'obbiettivo delle macchine, e girano, e fanno scattare. — Ho l'onore. Eccellenza Turati — dice, con chiara e squillante voce, il Segretario federale — di porgervi il saluto delle camicie nere della provincia di Cuneo.-Questa adunata valga a significarvi che Qua siamo tutti uniti in una sola, flerissima e fortissima feple: le. antiche, beghe provinciali sonò* stati mioàié in cantina; e possiamo" accertarvi che non ne usciranno più. Noi'guardiamo costantemente all'esemplo del Duce e vostro. Eccellenza Turali. E :vol potete assicurare al Duce che a qualunque sua chiamata, in qualunque evenienza, le camicie nere di Cuneo risponderanno, ora e sempre: — Presente. Il discorso del Segretario al popolo i a . r l i , a , e a, a, , , no o Uil ; at. i, ie, i ae oo ai o a an- Gli applausi che accolgono le brevi, vibrate parole del Segretario Federale, si estinguono, e nella piazza si fa alto silenzio, quando S. E. Turati accenna a dire. E comincia: « Camerati cittadini, lasciate che io esalti qui, dinanzi a voi, la bellezza) ferma e serena, se pure modesta, del fascismo rurale e della vita provinciale. Tutta la nostra civiltà moderna d'oltre frontiera e d'oltre mare esalta da anni la potenza delle macchine, la gioia della vita febbrile, che lavora quotidianamente ad annullare e distruggere (/nello che è il senso ìntimo e umano della vita proba e modesta tra le chiuse pareti, della vita che dal solco nasce e al solco ritorna, della vita che si aggira intorno al modesto telaio, al focolare santo, alla casa. Non so nemmeno a che cosa miri questa civiltà, (atta tutta di macchine, di ansia, di febbre di guadagni e di g-ioia tormentosa dell'arrivare. Son cerio che essa ha distrutto alcuni dei grandi tesori della vita umana; ina so anche che tìtolo di orgoglio del Fascismo, non ultimo certo, è stato quello di aver ricondotto gli Italiani al senso della vita rurale, alla coscienza della vita modesta, all'attaccamento a quelle virtù e a quella tradizione della- vita umile e buona e semplice, che rappresentano per noi la grande poesia del passato, e lasciatemelo dire, la grande speranza e la grande serenità del domani. (Applausi). . « Lasciale che gli imbecilli discutano della nostra -politica, del nostro cammino e della nostra azione. Accontentatevi di guardare attraverso le leggi quale la nostra opera è stata. E se talvolta vi sembri che la realtà non sia. stata uguale al sogno, non fatene colpa al creatore e al. legislatore; ma agli uomini che sono sempre materia vile e povera, anche quando li esalta la fedo, e anche quando le leggi sono sagge. Non rimproverate al grande palpilo, se anche oggi, pure con le leggi vive e sagac, non sappiamo essere quello che il destino comanda e il Duce vuole, cittadini meravigliosi di una Italia rinnovala, sicura, tesa verso il suo domani, ma con la coscienza precisa del duro cammino che resta da percorrere. ■> Camerati, se per caso alla vostra vita quotidiana alcune di queste qualità mancano! ma soprattutto la lealtà e il coraggio di dire la verità, cavatevi il distintivo e la camicia nera; perché non siete degni di militare nei ranghi. « Camerati, noi. per una necessità storica e politica, dobbiamo e continuiamo a chiamarci un partito. Io non so se noi lo siamo mai stati, nel senso usato della parola. Ma una realtà e vera, viva e indiscutibile: che in un'Italia che si perdeva, noi abbiamo rappresentato una volontà di rinasci ta, di forza e di ripresa di energie di ricostruzione dei valori morali, lo su-che. dal periodo della ripresa vit torlosa. noi abbiamo rappresentato questa'volontà, clic nelle legai si estrinsecava, e nel tentativo di col'a- bmaIcifvzrNbgqbtaptdgaczpteicacodclcttadrdrzfgddTedcrcgvdtprmj borazionc e di fusione delle classi si manifestava ed esaltava. Io so clic da anni siamo l'avanguardia del portolo Italiano, decisi a compiere il. nostro cammino fino in fondo, per assolvere il comandamento di fare l'Italia più forte, più grande. « Camerati, ma per essere questa avanguardia in un Paese, la aristocrazia della Saziane, voi dobbiamo avere gli attributi di questa aristocrazia. Non basta avere la camicia nera, non basta avere gradi, e non basta avere gerarchie: bisogna essere degni di questa distinzione, di questo primato, bisogna soprattutto sentire intimamente la responsabilità che noi abbiamo assunto di fronte alla storia, ma soprattutto innazi a noi stessi, sottrattane innanzi ai morti della guerra del dopo guerra: la responsabilità di guidare ti Paese, di. volere il potere. « Camerati! Se questo siete, sia lode a voi; se questo non siete, e tempo di correggere i vostri difetti, e di potenziare le vostre qualità, l'rgono i tempi: noi non sappiamo, camerati e gente di Cuneo, fiera e fedele e ostinata e paziente — virtù tulle del Fascismo integro e vero, — tiof non sappiamo che cosa, il. destino serbi. all'Italia - e al suo popolo; ma una cosa è cerio-. che da oggi in aranti, per qualunque ora e per qualunque evento, ognuno di voi deve essere pronto a un olo causto di fede, di passione e di volontà. « Catturali), cittadini: ho finito. Voi, come me, penso che non amate le troppe parole, che nascondono il ruoto del pensiero, l'i ho detto a cuore aperto ciò che io credo di voi e attendò da voi ; vi lio detto, sia pure in parole brevi, quale deve essere la vostra divisa intcriore, oltre a quella esteriore. Serbale fede nelle vostre tradizioni al comandamento di lealtà e di fedeltà; e of/rite i sacrifici di ogn giorno non al melanconico lamento degli eterni insoddisfatti del presente, perche dimentichi del passato, acidi del presente, perchè impotenti dell'avvenire: offrile i vostri sacrifici di ogni giorno, che saranno pure non lievi, a questa visione di un'Italia nuova che viene avanti: l'Italia degli Avanguardisti e dei Balilla, che si ricongiungono in una grande visione di forza e di bellezza e di primavera, al ricordo deila potenza di ieri ». L'alto e forte discorso del Segretario del Partito, frequentemente interrotto dagli applausi strepitosi della folla, e coronato alla fine da una lunga, reiterala ovazione. Tra nuovi applausi ed evviva, S. E. Turati lascia la piazza Regina Elena; e seguito dal corteo deflle autorità, si reca a visitare la Casa del Fascio; dove ha occasione di compiacersi ancora vivamente col Segretario Federale e col membri del Direttorio e col capo-manipolo Sica, per l'ottima or ganlzzazlone delle varie attività e dei vari servizi. Visita indi I nuovi locali del Dopolavoro. Poi si reca alla Sentinella d'Italia, dove è accolto da! corpo redazionale, con a capo il direttore del giornale, De Filippi, e dagli impiegati d'amministrazione e dalle maestranze tipografiche. flsasinrasipcconudacosasibinroaPl'vgligMlaInpmdIoAl 2.o Alpini e alla caserma delle Camicie Nere A piedi, tra ali di popolo plaudente, il Segretario del Partito, si reca alla caserma dei 2.o Alpini, dove, nella sala di convegno, sono riuniti gli ufficiali in servizio, presenti a Cuneo, gli ufficiali in congedo. 11 comandante del Corpo d'Armata d'Alessandria, generale Amantea. presenta gli ufficiali al gerarca, esprimendogli il compiacimento di questi, di riavere tra di loro, oggi, In questa visita loro concessa, il valoroso commilitone di guerra Augusto Turati. Questi risponde che col pensiero e col cuore egli è sempre tra i suoi compagni d'arme, ricordan do la comunità di spiriti, con essi, ai giorni eroici della guerra, comunità di spiriti Indi perpetuatasi durevolmente, indistruttibilmente. Risalito in automobile, accompagna to dalle autorità, S. E. Turati si reca ancora a visitare la caserma della 3.a legione, di camicie nere, Subalpina; anche qua rivolge brevi, autorevoli fraterne parole agli ufficiali riuniti. ' Dopo la colazione in Prefettura, al le 14, il Segretario del Partito rimon tava sulla macchina, guidata dallo stesso luogotenente generale Carini e accompagnato dal Prefetto e dal Segretario Federale, e seguito da un corteo d'altre macchine, ove prendono posto autorità della provincia, militari e civili, e il nostro direttore Mailaparte, e il colonnello Carbone, e altre personalità, attraversa la città lina Giovane Italiana gli getta nella automobile un fascio di rossi fiori molta folla accorre al suo passaggio ad applaudire. Per 11 gran viale, che conduce alla nuova stazione ferrovia ria sull'altipiano, egli si reca a visi tare i lavori della stazione stessa, bel j lo edificio, in istile Rinascimento, che, dall'esterno, appare già quasi completo; poi devia, a visitare i lavori del meraviglioso ponte sulla Stu ra. L'ingegnere Bornia, dell'Ufficio co struzioni delle Ferrovie dello stato gli illustra le varie opere, e Ja neces sita che ad esse sia dato il più sollecito compimento, come tutta la prò vincia desidera e spera. A Saluzzo e ad Alba Il Segretario del Partito indi prò cede a Busca, accolto da dimostra/io ni calorose della popolazione, a capo della quale è il Podestà Rusconi, che gli porge il benvenuto. Ma l'ora incalza, lì il corteo delle automobili prosegue rapido a Costlgliole di Saluzzo, ove si rinnovano le manifestazioni popolari, con sventolio di ban diere e musiche e alala; poi a Ver zuolo, dove, accollo dal Podestà cav, Chicco dal Segretario politico e dall'ing. Burgo, S. E. Turati sosta oltre un'ora, visitando i vasti opifici della cartiera, che si nomina appunto da Verzuolo. L'ingegnere Burgo guida il Segretario del Partito nella visita durante la quale gii operai attendono al lavoro, perchè il gerarca abbia l'impressione delle officine nella pienezza' della loro attività. Da Veizuolu, salutato da dimostra- bTgSulàppnSngadArsaIdldtfmrcsdmdtNalec foni di devozione delle maestranze e ell'intera popolazione, S. E Turati, isalito in macchina, covre a Saluzzo. E si rinnovano' qua le manifestazioni i popolo che hanno a""ompagnato il erarca Jurante il suo giro, nei vari entri cittadini e nei paesi: Pare anzi he, proseguendo il giro, cresca anora e s'intensifichi il fervore entusiatico. 11 podestà avv. Mhioli e il segreario politico ilatti porgo'no a S. E. Turati il saluto della città. Piazza Cavour gremita di folla, pavesata di triolori. Ufficiali del 2.o Alpini, battaglione aluzzo, camicie nere, rappresentanze i associazioni ed enti, un gruppo eh acerdoti, con a capo il vescovo monignor Obertl, Avanguardisti e Giovai Italiane, Baliilla o Piccole Italiane, appresentanze d'ogni organizzazione indacale, delle comunità artigiane, e popolo e popolo acclamano il gerarca; finché questi si presenta al balone del Palazzo del Littorio; e pronunzia un breve discorso, che suscita no scroscio interminabile d'applausi. indi, il Segretario del Partito discene dal Palazzo del Littorio, nel cui atrio il Vescovo e i sacerdoti che l'acompagnano, lo salutano anch'essi col aluto romano. E tra i reiterati applaui, riparte per Alba. Tuonar di mortaretti, sventolio di bandiere, sfolgorar di luminarle — che ntanto è scesa la sera, - e un davve- j o travolgente entusiasmo di popolo, iaccolgono ad Alba il Segretario del Partito. Questi appare visibil.nentelommosso da tanta spontaneità e fer-,vdre di dimostrazioni. I! podestà in-Igegnere Mollneris e i! segretario poitico capo-manipolo Grasso gli rivolgono 11 benvenuto. Dal balcone del Municipio S. E. Turati parla alla fola, che lo acclama interminabilmente. ndi, a piedi, per via Vittorio Emanuele, e piazza t'mherto si reca a piazza XX Settembre, dove sorge il monumento al caduti: e s'inginocchia davanti ad esso per un minuto; e tutta o folla s'inginocchia con lui. mUinKICI'lSFBBCBCM.SCSESTSPTL'alto elogio Seguiva un ricevimento e un banchetto al Circolo Sociale. Il nostro irettore Malaparte richiedeva S. E. Turati d'una sua impressione sulla giornata; e il gerarca scriveva per la Stampa: // fascismo di Cuneo mi ha dato una giornata vibrante, piena di ledeià e di promesse. Il vecchio Piemonte è col Fasciola e col Regime: con un impelo che può essere invidiato e citato ad esempio. o Turati ■. Per atto di deferenza al Prefetto e I Segretario Federale di Cuneo, il osiro Direttore concedeva di comunicare al quotidiano della provincia. Sentinella d'Italia, per la pubblicazione, 11 pensiero scritto per noi dal Segretario del Partito. Da Alba, salutato ancora, nlla parenza, da strepitose acclamazioni, S. Turati faceva viaggio in automobile ad Asti, dove prendeva il direttissimo di Roma. MARIO BASSI.